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Topolino 3503 - Recensione di Guglielmo Nocera

Finisce con Zio Paperone e la spirulinas furtiva la serie di quattro avventure (più prologo) dedicate da Fabio Celoni a Paperon de’ Paperoni e alla sua ricchezza, pubblicate con il titolo collettivo Il destino di Paperone. Paperone, che ha in pugno la vittoria in forma di un sacchetto di lenticchie, è improvvisamente e urgentemente deviato verso una nuova avventura, dal formato molto simile alle precedenti ma dalle implicazioni ancora più pesanti. Il popolo vegetale qui introdotto è al contempo ladro e vittima, e tiene viva la vicenda con un coefficiente di bizzarria che anima positivamente tutta la narrazione. Ma più in generale, Celoni disvela una vis comica molto godibile, sobria, a volte inattesa, perfettamente amalgamata con il taglio addirittura drammatico della vicenda di fondo. Se le precedenti puntate potevano dare un’impressione di ripetitività, e soprattutto di scarso feeling con l’idea, non originalmente contemplata, di legare il ciclo a Paperino e le lenticchie di Babilonia, questa per forza di cose è venata più profondamente di un’aura da resa dei conti. È un Paperone che dimostra la sua età di personaggio, sacrificando le proprie chances di rivalsa con una rassegnazione, una rapidità anche, che mostrano tutta l’evoluzione subita da quello storico 1947. Celoni, grazie ai suoi tocchi di umorismo e a un uso dei dialoghi tutt’altro che sprovveduto, fa dribbling con saggezza fra le possibili derive retoriche della faccenda, serbando l’innalzamento stilistico per la fine. La decisione di isolare Paperone in ogni momento in cui parla con il fantasma è perfetta per asciugare l’atmosfera, rarefarla, renderla credibile. La conclusione, così, si tiene sotto la soglia della melensa agiografia del personaggio, pur sfiorandola, e centra l’obiettivo di restituirci un Paperone inesauribile, cosciente della propria forza, proiettato verso nuove storie. Buon compleanno, Paperone! I disegni, stupendi, mostrano un Celoni più fumettista che illustratore: non c’è, in un artista pur così virtuoso, il continuo autocompiacimento dei propri guizzi grafici, tanto da sacrificare alcune potenziali scene d’impatto (ad esempio nello spazio) per portare avanti una narrazione spedita e avvolgere il finale dell’episodio in un momento di grazia artistica, tanto nella componente drammatica quanto (e forse soprattutto) in quella delle espressioni più fini e meditabonde. Il principio per cui se tutto deve lasciare a bocca aperta nulla lo fa davvero sembra guidare il Celoni autore completo, ed è un principio quanto mai salutare a tutti i livelli. A livello di colori, pur godibili soprattutto nella resa del finale e nelle vignette spaziali, c’è qualche fastidio: ad esempio, non sempre l’idea di colorare anche i tratti a china negli sfondi (anziché lasciarli in nero) funziona: certamente contribuisce a far emergere meglio i personaggi, ma talvolta crea un senso di indistinto dietro di essi che certamente i disegni non prevedevano; tanto più che i colori di questi sfondi, fortemente legati come sono ai vari luoghi della vicenda (blu-verde per la prima parte, rosso-arancione per la seconda), spesso offrono poche variazioni e corrono il rischio di saturare. Segue nell’indice Topolino e la notte della civetta (Artibani/Perina): il titolo, sciasciano un po’ a sproposito ma evocativo, introduce una vicenda in effetti tutta centrata sulla “notte dei cucibocca“, tradizione lucana qui veicolo di una breve storia di sabotaggio imprenditoriale. La storia funziona grazie alla scelta del navigato Artibani di intrecciare trama e pretesto senza eccedere con le ambizioni, in modo da massimizzare l’effetto tanto del contesto (gli inquietanti cucibocca e la festa di paese) quanto dell’elemento di disturbo (la minacciosa civetta). I minacciosi cucibocca lucani È un Danilo Deninotti letterarizzante quello che decide di impostare l’ennesimo episodio dell’interazione fra Newton e Pico (Newton e Pico in viaggio nel sapere: Dolce stil papero) sulla scoperta dello Stilnovo fiorentino e di Guido Guinizelli. L’irrompere della canzone Al cor gentil rempaira sempre Amore fra le pagine di Topolino è piacevolmente inattesa, e la sua sommaria contestualizzazione di fatto esaurisce la storia. Il pretesto, una cotta di Newton, si specchia in una inedita passione dello stesso Pico. Certo il fatto che tutto si incentri sempre sul tentativo del maschietto di turno di impressionare la controparte (perché mai il contrario? Ma soprattutto, perché non altro?) annoia un poco, e priva lo spunto di una cornice più originale e più meritata. Simona Capovilla, dal canto suo, mostra bei segnali di scioltezza e originalità (molto buffo e inatteso un suo Pico “alla Faccini”); giusto talvolta, almeno a parere di chi scrive, alcuni dettagli ancora affollano più che arricchire. È l’appena evocato Enrico Faccini a riprendere Miao cronache Feline (Tick-Tock il titolo dell’episodio), una serie che infonde nella consueta vena paradossale facciniana una lentezza e una gestione dei ritmi forse più da cartoon muto che da fumetto; ma tant’è. L’ultima storia, scritta da Alessandro Gatti e disegnata dal redivivo Alessandro Pastrovicchio, è Time Machine (Mis)adventures: Paperino e la finale scomparsa. Lo spunto, già visto più volte altrove (qui Paperino torna nel passato e inavvertitamente cancella l’esistenza del calcio), è contestualizzato in maniera bizzarra (la moda dei baffi a manubrio) ma non abbastanza da far funzionare tutto; anche la tavola finale sembra lasciare inespresso qualche dettaglio che dovrebbe celare un effetto sorpresa. Molto disinvolto Pastrovicchio, che dimostra di star sperimentando in maniera interessante con il volto di Paperino. Chiudiamo menzionando l’anteprima di una nuova storia del ciclo Le avventure del Capitano Nemo di Francesco Artibani e Lorenzo Pastrovicchio, condita da una breve intervista ai due autori.

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Topolino 3505

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Dippy Dawg
Dittatore di Saturno
PolliceSu

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PolliceSu
    Re:Topolino 3505
    Risposta #30: Lunedì 30 Gen 2023, 13:23:59
    Il topic manca perché è uno di quelli andati persi nel 2014 con la fusione del forum storico con quello attuale.
    Ricordo un topic che già all'epoca era stato cancellato per... intemperanze degli utenti, diciamo così! ;D
    Non so se era questo...

    Quanto alla storia, rievochiamola pure, fa bene come pietra di paragone quando si leggono storie scarse ("... sempre meglio di QUELLA!" ;D )...
    ... anche se io non l'ho mai letta! Mi è capitato solo due volte negli ultimi quarant'anni di rifiutarmi di leggere una storia di Topolino: una è questa, l'altra è il secondo ciclo di Donald Quest... :tongue:

    Ma torniamo in tema!

    La prima storia, nonostante me ne avessero parlato malissimo, l'ho trovata carina! Questa è la versione di Gagnor che piace a me! :-)

    Mi sembra di capire che le storie di Love Quack non stiano riscuotendo molto successo... ma a me piacciono! Le trovo divertenti, e trovo azzeccata la rivisitazione dei primi appuntamenti tra Paperino e Paperina, con una sensibilità più moderna!
    Io son nomato Pippo e son poeta
    Or per l'Inferno ce ne andremo a spasso
    Verso un'oscura e dolorosa meta

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    Nigel_de_Zoster
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    PolliceSu   (1)
      Topolino 3505
      Risposta #31: Lunedì 30 Gen 2023, 18:41:32
      Recensione Topolino 3505


      Nel 1995, sulle pagine di Topolino 2074, uscì Paperino Oscar del centenario, una gradevole storia ambientata nel mondo cinematografico e scritta da un insolito autore: Vincenzo Mollica. Disegnata da un mostro sacro come Giorgio Cavazzano (grande amico di Mollica e disegnatore di riferimento per molte delle storie con Vincenzo Paperica), si trattava di una storia molto semplice, ma dove lo spirito indomito del giornalista emiliano si vedeva quasi del tutto trasposto nel personaggio che saltava da un lato all’altro della Walk of Fame di Los Angeles in occasione degli Academy Awards.

       A distanza di ventotto anni, il personaggio di Paperica ha collezionato svariate apparizioni sul settimanale, progressivamente passato dalle mani dello stesso Mollica a quelle di altri autori Disney.

       Siamo quindi giunti alla sua diciassettesima apparizione, con la storia d’apertura di questo albo, Paperino, Paperoga e Paperica e la caccia ai mille VIP (Roberto Gagnor e Giorgio Cavazzano; chine di Alessandro Zemolin, colori di Barbara Casiraghi), storia celebrativa proprio dei 70 anni di Vincenzo Mollica e da considerarsi come riverito omaggio al suo ruolo di giornalista cinematografico.

       Una storia alquanto semplice, ma con un’ironia molto marcata su vecchi stilemi e un linguaggio dei meme che colpisce una ristretta cerchia di lettori. Cavazzano qui non sembra al meglio della sua forma (ed è strano vedere un Paperica senza occhiali), benché alcuni tratti salienti del suo disegno (come le ombreggiature e il dinamismo delle figure) siano rimasti sostanzialmente immutati nel tempo.

       A seguire la storia, una lunga intervista di Francesca Agrati con lo stesso Mollica, che ripercorre un po’ tutta la sua vita e la sua carriera fino ai giorni nostri. Anche noi auguriamo un buon settantesimo compleanno al Maestro!

       
      L’impeto giornalistico di Paperica[/size][/i]

       Un impatto decisamente differente, e in positivo, lo ha la seconda parte della nuova avventura del Capitano Nemo. Le Avventure del Capitano Nemo: Il Regno di Cristallo – La vendetta di Vultur (Francesco Artibani e Lorenzo Pastrovicchio; chine di Michela Frare, colori di Irene Fornari) ci rapisce e ci trascina (come già il Titan aveva fatto con O’Quack e Daisy nella puntata precedente) verso un mondo inesplorato, ma familiare.

       Un secondo episodio che colpisce per il potente impatto che ha visivamente il lettore, e la doppia splash page del mondo dei cristalli ne è un esempio lampante. Ma anche la trama colpisce, e forse ora ricorda moltissimo quella di Fushigi no umi no Nadia, qui da noi noto come Nadia – Il mistero della pietra azzurra: il periodo di ambientazione è praticamente simile, il design dei veicoli ricorda molto quello idealizzato da Shoichi Masuo dello studio Gainax; anche il portale aperto da Nemo alla fine dell’episodio sembra rimandare a quello di Tartesso (ma si può citare anche Laputa – Castello nel cielo di Miyazaki e l’uso della pietra per accedere a zone altrimenti inaccessibili della grande isola volante).

       
      La fantascienza su Topolino ha raggiunto un nuovo livello[/size][/i]

       Non stiamo però parlando di una parodia, né della trasposizione disneyana, ma di una storia che ha molti elementi ispirati alla storia anime. E il risultato è quello di una bella sequenza di scene che tengono il lettore col fiato sospeso (che già si era sentito bloccato dall’atteggiamento risoluto di Nemo alla fine della scorsa puntata), ed ora si freme per il gran finale della prossima settimana.

       Un ritorno alla realtà quotidiana di Topolino è doveroso con la seguente storia, Newton Pitagorico e il raggio yum yum scarlatto (Marco Nucci e Simona Capovilla; colore di Gaetano Gabriele D’Aprile).

       Qui viene messa in scena l’ennesima situazione tragicomica del nipote di Archimede, ma dal sapore ancor più comico con la presenza di un elemento di disturbo (in tutti i sensi) come quello di Paperoga, qui involontario protagonista dell’esperimento di Newton.

       Anche in questo caso, una storia molto leggera che sa intrattenere e rende la lettura vivace. I disegni freschi di Simona Capovilla, poi, completano un bel quadretto vivace e grazioso.

       
      L’inizio della tragicomica avventura[/size][/i]

       Prosegue anche la serie ideata da Giorgio Fontana e che vede ai disegni due “mostri” dell’ironia amorosa, come Stefano Intini e Silvia Ziche. Paperino e Paperina in: Love Quack offre altre due brevi che ripropongono il legame tra due dei principali protagonisti del panorama Disney, rifacendosi alle strisce scritte da Bob Karp e disegnate da Al Taliaferro.

       M’ama/Non m’ama (disegni di Stefano Intini; chine di Roberta Zanotta, colore di Valentina Mauri) ripropone due strisce della fortunata coppia degli anni Quaranta e le mixa in un gradevole scorrere di situazioni imbarazzanti e assurde, ma tutto sommato godevoli.

       Un’altra chance (disegni e chine di Silvia Ziche; colore di Mauri), invece, si rifà ad un topos narrativo nostrano, quello del diario di Paperina, dove rimane comunque evidente sia lo status quo della relazione tra i due, sia la vena ironica con cui essa si caratterizza. Gradevoli letture, tutto sommato, accompagnate da ottimi disegni.

       
      Senza commento[/size][/i]

       L’ultima storia di questo albo è di produzione danese (come indica anche il codice iniziale). Paperino e la meraviglia di ghiaccio (Carlo Panaro e Flemming Andersen; colori di Egmont) si caratterizza esattamente per essere una D code che prova ad essere interessante per buona parte della storia, ma il cui finale (Paperino salvato dal gelo e con i nipotini che miracolosamente lo hanno seguito, fotografato la stella di ghiaccio e salvato dall’assideramento) sembra quanto di più pacchiano e scontato si possa avere.

       I disegni di Andersen sono comunque apprezzabili, ma forse troppo statici. Un punto interessante (non svolto però) è quello della stella di ghiaccio in sé, che però rimane sullo sfondo.

       Tutto sommato, la qualità di questo albo è alternata, ma con un picco serio di qualità. La presenza di una storia di punta, come quella di Nemo, tiene il livello generale abbondantemente sopra la sufficienza. Al contrario, le altre storie si aggirano su un livello mediocre e da sole non riuscirebbero a tenere in piedi l’albo.

       Probabile che anche in questo caso il periodo di stanca, dopo diversi mesi a livelli tutto sommato accettabili ed elevati, si stia facendo sentire più del dovuto. C’è comunque da confidare anche nel prossimo numero, dove il finale de Le avventure del Capitano Nemo promette faville.



      Voto del recensore: 3.5/5
      Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
      https://www.papersera.net/wp/2023/01/30/topolino-3505/


      Ora è possibile votare anche le singole storie del fascicolo, non fate mancare il vostro contributo!

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      Bunz
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      PolliceSu
        Re:Topolino 3505
        Risposta #32: Domenica 12 Mar 2023, 00:33:07
        è strano vedere un Paperica senza occhiali
        Forse per la solita triste storia della censura? Mollica è ormai cieco  :cry:  può darsi che rappresentandolo con gli occhiali qualcuno poteva pensare che fosse come puntare l'indice sulla sua menomazione... non mi stupirei.

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          Re:Topolino 3505
          Risposta #33: Domenica 12 Mar 2023, 08:37:40
          è strano vedere un Paperica senza occhiali
          Forse per la solita triste storia della censura? Mollica è ormai cieco  :cry:  può darsi che rappresentandolo con gli occhiali qualcuno poteva pensare che fosse come puntare l'indice sulla sua menomazione... non mi stupirei.
          Nessuna censura in questo caso, il personaggio dopo le prime storie non porta più gli occhiali da qui in poi (da 23 anni):
          https://inducks.org/story.php?c=I+TL+2309-1
          Immagine allegata con il personaggio di profilo inequivocabilmente senza occhiali
          Luca Giacalone

           

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