Marco Nucci scrive tre delle quattro storie presenti nell'albo e lo fa, a giudizio di chi scrive questo commento, in modo intrigante e molto ben riuscito.
Beato te.
Io aspetto ormai da un momento all'altro il cambio di titolo della testata da "Topolino" a "Nucciolino", visto che ormai è peggio del prezzemolo: un editoriale su due ha almeno un trafiletto su di lui, fa parte anche del reparto più "tecnico", ha scritto pure le didascalie del riassunto delle Lenticchie... Per arrivare a leggere una tavola dove non ha messo mano - escludendo il Che aria tira - tocca arrivare a pag 129 (su 164).
Io capisco il voler puntare sull'autore e tutto, ma ultimamente mi sembra davvero troppo.
Sulla Spada di ghiaccio non mi esprimo, a questo punto aspetterò la conclusione, ma per ora il giudizio non è dei migliori... Non ho trovato originalità, ma solo banalità, visto lo svolgimento quasi pedissequo rispetto alla prima storia del ciclo.
Sono rimasta poi molto perplessa dai disegni di Cavazzano nella prima storia... se non avessi visto il nome nei credits non avrei mai detto fosse lui!
Addirittura in alcune delle prime vignette Paperone sembra uno dei nipotini.
Riguardo alla storia di Celoni, disegni superlativi!
Ogniqualvolta si tratta di esprimere un giudizio sul lavoro di un autore sono schietto ed obiettivo. Avendo molto apprezzato le tre storie dell'autore e soprattutto avendo appurato quella che per me è una netta risalita in termini di qualità delle due storie a puntate che stava (e sta, tutt'ora) portando avanti rispetto alla delusione dei rispettivi capitoli precedenti, non mi sono trattenuto dal sottolineare che mi siano molto piaciute.
Non ho mancato di muovere critiche a Nucci in più occasioni in passato (vedi il finale dell'Isola di Corallo, la storia del cane Ombra con Macchia Nera, le prime due storie del ciclo di Lord Hatequack che mi hanno preso poco), così come ho espresso le mie rimostranze per qualsiasi altra storia di qualunque altro sceneggiatore che non mi avesse affatto convinto, come la storia di Orazio del numero precedente scritta da uno sceneggiatore come Rudy Salvagnini che di solito riesce a farmi ridere e a farmi leggere con molto piacere le avventure da lui ideate ma che, in quel caso, non mi ha saputo restituire una lettura appagante e gradevole per come mi aspettavo.
Obiettivamente, sulle tre storie di Nucci di questa settimana non ho da muovere critiche perché mi hanno restituito un bel leggere, brioso, vivace ed intrigante.
Riguardo al fatto che ci sia una sovraesposizione dell'autore è cosa evidente poiché ha lavorato su talmente tanti cicli che, a rotazione, sono stati e vengono proposti sul settimanale con una certa frequenza.
Bertani crede molto in lui e ciò lo si evince in maniera chiara ed esplicita dai suoi editoriali in cui puntualmente fa il suo nome e ne decanta i meriti praticamente settimana dopo settimana e questo risulta eccessivo anche per me perché si potrebbe dare più spazio anche ad altri autori sul libretto e non fare sembrare troppo
Nucci-centrico il giornale.
Casty, per esempio, negli ultimi due anni si è visto solo per due storie in veste di scrittore e mi manca la sua presenza, eccome se mi manca!
Ma vorrei vedere di più anche autori come Carlo Panaro impegnati in nuove storie autoconclusive con una certa prolificità sul libretto, così come Vito Stabile alle prese con il suo Paperone ed il suo modo di giostrare le avventure della famiglia dei Paperi e il vedere più spesso le loro doti di valenti autori per il Topo sottolineate negli editoriali mi farebbe sicuramente un gran piacere.
Qualche editoriale in meno rivolto ai progetti di Nucci e qualcuno in più dedicato ad altri autori, parimenti bravi e capaci di scrivere ottime sceneggiature, sinceramente lo vorrei leggere anch'io.
E ovviamente questo è un discorso a parte rispetto alla qualità delle tre storie di questa settimana a firma nucciana, di cui ribadisco il merito di avermi saputo restituire una lettura molto gustosa ed altrettanto soddisfacente.