Ciao a tutti, apro questo topic dedicato a una bella parodia del duo Martina/ De Vita senior, realizzata nell'anno di grazia 1959. Storia briosa e spumeggiante, "Paperino e l'oro di Reno" si rivela una lettura davvero fresca e frizzante, che inanella una serie di gag davvero irresistibili, creando una riuscita rivisitazione e rilettura in chiave umoristica della celebre tetralogia wagneriana. La sceneggiatura si caratterizza per gli istrionismi caratteristici dello sceneggiatore piemontese, per i dialoghi sulfurei e fulminanti, per la comicitŕ fisica degna della Commedia dell'Arte e una verbositŕ surreale e folle simile a quella delle opere di Ionesco. La trama, come tipico di Martina, non segue un andamento logico strettamente consequenziale, bensě presentano una variegata e variopinta successione di vicende, eventi e suggestioni differenti. Inoltre, da notare come in questa storia le coordinate spazio-temporali siano rese volutamente fumose e ambigue: a seconda delle situazioni, le vicende paiono svolgersi secoli addietro o ai giorni nostri, in contrada remote o nei pressi di Paperopoli.
A completare l'opera, i disegni di De Vita, che questa volta ho apprezzato; nonostante alcune incertezze grafiche, il tratto dell'autore si coniuga alla perfezione con l'umorismo surreale, grottesco e folle della sceneggiatura.
Voi cosa ne pensate di questa bella storia?