Coi Megaricchi ho riso veramente tantissimo. Okay, il finale non è originalissimo, però le battute spiazzanti e le scene comiche non mancano, e Perina sa renderle con espressività perfetta. Storia promossa su tutti i fronti, come gradevolissima è la scientifica di Brigitta: godibile, scorrevole, piacevole e mai noiosa neanche in punto spiegone (e a me gli spiegoni fatti bene piacciono un sacco, se sono il sale della storia).
Senza offesa, ma quanto sono sgradevoli i disegni di Van Horn? Parlo fuori dai denti: li trovavo sgraziati, sproporzionati, inespressivi già ai tempi della "Cavalcata" barksiana, ma in questa storia mi sono apparsi veramente, scusate il termine, brutti. Questione d'età come per Rota? Siamo sinceri: qualunque disegnatore italiano realizzasse tavole così verrebbe da noi altro che criticato, per usare eufemismi...
E infine veniamo alla storia di apertura. Ovviamente, voto rinviato. Ovviamente c'è tanta suspense, ovviamente il Topo se la caverà con un colpo di genio, promette bene ecc ecc...Ma. Ma perché dobbiamo ricorrere in una storia di Macchia Nera all'espediente "mistico-metafisico", del quale neppure lo stesso Macchia è artefice? Perché? Macchia è un genio. Ma in questo momento lo stiamo sminuendo. E un Macchia Nera recuperato nella sua genialità come in "Il Bianco e il Nero" (storia che ho adorato proprio per questo) non può essere sminuito. Spero che la scena iniziale trovi una spiegazione: se così sarà, secondo me la storia ne guadagnerà tanto.