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Topolino 3489 - Recensione di Matteo Gumiero

Correva l’anno 2012 quando, dopo alcune avventure preparatorie, usciva la prima storia della serie Le strabilianti imprese di Fantomius, ladro gentiluomo: nemmeno il suo autore Marco Gervasio si sarebbe aspettato che quasi dieci anni dopo saremmo stati ancora qui a parlare del “suo” personaggio. Virgolette d’obbligo poiché pur essendo il personaggio nato dalla fantasia di Guido Martina e graficamente dall’abilità di Romano Scarpa, in origine non era mai comparso “in becco e piume” ma solo come modello per la nascita di Paperinik, attraverso il suo diario, o come costume carnevalizio indossato da Gastone. Quindi possiamo considerare come la sua caratterizzazione sia stata tutta farina del sacco di Gervasio, che è stato in grado di assicurargli un successo tale da essere ancora sulla breccia dopo circa due lustri. Con una intuizione dello stesso Gervasio di oramai tre anni fa, poi, si è dato vita anche uno spin-off della serie principale in cui l’autore è andato gli anni della scuola del giovane Lord, e le varie vicissitudini che hanno portato John Quackett a diventare l’adulto che abbiamo imparato a conoscere nelle avventure della serie regolare. È nato così Paperbridge (un ponte di carta), dimostrandosi subito un grande successo per il settimanale: la struttura in cinque episodi che sembravano essere parte di una “prima stagione” a modello delle serie TV che oggigiorno godono di grande successo, ha contribuito a consegnargli i favori del pubblico. Non solo, anche la commistione tra mistero e dramma adolescenziale ha provveduto a far sì che gli utenti del Papersera la valutassero “miglior storia di Paperi” del 2020 e consegnassero così al suo autore il primo TopoOscar della sua carriera. Per certi versi, la struttura sembrava ripercorrere quella dei romanzi di Harry Potter, in cui il protagonista e i suoi amici procedono verso un percorso di crescita personale ma allo stesso tempo si trovano ad avere a che fare con misteri e pericoli che per ogni libro (o “stagione”) hanno circa la durata di un anno scolastico. La seconda stagione, che ha visto l’ingresso nel cast di un Cuordipietra Famedoro un po’ fuori ruolo, era stata in generale meno apprezzata rispetto alla prima, con un finale che era apparso lievemente affrettato (sole tre puntate, invece di cinque) e in un primo momento si era paventato che potesse essere la “stagione di chiusura” della serie, che però, utilizzando un gergo prettamente televisivo, è stata rinnovata per una terza stagione. L’originalità del non lieto fine Terza stagione che abbiamo potuto leggere interamente su questo numero del settimanale, essendo stata compressa in due soli episodi. I testi e i disegni sono dello stesso Gervasio che ha optato per dare un titolo diverso, o per meglio dire un “sottotitolo” a ciascuna delle due parti: La notte del vandalo e Il sogno di Beth. Lo scopo evidente di questa terza stagione è sembrato quello di mettere da parte complotti e misteri più accattivanti per concentrarsi maggiormente sullo sviluppo dei vari personaggi: era necessario districare quel “triangolo amoroso” venutosi a creare nella stagione precedente, tra Quackett, un altro giovane “nobilpapero” e la risoluta Beth. La soluzione ideata dall’autore consiste nel togliere di mezzo entrambi i comprimari dalla scena: il primo in quanto colpevole di un efferato crimine (vabbè, si fa per dire), la seconda in procinto di trasferirsi per coronare il suo sogno di divenire pittrice di successo. D’altronde, Gervasio sapeva bene di dover fare in modo che Quackett rimanesse solo in futuro per poi legarsi a quella che diventerà la sua partner in crime, Dolly Paprika. La storia si dipana con uno sviluppo lineare e coerente e il finale in stile “non vissero felici e contenti” è senz’altro originale e inusuale nella tradizione del fumetto Disney. D’altra parte chi scrive questa recensione non ha mai nascosto, e di persona nemmeno allo stesso Gervasio, di non apprezzare particolarmente lo stile un po’ retorico e didascalico che in questo episodio di Paperbridge è sicuramente grande protagonista. In più, il mistero sul quale è basata la stagione non è risultato essere particolarmente coinvolgente: è passato sicuramente in secondo piano rispetto alle varie implicazioni che avrebbe potuto avere nei confronti dei vari personaggi (l’espulsione di Tommy e tutto ciò che poteva conseguirne). Continua poi ad essere un fil rouge di tutta l’epopea quackettiana una fin troppo marcata retorica anti-ricchi e anti-nobiltà che inizia un po’ a segnare il passo. Zooooooooooooommmmmm Sul lato visivo lo stile di Gervasio è sempre il medesimo: semplice, decifrabile, ricco di particolari e povero di orpelli e decorazioni non necessarie. Il lavoro eseguito sui disegni è quindi coerente con le ben note capacità grafiche dell’autore romano pur presentando talvolta delle perplessità. Una punta di delusione, in questo senso, è stata generata nello scrivente dalla quadrupla che rappresenta forse il fulcro della narrazione e della vicenda. In questa, Quackett spiega finalmente al fratello le conclusioni e i cambiamenti che l’amore per Beth, l’amicizia per Tommy e in generale l’esperienza a Paperbridge hanno suscitato nel suo animo. La soluzione stilistica adottata, tuttavia, non sembra essere andata di pari passo con l’importanza del racconto e la presenza di una semplice visuale zoomata dei personaggi, senza guizzi grafici di sorta, manca di arricchire quella che poteva essere a tutti gli effetti una scena cardine della mitologia di Fantomius. Rimane il fatto che schiere di lettori di Topolino sono entusiaste di leggere queste storie ed è giusto che il settimanale e Gervasio continuino a riproporle secondo taluni canoni che hanno già portato l’autore a numerosi riconoscimenti e a un inequivocabile successo editoriale. Nota di colore: il cameo della Bella addormentata nell’aula di pittura. Ormai non c’è storia di Gervasio in cui il dipinto non sia presente, a questo punto riteniamo sia una operazione di scaramanzia. Il numero prosegue con la terza puntata di Scacco matto a Topolino (Di Gregorio e O. Panaro): in attesa della conclusione della prossima settimana la sfida scacchistica continua ma non coinvolge. Il tratto del buon Ottavio Panaro non sembra essere poi adatto a questo tipo di narrazione: al di là delle considerazioni stilistiche sembra mancare completamente quel plus di pathos che sarebbe necessario in una storia del genere. Una strana accoppiata troviamo all’opera su Pioggia, pioggia che cadi: Enrico Faccini scrive il soggetto e lo disegna, Gaja Arrighini gli dà una mano in fase di sceneggiatura. La storia non fa gridare al miracolo, ma se nei disegni e nello svolgimento, classico, ha un suo perché, le didascalie con la poesiola non aggiungono nulla e anzi l’impressione è che tolgano (più di) qualcosa al risultato complessivo. Troppe didascalie, ce n’era bisogno? Ad esclusione della didascalia presente in ultima pagina, che fornisce una chiosa necessaria, avrebbe probabilmente giovato alla storia se, come spesso accade con Faccini, si fosse lasciato l’intento descrittivo e poetico alla sensibilità dei disegni. Chiude il numero la seconda ed ultima puntata di Viaggio nella Luna: Bruno Enna e il più giovane dei fratelli Pastrovicchio portano a compimento l’adattamento di ciò che a tutti gli effetti è considerato il primo film di fantascienza della storia. L’artista parigino Georges Méliès, il cui lavoro mi sono convinto a recuperare leggendo questa storia, è considerato l’inventore degli effetti speciali cinematografici e ne fa grande uso nel “film” (che dura circa 15 minuti) da lui diretto e interpretato. Nella pellicola abbondano stramberie varie (si pensi alla faccia della luna, agli abitanti della stessa, all’ignorare ogni singola legge della fisica e le nozioni di astronomia allora note) ma nel complesso il risultato è incredibilmente intrattenente, per un prodotto cinematografico che risale a 120 anni fa e agli albori del cinema. La soluzione adottata da Enna e Pastrovicchio consiste nel cercare di “razionalizzare” tutte le assurdità e i “buchi di trama”, se così vogliamo definirli, del film naïf di Méliès. Zio Paperone sulla Luna Così facendo la storia torna maggiormente su canoni di disneyanità, e dubito in effetti che Zio Paperone (al modo del protagonista del film) avrebbe potuto decimare metà della popolazione lunare a colpi di ombrello, ma perde parte di quella stralunata stravaganza che rende così peculiare la pellicola. Ne consegue una storia paradossale ma non troppo che vuole stupire e allo stesso tempo prendersi sul serio. Si perde dunque un poco di quella trasognata assurdità che ben era presente nella prima puntata. Qualche critica va mossa al personaggio di Brigitta che forse monopolizza troppo la seconda parte di questo ultimo episodio. Nel complesso comunque un buon lavoro, che ha il merito di far riscoprire un gioiello che ha fatto la storia della cinematografia. Alessandro Pastrovicchio si supera nelle ambientazioni fantascientifiche e nella rappresentazione di personaggi vivaci e vitali. In conclusione un numero che vorrebbe essere ottimo ma che per un motivo o per l’altro non raggiunge mai quel livello, andandosi a posizionare nella media.

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Topolino 3489

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    Re:Topolino 3489
    Risposta #60: Martedì 11 Ott 2022, 12:12:35
    Sì lo sono anche loro.
    Realistico al 100% è ovviamente impossibile ma negli anni ci si è avvicinati sempre di più, saranno topi e paperi parlanti ma i colori, le atmosfere, gli sfondi, le figure sono sempre più vicine alla realtà e sempre meno stilizzate o deformate

    non "realistico", ricco di dettagli semmai

    sono cose diverse

    Barks sugli sfondi era estremamente realistico, molto più di qualunque Disney italiano (con rare eccezioni, Roberto Marini in un certo periodo, parecchi lustri fa, disegnava sfondi che contrastavano coi personaggi stilizzati, e Marco Rota che è un barksiano), ma non ti sogneresti mai di affermare non fosse umoristico  :-)

    i personaggi di Masta e Intini sono sempre stilizzati e "pupazzeschi" con espressioni e gestualità enfatizzate, anche teatrali, sempre volte a cercare l'effetto comico

    "Remember: when people tell you something's wrong or doesn't work for them, they are almost always right. When they tell you exactly what they think is wrong and how to fix it, they are almost always wrong." - NG

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      Re:Topolino 3489
      Risposta #61: Martedì 11 Ott 2022, 12:17:00
      Credo che sia sicuramente una questione di punti di vista....
      Praticamente si puo' riassumere cosi':
      - Alcuni siamo scesi dal treno e guardando voi dai finestrini ci diciamo: "Ma come fanno a stare ancora a bordo quelli, in un treno che ormai e' scomodo e non in linea con le nostre aspettative"
      - Altri (tra cui voi) state a bordo e guardando noi dai finestrini vi dite: "Ma perche' saranno scesi questi da un treno che va spedito e ci sta portando nella direzione desiderata"

      Insomma probabilmente nessuno avra' ragione al 100%  :laugh:
      Tranne tu con quello che hai appena scritto! ;D

      Alla fine, sono tutti punti di vista e gusti personali... :thankYou:

      Assolutamente sì.
      Ma ci sarebbe da aggiungere una cosa, secondo me, fondamentale...
      Questa nuova gestione editoriale ha scavato un solco profondissimo tra l'abbonato ed il lettore saltuario/occasionale.
      Mentre il primo si fa l'abbonamento e quindi comunque riesce a godere della pubblicazione in modo settimanale (apprezzandone il buono che OVVIAMENTE è presente lungo l'anno), il secondo praticamente non ha più modo di empatizzare o risalire, anche se solo occasionalmente, a bordo.
      Se vediamo l'indice del numero in uscita ci sono tre storie su 5 ad episodi di cui due pure agli episodi finali. Praticamente è impossibile, per qualcuno che passa in edicola, sfogliare l'albo guardando il sommario ed acquistarlo.
      Questa è la cosa che, purtroppo, ha scavato e sta facendo aumentare un distacco già troppo forte a mio avviso.
      Se poi a questo ci aggiungiamo che tanti (tra cui sinceramente il primo sono io) aspettano le ormai immancabili pubblicazioni di altre testate che raccolgono in modo dettagliato le storie più importanti e piacevoli, la frittata potrebbe essere ancora più grande di ciò che sembrerebbe...
      Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

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        Re:Topolino 3489
        Risposta #62: Martedì 11 Ott 2022, 12:50:09
        Insomma probabilmente nessuno avra' ragione al 100%  :laugh:

        ma il punto non è aver ragione (perché ovviamente si sta discutendo amichevolmente di cose che attengono al gusto personale, non di scienza)

        credo comunque sia lecito sollevare dubbi e perplessità sulla direzione intrapresa che è in aperto contrasto con il passato e per me rappresenta un piccolo campanello di allarme (non l'unico, ma al momento forse il più rilevante)

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          Re:Topolino 3489
          Risposta #63: Martedì 11 Ott 2022, 12:56:25
          Se vediamo l'indice del numero in uscita ci sono tre storie su 5 ad episodi di cui due pure agli episodi finali. Praticamente è impossibile, per qualcuno che passa in edicola, sfogliare l'albo guardando il sommario ed acquistarlo.
          Questa è la cosa che, purtroppo, ha scavato e sta facendo aumentare un distacco già troppo forte a mio avviso.

          credo abbia senso puntare ad avere lettori fedeli del Topo e non occasionali, per questi ultimi vanno più che bene i vattelapesca e raccolte varie

          pertanto, ben vengano le storie lunghe a puntate, che in qualche modo ricalcano il trend delle serie TV che oggi più che mai sono particolarmente popolari
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            Re:Topolino 3489
            Risposta #64: Martedì 11 Ott 2022, 13:00:47
            Insomma probabilmente nessuno avra' ragione al 100%  :laugh:

            ma il punto non è aver ragione (perché ovviamente si sta discutendo amichevolmente di cose che attengono al gusto personale, non di scienza)

            credo comunque sia lecito sollevare dubbi e perplessità sulla direzione intrapresa che è in aperto contrasto con il passato e per me rappresenta un piccolo campanello di allarme (non l'unico, ma al momento forse il più rilevante)

            Ovviamente io intendevo, goliardicamente, avere ragione sul discorso in essere. Non avere la verità sacra nelle mani che nessuno può detenere.
            Sul fatto di poter sollevare dubbi con me sfondi un colonnato aperto  :rotfl:
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              Re:Topolino 3489
              Risposta #65: Martedì 11 Ott 2022, 13:15:02
              L'incubo dell'isola di corallo è ad esempio una storia dove non c'è MAI stata una battuta o una gag. Le nuove frontiere del fumetto "Disney" son quelle.

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                Risposta #66: Martedì 11 Ott 2022, 13:19:20
                L'incubo dell'isola di corallo è ad esempio una storia dove non c'è MAI stata una battuta o una gag. Le nuove frontiere del fumetto "Disney" son quelle.

                ma meno male che c'è l'animazione di Rudish  :-)
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                  Re:Topolino 3489
                  Risposta #67: Martedì 11 Ott 2022, 13:25:55
                  Credo ci sia davvero bisogno di più comicità (grafica in particolare, in questo mancano molto autori come Ferraris, De Vita o Leoni). Fermo restando che storie più serie non mi dispiacciono, ci mancherebbe (Paoperbridge stesso, o l'ultima di Cornelius Coot, ad esempio), ma ripeto che le storie che rimarranno nel tempo sono (perlopiù) quelle che meglio sanno amalgamare varie emozioni (c'è un motivo se Asterix è uno dei fumetti più letti e tradotti al mondo). Molto spesso storie di Pezzin, Cimino o anche Scarpa, hanno un incipit simile, ma sono proprio le battute a renderle memorabili (esempio a caso, Paperinik e la lotta dietetica, se non la conoscete, recuperate XD), oggi leggo troppe storie con trame trite e ritrite che semplicemente "vanno". Sai già quello che succede, perché è già successo altre volte e perché spesso la soluzione è anche ovvia, ma ultimamente non c'è un qualcosa che le contraddistingue da altre simili, come appunto battute memorabili.
                  Ho criticato molto il pianeta ramingo, ma ho anche fatto presente di come la parte di Pico che finisce per scatenare ancora di più il panico o Pippo che non crede puntualmente alle streghe si mi hanno fatto ridere (e difatti altre storie di Vacca mi piacquero molto). Già la storia è piena di difetti, senza nemmeno battute simili sai che noia?

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                    Re:Topolino 3489
                    Risposta #68: Martedì 11 Ott 2022, 13:29:14
                    L'incubo dell'isola di corallo è ad esempio una storia dove non c'è MAI stata una battuta o una gag. Le nuove frontiere del fumetto "Disney" son quelle.

                    ma meno male che c'è l'animazione di Rudish  :-)
                    Ecco, quei corti (tolta una prima stagione non eccezionale) mi fanno scompisciare XD. Ma un po' tutte le serie recenti di Disney Channel a dire il vero (Amphibia, The Ghost and Molly mcGee, The Owl House, serie che ultimamente sanno trovare un equilibrio migliore delle storie del topo...)

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                      Re:Topolino 3489
                      Risposta #69: Martedì 11 Ott 2022, 14:07:25
                      Diciamo che sta diventando pian piano sempre più difficile trovare  su Topolino delle storie con un giusto equilibrio narrativo. In pratica,  "Minaccia dallo spazio" riassume tutti i post da due giorni fa ad oggi :rotfl:
                      "Io non sono un uomo! Sono un polpo che stende i suoi tentacoli ovunque!"

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                        Re:Topolino 3489
                        Risposta #70: Martedì 11 Ott 2022, 14:49:21
                        A me il disegno demenziale o 'pupazzesco' (come giustamente lo ha definito conker) non è mai piaciuto, apprezzando molto più il disegno classico che, in genere, si collega a storie più 'serie'. Giusto alternare i diversi generi ma spero che prevalga quello classico/realistico/serio (fra sceneggiature e illustrazioni) rispetto al comico/demenziale/pupazzesco, come sta avvenendo nell'era Bertani (per fortuna). Fermo restando che anche nelle storie 'serie' si (sor)ride di gusto ma con più ironia e sarcasmo e meno demenzialità facile.

                        Lo stesso Cavazzano, attualmente il massimo autore disneyano riconosciuto, dopo la fase scarpiana classica e quella più originale 'tecno', ha avuto una lunga fase pupazzesca (purtroppo imitata da molti colleghi italiani e internazionali) per poi tornare, nell'ultimo ventennio, ad un disegno più classico, elegante, asciutto, pulito.

                        Sarà che sono cresciuto con certi disegni e certe storie, tra fine '60 e inizi '70, quando anche quelle più comiche avevano comunque delle illustrazioni che non 'sbavavano'. Anche i disegni più 'estremi' avevano un qualcosa di classico, elegante, realistico. Se stiamo tornando a quel tipo di tavole (relativamente, visto che Ziche, Intini, Mastantuono, Lavoradori... hanno comunque i loro spazi) è perché credo siano oggettivamente più apprezzabili oltre che esteticamente più belle. Tra i disegnatori prettamente comico-demenziali non ho inserito Faccini perché le sue illustrazioni sono, di base, 'classicheggianti', pulite ed eleganti, oltre che divertenti (ovviamente)

                        PS - Credo che dalla recensione di Gumi in poi, dovremo trasferire le ultime tre pagine in un altro topic più 'consono'  :innocent:
                        « Ultima modifica: Martedì 11 Ott 2022, 15:01:26 da Cornelius Coot »

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                          Re:Topolino 3489
                          Risposta #71: Martedì 11 Ott 2022, 16:28:26
                          Sono perfettamente d'accordo con te riguardo al disegno. Personalmente non digerisco lo stile di Intini e Mastantuono e, mi duole ammetterlo, neanche molto quello più recente di Cavazzano. Il disegno comico che preferisco è certamente quello della Ziche, non c'è bisogno di parlare di Faccini perchè anche lui è il top, con questi due mi viene da ridere ad ogni vignetta.
                          "Io non sono un uomo! Sono un polpo che stende i suoi tentacoli ovunque!"

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                            Re:Topolino 3489
                            Risposta #72: Martedì 11 Ott 2022, 22:11:43
                            Concordo con gli utenti che affermano che le storie più belle, i capisaldi del fumetto Disney, siano quelle che riescono ad amalgamare con maestria toni e atmosfere differenti all'interno della stessa narrazione, che sanno fare convivere commedia e mistero, humor e avventura nella medesima vicenda. Questo concetto, però, può dipendere anche dalla sensibilità e ispirazione del singolo autore. Perché uno sceneggiatore che vuole cimentarsi in una storia di respiro thriller e noir dovrebbe inserire forzosamente gag fiacche e battute spente per garantire una componente umoristica predominante? Il problema quindi secondo me risiede non nel fatto che siano state pubblicate storie pressoché prive di comicità, ma nel fatto che questo fenomeno non è stato gestito con il dovuto equilibrio. Comunque mi pare che Bertani non abbia ecceduto in questo, e abbia saputo alternare vicende più intimiste a cupe ad altre dai toni più leggeri. Lo stesso Nucci, autore di punta del Topolino attuale, accanto alle sue creazioni più importanti, come il ciclo di Macchia Nera e La solitudine del quadrifoglio, abbia comunque contrapposto storie più spensierate come quelle di Newton Pitagorico.
                            Se è vero che a creare storie prettamente comiche siano rimasti solo la Ziche, Faccini  e Mastantuono, mi pare sia ancora cospicuo il numero di autori che all'interno di narrazioni di più ampio respiro inserisce momenti di umorismo; cito, tra i principali, Enna, Artibani, Casty, Faraci, Stabile...
                            Riguardo allo stile di disegno mi pare non sussista alcun problema, dopo una fase di freccerizzazione si è passati ad una grande disomogeneità stilistica che prevede stili più dettagliati e realistici accanto ad altri più classici e stilizzati, ma mi pare positivo perché garantisce la necessaria varietà di tratti.
                            Oh! Date un posto al cimitero...Yùuuuuu! Al mio cuore di vaquero...Yùuu! Egli è morto e lascia sola, uèeeee! La sua casa, la cavalla e la pistola, uèeee!

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                              Re:Topolino 3489
                              Risposta #73: Martedì 11 Ott 2022, 23:05:17
                              Concordo con gli utenti che affermano che le storie più belle, i capisaldi del fumetto Disney, siano quelle che riescono ad amalgamare con maestria toni e atmosfere differenti all'interno della stessa narrazione, che sanno fare convivere commedia e mistero, humor e avventura nella medesima vicenda. Questo concetto, però, può dipendere anche dalla sensibilità e ispirazione del singolo autore. Perché uno sceneggiatore che vuole cimentarsi in una storia di respiro thriller e noir dovrebbe inserire forzosamente gag fiacche e battute spente per garantire una componente umoristica predominante?
                              Non credo ci siano lettori che preferiscano sempre e comunque l'impiego di gag (soprattutto se buttate in mezzo alla trama a casaccio, in modo forzato) in ogni tipo di storia.
                              È proprio l'equilibrio di cui parli, Karabandagore, il punto in cui sussiste la maggiore pienezza e bellezza di una storia che sa farsi ricordare a distanza di anni grazie alla convivenza e alla varietà di diversi registri, tra cui l'aspetto comico o quantomeno ironico.
                              Quello che ti strappa un sorriso con piacere, che ti fa andare avanti con la lettura coinvolgendoti nel racconto senza che il tutto assuma toni troppo seriosi o cupi.
                              E poi il profilo comico in una storia thriller o noir che sia non credo potrà mai essere predominante nello sviluppo della storia perché l'obiettivo del racconto non è certo quello di fare sganasciare il lettore con fior di battute.
                              Però, se l'autore è bravo e sa giostrarsi con abilità negli sviluppi del racconto, nel momento in cui piazza delle situazioni o delle battute particolarmente riuscite tali da strappare un bel sorriso (o, perché no, anche una sana risata di cuore) che riesca a stemperare - anche solo per poche vignette - il clima di tensione che si avverte nella vicenda, beh io penso che questo arricchisca la storia ed è un punto che va a favore del talento dello scrittore.
                              Che dimostra di saper scrivere non solo delle belle trame intriganti.
                              Ma che dimostra anche di riuscire a far suscitare emozioni diverse in chi legge al punto che il lettore possa dire tranquillamente di avere davanti a sé un racconto sfaccettato e "completo".

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                                Re:Topolino 3489
                                Risposta #74: Mercoledì 12 Ott 2022, 10:06:21
                                Perché uno sceneggiatore che vuole cimentarsi in una storia di respiro thriller e noir dovrebbe inserire forzosamente gag fiacche e battute spente per garantire una componente umoristica predominante?

                                non credo si stia chiedendo che la componente umoristica sia preponderante rispetto al resto, ma che sia sempre presente ed efficace magari sì

                                se leggi un thriller scritto da Scarpa o Casty, gli elementi comici sono sempre ben presenti e funzionali... li considero un elemento imprescindibile in una storia Disney, paperi o topi che siano
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