"Topolino e l'incubo dell'Isola di Corallo" è, ora che siamo alla fine, una storia che non so come valutare. Concordo col fatto che sia narrata in modo sublime, con suspense e momenti toccanti perfettamente descritti e raccontati. Concordo che la trama sia splendida, concordo che il ritratto psicologico di Topolino, di Macchia e di Minni sia superlativo, nulla da dire. Splendidi i disegni di Casty, niente da eccepire neppure per quel che concerne il comparto grafico.
Ma la storia nasce da due premesse che non riesco a mandare giù, due premesse che considero errate nel profondo, ma proprio nel profondo di Macchia Nera.
Anzitutto, cosa c'entra con Macchia un soprannaturale trovato a caso? Macchia è un genio del crimine e in parte tecnologico, ma un tecnologico "credibile", non uno che vive di soprannaturale. O almeno, non di soprannaturale trovato a caso: lo accetterei di più se se lo fosse andato a cercare lui. Però Macchia, se escludiamo alcune "facilonerie" del "Doppio segreto" non è questo. Macchia è uno da Operazione Caos, che crea tecnologie sì fantascientifiche, ma soprattutto "possibili" e inquietanti. Più ci rifletto, e più mi dico che il Macchia di Casty in storie come l'Uomo Ingannatempo sia stato un male per il personaggio, perché lo ha spinto nel circolo della fantascienza bambinata e incredibile, che non incute terrore, anzi. Il vero Macchia era quello delle prime due storie di Nucci: che estrae un allucinogeno sconosciuto da un fiore appena scoperto (in fondo, quante piante hanno effetti allucinogeni? Non è di certo impossibile), o che crea il terrore dal niente (come aveva fatto pure nel "Doppio segreto"), o quello dell'Operazione Caos, che ancora ricorre a tecnologie credibili, non a macchine del tempo insensate o all'annullamento della dimensione profondità (che cosa veramente delirante e brutta questa, se applicata a Macchia Nera...).
In secondo luogo, perché Macchia non fugge lui da solo dal carcere? Si brucia, letteralmente, la lettera magica per cosa? Per un'evasione alla sua portata? Perché, se la guardiamo bene, lo stratagemma usato da Topolino è sì geniale, ma di certo non così cervellotico da non potere essere messo in pratica da Macchia stesso. Macchia è un re dell'evasione: perché stavolta non ce la fa? La prigione non è poi di massima sicurezza, visto che non gli hanno messo neppure le guardie a sorvegliarlo ventiquattr'ore su ventiquattro, come si fa con certi detenuti pericolosissimi. Non so: mi stecca proprio che Macchia non ce l'abbia fatta da solo. Mi steccava che non fosse riuscito a superare un sistema di antifurto nella storia della cagnolina Ombra, mi steccava che Nemesi lo avesse fatto fesso in Darkenblot 3. Macchia comanda, Macchia impera. E solo Topolino può fregarlo, non un supercomputer o dei secondini.
Purtroppo, da queste premesse malate per me non si poteva trarre qualcosa di sano, per quanto bene raccontato sia. Se invece riuscite ad accettare questi antefatti, allora la storia vi garberà sicuramente.
Voto sospeso sulle storie a puntate, mentre quella del pianeta ramingo crea buona suspense, richiama due personaggi meritevoli, ma fa sparire il collo di Topolino visto di tre quarti posteriore, e quella delle spese forzate strappa qualche buona risata per la somma fiducia di Battista nelle qualità innate di Paperoga e Paperino.