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I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale

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    I Grandi Classici Disney 88
    Risposta #1710: Sabato 20 Mag 2023, 17:34:55
    Recensione I Grandi Classici Disney 88


     Il numero di aprile 2023 de I Grandi Classici Disney si apre con tre storie tutte dedicate a Topolino.

     Rudy Salvagnini scrive un giallo di stampo classico, Topolino e la banda del black-out, in cui il protagonista indaga su una serie di furti facilitati da artificiosi ammanchi di corrente elettrica. La sceneggiatura procede sicura su binari più che consueti, ma l’autore ha modo di inserire un piccolo colpo di scena a tre quarti dell’avventura.

     Il tratto elegante di Giovan Battista Carpi impreziosisce una buona vicenda che, grazie al disegno, riesce a fare un salto di qualità: si invitano i lettori a soffermarsi sulla gran varietà di espressioni presenti sul volto di Mickey, così come la cura nei confronti del character design per quanto riguarda i comprimari.

     Meno convincenti risultano invece Topolino e la coppa di Murano e Topolino e l’aereo dirottato. La prima, ad opera di Bruno Concina e Sergio Asteriti, assume caratteri fin troppo celebrativi nei confronti del protagonista – il quale riceve la coppa del titolo a riconoscimento della sua fama – e imbastisce una serie di gag che vedono Gambadilegno e Trudy nei loro goffi tentativi di distruggergliela. Idea carina, volendo, ma tirata un po’ per le lunghe e non sempre accompagnata da un ritmo narrativo adeguato.

     I disegni di Asteriti, invece, mantengono il fascino di uno stile arcaico e ricercato, con ambienti ricchi di dettagli che ci restituiscono affascinanti scorci di Venezia e personaggi secondari che guardano nell’aspetto a certe figure delle strisce di Floyd Gottfredson. Un tratto difficile da valutare con compiutezza, molto fluido – in alcuni passaggi forse troppo – che caratterizza in modo peculiare gli attori in scena, ma che forse si presta poco al tipo di sceneggiatura imbastita.

     
    Mani in tasca, spalle alzate, uno sguardo più che espressivo: l’aspetto del Topolino di Carpi veicola la battuta

    L’aereo dirottato rappresenta invece un poco ispirato scontro tra Topolino e Gambadilegno: Gian Giacomo Dalmasso attinge a piene mani dalla tradizione italiana del genere senza immettere troppi guizzi in una trama piuttosto piatta e con pochi sviluppi interessanti. Il lavoro di un acerbo Giulio Chierchini non aiuta purtroppo la fruizione delle tavole, per via di vignette piuttosto spoglie e di personaggi dall’aspetto monodimensionale.

     A sancire il giro di boa del numero è una breve storia dipinta dello stesso Chierchini, stavolta autore anche dei testi: La pesca inaspettata è poco più di una gag allungata per tre pagine, che trova il suo valore nella peculiare tecnica illustrativa che l’artista portò avanti su Topolino nel corso degli anni Ottanta. Spiace però rilevare che la resa di stampa è ben poco performante, con colori sbiaditi e figure dai contorni poco delineati, depotenziando quindi la particolarità del raccontino.

     Si arriva così alla sezione Superstar, che il curatore Pier Luigi Gaspa sceglie di dedicare al rapporto tra zii e nipoti, tema centrale in moltissime dinamiche del fumetto Disney.

     Come d’abitudine da quando l’esperto ha preso in mano le redini della testata, la dotta introduzione ha modo di toccare diversi argomenti e nozioni relativi al tema del mese: una panoramica ampia e pregevole, che va però a discapito dell’approfondimento delle storie pubblicate nelle pagine successive, che vengono citate velocemente solo nelle ultime righe dell’articolo e che vengono di conseguenza private di una vera contestualizzazione.

     Ed è un peccato, perché tanto si sarebbe potuto dire parlando di Paperino e i nipotini protestatari, nella quale Guido Martina caratterizza Qui, Quo e Qua come giovani appassionati di musica beat e desiderosi di assistere a un evento concertistico di stampo hippy. Uscita nel 1968, l’avventura si calava perfettamente nel contesto giovanile dell’epoca, con riferimenti diretti a vari stilemi di quella controcultura. L’aspro conflitto generazionale tra il riottoso “matusa” Paperino e gli scapestrati ragazzini, consueto nella narrativa martiniana, trova così in questo caso una chiave di lettura sociale che lo connota in maniera maggiormente motivata, con diverse gag verbali apprezzabili ancor oggi.

     
    Una beatnik dalle fattezze umane disegnata da Giulio Chierchini

     Anche i disegni di Chierchini, presente per la terza volta in questo Grandi Classici, sono degni di nota: non solo per una certa cura nella rappresentazione dei paperi, ma soprattutto per la scelta di disegnare i comprimari che Qui, Quo e Qua incontrano andando al concerto con tratti completamente umani, senza ricorrere alle fattezze canidi che solitamente ne fanno le veci e che pure compaiono tra la folla comune.

     A partire dalla caporalmaggiore Beatrice Austerity fino alla sua versione “capellona” nei panni di Beat Beauty, passando per tre ragazze del pubblico, il tratto di Chierchini trova il modo di distinguere questa specifica “fauna giovanile” dalle altre persone, restituendo anche nei movimenti sincopati quel peculiare atteggiamento.

     Rockerduck e il nipote migliore parte invece dall’ennesima sfida da Zio Paperone e il suo rivale in bombetta: entrambi lasciano il loro impero finanziario nelle mani dei rispettivi nipoti per una settimana, allo scopo di dimostrare quale dei due eredi sia il più capace. Paperino se la deve quindi vedere con l’inedito Ricky Rockerduck, ma presto i due rampolli si stancano di essere usati come pedine degli zii che non ripongono vera fiducia in loro…

     La storia di Nino Russo scorre senza grinze, grazie a una sceneggiatura che fila come un treno, a una trovata piuttosto originale e a una morale semplice ma ben gestita. I disegni classici e dal tratto pulito di Luciano Gatto si rivelano la scelta adeguata per illustrare tale vicenda.

     La breve Tip e Tap e l’ora della nanna di Abramo e Giampaolo Barosso per i disegni di Giovan Battista Carpi permette di riprendere il fiato con una storiella urbana e senza pretese, che trova il suo quid nelle suggestive atmosfere notturne che il disegnatore sa immettere nelle tavole e che porta direttamente a Zio Paperone e il quadrifoglio portasfortuna e a Zio Paperone e il nipote portasfortuna.

     
    Un Paperone dinamicissimo grazie alla matita di Romano Scarpa e alle chine di Giorgio Cavazzano

    Nel primo caso Michele Gazzarri mette in scena un’avventura abbastanza sconclusionata, tanto nei presupposti iniziali quanto nel suo sviluppo: l’attaccamento di Paperone al concetto di fortuna, al punto da voler collezionare tutti i quadrifogli possibili, risulta un tantino eccessivo per la figura del magnate come la conosciamo oggi.

     Così anche l’atteggiamento di Amelia, volto più a danneggiare lo Zione per il gusto di farlo che non per diventare a sua volta ricca, stona un po’ con la caratterizzazione canonica del personaggio. I disegni di Giuseppe Perego non fanno che aumentare il senso di straniamento che il lettore potrebbe provare approcciandosi alla vicenda, che si conclude con uno smacco potente per Paperino in un finale quasi anticlimatico.

     Il nipote portasfortuna, invece, è una divertente e sincopata commedia cittadina, che segna la seconda e ultima apparizione di Oscar Paperone, vero e proprio iettatore dal quale il nostro Scrooge tenta in tutti i modi di allontanarsi per non subirne i malefici influssi, che colpiscono inevitabilmente e pervicacemente i suoi affari.

     Il brio della scrittura di Carlo Chendi contribuisce fattivamente alla riuscita della storia, che si rivela frenetica e brillante, insieme al tratto di Romano Scarpa che, inchiostrato in questa fase da Giorgio Cavazzano, trova quel dinamismo e quella nettezza nelle linee che ben si presta agli scatti che il protagonista si trova a compiere colto dallo spavento o in preda alla fuga.

     Nel complesso si tratta di un numero riuscito e piuttosto piacevole, che vede i suoi punti di forza nella sezione Superstar ma che viene minato da alcune scelte meno ispirate di altre, specialmente nella prima parte dell’albo.



    Voto del recensore: 3/5
    Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
    https://www.papersera.net/wp/2023/05/20/i-grandi-classici-disney-88/

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      Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
      Risposta #1711: Mercoledì 31 Mag 2023, 20:24:30
      Ho finito di leggere il Grande Classico di Maggio e ne sono rimasto soddisfatto.
      Ad esclusione della storia di "Paperino cervello sopraffino" (carina, ma che non mi ha entusiasmato più di tanto), tutte le storie selezionate per il volumetto sono state molto gustose e le ho assai apprezzate.
      Mi ha affascinato, nel particolare, la storia di copertina opera del duo Martina/Cavazzano, che mi ha avvinto sin dall'inizio e mi ha avvolto con piacere nelle sue atmosfere di mistero ed incertezza (dove l'ombra della figura dell'olandese volante e della sua maledizione aleggia sulla sorte dei nostri Paperi in viaggio per mare) e che mi ha regalato buone risate nel leggere dei rapporti sempre tesi, vivaci ed accesi che si instaurano tra Paperone e Rockerduck prima (nell'ambito della loro disputa museale) e tra lo Zione e Paperino in seguito.
      Considero poi bellissima la sequenza in cui ci viene mostrata la sfida tra l'olandese e il diavolo, con il primo che gareggia per la libertà della propria anima e il secondo che vediamo solo di spalle, completamente ammantato di nero, ma che anche senza mostrarsi riesce a trasmettere appieno la suggestività della sua figura.
      Questo modo di rappresentarlo mi ha molto colpito ed ha aggiunto ulteriore valore ad una storia che già fino a quel momento aveva saputo coinvolgermi e che ho portato a termine con piena soddisfazione di quanto Guido Martina e Giorgio Cavazzano mi hanno mostrato delle loro doti autoriali, l'uno per la sceneggiatura e l'altro per i sempre meravigliosi disegni caratterizzati da una linea elegante e raffinata, che sa rendere espressivi e simpatici i personaggi che anima su carta.
      Oltre a riuscire a renderli incredibilmente vivi e bellissimi da guardare!

      Il ricordo di Luca Boschi, cui è dedicata la sezione Superstar del volume, mi ha trasmesso tenerezza e mi è piaciuto il fatto che Luigi Gaspa abbia parlato dell'amico Luca, che tanto gli è stato caro, intrecciando questo importante aspetto della sua conoscenza di Boschi con il suo modo di essere così straordinariamente capace di seguire tanti progetti diversi nel giro di poco tempo, curati sempre con la massima professionalità, dedizione, con grande impegno e soprattutto animato sempre da una passione raggiante ed entusiasta.
      Quello stesso entusiasmo che Luca profondeva nei saggi, negli articoli, nelle pagine di approfondimento, nelle pubblicazioni che ha curato nel corso della sua attività di critico disneyano e che ha contribuito a forgiare anche la mia, di passione disneyana.

        I Grandi Classici Disney 89
        Risposta #1712: Venerdì 16 Giu 2023, 10:53:10
        Recensione I Grandi Classici Disney 89


         È un numero particolarmente riuscito a soddisfacente, quello che I Grandi Classici Disney propongono nel mese di maggio 2023.

         Le tre storie in apertura sono delle solide e tipiche avventure italiane degli anni Sessanta e Settanta, piuttosto rappresentative del mood con cui si muovevano rispettivamente Zio Paperone, Topolino e Paperino in veste di protagonisti.

         La firma di Zio Paperone e il vascello fantasma e di Topolino e l’enigmatico Calicut è quella di Guido Martina: il Professore, all’alba degli anni Ottanta, offre una visione meno accesa del rapporto tra Zione e nipote, all’interno di una trama più interessata a raccontare il viaggio dei Paperi per entrare in possesso di un antico galeone da poter esporre nel museo del miliardario paperopolese che i loro screzi, con il mistero che accompagna tale veliero che lo sceneggiatore riesce a far percepire fin dall’inizio al lettore, invogliandolo a proseguire nella storia per capirne di più.

         Giorgio Cavazzano ai disegni ottiene ragguardevoli risultati con le ambientazioni e con il vascello del titolo, reso molto bene, mentre in questa fase di transizione della sua carriera pecca un po’ nell’aspetto dei protagonisti, privi della dinamicità degli anni precedenti e al contempo della compiuta morbidezza che avrebbero acquisito un decennio più tardi.

         Nel secondo caso siamo di fronte a un classico giallo topolinesco, dove il detective dilettante ha il pregio di apparire meno saccente della media di queste avventure; sia chiaro, Mickey ha sempre e fin troppo il polso della situazione e arriva con rapidità disarmante alla soluzione dei misteri legati all’indagine, ma il tutto viene raccontato in maniera più naturale e meno palese, consentendo al lettore di concentrarsi sulla narrazione e di appassionarsi al mistero di turno, nella fattispecie un falsario capace di fabbricare soldi indistinguibili da quelli veri.

         
        La quadrupla d’effetto di Giorgio Cavazzano, nella quale spicca il “vascello fantasma” dell’omonima storia

        Qualche spiegone di troppo nelle ultime pagine non rovina comunque la lettura di una storia che fila liscia e che offre una risoluzione tanto semplice quanto ben giocata.

         Eleganti e precisi appaiono i disegni di Giovan Battista Carpi, in forma smagliante e capace di infondere una vitalità innata al suo Topolino, graziato da posture ed espressioni veramente efficaci. La sua recitazione, come anche quella di Pippo, contribuisce attivamente alla riuscita grafica delle tavole, strutturate in una griglia regolare capace di aprirsi in punti chiave a delle quadruple ben dosate.

         Per quanto riguarda Donald Duck, è di scena in Paperino cervello sopraffino di Abramo e Giampaolo Barosso e Giovan Battista Carpi. Gli autori organizzano la trama in maniera frammentata, pur partendo da uno spunto unitario: la pretesa del protagonista di poter vendere le tonnellate di gelati invenduti da Paperone, provandoci prima presso gli eschimesi, poi tra gli abitanti di un caldissimo villaggio del West e infine proponendoli agli assettati automobilisti bloccati in un interminabile ingorgo.

         L’escalation di disavventure è fin troppo prevedibile, ma i Barosso riescono a inserire alcuni tocchi di stile capaci di movimentare la narrazione senza far pesare troppo la struttura a tappe.

         Alle matite ritroviamo Carpi, con un tratto però più acerbo rispetto alla storia precedente: il decano dei disegnatori sfoggia qui uno stile meno accurato, specialmente nell’aspetto dello stesso Paperino, che appare un po’ ingessato. Il risultato complessivo è comunque più che buono per la sicurezza del segno, il design dei comprimari e quello dello Zione, che appare già graficamente in parte.

         
        La gabbia imbastita da Romano Scarpa si adatta alla roboante incursione di Sgrizzo Papero

        Ad un inizio decisamente positivo fa da degna contraltare la seconda parte dell’albo, dominata da una Sezione Superstar interamente dedicata a Luca Boschi, ad un anno dalla scomparsa del grande studioso ed esperto di fumetto Disney e comico in generale.

         Viene quindi presentata una selezione di storie sceneggiate nella seconda metà degli anni Novanta da Boschi, il quale per un certo periodo ha affiancato la sua attività di divulgatore a quella di fumettista, sia creando suoi personaggi che scrivendo avventure per Topolino.

         Cifra stilistica delle sue opere era la predilezione per i comprimari, in particolare quelli poco utilizzati e conosciuti dal grande pubblico, che nascondeva una neanche troppo velata volontà di disseminare omaggi colti alla tradizione fumettistica disneyana.

         Non era così comune vedere recitare nella produzione inedita per il libretto figure come Sgrizzo Papero e Gedeone de’ Paperoni, creati da Romano Scarpa e con una “carriera” limitata nel corso dei decenni: Luca Boschi li riprende però sapientemente in Una baita per Ciccio e in Sgrizzo cronista di spettacolo, nelle quali il più balzano papero del mondo la fa da padrone facendo dannare il pingue cugino e cercando con molte difficoltà – e una buona dose di beata incoscienza – di scrivere un trafiletto sul fidanzato di una pop-star per il giornale dello zio.

         In queste due avventure in particolare si può apprezzare, oltre alla conoscenza cristallina dei personaggi, anche lo spiccato umorismo dell’autore, capace di creare gag genuine ed efficaci e di saper divertire grazie a siparietti ben congegnati e in grado di sfruttare al meglio le caratteristiche degli attori a disposizione.

         Nel primo caso la sceneggiatura viene valorizzata dalle sublimi matite di un tardo Romano Scarpa in una delle sue ultime collaborazioni con il Topolino italiano, nella quale dimostra non solo la perfezione e l’eleganza del tratto, ma anche la capacità di modificare la gabbia piegando i bordi delle vignette e inserendo accorgimenti formali che ben seguono le follie di Sgrizzo.

         
        Sgrizzo filtrato dal tratto sporco e underground di Andrea Ferraris[/size][/i]

         Di natura completamente diversa lo stile di Andrea Ferraris, più ruvido e underground ma proprio per questo perfetto per rappresentare una storia così sopra le righe e “arruffata”.

         Pluto in: Indovina chi viene a cuccia è probabilmente l’anello debole della raccolta: Boschi imbastisce una trama simpatica e vagamente debitrice dei cartoni animati classici, ma la storia scorre senza lasciare granché nonostante i disegni di un giovane Donald Soffritti facciano egregiamente la loro parte nel rendere accattivanti e fresche le tavole.

         Il citazionismo sfrenato è infine al centro di Tanti auguri, Gancio! e di La grande corsa Paperopoli-Ocopoli.

         Nel primo caso lo sceneggiatore sfrutta le celebrazioni per i cinquant’anni editoriali di Gancio il Dritto presentando da un lato una carrellata di personaggi presi di peso dall’epopea delle strisce di Floyd Gottfredson e delle avventure di Romano Scarpa (Musone, lo zio Sfrizzo, il professor Enigm, Atomino Bip-Bip) e dall’altro per ricreare l’andamento narrativo delle brevi avventure con il merlo protagonista realizzate da Scarpa, dove diversi segmenti si concatenavano tra loro tramite i racconti dello stesso Gancio a diversi comprimari che fungevano da transizione, stratagemma a sua volta mutuato dalle traduzioni italiane delle strisce originali americane “cucite” insieme per la versione nostrana.

         
        Il volto di Paperino, espressivissimo, nel tratto di Enrico Faccini

        Alessandro Perina ai disegni si dimostra una scelta efficace per la morbidezza del tratto e la naturalezza con cui sa rappresentare anche personaggi inconsueti.

         Per quanto riguarda La grande corsa Paperopoli-Ocopoli, si tratta di un racconto corale nel quale la trama passa in secondo piano, trattandosi sostanzialmente di un mero pretesto che funge da passerella per una moltitudine di paperopolesi più o meno noti, impegnati nella gara automobilistica del titolo.

         Oltre ai già citati Sgrizzo e Gedeone spicca la comparsata di Umperio Bogarto e Ok Quack, a riformare un’accoppiata che nel decennio precedente aveva caratterizzata il ciclo ideato da Carlo Chendi. Inconsueta anche la presenza di Chiquita e di Ely, Emy, Evy, personaggi se non di nicchia quantomeno poco utilizzati dagli autori di casa nostra, soprattutto nell’ultima decade del secolo scorso.

         L’idea di una competizione automobilistica aperta a qualunque tipo di mezzo, purché dotato di quattro ruote, è un’intuizione semplice ma perfetta per creare diverse gag visive molto godibili, oltre che per costruire un’azzeccata conclusione, ed Enrico Faccini si rivela il disegnatore ideale per rappresentare i vari autoveicoli e le fasi più concitate della gara; l’artista è abile anche nel far recitare l’ampio cast coinvolto, soprattutto in alcuni espressioni sui volti veramente curate.

         Si tratta forse del miglior numero de I Grandi Classici Disney dall’inizio dell’anno, ben bilanciato tra classiconi nella prima parte e il bell’omaggio a Luca Boschi nella seconda.



        Voto del recensore: 4.5/5
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          Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
          Risposta #1713: Venerdì 16 Giu 2023, 15:26:15
          I Grandi Classici Disney n.90 - Giugno 2023

          "C'era una volta un coccodrillo metropolitano" (articolo di Pier Luigi Gaspa)
          Topolino e le leggende metropolitane
          Topolino e l'evaso al limone
          Topolino e l'erede musicofilo

          "Vita da inventore" (articolo di tre pagine a cura di Pier Luigi Gaspa)

          * Storie Superstar *
          Archimede e il senso degli affari
          Archimede Pitagorico e il superguanto
          Paperino e la sfida all'inventore
          Archimede e la crisi inventiva
          Zio Paperone e la macchina dei desideri

          Copertina (disegno di Giorgio Cavazzano, colori di Max Monteduro):

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            Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
            Risposta #1714: Sabato 17 Giu 2023, 17:54:58
            L'ultimo numero le più belle sono Topolino e l'evaso a limone, Archimede Pitagorico e il super guanto e infine zio Paperone e la macchina dei desideri. Le due anni novanta cioè Topolino e le leggende metropolitane e Archimede e il senso degli affari le ho trovate scipite come purtroppo alcune storie di quel decennio. Il resto del numero si barcamena più o meno bene.

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              Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
              Risposta #1715: Domenica 18 Giu 2023, 13:33:19
              L'ultimo numero le più belle sono Topolino e l'evaso a limone, Archimede Pitagorico e il super guanto e infine zio Paperone e la macchina dei desideri. Le due anni novanta cioè Topolino e le leggende metropolitane e Archimede e il senso degli affari le ho trovate scipite come purtroppo alcune storie di quel decennio. Il resto del numero si barcamena più o meno bene.
              Non sono d'accordo con il tuo giudizio riguardo alle "leggende metropolitane" e al "senso degli affari''.
              Si tratta di due storie che hanno sì una struttura narrativa semplice e che non rappresentano chissà quali capolavori imprescindibili del fumetto Disney italiano ma, da parte mia, posso dire di averle lette entrambe con piacere e gusto senza percepire momenti di stanca né annoiarmi durante il corso della lettura.
              Tra le tre storie più recenti dell'albo, quella che ho trovato meno ispirata e che mi ha coinvolto meno è stata invece quella di Russo e Perina, che giudico simpatica ma nulla più.

              Approfitto di questo messaggio per segnalare un errore nel sommario riguardo alla prima pubblicazione della storia di "Archimede e il senso degli affari" (segnata come uscita sul Topolino 586 del 19 febbraio 1967, al posto della corretta prima pubblicazione avvenuta sul Topolino 1814 datato 2 settembre 1990) e per allegare il Next in coda all'albo riguardo al prossimo numero della testata, il #91:

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                Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                Risposta #1716: Domenica 18 Giu 2023, 20:44:42
                L'ultimo numero le più belle sono Topolino e l'evaso a limone, Archimede Pitagorico e il super guanto e infine zio Paperone e la macchina dei desideri. Le due anni novanta cioè Topolino e le leggende metropolitane e Archimede e il senso degli affari le ho trovate scipite come purtroppo alcune storie di quel decennio. Il resto del numero si barcamena più o meno bene.
                Non sono d'accordo con il tuo giudizio riguardo alle "leggende metropolitane" e al "senso degli affari''.
                Si tratta di due storie che hanno sì una struttura narrativa semplice e che non rappresentano chissà quali capolavori imprescindibili del fumetto Disney italiano ma, da parte mia, posso dire di averle lette entrambe con piacere e gusto senza percepire momenti di stanca né annoiarmi durante il corso della lettura.
                Tra le tre storie più recenti dell'albo, quella che ho trovato meno ispirata e che mi ha coinvolto meno è stata invece quella di Russo e Perina, che giudico simpatica ma nulla più.

                Approfitto di questo messaggio per segnalare un errore nel sommario riguardo alla prima pubblicazione della storia di "Archimede e il senso degli affari" (segnata come uscita sul Topolino 586 del 19 febbraio 1967, al posto della corretta prima pubblicazione avvenuta sul Topolino 1814 datato 2 settembre 1990) e per allegare il Next in coda all'albo riguardo al prossimo numero della testata, il #91:
                Beh, come dicevano i latini “ De gustibus non est disputandum” (i gusti non si discutono).

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                  Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                  Risposta #1717: Domenica 18 Giu 2023, 20:51:32
                  Beh, come dicevano i latini “ De gustibus non est disputandum” (i gusti non si discutono).
                  Infatti l'intento del mio intervento non aveva certo come obiettivo quello di indurti a rivedere il tuo giudizio, che rispetto.
                  Semplicemente, mi è sembrato giusto argomentare (per amor di discussione e di confronto) il perché non mi trovi concorde con l'opinione che hai espresso circa le due storie sopra citate.  ;)

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                    Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                    Risposta #1718: Lunedì 19 Giu 2023, 00:57:30
                    Gli indici degli ultimi Grandi Classici sono tutti complessivamente molto buoni. Il problema non è la qualità media, che non scende, quanto il fatto che insieme a Boschi sono scomparse le storie degli anni '50 e dei primi '60, la cui presenza fissa caratterizzava la testata da ormai circa 20 anni. 

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                      Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                      Risposta #1719: Lunedì 19 Giu 2023, 11:43:52
                      Gli indici degli ultimi Grandi Classici sono tutti complessivamente molto buoni. Il problema non è la qualità media, che non scende, quanto il fatto che insieme a Boschi sono scomparse le storie degli anni '50 e dei primi '60, la cui presenza fissa caratterizzava la testata da ormai circa 20 anni.

                      Pensi che sia per una minore conoscenza di quel periodo dei nuovi curatori?
                      Guardando la cosa in modo più generale, c'è un pericolo di perdere sempre più il "patrimonio" delle storie di questo periodo, venendo a mancare le ristampe di queste e quindi la mancata trasmissione fra una generazione e l'altra?
                      Non vorrei aver dato un tono troppo catastrofico, per certi versi è anche normale che nel corso degli anni gran parte della produzione risulti sempre meno "attuale" e si mantengano solo i capolavori (anche se parlando specificatamente di quegli anni, tutto Barks è un capolavoro...).

                      Preciso che non mi permetto assolutamente di tacciare di ignoranza i curatori, non li sto sottovalutando, tutt'al più un riconoscimento dell'immensa conoscenza di Boschi sul fumetto Disney.

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                        Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                        Risposta #1720: Lunedì 19 Giu 2023, 20:04:51
                        A lettura ultimata posso dire che il numero 90 dei Grandi Classici Disney si è rivelato essere molto grazioso, con una selezione di storie interessanti e piacevoli.
                        Ho molto apprezzato i due gialli con protagonista Topolino, ambedue sceneggiati da Guido Martina, per il modo in cui il Professore di Carmagnola è riuscito a rendere scorrevoli ed intriganti le vicende da lui intessute, le quali si dipanano in un'atmosfera di mistero e tensione che mi ha assai piacevolmente coinvolto ed avvinto durante la lettura.
                        Mi piace molto poi l'abilità di Martina nel presentare degli elementi (molto spesso all'inizio del racconto, come avvenuto per i due gialli ristampati nel volume) i quali solo apparentemente sono fini a sé stessi e distanti dal "cuore" centrale della trama che di lì in avanti si andrà a sviluppare, e che invece, nel momento in cui ci si approssima al punto focale della storia, trovano un loro perfetto e coerente inserimento all'interno della sceneggiatura.
                        Topolino e l'evaso al limone (disegnata da Giulio Chierchini) e Topolino e l'erede musicofilo (con i disegni di Luciano Capitanio) costituiscono quindi due ottime storie, piacevoli dall'inizio alla fine, che sanno coinvolgere, avvincere e regalare divertimento e buone risate grazie all'umorismo che il loro autore vi ha saputo infondere (la sequenza in cui Topolino e Pippo discutono tra loro sul fatto che il secondo sia "sottosopra" di sua natura è semplicemente esilarante!)

                        Altrettanto gustosa è stata la storia di chiusura, Zio Paperone e la macchina dei desideri (Osvaldo Pavese/Massimo De Vita), nella quale il genio di Archimede partorisce un'invenzione dal potere fenomenale quanto pericolosa potrebbe diventare qualora venisse adoperata da mani avide guidate da biechi fini disonesti.
                        La sceneggiatura di Pavese è fluida e scorrevole e i disegni di un Maestro Disney quale Massimo De Vita allietano ancora di più la lettura della storia per via della loro espressività e vitalità, rendendo l'approccio al racconto davvero godibile anche dal punto di vista grafico.

                        Anche la storia di apertura, Topolino e le leggende metropolitane e Archimede e il senso degli affari (risalenti entrambe agli anni '90) si sono fatte leggere con piacere e le ho trovate molto carine pur nella semplicità delle rispettive vicende.
                        Della prima ho molto gradito il senso di palpabile preoccupazione che investe Topolino, di ritorno da un viaggio terminato in anticipo rispetto a quanto preventivato, nel non ritrovare i nipotini in casa e di come Pippo si precipiti in soccorso dell'amico di sempre per cercare Tip e Tap.
                        Giusta e sacrosanta poi la strigliata di orecchie che lo "zio" Topolino riserva ai due piccoli irresponsabili nel momento in cui si accerta che entrambi stanno bene.
                        Quanto alla storia di Concina e Mottura posso dire di avere letto con gusto questo simpatico racconto di stampo urbano che vede Zio Paperone prendere posizione riguardo all'incapacità cronica dell'inventore paperopolese di reclamare i suoi diritti in termini di ricompensa economica ogni volta che il suo genio creativo viene messo a disposizione della comunità.
                        Efficace poi l'introduzione di una giovane presenza femminile sveglia e pragmatica, la cui presenza giova al "senso degli affari" del biondo gallinaceo e nella quale quest'ultimo ritrova, oltre ad un vincente stimolo per cambiare il proprio modus operandi in ambito lavorativo, anche una certa affinità che non lo lascerà indifferente.

                        Per concludere, si tratta di numero che, come il precedente di Maggio, giudico molto positivamente per la freschezza e piacevolezza di lettura che le storie ivi ristampate mi hanno donato e che posso dire mi ha sinceramente soddisfatto.
                        « Ultima modifica: Lunedì 19 Giu 2023, 20:12:16 da Samu »

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                          Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                          Risposta #1721: Martedì 20 Giu 2023, 00:10:28
                          Gli indici degli ultimi Grandi Classici sono tutti complessivamente molto buoni. Il problema non è la qualità media, che non scende, quanto il fatto che insieme a Boschi sono scomparse le storie degli anni '50 e dei primi '60, la cui presenza fissa caratterizzava la testata da ormai circa 20 anni.

                          Pensi che sia per una minore conoscenza di quel periodo dei nuovi curatori?
                          Guardando la cosa in modo più generale, c'è un pericolo di perdere sempre più il "patrimonio" delle storie di questo periodo, venendo a mancare le ristampe di queste e quindi la mancata trasmissione fra una generazione e l'altra?
                          Non vorrei aver dato un tono troppo catastrofico, per certi versi è anche normale che nel corso degli anni gran parte della produzione risulti sempre meno "attuale" e si mantengano solo i capolavori (anche se parlando specificatamente di quegli anni, tutto Barks è un capolavoro...).

                          Preciso che non mi permetto assolutamente di tacciare di ignoranza i curatori, non li sto sottovalutando, tutt'al più un riconoscimento dell'immensa conoscenza di Boschi sul fumetto Disney.
                          Il nuovo curatore è Pier Luigi Gaspa e pare (sottolineo "pare", non avendo informazioni certe) che il problema sia di natura tecnica in quanto, dopo la morte di Boschi, si è appreso che questi non si occupava soltanto di scegliere le storie d'epoca ed introdurle ma anche di effettuare le scansioni ed i restauri digitali necessari per pubblicarle, in mancanza di impianti adeguati già pronti.
                          Il rischio di oblio c'è, ma anche quello di perdita di lettori, perché di fatto la testata ha perso un elemento caratterizzante e senz'altro una buona parte dei lettori assidui ne è rimasta delusa, tanto più che era l'unica a ospitare regolarmente storie così datate. Lo stesso Boschi, che introdusse la sezione Superstar, in tutti questi anni ha portato avanti una straordinaria opera di recupero di storie, rendendo le nostre collezioni dei preziosi archivi dove reperire materiale raro ed importante. Peraltro, la ripubblicazione dell'intera produzione italiana del 1949/1961 era quasi stata completata.

                            Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                            Risposta #1722: Martedì 20 Giu 2023, 05:40:17
                            Luca Boschi in quale anno ha iniziato esattamente a curare I Grandi Classici Disney?

                              Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                              Risposta #1723: Martedì 20 Giu 2023, 07:52:09
                              Di questa nuova serie è stato il fondatore, quindi già dal numero 1, prima non saprei.

                              -------------------------------------------------------------------

                              @Max, effettivamente la perdita o il mancato recupero di materiale è l'altro aspetto negativo.

                                Re:I Grandi Classici Disney (Seconda Serie) - Discussione Generale
                                Risposta #1724: Martedì 20 Giu 2023, 07:54:58
                                Di questa nuova serie è stato il fondatore, quindi già dal numero 1, prima non saprei.

                                -------------------------------------------------------------------

                                @Max, effettivamente la perdita o il mancato recupero di materiale è l'altro aspetto negativo.

                                Sì chiedevo più che altro prima della nuova serie, se qualcuno ne fosse esattamente a conoscenza.

                                 

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