Recensione I Grandi Classici Disney 114
I Grandi Classici Disney 114, in uscita nel mese di giugno, si aprono, coerentemente con l’inizio della stagione estiva, con
Zio Paperone e la sabbiatura funesta, il piatto forte di questo fascicolo.
La sceneggiatura di Rodolfo Cimino è frizzante: partendo dall’ennesimo arresto dei Bassotti, stavolta costretti – in maniera originale – ai lavori forzati in campagna, la storia scorre dinamica per 29 tavole, regalando al lettore risate genuine con situazioni mai banali e personaggi perfettamente caratterizzati. Nota di merito per
Romano Scarpa, coadiuvato alle chine da
Giorgio Cavazzano, per
i disegni curati e particolareggiati, che consentono di visualizzare graficamente le gag, e per alcune trovate originali (come la posizione della parola
Fine).
Segue un redazionale che appare come un inno alla versatilità disneyana e alle molteplici forme del fumetto di Paperi e Topi; indubbiamente ben scritto, ma viene da chiedersi quale sia l’attinenza al sommario del numero in esame.
Troviamo poi un’altra storia dal sapore vacanziero,
Topolino e il propellente ultrapotente. Topolino in vacanza dovrà vedersela con le prodezze di due “chimici” improvvisati, Pippo e Gilberto (pure quest’ultimo in veste insolitamente “pasticciona”).
La vicenda è piacevole e lo spunto del propellente è originale; la storia è sostanzialmente una cascata di
gag ideate dai
fratelli Barosso che divertono il lettore. Pure qua i complimenti vanno al duo Scarpa-Cavazzano per la componente grafica.

Un esempio delle frizzanti
gags grafiche di Scarpa [/size][/i]
Paperino e la perla azzurra, scritta da
Ennio Missaglia,
culmina in un finale classico e piuttosto prevedibile, ma si regge bene sulle vicende che conducono a tale conclusione: l’ambientazione è dapprima tipicamente da storia quotidiana tra zii e nipoti, per poi prendere una piega più avventurosa. I particolarissimi disegni di
De Vita padre possono piacere o meno a seconda dei gusti, ma la trama intrattiene,
adempiendo al suo dovere.
Non altrettanto riuscito è il compito di
Topolino e la via carovaniera (
Gazzarri/
Rota), che nello spunto dei ferri ricoperti d’oro ricorda fin troppo
Paperino e l’oro rubato, presente nello scorso numero della testata; la vicinanza della ristampa delle due storie contribuisce alla sensazione di “già visto” di una vicenda che non è più di una riempitiva.
Paperino e la psicologia s’inserisce nel fecondo filone di storie che
prendono di mira, con fine satira,
certi fenomeni di costume. La psicologia comune è l’obiettivo di questa storia, che risulta divertente e ben scritta da
Carlo Chendi, ma che avrebbe forse potuto spingere ancora di più l’acceleratore sulle
gag.
Piacevolissimi i disegni di Giorgio Bordini.
La sezione
Superstar è interamente dedicata all’esperienza di
Jerry Siegel come sceneggiatore disneyano: Siegel, creatore di Superman, approdò negli anni Settanta su
Topolino e confezionò diverse decine di storie. Due delle storie della sezione
Superstar,
Paperino e la macchina dell’eroismo e
Topolino e la guerra degli universi, toccano uno dei temi principali della poetica di Siegel,
influenzata anche dal fumetto supereroistico: la fantascienza.

Un bizzarro trio e uno strano animale[/size][/i]
Quest’ultima, in
Paperino e la macchina dell’eroismo, con Cavazzano alle matite, prende la forma di strani marchingegni e scienziati pazzi, con Paperino che diventa improvvisamente coraggioso per effetto del bislacco macchinario del titolo; qualcosa di simile accadeva in altre storie di Siegel, perciò si può affermare che questa avventura sia
paradigmatica di suoi certi schemi narrativi e dunque meritevole di occupare un posto in una selezione
siegeliana, anche per il fatto che si tratta della
sua prima storia per il settimanale.
Topolino e la guerra degli universi, con i disegni di
Gino Esposito, è
ancora più ricca di stramberie, che come si può intuire dal titolo coinvolgono anche alieni e bizzarri animali extraterrestri; la vicenda ha chiaramente un filo logico, ma il tasso di stranezze si alza: tra queste, figura anche la presenza di Archimede a Topolinia.
La lettura di
Zio Paperone e l’odissea della memoria perduta è invece meno piacevole: gli sbalzi logici aumentano e rendono più difficoltosa la lettura. Il lettore non è agevolato nemmeno da un
nuovo caso di scambio di tavole: anche grazie a un confronto con un’altra edizione in mio possesso, è evidente che le pagine 200-201 dovrebbero precedere le 198-199, così che il corretto ordine di lettura risulta essere 197-200-201-198-199-202. I disegni di
Giancarlo Gatti segnano a loro volta la storia con trovate grafiche non sempre efficaci. L’aspetto probabilmente più interessante della storia è il
lessico ricercato, non esente anche da giochi di parole (come
depauperatore di paperi).

L’audace combinazione data da Siegel ai testi e Gatti ai disegni[/size][/i]
Chiude il numero
Topolino giubba rossa, la
meno bizzarra della selezione e, forse proprio per questo, la meno particolare. La vena bislacca di Siegel si frena un po’ in un racconto in cui il debole di Minni e Clarabella per le uniformi induce Topolino e Pippo ad arruolarsi nelle Giubbe Rosse. La storia prosegue come un giallo tipico di quegli anni e si lascia leggere, per merito anche dei disegni di
Giulio Chierchini.
La selezione siegeliana risulta comunque rappresentativa dell’opera dell’autore, bilanciata tra Topi e Paperi, e segnata dalla bizzarria generale.
Assegno al numero tre stelle e mezzo, in parte per la qualità non sempre eccelsa delle storie della prima parte del numero, in parte perché
il godimento delle storie Superstar dipende strettamente dall’apprezzamento che ognuno può avere per Siegel, rendendo difficile dare un voto univoco. Ferma restando, in ogni caso, la qualità del lavoro di selezione, più coerente di altre sezioni
Superstar viste ultimamente.
Voto del recensore:
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