Topolino 3498 rappresenta in pieno l’approccio editoriale di Alex Bertani. Vediamo infatti come l’intero numero sia strutturato attorno a storie forti, con solide radici narrative e capaci di creare percorsi diversi di interesse per tutti i lettori.
Si parte con la seconda parte di Topolino e… la leggenda della Spada di Ghiaccio di Marco Nucci e Cristian Canfailla. Il ritorno nelle terre dell’Argaar si delinea come un vero e proprio viaggio in luoghi segnati sulla mappa e nei cuori dei lettori che avevano letto anni prima le vicende raccontate da Massimo De Vita.
Le minacce di re Atro e una generale nube di malinconia occupano la scena, insieme ad un apprezzato ritorno. La storia insomma procede destando interesse, con notevoli strizzate d’occhio verso il passato. Convincono i disegni di Canfailla, irrobustiti dai decisi colori del Maaw Illustration Art Team.
Nucci torna in campo (in tutti i sensi) con la penultima puntata di Fridonia’s World Cup 2022, con i superbi disegni di Stefano Intini. Questa volta Paperoga è il protagonista della vicenda parallela che permette di avere una seconda chiave di lettura rispetto alle pure sequenze di calcio.
E continua a sorprendere l’abilita di Nucci nel proporre un approccio sempre simile eppure sempre diverso, rendendo la storia mai banale e decisamente intrigante nell’essere seguita, anche grazie a riusciti tormentoni umoristici, come l’allenatore del Carpazia. Intini aiuta, grazie ad iperbolici disegni frenetici, vivi e guizzanti, perfettamente in linea con una trama fatta di passaggi in porta e di emozioni. Le vignette non sono sempre parallele, ma sono piu dinamiche in modo da seguire il gioco.
Dentro la partita Procede la divertente serie sceneggiata da Tito Faraci e disegnata da Enrico Faccini: Gli allegri mestieri di Paperino. Consegne fumanti mostra di nuovo l’agghiacciante scenario dei lavori precari, filtrato da un umorismo paradossale ma mai cosi graffiante e nero. Vedere Paperino invischiato in una giungla di capi feroci e, soprattutto, di abominevoli clienti, disposti a qualsiasi angheria pur di ottenere il loro vacuo prodotto alimentare, mostra il volto avvelenato del mercato del lavoro del XXI secolo.
Faraci riesce a far passare il messaggio nella sua abituale raffica di battute e di dialoghi assurdi, veicolati da un Faccini decisamente a suo agio nel rappresentare la conseguente messe di guai. Brillante e inaspettata la chiusura, che lega in maniera intelligente tutta la serie.
Rudy Salvagnini torna per una storia breve dai suoi tipici toni umoristici, tradizionali ma che raggiungono lo scopo: Orazio e il poema manutentivo. In una storia fatta di dialoghi surreali tra Orazio e Pippo, che immagina un suo potenziale romanzo come nella serie dei Mercoledì, i classici tormentoni dell’autore portano velocemente alla risoluzione della vicenda. Ad una storia breve non chiediamo molto altro, e lo scopo risulta raggiunto, anche grazie ai tranquilli disegni di Valerio Held.
Il numero si chiude con una nuova storia del progetto internazionale Time Machine (Mis)Adventures. Il canovaccio sempre uguale – un viaggio nel passato porta ad un cambiamento nel presente che i nostri eroi dovranno risolvere – mostra questa volta Qui, Quo e Qua alle prese con l’invenzione dello pneumatico in gomma, fondamentale per l’evoluzione del trasporto su strada. La sceneggiatura di Silvia Martinoli viene servita dalle sicure matite di Lorenzo Pastrovicchio.
Completano il numero un servizio su Gloria Rech, talentuosa pittrice di soggetti ghiacciati, e un’intervista a Gregorio Paltrinieri, campione olimpico di nuoto. In sintesi, un numero ricco di buone storie, con vicende solide che non prendono in giro il lettore e che, anzi, forniscono intelligenti chiavi di lettura non scontate.
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