Concordo con gli utenti che affermano che le storie più belle, i capisaldi del fumetto Disney, siano quelle che riescono ad amalgamare con maestria toni e atmosfere differenti all'interno della stessa narrazione, che sanno fare convivere commedia e mistero, humor e avventura nella medesima vicenda. Questo concetto, però, può dipendere anche dalla sensibilità e ispirazione del singolo autore. Perché uno sceneggiatore che vuole cimentarsi in una storia di respiro thriller e noir dovrebbe inserire forzosamente gag fiacche e battute spente per garantire una componente umoristica predominante? Il problema quindi secondo me risiede non nel fatto che siano state pubblicate storie pressoché prive di comicità, ma nel fatto che questo fenomeno non è stato gestito con il dovuto equilibrio. Comunque mi pare che Bertani non abbia ecceduto in questo, e abbia saputo alternare vicende più intimiste a cupe ad altre dai toni più leggeri. Lo stesso Nucci, autore di punta del Topolino attuale, accanto alle sue creazioni più importanti, come il ciclo di Macchia Nera e La solitudine del quadrifoglio, abbia comunque contrapposto storie più spensierate come quelle di Newton Pitagorico.
Se è vero che a creare storie prettamente comiche siano rimasti solo la Ziche, Faccini e Mastantuono, mi pare sia ancora cospicuo il numero di autori che all'interno di narrazioni di più ampio respiro inserisce momenti di umorismo; cito, tra i principali, Enna, Artibani, Casty, Faraci, Stabile...
Riguardo allo stile di disegno mi pare non sussista alcun problema, dopo una fase di freccerizzazione si è passati ad una grande disomogeneità stilistica che prevede stili più dettagliati e realistici accanto ad altri più classici e stilizzati, ma mi pare positivo perché garantisce la necessaria varietà di tratti.