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Topolino 3499 - Recensione di Luigi Sammartino

Il rapporto tra Paperone e la sua fortuna è un topos molto calcato nei fumetti Disney, sin da Barks. Non è solo, però, l’inestricabile e imprescindibile caratteristica del più burbero dei personaggi del mondo disneyano, o l’elemento che caratterizza il suo rapporto col mondo circostante. Vi sono stati anche autori che hanno messo il papero più ricco del mondo di fronte a situazioni in cui il suo patrimonio sarebbe potuto andar perso per sempre; tuttavia, quasi nella totalità delle storie mancavano sia una profonda angoscia per la perdita della fortuna, sia collocare Paperone oltre la soglia della perdita totale del proprio patrimonio. Siegel molto spesso si avventurava nella prima, Scarpa ha scritto una storia con il secondo, ovvero Paperino e le lenticchie di Babilonia. E da quest’ultima che riparte il what if di Fabio Celoni, per la prima volta autore completo su Topolino (e dopo l’ottima prova con Totò, l’erede di Don Chisciotte, sempre edito da Panini). Storia che viene anticipata già dalla copertina di questo numero (totalmente a cura dello stesso Celoni), che mette in evidenza tutta l’inquietudine e la disperazione di Paperone di fronte alla situazione in cui si trova, malgrado il ritorno degli strilli. Il destino di Paperone pone un interessante prologo, dove già abbiamo diverse informazioni su come sarà e si svilupperà la storia nelle quattro puntate seguenti (ribadito anche nell’intervista successiva). Ed il what if è evidente già dalle prime due tavole, dove il germoglio sbocciato nella storia di Scarpa ritorna ed è il fulcro attorno al quale roteano le vicende attuali. Ancor più interessante il rapporto con il Fantasma del Destino, quel “Fantasma dei Natali Futuri” che già attanagliava Ebenezer Scrooge nel racconto dickensiano: non è solo una dura lezione morale che quest’ultimo sta impartendo mostrando la vacuità dell’attuale vita a Paperone, ma è anche il proporre una nuova scommessa (con sé stesso, NdR), proprio come il papero aveva già fatto con i Bassotti nella storia di Scarpa. La sfida col Destino è lanciata I disegni (con i colori di Luca Merli) sono sensazionali nel conferire una situazione di buio dell’animo, che è sintomo della disperazione di cui sopra: un puro goticismo che arricchisce la lettura. Le condizioni di partenza ci sono tutte, e attendiamo fiduciosi lo sviluppo delle vicende successive. Non è solo una questione di fortuna persa. L’albo odierno, che vuole celebrare i 75 anni di vita del papero più ricco del mondo, si apre con una storia muta. Fama (Nucci/Cavazzano, chine di Zemolin, colori di Virzì) è un’insolita carrellata della Saga di Don Rosa: dagli esordi di Paperone in quel di Glasgow, fino alla sua attuale condizione di multifantastiliardario, la vita di Paperone viene rivista nei suoi momenti più importanti, ma con una prospettiva differente, ovvero di colui che ha… fame. È anche su questo termine che gioca molto il titolo (che in inglese si scrive Fame, appunto), sul fatto che la “fame” culinaria (tipica, peraltro, di molte storie classiche degli autori italiani, come Cimino e Scarpa) si accompagni alla “fame” di avventure e di ricchezza. Un differente presupposto, che dà sicuramente un piglio differente alla lettura. Inoltre, il fatto di essere una storia muta, benché accompagnata dalle didascalie e dalle onomatopee, rende il tutto molto leggero e senza alcuna reale pretesa di continuità, come finora inesorabilmente apparivano certe storie. Una gag ricorrente della storia L’apporto grafico di Cavazzano (ormai in una sua fase “danese”, potremmo dire) si connota soprattutto per gli scorci e le ambientazioni dove si svolgono le varie scene; notevoli anche alcuni dettagli (come quello della veduta di Glasgow in prima tavola o delle monete fuoriuscite dal vagone), che conferiscono ai disegni un livello di profondità notevole. La terza puntata della nuova vicenda nelle Terre dell’Argaar sembra ora prendere una piega risolutiva. Gli Spettri di Passoscuro (Nucci/Canfailla, colori di Maaw Illustration Art Team) porta i nostri protagonisti ora a nuove domande (“Perché re Atro ha cancellato la memoria di un intero mondo?”) e rivelazioni forse attese, ma sicuramente scontate. Episodio in cui assistiamo anche a diverse citazioni, non ultima a quella della stessa saga originale (in particolare, la raffigurazione del Principe delle Nebbie quale spettro), che sono utilizzate in varia maniera e con vari risultati. C’è da dire che questa storia sta procedendo sotto una prospettiva differente rispetto a quella originale di De Vita, sia nel descrivere le vicende e impostare la trama, sia nel caratterizzare i personaggi. Non vi è solo azione in questa saga, ma anche prospettive psicologiche rilevanti Insolito il ruolo di Pippo quale protagonista e non oggetto delle preghiere degli “argaariani”, ma non per questo meno interessante nel conferirgli dignità. Anche i disegni di Canfailla assumono prospettive differenti e non meno originali di quelle del maestro milanese: scorci e inquadrature molto spesso si presentano in maniera differente dalla tradizionale impostazione devitiana, ma sicuramente il tocco personale non stona e non fa storcere il naso. Insomma, si entra nel vivo della vicenda e si cerca di farlo al meglio. Si chiude in questo numero la nuova serie calcistica dei nipotini di Paperino. Fridonia’s World Cup 2022: L’ultima risata (Nucci/Soffritti, colori di Virzì) chiude definitivamente le vicende calcistiche non solo dei nipotini stessi, ma anche del loro allenatore Ribbling. E lo fa con la vittoria (e non poteva essere diversamente) della Coppa del Mondo, nella finale più invocata dall’inizio di queste vicende, ovvero contro i padroni di casa del Fridonia. Una storia molto spesso vittima di facilonerie (come quelle relative agli schemi di gioco da impostare durante la partita) e che ancora una volta porta al centro citazioni molto ammiccanti, anche al mondo extra Disney (come Freddi Riedenschneider, chiaramente omaggio al personaggio interpretato da Tony Shalhoub in L’Uomo che non c’era di Joel Coen). Non è facile accettare la sconfitta Una storia che si chiude con un finale anch’esso abbastanza scontato (almeno nel mood). Tutto sommato, una lettura distensiva e di medio interesse. I disegni di Soffritti godono, invece, di una certa freschezza e loquacità, riuscendo comunque a fare la loro parte e conferire alla storia una sua piccola dignità. Per essere un numero che cerca di celebrare un traguardo importante di un personaggio Disney, forse lo sforzo poteva essere superiore. Si cerca, ovviamente, di dare il giusto peso alle celebrazioni, ma vi sono forse troppe limitazioni legate sia alle contingenze, sia al fatto che la celebrazione è stata “decentralizzata” da Topolino con una serie di volumi a tema. Tuttavia, la qualità delle avventure di Topolino 3499 non è inferiore e si assiste anche in questo caso ad una buona proposta. Certo, la presenza di storie a puntate forse può indurre il lettore occasionale a lasciar perdere la lettura, ma il livello delle letture che viene proposto non è esente da interesse per nessuno e garantisce quella varietà di soluzioni da sempre caratteristica della testata.

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Topolino 3499

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Castyano
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    Re:Topolino 3499
    Risposta #75: Mercoledì 21 Dic 2022, 14:29:47
    ne parli come se la storia di Celoni sia un remake di quella di Scarpa... in realtà è una storia nuova, creata in un'epoca totalmente differente (in cui il linguaggio del fumetto utilizzato è giocoforza diverso) che inizia da dove quella del maestro veneziano finisce, nulla di più e nulla di meno
    poi (ovviamente) può piacere o meno, ma nelle tue frasi percepisco più astio verso l'autore che non una critica costruttiva
    Io non ho nessun astio verso Celoni, che come disegnatore è ottimo, certamente nella mia top 10 relativa a quelli attivi al giorno d'oggi; e mi interessa poco se parliamo di sequel, remake, reboot o come tu preferisci. Mi limito a far notare che per il suo esordio da sceneggiatore si è andato a cimentare con una delle migliori storie disneyane di tutti i tempi, una top 100 se non top 50, quando avrebbe dovuto farsi una gavetta di qualche anno con storie meno impegnative, esattamente come hanno fatto tutti prima di lui. Persino Barks e Scarpa hanno impiegato quattro anni - dicasi quattro - per arrivare al loro meglio, e vogliamo credere che Celoni sia così bravo da potersi cimentare con una storia di questo livello già al suo esordio? Per me è palese che sta facendo il passo ben più lungo della sua gamba, senza togliere nulla né alla sue capacità di disegnatore (qui sfruttate male) che alle sue potenzialità come sceneggiatore (che penso ci siano e forse un giorno apprezzeremo).
    Ti correggo solo su Celoni, che si è già cimentato come sceneggiatore su Dylan Dog. Per il resto su molti punti concordo con te. La politica bertaniana prevede più drammoni che storie umoristiche.
    « Ultima modifica: Mercoledì 21 Dic 2022, 14:41:42 da Castyano »
    "Chissà che cosa stava cercando Moby Dick?"

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      Re:Topolino 3499
      Risposta #76: Mercoledì 21 Dic 2022, 16:11:43


      mi pare che Celoni lavori per Topolino da oltre 30 anni e si sia già (egregiamente) cimentato nella scrittura (anche se questa è la sua prima in Disney) in più frangenti, che vanno dal racconto al romanzo alle storie a fumetti

      e artisti che hanno creato capolavori con le loro opere prime ce ne sono, eh

      tutto ciò che stai scrivendo al riguardo è e resta un mero processo alle intenzioni, specie considerando che abbiamo visto solo il prologo di un'opera di quasi 200 pagine


      « Ultima modifica: Sabato 24 Dic 2022, 11:20:20 da conker »
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      Paolo
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        Re:Topolino 3499
        Risposta #77: Giovedì 22 Dic 2022, 12:13:37
        Allora,

        Prima di fare il moderatore/censore e beccarmi le critiche che ne verranno, mi preme sottolineare come tutti qui sopra siano liberi di apprezzare o criticare qualunque storia, è per questo che c'è il forum: confrontare le varie opinioni (auspicabilmente diverse e non appiattite su un pensiero unico), commentare e rispondere.

        C'è un però... un limite, una linea che non può essere superata, né per motivi di educazione né più pragmaticamente per motivi "legali", e quando cioè il sacrosanto diritto di critica trascende nell'insulto e nella diffamazione.

        Anni fa, sulla pagina di inserimento delle recensioni, c'era una frasetta che secondo me spiegava egregiamente quello che voglio dire, e quindi ve la ripropongo:

        Il Papersera è di mia proprietà per cui in Tribunale ci vado anch'io, ma la responsabilità (civile e penale) del pezzo è di chi lo scrive (non essendo una testata giornalistica standard, nella quale c'è un direttore responsabile: qui non c'è). Per cui: si può criticare chi e quanto si vuole, purché non ci siano mai gli estremi per la calunnia.
        Cioè niente insulti, niente che non sia provabile... solite cose. Opinioni personali, in questi soli limiti, quelle che si vuole.
        Insomma, "quel disegnatore fa schifo" non è considerata una opinione critica, ma un insulto; invece "questo disegnatore, in questa specifica circostanza, ritengo si sia espresso molto al di sotto delle sue normali capacità e lo vedete da questo, questo e questo" è considerata un'opinione critica, per quanto severa.
        Le cose vanno dette quindi in modo corretto, non offensivo e sempre documentato.



        Qui mi sembra che alcuni messaggi non abbiano rispettato questa "regola" (che è più una norma di buon senso...), verranno quindi sforbiciati delle parti non accettabili, ripeto, non per censura, ma per ovvia forma di convivenza civile.

        E aggiungo anche (in generale) che le "pagelline" striminzite con i voti alle storie stonano (tutti i voti, eh... dallo 0 al 10 sia chiaro) in un forum che come questo vorrebbe essere di "critica fumettistica" e non di "sparo la mia tanto per"... ho stima dei frequentatori del forum: fatemi leggere le vostre impressioni strutturate e non cose del tipo "Storia che non mi ha divertito, 4" o "Tizio si conferma un grande autore, voto 9!".... sappiamo fare di meglio!

          -Paolo

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        Anapisa
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          Re:Topolino 3499
          Risposta #78: Sabato 24 Dic 2022, 01:19:19
          Molto in ritardo lascio la mia impressione sul numero.Numero che,escludendo la spada di ghiaccio che devo ancora leggere,mi ha soddisfatta.
          Fama, o avremmo potuto chiamarla anche fame, per via dell'impossibilità di consumare un modesto pasto da parte del giovane Paperone.Storia celebrativa ben riuscita, svolge il compito di narrare una storia,storia che molti di noi già conosciamo, ma che fa comunque piacere di ripassare da punti di vista differenti.
          La calcistica questa volta, nonostante la stessi leggendo per noia, mi è piaciuta più di tutte le altre.Anche se parla di calcio, ma questa volta è scorrevole e coinvolgente.
          La vera sorpresa del numero però è la storia di Celoni!
          Colpevole di non aver mai avuto il piacere di leggere le lenticchie di Babilonia, e avendo letto solo il prologo, sono riuscita comunque a farmi coinvolgere in questa storia magicamente illustrata.Trovo abbia un modo di raccontare i fatti che funziona troppo bene!Per ora,mi ha lasciato una gran voglia di vedere come andrà avanti..

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            Re:Topolino 3499
            Risposta #79: Lunedì 26 Dic 2022, 18:30:39
            Danni... mi fai prendere un colpo conker! :rotfl:

            be’, sì, danni perché il Don con le sue manie di continuity e bolla temporale rappresenta una minuscola eccezione tra le migliaia e migliaia di storie a fumetti Disney

            (sottolineo eccezione)
            E io sottolineo anche che la sua è una personalissima continuity e se, data la sua fama, posso accettare che alcune cose da lui introdotte possano essere seguite dalla maggioranza, altre opere di "riscrittura" storica come le parentele di Zio Paperone con Paperoga e Gastone non le accetterò mai  :tongue:
            Parentele? È corretto. Barks nella storia "Paperino e l'isola misteriosa" ha fatto esclamare a Gastone: "Paperon de' Paperoni è mio zio per parte di padre... è anch'io erediterò una grossa fetta della sua fortuna!".
            Nella storia originale Barks lega una parentela stretta tra Gastone e lo Zione, di sangue, poi Don nel suo albero genealogico rende Gastone figlio della sorella di Quackmore (Dapnhe) ovvero il padre di Paperino e marito di Ortensia. Mentre Paperino è figlio di sua sorella, quindi veramente nipote, Gastone sarebbe il figlio della sorella del marito della sorella di Paperone! :lamp: :embarrassed: Dopo questa storia, Barks compilò diversi alberi genealogici fortemente legati a quelli di Don, che poi li ha riutilizzati, solamente aggiungendo vari personaggi e non modificandone particolarmente ;;D. Scusate l'OT e il mal di testa, ma dovevo reagire. Se poi ho sbagliato qualcosa Karabandagore ha il diritto di correggermi... ;D
            Le ultime due foto sono appunti di Barks ;;D

            Attenzione a non confondere Barks con il traduttore italiano (non è detto che la traduzione italiana sia fedele e in questo caso non lo è). Nella versione originale di "Paperino e l'isola misteriosa" ("Race to the south seas") Gastone afferma "So what? Scrooge McDuck is my mother's brother's brother-in-law, and I'm going to get a big cut of his fortune, too" ("E con ciò? Paperon De' Paperoni è il cognato del fratello di mia madre, e anch'io erediterò una grossa fetta della sua fortuna"), affermazione usata da Don Rosa per realizzare l'albero genealogico (nel quale Paperone risulta essere, non a caso, il cognato del fratello della madre di Gastone). Nella stessa storia la radio definisce Gastone un "nephew-in-law" ("nipote acquisito") di Paperone e quando Gastone lo ritrova e osa chiamarlo "Uncle Scrooge" ("Zio Paperone") il vecchio cilindro gli dice "I'm not your uncle" (sia per rabbia sia perché effettivamente non è suo zio in senso stretto). Certo il fatto che Barks se ne fregasse della continuity e dell'accuratezza nel riferire l'esatto legame di parentela tra Paperone e Gastone è esemplificato dal fatto che nella stessa storia l'avvocato definisca Gastone "Scrooge McDuck's sister-in-law's son" ("il figlio della cognata di Paperone") in contradizione con l'affermazione precedente (che implica che Gastone sia il figlio della cognata della sorella di Paperone), a meno che non avesse voluto semplificare usando impropriamente il termine "cognata" per riferirsi alla "cognata della sorella". Barks, nella corrispondenza con il Don, ha riconosciuto l'errore descrivendo Gastone come il figlio della cognata della sorella di Paperone e facendo riferimento proprio a "Race to the south seas".



            Ci sono altre due storie di Barks in cui nella versione originale (tralasciando le infedeli traduzioni italiane) viene lasciato intendere che Gastone non sia un nipote vero e proprio di Paperone, al più un lontano nipote. Nella versione originale di "Paperino e il sentiero dell'unicorno" Gastone chiama Paperone "old guy", "old Scrooge", "old Scrooge McDuck" ma mai "Uncle Scrooge", se non con l'aggiunta di "his" per specificare che è lo zio di Paperino, nella frase "Ma bene! Il mio rumoroso cugino Paperino sta andando da suo zio Paperone! Chissà che c'è in ballo?" (traduzione letterale). Nella versione originale della storia "Paperino e l'arcobaleno" Paperone, pensando ai suoi eredi, definisce Paperino un "nephew" e Gastone un "distant nephew", dunque Paperino è un parente più stretto di Paperone rispetto a Gastone.

            Don Rosa ha letto la versione originale, nella versione italiana la parentela tra Paperone e Gastone è stata alterata fin dalla prima traduzione (presumibilmente di Guido Martina). Che Gastone chiami Paperone "zio" nonostante sia il fratello della zia acquisita ci può stare. Ben più problematico giustificare il fatto che Gastone sia erede di Paperone nonostante sia semplicemente il figlio della cognata della sorella, a meno che non fosse stato adottato da Matilda De' Paperoni. Forse è proprio per giustificare il fatto che Gastone sia erede di Paperone che il traduttore ha preferito farlo passare per un nipote vero e proprio. In ogni caso avrei preferito una traduzione più fedele.

            Fonti: http://goofy313g.free.fr/calisota_online/trees/ducktrees/barks.html#v2 e https://nafsk.se/dcml/chars/gladstone.html nonché le storie in versione originale (già in passato un altro utente aveva fatto notare in https://www.papersera.net/forum/index.php/topic,5457.0/all.html gli errori di traduzione nella storia "Paperino e l'isola misteriosa" per quanto riguarda la parentela tra Paperone e Gastone).

            Tornando in topic, ho apprezzato abbastanza la storia "Fama", un bel omaggio alla saga di Don Rosa. Per quanto riguarda il nuovo capitolo della saga della spada di ghiaccio rimango perplesso per la ripresa di cicli memorabili legati a un solo autore da parte di altri autori (come nel caso di Reginella, c'era proprio bisogno di nuove storie non realizzate da Cimino dove l'amore tra i due diventa "legame somatocosmico" o ancora peggio "amicizia"?). C'è il rischio di rovinare queste saghe (considerate dei capolavori del fumetto Disney) con seguiti magari non all'altezza, certo il lettore può benissimo considerarli come "apocrifi" o "non canonici" e fare come se non esistessero qualora risultassero non ben riusciti, in altri casi magari risultano dei capolavori. Per il sequel delle lenticchie di Babilonia attendo di leggere tutte le puntate per esprimermi. In generale per le storie a puntate preferisco non esprimere un giudizio in quanto non ho ancora recuperato le puntate precedenti (magari per la spada di ghiaccio lo faccio, la saga della "Fridonia World Cup" non mi interessa, poi magari mi sforzerò di leggerla). In generale i numeri 3499 e 3500 mi sono sembrati dei buoni numeri, però le storie a puntate sono troppe.

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            Donald112
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              Re:Topolino 3499
              Risposta #80: Martedì 27 Dic 2022, 14:05:40
              Con molto ritardo vorrei lasciare un commento su Fama che mi è piaciuta molto. Non è mai facile scrivere una storia muta e ancora più difficile è scrivere una storia muta lunga oltre 30 pagine come quella di questo numero. Ho apprezzato tantissimo l'espediente della fame che permette di collegare le minitrame presenti in questa storia e che fanno rivivere e riassaporare i ricordi di Paperone, grazie anche ai disegni molto buoni di Cavazzano.  E' davvero ottima come storia omaggio e direi che l'obiettivo di celebrare Paperone è stato ampiamente raggiunto da Nucci e Cavazzano.
               L'unico appunto è sul titolo: come ho letto sembra che il titolo originario fosse Fame ed è un peccato che sia stato cambiato perché sarebbe stato perfetto.

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              Pacuvio
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                Re:Topolino 3499
                Risposta #81: Martedì 27 Dic 2022, 20:03:00
                Cavazzano alla presentazione della sua biografia ha parlato di "ordini" dall'alto, perché Fame sarebbe sembrato un titolo triste, e non sia mai che qualcuno si possa intristire pensando al significato più negativo della parola (questa è una mia considerazione)...  :rolleye:

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                Donald112
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                  Re:Topolino 3499
                  Risposta #82: Martedì 27 Dic 2022, 21:01:58
                  Cavazzano alla presentazione della sua biografia ha parlato di "ordini" dall'alto, perché Fame sarebbe sembrato un titolo triste, e non sia mai che qualcuno si possa intristire pensando al significato più negativo della parola (questa è una mia considerazione)...  :rolleye:
                  Ti ringrazio. Mi sembrava che negli ultimi tempi i paletti fossero diminuiti e invece purtroppo ci sono ancora queste modifiche davvero sconcertanti. Mi è venuto in mente Geppetto che è molto povero e mangia le bucce di pera e si deve barcamenare per trovare il minimo indispensabile per Pinocchio. Con questi criteri temo che anche il romanzo di Pinocchio farà una brutta fine, ahinoi.

                  *

                  Milo
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                    Re:Topolino 3499
                    Risposta #83: Giovedì 29 Dic 2022, 18:19:15
                    Ho spesso scritto criticando Nucci, ma devo dare a Cesare quel che è di Cesare: la lunga saga del calcio giovanile paperopolese l'ho trovata davvero gradevole. Mi sono trovato a posteriori a rendermi conto che molte delle avventure calcistiche dei paperotti mi sono rimaste impresse e in tempi recenti - non tanto per demeriti degli autori, ma per colpa mia che leggo i topolini tutti insieme quando torno a casa - mi accade molto di rado.
                    Milo

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                      Re:Topolino 3499
                      Risposta #84: Giovedì 29 Dic 2022, 22:28:45
                      Cavazzano alla presentazione della sua biografia ha parlato di "ordini" dall'alto, perché Fame sarebbe sembrato un titolo triste, e non sia mai che qualcuno si possa intristire pensando al significato più negativo della parola (questa è una mia considerazione)...  :rolleye:
                      Ma "fame" nel senso di fame, o la parola inglese? Perché se così fosse, non rendeva proprio per niente e hanno fatto bene a cambiarla!

                      Comunque, anche fame nel senso italiano, mi sembra che come titolo suonasse un po' male... insomma, io sono sempre molto critico quando vedo modifiche del genere, ma questa volta non mi sento di dargli addosso più di tanto! :thankYou:

                      Magari, potevano pensarci prima e trovare un titolo migliore...
                      Io son nomato Pippo e son poeta
                      Or per l'Inferno ce ne andremo a spasso
                      Verso un'oscura e dolorosa meta

                      *

                      brigo
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                        Re:Topolino 3499
                        Risposta #85: Venerdì 30 Dic 2022, 09:41:08
                        Arrivo in ritardo di due settimane, ma dato che ancora si continua a parlare della storia di Nucci e Cavazzano, spendo due parole anch'io.
                        Non so quale fosse il titolo originale, non so se andasse inteso in italiano o inglese, ma una cosa mi sembra abbastanza lampante: la fame di Paperone (che nella storia insegue ripetutamente un buon pasto, senza riuscire ad addentare un solo boccone) e la fama, intesa come realizzazione economica, sociale e personale, viaggiano su due binari paralleli. Questo binomio mi ricorda insistentemente un certo regista, che per i suoi film ha creato un certo omino coi baffetti, che forse potrà sembrarvi familiare (altrimenti vi consiglio di guardare il mio avatar  :silly: ).
                        Ebbene, anche questo regista proveniva da condizioni economiche indigenti, la sua situazione familiare era quanto mai precaria e nelle sue memorie/biografie non mancano riferimenti al fatto che egli stesso da giovane abbia patito la fame; così come il celeberrimo personaggio del Vagabondo, alla perenne ricerca di cibo e- senza volerlo- amore, anche Paperone parte da uno stato di semi- povertà, cercando nel suo peregrinare di costruire la propria fortuna, la propria famiglia, e in modo figurato cercando di mettere un po' di cibo nel becco.
                        Paperone come Chaplin, quindi. Il primo, partendo da nulla, ha costruito un impero finanziario e ha sostanzialmente fondato un città, oltre ad aver sperimentato l'Amore nelle sue più svariate forme (Doretta, i nipoti...); il secondo è partito sempre dal niente, ma ha saputo cavalcare l'interesse per una nuova forma di intrattenimento (il Cinema, che giusto un paio di giorni fa ha festeggiato i 127 anni dalla sua nascita), contribuendo in modo significativo a plasmarla e facendola evolvere in un qualcosa che noi tutti oggi conosciamo: la Settima Arte.
                        Bravo Nucci, che ha saputo risvegliare il mio amore per Chaplin (mai assente, solo leggermente sopito) e bravo Cavazzano per aver saputo cogliere coi suoi disegni quelle sensazioni che proprio il film "Charlot- Chaplin" (Richard Attenborough, 1992) aveva provocato in me da bambino.

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                          Re:Topolino 3499
                          Risposta #86: Mercoledì 17 Mag 2023, 18:09:09
                          Ho letto questo numero solo recentissimamente, purtroppo.
                          Domanda: ma a pagina 73, nella terza vignetta, perché il menestrello dice "Gioia e giubilo! Il mio cappello!", l'aveva perso o che? Non l'ho proprio capita :D

                           

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