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Topolino 3500

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di Matteo Gumiero

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Zio Paperone e il mistero del Monte Orso
Topolino e... la leggenda della Spada di Ghiaccio: La luce della spada
Pippo e la conta natalizia
Il destino di Paperone: Paperone e la civiltà sopra le nuvole

Topolino 3500

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Gumi
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    Topolino 3500
    Risposta #75: Lunedì 26 Dic 2022, 14:21:43
    Recensione Topolino 3500



    Recensione a 4 mani con Paolo!

    Da sempre – o almeno dal numero 500 – le cifre tonde hanno avuto un significato particolare per Topolino
    , celebrato di volta in volta con iniziative più o meno importanti che di certo hanno avuto un significato particolare per i lettori, specialmente i più giovani, i quali nel corso dei decenni si sono sentiti coprotagonisti di un festeggiamento dalla risonanza molto ampia. Topolino 3500 non fa eccezione, testimone di una presenza talmente continua e diffusa da essere diventata già da tempo un elemento importante nel costume e nella cultura pop di questo Paese.

     
    Non è difficile infatti collegare ogni numero celebrativo alla situazione italiana del periodo, dal numero 100 del 1954, quando Topolino era davvero considerato come un giornaletto di poco conto specialmente se paragonato alla situazione sociale dell’Italia ancora ampiamente postbellica, e quindi non celebrato in alcun modo, al numero 500 pubblicato in pieno boom economico e con un gadget – una farfalla autentica – figlio di una coscienza ecologica ancora al di là da venire

     Il numero 1000 è stato un prodotto dell’austerity, con un articolo di una sola pagina a sottolineare il traguardo raggiunto (ma con la realizzazione di un fascicolo speciale dedicato agli inserzionisti del settimanale); il numero 1500 con la targa in metallo allegata è testimone dei primi investimenti significativi in marketing e di un’autoconsapevolezza dell’importanza del settimanale, tale da poter incentrare le storie contenute proprio sulla celebrazione del numero 1500.

     Il numero 2000, forse quello maggiormente celebrativo della collana, ha una foliazione importante, un allegato di qualità, e molteplici omaggi degli autori, a testimoniare l’importanza degli stessi dopo l’introduzione dei credit delle storie avvenuta con il numero 1719. Il numero 2500 ripropone la trovata delle storie incentrate sul numero celebrato, ma la voglia di innovare e stupire a tutti i costi – tipica di quegli anni del settimanale – causò la sgradevole sorpresa di un formato della copertina leggermente diverso da quello della serie, creando così una fastidiosa discontinuità per i collezionisti.

     
    Il volume pubblicato dal Papersera in occasione del numero 3000

    Molto più interessante il numero 3000, celebrato a suo tempo anche dal Papersera e ricco di storie a tema realizzate dalla maggior parte degli autori più attivi e più amati e di innumerevoli omaggi da parte degli autori: un numero che rappresenta indiscutibilmente la vetta della direzione De Poli, in un percorso crescente di avvicinamento seguito poi da un lento declino successivo. Si trattò di un avvenimento fisso nella memoria degli appassionati, e che risale a quasi dieci anni fa: sembrano passati in un lampo eppure molte cose sono cambiate, ma il fatto che Topolino tenga duro è per tutti gli appassionati una notizia di grande conforto in tempi di incertezze.

     Il cambiamento si esplicita anche nella composizione dell’albo numero 3500, che si differenzia in maniera sostanziale dai suoi predecessori, risultando alla fine dei conti un numero celebrativo atipico e forse leggermente sottotono: probabilmente non registrerà un impatto importante nella memoria collettiva dei lettori/collezionisti, e ci spingiamo a dichiarare che è già stato superato in passato da altri volumi della gestione Bertani e ci aspettiamo possa essere superato in futuro.

     Non si vuole per questo definirlo un numero in sé brutto o non riuscito, quanto forse che lascia trasparire un festeggiamento più dimesso che trionfale, un numero importante ma non tanto più importante di tutti gli altri. Atteggiamento che poi, d’altra parte, deriva dalla mentalità del suo direttore: non più numeri evento eccezionali alternati a numeri mediamente scarsi, ma una media qualitativa tendente all’alto diffusa nell’anno e rintracciabile più o meno in tutti i numeri.

     La presenza di ben due storie a puntate, che sono ormai un leitmotiv della gestione corrente, contribuisce alla percezione del 3500 non solo come traguardo ma semplicemente come il volumetto che viene preceduto dal 3499 e che sarà seguito dal 3501.

     In tutto questo però le ricorrenze da festeggiare con questo volumetto sono ben tre. Oltre a quella già specificata infatti si assommano quella per i 75 anni di Zio Paperone e quella natalizia, richiamate la prima sia dalla storia evento di Fabio Celoni, sia da Tito Faraci che (insieme a Giorgio Cavazzano) ci riporta ancora una volta a passare le vacanze di Natale sul Monte Orso, e la seconda dall’episodio finale de La leggenda della Spada di Ghiaccio di Marco Nucci e Cristian Canfailla.

     
    Auguri a tutti dalla cima del Monte Orso!

     A dimostrazione di questa “tripla celebrazione” ci viene in aiuto la splendida cover regular di Andrea Freccero, che riesce a conciliare armonicamente le tre anime di questo numero: in una atmosfera prettamente natalizia abbiamo infatti Zio Paperone in primo piano e la scritta 3500 in secondo piano che diventa una passerella per vari personaggi.

     Oltre all’articolo celebrativo contenente diversi omaggi scritti e disegnati da parte di autori e collaboratori, rimane a questo punto a disposizione della ricorrenza del 3500 una sola breve storia di Fabio Michelini e Claudio Sciarrone, con i colori di Irene Fornari.

     
    I traguardi raggiunti sono un’occasione d’oro per immergersi nei ricordi!

    Pippo e la conta natalizia è una storia semplice che, al di là di un refuso abbastanza inspiegabile considerando la passione e la competenza dello sceneggiatore (Pippo nella Dimensione Delta? Ma quando mai! Si sarà confuso con l’avventura dell’Uomo Nuvola?), riesce ad assolvere quel ruolo di “storia per il festeggiamento” in maniera sentita ed efficace: alla fine si basa tutta su una frase pronunciata in finale da Pippo, una felice intuizione dello sceneggiatore. Sciarrone da parte sua non sfigura e in particolare disegna una bellissima doppia splash page (peccato per un Atomino non riuscitissimo).

     La storia di apertura è Zio Paperone e il mistero del Monte Orso, che va a celebrare sin dal titolo il celebre esordio del papero più ricco del mondo, avvenuto esattamente 75 anni fa. L’autore di questo omaggio come detto è Tito Faraci, un habitué di numeri e storie celebrative che si ricollegano al passato dei personaggi: si pensi in tal senso a Topolino in l’ultimo caso, o a Zio Paperone in.. un altro Natale sul Monte Orso. Come nelle precedenti anche stavolta lo sceneggiatore lombardo è affiancato nella ricorrenza dai prestigiosi (ma stavolta imperfetti) disegni di Giorgio Cavazzano.

     Si tratta ovviamente di un omaggio a Carl Barks e al suo personaggio più celebre, inserendosi nel filone delle storie in cui lo Zione cerca di nascondere il suo lato più generoso, con godibilissime spruzzate di umorismo faraciano. Tutta l’avventura è un pretesto palese per mostrare come 75 anni dopo i fatti di quel Natale fatale, a dispetto delle apparenze, il rapporto tra zio e nipote è più saldo che mai.

     
    In tutto questo dove sono Amnesty? Emergency? La convenzione di Ginevra?

    Permetteteci però una piccola polemica: nelle vignette riprese da Cavazzano per richiamare la storia di Barks c’era bisogno di aggiungere il fumetto dove Paperino afferma di essere invece svenuto, modificando così il senso della storia originaria, dove Paperone crede sino alla fine che suo nipote sia un esempio di coraggio? Sorvolo poi sulla stupida abitudine di modificare i dialoghi originari facendo in modo che “l’autentica pelle di orso argentato siberiano” diventi un banale costume… che vergogna!

     Si chiude con il quarto episodio La leggenda della Spada di Ghiaccio. Volendo fare un bilancio finale, al di là della trama in sé, la storia non convince del tutto, ad esempio nel ritmo della narrazione: tutto quello che viene raccontato sembra succedere in poche pagine ed in maniera estremamente lineare, senza spiegazioni, avvenimenti a contorno, passaggi, evoluzioni dei personaggi: solo una sequenza di eventi che si concatenano l’uno all’altro in maniera estremamente lineare.

     La parte migliore di questa puntata, sempre analizzandola da un punto di vista di struttura narrativa, è la gestione degli eventi che si svolgono in parallelo: lo scontro tra le armate di Atro e i nostri eroi e il procedere della “compagnia della spada” nei cunicoli della valle dell’ombra tramite la tavola ripetuta a pagina 64 e 71: una trovata molto interessante, che non può non richiamare alla memoria la famosa “tavola bianca” di Massimo de Vita in Topolino e il ritorno del “principe delle nebbie”.

     
    Mappa in tasca, istruzioni pronte per l’uso… così sono capaci tutti!

     Ma sarebbe fuori luogo effettuare un paragone più approfondito tra il lavoro dei due autori: l’obiettivo di Marco Nucci in questa storia sembrerebbe essere raccontare una serie di eventi (pur con i limiti appena esposti), mentre De Vita ha preso gli stereotipi dei racconti fantasy e li ha piegati alla sua scrittura per metterli in burla, per smitizzarli e rendere il tutto una parodia dissacrante adatta alle caratteristiche dei personaggi chiamati ad interpretare i ruoli chiave, a cominciare proprio da Pippo, con il titolo di “cugino di Alf”… tralasciando la spiegazione data dall’autore sull’origine del nome “pteromungo”: chi c’era alla serata “Una botta De Vita” nel 2010 lo ricorda; gli altri è bene continuino a non saperlo!

     Pezzo forte dell’albo è la (finalmente) lunga prima parte della storia di Fabio Celoni Il Destino di Paperone, ben 43 pagine di avventure e comicità, dove stilemi ciminiani si mescolano alle avventure esotiche barksiane e al gioco di rimandi tipico di Don Rosa.

     
    Eh no, caro zione, non è colpa delle lenticchie, ma merito loro se possiamo goderci queste avventure!

     Quasi completamente slegata dalla storia di Scarpa, l’opera di Celoni coinvolge il lettore in un’avventura dal sapore estremamente classico ma non “vecchio”, intrattenendo e divertendo come è lecito aspettarsi dalle migliori storie Disney.

     Certo, le dimensioni del settimanale non aiutano a godere appieno delle tavole, sacrificate dal formato, e anche gli effetti di luci e ombre nella colorazione sembrano appesantirle troppo, rimandando la migliore esperienza di lettura della storia a quando verrà proposta in un formato più grande. Per ora aspettiamo di vedere più che come andrà a finire, come si svolgeranno gli eventi.

     Inutile dire che un numero del genere, per qualunque tipo di lettore, dal collezionista maniacale, a quello casuale e distratto, va acquistato, ma temo sia già tardi: il giovedì nelle edicole di Roma era praticamente già sparito!

     Approfittiamo di questa recensione natalizia per augurare a tutti gli amici del Papersera che leggono queste righe un felice Natale assieme a Topolino e a chi vi è caro.



    Voto del recensore: 5/5
    Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
    https://www.papersera.net/wp/2022/12/26/topolino-3500/


    Ora è possibile votare anche le singole storie del fascicolo, non fate mancare il vostro contributo!

    « Ultima modifica: Lunedì 26 Dic 2022, 19:40:05 da Gumi »

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      Re:Topolino 3500
      Risposta #76: Lunedì 26 Dic 2022, 15:12:56
      Nella recensione ufficiale del Papersera manca il commento alle storie contenute nel numero 3500.. omissione voluta o non è stata caricata una parte del contenuto?

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        Re:Topolino 3500
        Risposta #77: Lunedì 26 Dic 2022, 15:17:02
        Nella recensione ufficiale del Papersera manca il commento alle storie contenute nel numero 3500.. omissione voluta o non è stata caricata una parte del contenuto?
        Manca una parte, se schiacci il link è completa.

        Ciao!

        Il Grande Tiranno
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          Re:Topolino 3500
          Risposta #78: Lunedì 26 Dic 2022, 15:20:00
          Nella recensione ufficiale del Papersera manca il commento alle storie contenute nel numero 3500.. omissione voluta o non è stata caricata una parte del contenuto?
          Manca una parte, se schiacci il link è completa.

          Ciao!

          Il Grande Tiranno
          Grazie Tiranno!Non me ne ero accorta.
          Tra l'altro cliccando sul link ci sono un sacco di foto interessanti

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            Risposta #79: Lunedì 26 Dic 2022, 15:51:39
            Vedendo una delle immagini scelte per la recensione ufficiale mi sembrava giusto segnalare che la simpatica gag della banconota sembra una ripresa di quella contenuta in "Zio Paperone e la raffineria galleggiante" di Pezzin/Cavazzano (Topolino nn. 955-56 del 1973, vedi allegato).

            E aggiungo una postilla alle mie considerazioni sul "reprise" della spada di ghiaccio: la parola lineare era proprio quella che più ripetevo prima di scrivere il mio commento e che poi mi è mancata, perché gli ingredienti per un qualcosa di più movimentato c'erano, senza limitarsi quasi ad una passerella di vecchie glorie o stilemi e spaventarsi a distaccarsi troppo dalle linee guida di De Vita (lo so, non siamo mai contenti). Al tempo stesso presa da sola, senza l'ovvio paragone che si porta dietro vista la pesantissima eredità della saga originaria, la storia verrebbe sicuramente rivalutata. Ma il target principale di questo festeggiamento del quarantennale erano i lettori giovani che non conoscono l'epopea della spada di ghiaccio o i lettori nostalgici? Ancora una volta nel provare ad accontentare entrambi i pubblici di riferimento l'inciampo è stato inevitabile.

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              Risposta #80: Lunedì 26 Dic 2022, 16:01:21
              E aggiungo una postilla alle mie considerazioni sul "reprise" della spada di ghiaccio: la parola lineare era proprio quella che più ripetevo prima di scrivere il mio commento e che poi mi è mancata, perché gli ingredienti per un qualcosa di più movimentato c'erano, senza limitarsi quasi ad una passerella di vecchie glorie o stilemi e spaventarsi a distaccarsi troppo dalle linee guida di De Vita (lo so, non siamo mai contenti). Al tempo stesso presa da sola, senza l'ovvio paragone che si porta dietro vista la pesantissima eredità della saga originaria, la storia verrebbe sicuramente rivalutata. Ma il target principale di questo festeggiamento del quarantennale erano i lettori giovani che non conoscono l'epopea della spada di ghiaccio o i lettori nostalgici? Ancora una volta nel provare ad accontentare entrambi i pubblici di riferimento l'inciampo è stato inevitabile.
              Quoto. Mi sarei aspettato e avrei apprezzato uno stacco netto dalla tetralogia originale (proprio come era successo per il Torneo dell'Argaar), che Nucci "emergesse".  Invece non è stato così e purtroppo si è scelto di continuare a citare inutilmente le storie originali. Secondo me questo tradisce inoltre una mancanza di idee, visto che molte situazioni sono riprese quasi pedissequamente dall'avventura di De Vita.

              Ciao!

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                Risposta #81: Lunedì 26 Dic 2022, 16:17:59
                Mancanza di idee mi sembra pretestuoso. È una "scelta" dello sceneggiatore (o della redazione, come linea di indirizzo): scelta criticabile, ovviamente.

                Penso che si sia voluto calcare sui richiami all'opera originale come in Ep. 7 di Star Wars si è voluto spingere su una trama simile alla trilogia 'storica': un modo per tenere i fan più nostalgici in una situazione di confort.

                *

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                  Re:Topolino 3500
                  Risposta #82: Lunedì 26 Dic 2022, 16:32:08
                  E sicuramente non era il metodo sbagliato, sappiamo bene che qualcuno di noi va in brodo di giuggiole anche solo se si riprendono un paio di vignette vintage, per dire... :silly:
                  Forse si è sbagliata un po' la misura di questa confort zone, boh.

                  Comunque a tal proposito ho particolarmente apprezzato i (presunti) rimandi a Star Wars (già solo l'aura di leggenda sull'esistenza del cugino di Alf sembra un rimando agli Jedi) e in particolare ad episodio VIII con gli ologrammi, seppure ci abbia tolto quel confronto fisico col cattivo che Yor beffardamente ci annuncia poco prima. ;D
                  In qualche modo dà una continuità ironica ad alcuni dei riferimenti da cui a sua volta De Vita traeva ispirazione.

                  *

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                    Re:Topolino 3500
                    Risposta #83: Lunedì 26 Dic 2022, 16:32:53
                    Hai ragione, mi correggo. Più che mancanza di idee è eccessiva riverenza nei confronti dell'originale.

                    Ciao!

                    Il Grande Tiranno
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                      Re:Topolino 3500
                      Risposta #84: Lunedì 26 Dic 2022, 17:05:53
                      Hai ragione, mi correggo. Più che mancanza di idee è eccessiva riverenza nei confronti dell'originale.

                      Ciao!

                      Il Grande Tiranno

                      Si può essere mancato un po' di coraggio di osare. Anche se forse se avesse cambiato di più ci saremmo lamentati "tradisce lo spirito dell'Originale". Alla fine personalmente ho poco interesse per una o l'altra cosa l'importante è la storia in sé.
                      Che in questo caso, purtroppo, non ho trovato particolarmente interessante.

                      *

                      Paolo
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                        Risposta #85: Lunedì 26 Dic 2022, 18:58:35
                        Nella recensione ufficiale del Papersera manca il commento alle storie contenute nel numero 3500.. omissione voluta o non è stata caricata una parte del contenuto?

                        Errore nella routine che copia dalla pagina della recensione e inserisce nel forum, dovuto a della virgolette mancanti in un'immagine, ora è ok! :-)

                          -Paolo

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                          Re:Topolino 3500
                          Risposta #86: Martedì 27 Dic 2022, 10:54:15
                          Dico la mia ma non amo scrivere molto. Parto dalla fine: un numero non certo da bocciare ma a tratti Deludente.

                          La prima delusione che è anche la più piccola sta nella copertina ma ne ho già scritto, bella la realizzazione ma l'idea di base di cui si è già tanto parlato continua a non piacermi.

                          la spada di Ghiaccio è uno di quei casi in cui speri di esserti sbagliato quando hai storto il naso davanti ai vari annunci/spoiler/indizi e invece il finale trovo sia il punto più basso della saga che invece 'pregavo' trovasse proprio in questo quarto episodio il guizzo per farmi ricredere. Ok il trucchetto "Jedi" ma ci si limita davvero a quello e poi il nulla, un finale poco emozionante per quanto non è che ci si potesse aspettare una diversa conclusione. Il Villan è davvero il più dimenticabile dei villan a questo punto. ne salvo i disegni sicuramente, continuo a non ritenerli all altezza di DeVita ma non lo fanno rimpiangere sicuramente.

                          Quella di Celoni (come sempre 'per il momento') mi sta davvero piacendo, ammetto che è passata una vita dalla mia ultima letture delle lenticchie, ma mi sembra che scorra bene e mi piace come sta spaziando tra i vari "task".
                          Quella che ho trovato poco piacevole è la colorazione di alcune tavole forzatamente 'monocromatiche' , non ho il numero sottomano ma mi pare il blu predominante nella Giungla e il giallo in un altra situazione. Non ne ho capito la motivazione. Adoro i disegni di Celoni che quando si trova a che fare con situazione "thriller/horror" è forse il migliore tra tutti ma rende bene sempre, qua però la storia dei colori sopra descritta (per quanto potevo) mi ha fatto un po' storcere il naso.

                          Adesso spero solo di esserci ancora per il 4000  :-)

                          Grazie Babbo anche per quella volta nel 1980 in cui sei tornato a casa con un Topolino in mano chiedendomi se mi andava di leggerlo...non ho più smesso.

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                            Re:Topolino 3500
                            Risposta #87: Martedì 27 Dic 2022, 11:11:53
                            Quella che ho trovato poco piacevole è la colorazione di alcune tavole forzatamente 'monocromatiche'

                            i coloristi davvero bravi (e Merli è molto più che bravo) usano il colore per enfatizzare uno stato d'animo, un tono, o a un colore specifico si attribuisce un detarminato significato

                            lo stesso lo si vede nel cinema, ci sono registi attentissimi in questo (il primo che viene in mente è Guillermo Del Toro)
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                              Re:Topolino 3500
                              Risposta #88: Martedì 27 Dic 2022, 11:20:21
                              Quella che ho trovato poco piacevole è la colorazione di alcune tavole forzatamente 'monocromatiche'

                              i coloristi davvero bravi (e Merli è molto più che bravo) usano il colore per enfatizzare uno stato d'animo, un tono, o a un colore specifico si attribuisce un detarminato significato

                              lo stesso lo si vede nel cinema, ci sono registi attentissimi in questo (il primo che viene in mente è Guillermo Del Toro)

                              che ci fosse uno scopo l avevo supposto. Trovo solo che abbiano davvero esagerato, per il mio gusto, si va quasi a 'coprire' il disegno.
                              Grazie Babbo anche per quella volta nel 1980 in cui sei tornato a casa con un Topolino in mano chiedendomi se mi andava di leggerlo...non ho più smesso.

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                                Re:Topolino 3500
                                Risposta #89: Mercoledì 28 Dic 2022, 00:48:35
                                Riguardo alla Leggenda della Spada di Ghiaccio, ho avuto la stessa sensazione che ho provato già altre volte, di fronte alle storie/saghe a puntate di Nucci, particolarmente di fronte alla saga di Mister Vertigo ed alle storie del "nuovo corso" di Macchia Nera: all'inizio premesse ed atmosfere interessanti e stuzzicanti, che nel prosieguo si perdono: sceneggiature che promettono, ma che poi non mantengono quanto promesso. La Leggenda, pur con qualche perplessità dovuta alla già esplicata contraddizione sulla sorte della Spada di Ghiaccio, suscita l'interesse del lettore, ma poi si dipana in modo insapore, e fa storcere il naso di fronte a due grosse contraddizioni con la saga originale: il cambio di carattere di Pippo, che si spaventa di fronte alle apparizioni illusorie di Passoscuro, e la trasformazione di Yor da anziano sapiente in mago. Scadente anche il cattivo Atro: niente a che vedere con il Principe delle Nebbie, affascinante pur nel suo essere un'ombra. L'unico personaggio veramente riuscito mi è parso Igor, ma anche qui niente di originale: una buona strizzata d'occhio ad Artù della Spada nella roccia.
                                Interessantissimo, finora, invece il lavoro di Celoni, sia nella sceneggiatura che nel comparto grafico.
                                Mi è piaciuto anche l'ennesimo remake del Natale sul Monte Orso; ho solo una perplessità: in questa nuova storia Faraci immagina che Paperino abbia lavorato alla costruzione della baita: sono andato a rivedere l'originale e, seppure questa rivisitazione di Faraci non contrasti formalmente con l'originale, mi pare che sostanzialmente strida un po': è vero che nell'originale si dà per scontato che Paperino e nipotini conoscono già il vecchio e ricco zio, ma questa conoscenza dovrebbe essere ancora piuttosto superficiale ed alle sue prime battute, anche alla luce del dodicesimo capitolo della Saga di Don Rosa "Il papero più ricco del mondo".

                                 

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