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Topolino 3508 - Recensione di Matteo Gumiero

Un numero un po’ sottotono questo 3508 che, come un architrave, prova a sorreggersi sui due pilastri costituiti dalle due storie a puntate iniziale e finale. Pilastri che pur svolgendo dignitosamente il loro compito architettonico, lo fanno traballando qui e lì, senza convincere pienamente. Ma andiamo con ordine. La storia di apertura ci trasporta attraverso le sabbie del tempo fino all’antico Egitto. In maniera inusuale rispetto a quanto siamo stati abituati, però: non fino al tempo di massimo splendore della civiltà dei faraoni ma diversi secoli dopo, per la precisione durante l’età ellenistica. La prima puntata de Il principe delle sabbie è ambientata ad Alessandria, città fondata nel IV secolo a.C. da Alessandro Magno, al tempo della dinastia tolemaica. Siamo dunque dopo la morte del grande condottiero macedone, quando il suo enorme impero fu scorporato e diviso in quattro regni diversi. Questa nuova saga, suddivisa in cinque episodi, nasce da uno spunto dello showrunner Alex Bertani e vede ai testi il fedelissimo Francesco Vacca e alle matite un Giuseppe Facciotto in back-to-back dopo la convincente prova sfornata con Paperino e il turista spaziale su Topolino 3507. La prima puntata è interlocutoria, ha lo scopo di presentare luoghi e personaggi. Vacca impiega gran parte delle prime tavole per contestualizzare: il protagonista è Topolomeo, un giovane Mickey che, da erede della corona tolemaica, scalpita per agguantare il suo posto nel mondo. Ce lo presenta in un lungo dialogo con il suo precettore, impersonato dal dottor Enigm, in cui Topolomeo descrive ai lettori i suoi sogni e le sue aspirazioni e, al contempo, li mette al corrente delle meraviglie della società di Alessandria, capitanate indubbiamente dal leggendario Faro storicamente annoverato tra le sette meraviglie del mondo antico (e di cui un ellenistico Orazio è orgoglioso custode). Città che Facciotto, con le sue tavole, è riuscito a rappresentare in maniera molto interessante. Alessandria la grande Nella rassegna di personaggi che successivamente viene presentata troviamo le versioni tolemaiche di quasi tutti gli standard character topolinesi (Pippo, Gambadilegno, Zapotec, Marlin, zia Topolinda, Minni, Clarabella, addirittura lo zio Mortimer in un inedito ruolo “genitoriale” per Topolino). Pleonastica la gag ricorrente che vede andare di volta in volta ad alludere al ruolo che tali personaggi hanno nel presente (esempio perfetto è l’accenno di Zapotec e Marlin alla macchina del tempo). Motore dell’azione è un Gambadilegno particolarmente infido, che Topolomeo invece crede suo amico, che incoraggia il protagonista a lasciare la città in compagnia di Pippo contravvenendo alle volontà del sovrano. Guai si prevedono per il giovane topo, ma ci vorranno ben altre quattro puntate per dare definitivamente un giudizio a questa avventura che, per ora, è partita con il freno a mano tirato. La storia conclusiva invece è la seconda e ultima parte di Topolino e il ragazzo venuto dal freddo che ha visto il ritorno da autore completo di Alessio Coppola con una storia lunga. Un giallo per la precisione. Si tratta di una storia comunque di intrattenimento in cui la parte migliore della trama è costituita dal primo episodio e dal relativo cliffhanger in conclusione di puntata. Questa seconda parte riprende la narrazione proprio da dove era stata lasciata, con Topolino tramortito da una figura misteriosa. La vicenda si dipana in maniera abbastanza lineare, anche se ha il merito di costruire un sottobosco di ambientazione e personaggi particolarmente originale e insolito. Topolino agisce in piena autonomia, con l’ausilio del solo Pippo, tra i personaggi classici, importante nella risoluzione finale ma assente nelle fasi più concitate della vicenda. Topolino pareva tanto leggero… Allo stesso Topolino a sua volta viene assegnato un ruolo alla “predatori dell’arca perduta”: presente in tutti i momenti più salienti dell’avventura, raramente il suo ruolo risulta fondamentale e decisivo. Seguendolo durante la storia infatti notiamo i suoi colpi di testa (in tutti i sensi), gli errori e le deduzioni per poi renderci conto che la soluzione era dall’inizio disponibile a casa sua: un colpo di scena valido che impreziosisce la storia. Meno efficace il ruolo del “cattivo di turno”, che non compare nella vicenda se non al momento della risoluzione. L’ambientazione “spionistica” e le molte scene ambientate di notte contribuiscono a creare una certa atmosfera da film noir, anche se capita all’interno della storia che i volti dei personaggi non accompagnino degnamente la narrazione risultando spersi, con lo sguardo fisso e talvolta conferendo a chi legge una sensazione di inespressività. Belle alcune soluzioni di regia, come quella di tavola 123 che ben raffigura l’incedere lento ma costante di un uomo che trascina un corpo esanime. Qui Quo Qua vecchie turbine nuova energia è una buona storia, che non resterà certamente nella memoria comune ma che si lascia leggere con piacere. Classica avventura dei ragazzi di Area 15 che continuano nella loro incessante ricerca artistica in tutti i vari campi dell’intrattenimento: se solo qualche settimana fa si sono dedicati al fumetto ora è già tempo di partecipare a un contest cinematografico nell’interessante location rappresentata dalla vecchia centrale elettrica di Paperopoli (che ovviamente appartiene a un multi-multi di nostra conoscenza). Il fascino dell’archeologia industriale La trama messa su da Sergio Cabella non ha spunti particolarmente originali ma è arricchita dalla freschezza delle interazioni tra i personaggi, oltre che da una svolta “mystery” nel mezzo che non era completamente necessaria. Alessandro Pastrovicchio fa un buon lavoro anche se apparentemente molto meno ispirato rispetto agli straordinari disegni che avevamo visto in Viaggio nella Luna. Riesce in ogni caso a tratteggiare molto bene le ambientazioni e gli sfondi della vecchia centrale, esempio pertinente di archeologia industriale. Paperino goccia dopo goccia è invece una super classica breve in cui Paperino ha un problema e, grazie ai suoi tentativi maldestri per risolverlo, questo si ingigantisce fino a diventare un vero e proprio disastro. In particolare il riferimento al lavandino non è particolarmente originale, e in questo caso anche l’umorismo di Tito Faraci non sembra ispirato nel complesso; è comunque godibile la trovata finale. Sul lato grafico Andrea Maccarini fa un lavoro interessante: da tenere sott’occhio. Anche Zio Paperone e la lettera del primo socio, sceneggiata da Massimiliano Valentini, è una storia che può senz’altro essere definita “classica”. Classica è la premessa, con immancabile sfida tra ricconi che nasce al club dei miliardari. Classico è anche il finale con pasto a base di copricapi conditi. Nel mezzo, una classica sceneggiatura tra battibecchi e tentativi di superare l’avversario in abilità e furbizia. Unica variazione sul tema l’esito della sfida, una vittoria di Pirro, a dirla tutta, che porterà in ogni caso al ben noto finale. Marco Palazzi non spicca e non sfigura per un risultato complessivo che potremmo definire… classicheggiante. In definitiva un numero che manca di quel guizzo (in positivo, ma anche in negativo) che inviti la gente a discuterne. Un albo che raramente farà altri viaggi al di fuori della libreria che, a fine lettura, sarà stata deputata ad ospitarlo.

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Topolino 3511

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Luca255
Giovane Marmotta
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    Re:Topolino 3511
    Risposta #15: Venerdì 10 Mar 2023, 14:30:15
    La storia in sé è ambientata in un periodo piuttosto insolito, ossia subito dopo lo sbarco di Paperone in America e immagino prima dell'incontro con lo zio Manibuche.
    A parte che si tratta di un racconto di Paperone, quindi potrebbe anche essere "inventato"... però, direi invece che questa storia se ne sia bellamente infischiata del canone donrosiano, e a occhio mi sembra ambientata negli anni '20 del secolo scorso!
    Giusto così! Anch'io sono un ferreo appassionato di Don Rosa e della sua opera, ma è giusto che ce se ne possa staccare! Anzi, ultimamente c'erano troppi riferimenti, spesso forzati, alla $aga, quindi non posso che approvare! :-)
    No ma certo, cercavo di inserirla "a forza" nella storia di Don Rosa ma a dire la verità Paperone non avrebbe nemmeno avuto tempo di vivere questa storia, dato che appena sbarcato si reca quasi subito dallo zio. E va bene così, come dici anche tu è sbagliato considerare l'opera donrosiana come sacra e inviolabile, altrimenti molti spunti narrativi come questo non sarebbero possibili. :-)

    In ogni caso il tempo e l'ambientazione rimangono abbastanza insoliti, e danno la possibilità di trattare un personaggio diverso e se vogliamo immaturo dal Paperone ricco o ancora prima dal Paperone del klondike. Infatti vediamo che non appena subisce il primo sabotaggio dall'avversario non si fa problemi a ricambiare, dando inizio a una serie di sabotaggi dannosi sia per l'uno che per l'altro.

    L'unica cosa che mi ha lasciato perplesso è un'altra: davvero in quell'epoca mettevano tutti il casco per andare in bicicletta? Oppure, è l'ennesima forzatura anacronistica imposta dall'alto, che prevede l'obbligo del casco nelle storie disegnate adesso?
    Io, purtroppo, non ho dubbi... :rolleye:
    È la prima cosa che ho notato anch'io.
    Che poi...esistevano già quei caschetti da bici? Forse bisognerebbe usare la Time Machine per controllare! :rotfl:
    No per carità, la Time Machine no :laugh:
    A dire la verità non ci ho nemmeno fatto caso, ma in effetti dubito fortemente che esistessero (e che venissero usati) caschi di questo tipo. Che si tratti di una forzatura imposta dai piani alti non lo so, mi sembra fin troppo assurda anche per gli standard delle ultime censure e simili.

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      Re:Topolino 3511
      Risposta #16: Venerdì 10 Mar 2023, 14:43:32
      In ogni caso il tempo e l'ambientazione rimangono abbastanza insoliti, e danno la possibilità di trattare un personaggio diverso e se vogliamo immaturo dal Paperone ricco o ancora prima dal Paperone del klondike. Infatti vediamo che non appena subisce il primo sabotaggio dall'avversario non si fa problemi a ricambiare, dando inizio a una serie di sabotaggi dannosi sia per l'uno che per l'altro.
      Vero! Un comportamento molto "paperinesco"! ;D

      Che poi...esistevano già quei caschetti da bici? Forse bisognerebbe usare la Time Machine per controllare! :rotfl:
      Ci sono immagini come questa (di Fausto Coppi, di qualche anno dopo) dove il casco c'è, ma che io sappia lo usavano soprattutto in pista:


      Io son nomato Pippo e son poeta
      Or per l'Inferno ce ne andremo a spasso
      Verso un'oscura e dolorosa meta

      *

      Grande Tiranno
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        Re:Topolino 3511
        Risposta #17: Venerdì 10 Mar 2023, 15:44:47
        Pagina 74, prima vignetta, guardate sul bancone: direi che nel Mondo Eclissato non hanno delle grandi norme igieniche  :rotfl:

        Ciao!

        Il Grande Tiranno
        Catturamento Catturamento!

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        Samu
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          Re:Topolino 3511
          Risposta #18: Venerdì 10 Mar 2023, 15:55:19
          Pagina 74, prima vignetta, guardate sul bancone: direi che nel Mondo Eclissato non hanno delle grandi norme igieniche  :rotfl:
          Beh, neanche l'olezzo nauseabondo che si innalza dalla donna eclissata con cui dialoga Clarabella scherza in quanto a mancanza di igiene!  ;D

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            Re:Topolino 3511
            Risposta #19: Venerdì 10 Mar 2023, 16:23:03
            Oggi ho letto la seconda puntata degli Evaporati e devo dire che al momento Enna mi pare abbia fatto un lavoro egregio. Questo futuro ipotetico, con una popolazione in modalità sopravvivenza, in lotta contro un pericolo apparentemente insormontabile mi ha addirittura ricordato  Silent hIll (la nebbia che arriva e il fuggi fuggi generale) oppure gli arroccamenti dei superstiti alla Mad Max (i primi) tutti opere che ho apprezzato. . Scorre bene, non banale, i personaggi (su Topolino mi riservo il giudizio più avanti) e le loro emozioni sono rese benissimo e su questo Cesarello è bravo nele espressioni, nei gesti ..in quaasi tutto. Proprio mentre la leggevo però non ho potuto fare a meno di confermare a me stesso il divario che trovo tra certi particolari dei disegni e certi elementi di sfondo. Mi aiuta a spiegarmi bene il canale Instagram di Topolino perché hanno proprio pubblicato una parte che quando l ho vista ho faticato a capire:


            intendo c'è un espressività di orazio notevole, mi ricorda DeVita (che per me è un compliementone) e poi vedo quei due personaggi a 'triangolo' sullo sfondo e quel oggetto tipo caldaia, quella sagoma di palazzi che mi paiono grezzi. Subito vien da pensare che il disegnatore stia a sua volta lavorando su tavole piccole, come se fosse un lavoro certosino andare a dettagliare certi elementi..lo dico perchè è indubbio che le possibilità sarebbero ben altre. Non so forse mi sto incaponendo io ma fatico un po' a dar un giudizio completamente positivo.

            Purtroppo se continua così prenderò il volume che spero gli dedichino (purtroppo per lo spazio in casa che sta finendo)
            Ecco, Cesarello da quando è tornato, inizialmente non mi faceva impazzire, ma mi è parso migliorato storia dopo storia, ma questo solo per quanto riguarda i personaggi. Sugli sfondi purtroppo continuo a trovare i suoi disegni fin troppo approssimativi, ed è un peccato specie considerando che è ormai palese che tutte le storie "principali" beneficeranno di una ristampa in grande formato che invece di glorificarne i disegni ne evidenzieranno le mancanze (sui Gold posso capire, sono storie nate senza sapere come un giorno sarebbero state ristampate, è naturale disegnarle con in mente la "gabbia Topolino", e lo stesso Le Imperdibili e affini che sono anche più piccoli).
            In ogni caso anche per me giudizio positivo sugli Evaporati fin qui (anche se mi viene lo stesso da chiedermi se basta un anno rinchiusi in casa per far venire a tutti la voglia di vestirsi come se vivessero in Mad Max).

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            Cornelius Coot
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              Re:Topolino 3511
              Risposta #20: Venerdì 10 Mar 2023, 17:53:28
              Zio Paperone e la tartaruga di marmo  (I Cimeli raccontano)
              Mi sorprende un po' vedere lo zione redarguire e consigliare quasi 'amorevolmente' il suo acerrimo rivale, sebbene l'origine di queste situazioni apparentemente 'bizzarre' è stata fatta risalire all'antica amicizia che legava un giovanissmo Scrooge ad Howard Rockerduck, padre di John D. Quest'ultimo pare ancora subire, di base, il fascino della vecchia tuba come quando era piccolo e odiava (ma ammirava) quel giovanotto che sembrava quasi prendere il suo posto nelle attenzioni paterne. A momenti di sarcasmo ne alterna altri di genuino interesse per i racconti del collega che restano una 'scuola di vita' per ogni tycoon che si rispetti. Conosciamo la metropoli atlantica dove sbarcò dalla Scozia, teoricamente New York (come realisticamente appare nell'Esilio dei Van Coot diversi decenni prima), in realtà una Sweetville che ne fa disneyanamente le 'veci', un po' come Paperopoli fa con San Francisco (da notare come le reali metropoli americane siano raramente citate nelle storie di paperi e topi, forse per non creare delle 'incoerenze' geo-narrative).
              Gli Evaporati - Il mondo eclissato   (seconda puntata)
              In questo secondo episodio vengono esaltate certe qualità di Minni e Clarabella e si spera che, anche senza nebbie gialle e codini dello stesso colore, la cosa si ripeta. Il suo essere così particolare fa si che la storia mi sembri più parallela alla linea realistica quotidiana (un po' come X Mickey o la Anderville di MMMM) che facente parte della stessa. In futuro non credo che Topolino e Minni ricorderanno mai questi avvenimenti, in una continuity che non mi convincerebbe. Questi Evaporati sono 'altro' come 'altra' è la Minni dalle bionde code che sembra più il desiderio, da parte di Enna, di creare un nuovo personaggio che di approfondirne uno vecchio. Un mix fra Minni e Uma che però resta ufficialmente la prima (nonostante degli occhi a mandorla e due code bionde la cui origine non è stata spiegata).
              Il Principe delle Sabbie   (quarta puntata)
              Dalle Nebbie Gialle alle Sabbie cromaticamente simili, i personaggi di Topolinia sono gran protagonisti di questo periodo, fra storie 'altre' e, più tradizionalmente, 'in costume'. Tradizionale è in fondo anche la sceneggiatura di questo 'Principe', senza particolari 'squilli' ma basicamente interessante, sia nella raffigurazione di un particolare periodo storico che nella utilizzazione dei vari characters. Non emoziona particolarmente ma neanche annoia: la lettura e la visione delle tavole procedono con un certo interesse.
              Un pentolino... magico
              Insieme ad una Fine al solito enigmatica, mi fanno sorridere alcune esclamazioni ripetute e sottolineate di Paperoga, oltre al suo procedere poco pratico nella ricerca di qualcosa in un pozzo: perché ributtare dentro una serie di oggetti (oltretutto di valore) piuttosto che buttarli fuori, con il rischio di ripescarli?
              Missione Telefono   (Time Machine Mis/Adventures)
              Artibani fa ripassare ai lettori americani alcuni momenti della loro storia (chissà se la conoscono: se fanno come con Gottfredson, ci credo poco). Questa serie non sarebbe neanche male, volendo, ma potrebbe essere migliore se si eliminasse il terzo strato temporale futuristico che fa da prologo ed epilogo. Non ne comprendo l'utilità, se non per far confusione.
              « Ultima modifica: Venerdì 10 Mar 2023, 18:29:16 da Cornelius Coot »

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              Cornelius Coot
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                Re:Topolino 3511
                Risposta #21: Venerdì 10 Mar 2023, 18:19:02
                Da notare che, nella one-page di Faccini (deliziosa nel suo essere così semplice ed al contempo intrisa di simpatia), compare il personaggio di Cipolla, "il bullo del quartiere". Credo che non si vedesse da parecchio sul Topo e mi ha fatto piacere ritrovarlo, nonostante sia un tipo molto indisponente e che in un modo o nell'altro finisce sempre per causare danni a Paperino, anche senza far nulla di pratico (come in questo ciak) ma già solo con la sua presenza!  ;D
                Io ricordavo due bulli del quartiere di Paperino ma ho poi appurato che erano Obice e Malandrino (in 'Paperino e le usanze gentili', storia del 1971). Questo Cipolla dove era già comparso?

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                  Re:Topolino 3511
                  Risposta #22: Venerdì 10 Mar 2023, 19:24:16
                  Da notare che, nella one-page di Faccini (deliziosa nel suo essere così semplice ed al contempo intrisa di simpatia), compare il personaggio di Cipolla, "il bullo del quartiere". Credo che non si vedesse da parecchio sul Topo e mi ha fatto piacere ritrovarlo, nonostante sia un tipo molto indisponente e che in un modo o nell'altro finisce sempre per causare danni a Paperino, anche senza far nulla di pratico (come in questo ciak) ma già solo con la sua presenza!  ;D
                  Io ricordavo due bulli del quartiere di Paperino ma ho poi appurato che erano Obice e Malandrino (in 'Paperino e le usanze gentili', storia del 1971). Questo Cipolla dove era già comparso?
                  Per esempio in Paperino e la magia del teatro.
                  In questa storia (targata Faccini/Freccero, del 2014), Cipolla punzecchia continuamente Paperino cercando di minare il suo auto-controllo e, con il carattere che si ritrova il papero in blusa costui finisce per cadere nella trappola del bulletto del quartiere azzuffandosi con lui e scendendo al suo (basso) livello.
                  Al momento non ricordo se il personaggio di Cipolla sia apparso in altre storie ma secondo me non sarebbe male se venisse coinvolto più spesso nella quotidianità paperopolese.
                  Aggiungerebbe un tocco di pepe in più nelle giornate di Paperino e di divertimento per i lettori che potrebbero così assistere a delle dinamiche vivaci e divertenti tra due personaggi che proprio non si possono soffrire!

                  *

                  Geronimo
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                    Re:Topolino 3511
                    Risposta #23: Venerdì 10 Mar 2023, 19:25:19
                    https://inducks.org/story.php?c=I+TL+2587-1

                    Questa dovrebbe essere la prima apparizione
                    « Ultima modifica: Venerdì 10 Mar 2023, 19:27:12 da Geronimo »
                    Luca Giacalone

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                      Re:Topolino 3511
                      Risposta #24: Venerdì 10 Mar 2023, 19:36:54
                      Da notare che, nella one-page di Faccini (deliziosa nel suo essere così semplice ed al contempo intrisa di simpatia), compare il personaggio di Cipolla, "il bullo del quartiere".
                      Credo che non si vedesse da parecchio sul Topo e mi ha fatto piacere ritrovarlo, nonostante sia un tipo molto indisponente e che in un modo o nell'altro finisce sempre per causare danni a Paperino, anche senza far nulla di pratico (come in questo ciak) ma già solo con la sua presenza!  ;D
                      Prima o poi risalterà fuori anche Timoteo Piccione  :-)

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                        Re:Topolino 3511
                        Risposta #25: Venerdì 10 Mar 2023, 19:45:10
                        Da notare che, nella one-page di Faccini (deliziosa nel suo essere così semplice ed al contempo intrisa di simpatia), compare il personaggio di Cipolla, "il bullo del quartiere".
                        Credo che non si vedesse da parecchio sul Topo e mi ha fatto piacere ritrovarlo, nonostante sia un tipo molto indisponente e che in un modo o nell'altro finisce sempre per causare danni a Paperino, anche senza far nulla di pratico (come in questo ciak) ma già solo con la sua presenza!  ;D
                        Prima o poi risalterà fuori anche Timoteo Piccione  :-)
                        Ci ho pensato anch'io: dopo l'avvenente papera bionda di cui è innamorato Paperoga (Miss "Bon Bon Labelle") e la pur fugace apparizione di Cipolla, ci starebbe benissimo un ritorno di Timoteo Piccione in qualche divertente storia di Enrico Faccini!
                        Non solo per un TopoGulp!  ;;D

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                          Re:Topolino 3511
                          Risposta #26: Venerdì 10 Mar 2023, 19:54:01
                          I bulli che ricordavo io hanno avuto addirittura un topic a loro dedicato (per quanto di pochi post), piuttosto 'vintage' (quasi 20 anni fa)
                          https://www.papersera.net/forum/index.php?topic=7337.0
                          Non bastassero Anacleto e Jones, anche poco fuori dal suo giardino il povero Paperino ha diverse gatte da pelare, fra Obice, Malandrino, Cipolla e i diversi negozianti   ;D
                          « Ultima modifica: Venerdì 10 Mar 2023, 19:57:15 da Cornelius Coot »

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                            Re:Topolino 3511
                            Risposta #27: Sabato 11 Mar 2023, 14:04:52
                            Una piccola nota, se mi consentite.

                            Nella "Minima paperalia", si parla di boccia per pesci. Ma ricordatevi che in molte regioni d'Italia è vietato tenere i pesci d'appartamento nelle bocce, dovendosi invece usare vaschette capienti.

                            Anche in varie nazioni d'Europa è così, quindi, se nelle storie si vorrà dare il buon esempio, e stavolta sensatamente, le bocce per pesci dovranno sparire...

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                              Risposta #28: Martedì 14 Mar 2023, 17:36:14
                              Recensione Topolino 3511


                               Delicatezza e ironia, riflessione e impatto. Potremmo recensire questo albo (partendo dalla bella copertina di Andrea Freccero per i colori di Andrea Cagol) usando questo chiasmo, e non sbaglieremmo: Topolino 3511 riesce ad avere queste caratteristiche nei fumetti pubblicati e prova ad intrecciarle diversamente in ognuna. Tutte storie comunque bilanciate pressoché perfettamente, benché si possa considerare le stesse in una sorta di ordine di importanza.

                               Partiamo da una storia d’impatto e riflessione. Il mondo eclissato rievoca subito alla mente quel mood di sopravvivenza post-apocalittica nel sottosuolo che richiama un’impostazione simile a quella che troviamo in La penultima verità (1964) di Philip K. Dick, o che si riscontra anche nella cinematografia più recente come L’esercito delle 12 scimmie (1995), Il regno del fuoco (2002) o Ember – La città di luce (2008).

                               Non solo sopravvivenza: Bruno Enna riesce a misurare la narrazione che si svolge in tre distinti luoghi e con un sapiente uso del flashback; non si ha mai la sensazione di essere persi, né di non comprendere lo svolgimento della storia.

                               Peraltro, sembra interessante il meccanismo utilizzato nel sottosuolo per contrastare l’avanzare della nebbia e per generare elettricità laddove manca: un meccanismo che, almeno nel concept e nella raffigurazione, pare una via di mezzo tra una gabbia di Faraday e una bobina di Tesla.

                               Anche il finale di puntata si delinea come interessante, rifacendosi ulteriormente alla letteratura fantascientifica (tra cui si può ricordare La nube purpurea, 1901, di Matthew Phipps Shiel) con accenni anche alla mitologia e al folklore (dato che, almeno all’apparenza, quello che si vede può essere ritenuto un luogo ad alta energia).

                               
                              Steampunk e post-apocalissi su Topolino

                               Insomma, se nella prima puntata abbiamo avuto un assaggio di un mondo post-apocalittico “usuale”, qui la narrazione cerca di spingersi più a fondo, a riprendere scenari “di base” per riscoprirli e farli apprezzare ulteriormente.

                               Approntata alla riflessione, ma più delicata, appare anche la storia di Marco Bosco, disegnata da Paolo Mottura, che apre l’albo. Zio Paperone e la tartaruga di marmo, seconda storia della nuova serie I cimeli raccontano, cerca di ricorrere ad un classico espediente narrativo per offrire una sorta di insegnamento (in maniera non molto dissimile da quanto avrebbero fatto Esopo o Fedro).

                               Una storia delle origini di Paperone, che lascia per un attimo da parte la continuity donrosiana e offre spunti molto gradevoli e che intrattengono, e al tempo stesso portano a riflettere. Non la solita avventura “agitata” e chiassosa, ma una vicenda delicata, posata, sia nelle trame che nei disegni di Mottura (estremamente a suo agio nel riprendere i motivi urbani e grafici di inizio Novecento).

                               Una storia, peraltro, che si contraddistingue per particolari che solo un lettore calmo può cogliere appieno, come nel caso dell’indicazione per la residenza del sig. Porter. Mottura pesca anche elementi dei personaggi provenienti dall’animazione classica, come nel caso di uno dei clienti raggiunti dal giovane Paperone (rievocante un design da Silly Simphonies) e del sig. Porter (i cui tratti paiono essere una combinazione di Oswald the Rabbit e Sagebrush Sadie applicati ad un primo Gambadilegno in Steamboat Willie). Nel complesso una storia molto gradevole e che intrattiene bene.

                               
                              Morgana indica la via a Parsifal (Excalibur di John Boorman, 1981)

                               Impatta in maniera ambigua la quarta puntata de Il principe delle sabbie (Alex Bertani e Francesco Vacca/Giuseppe Facciotto). Dopo una buona preparazione della trama (con una certa curiosità circa le vicende dei diversi personaggi), in questa puntata tutto sembra accadere abbastanza di fretta, meglio: di corsa (visto che tutti paiono affrettarsi in ogni situazione).

                               Si vede un generale downgrade delle interazioni tra i villains: se le ultime storie con Macchia Nera (qui in versione bianca) erano riuscite a dargli una nuova dignità, qui sembra che si sia ritornati ai livelli delle precedenti. Un esempio di ciò è la mancata meticolosità di attuare la trappola, lasciando al personaggio di Sgrinfief… il segno che Topolomeo avrebbe dovuto trovare.

                               La valutazione della storia, comunque, si avrà al solto dopo l’ultima puntata. I disegni di Facciotto rimangono comunque superlativi e conferiscono una piccola preziosità alle scene.

                               Enrico Faccini si propone ancora come un compiuto maestro del sorriso in questa nuova storia paperoghesca.

                               Un pentolino… magico! si caratterizza per un’ottima interazione tra i personaggi, per l’assurdità delle situazioni in cui si trovano, per l’ironia che la pervade e per l’ispirazione, non tanto a storie “alla Gastone” (dove la fortuna è onnipresente), ma al mondo extradisneyano, facendo pensare ai cartoons di Michigan J. Frog, la rana canterina delle Merry Melodies, creata da Chuck Jones nel 1955, e che è emblema di situazioni che si verificano solo quando nessuno guarda, o quando toccano ad altri. Insomma, Faccini pesca sempre bene quando lancia la sua rete, e questa storia non fa eccezione.

                               
                              Non si sentiva questa parola dal 1998

                              Ulteriormente riflessiva la storia che chiude questo albo. Missione telefono (Francesco Artibani/Alessandro Pastrovicchio), nuova avventura della serie Time Machine (Mis)adventures, prende in considerazione l’invenzione di Graham Bell, ma le vicende che la caratterizzano ruotano tutt’attorno a ben altro presupposto.

                               Sebbene Paperino pensi che il paradosso temporale sia generato dall’aver preso la lampada a olio, il vero fulcro della storia è ancor più banale, ed è forse rivangato in numerose opere sui viaggi nel tempo come uno degli accorgimenti iniziali per evitare che si venga scoperti o si generino conseguenze di altro tipo.

                               Insomma, una storia carina, ma che sembra solo dare il pretesto per narrare una vicenda e non per descrivere l’importanza dell’invenzione (come nelle precedenti storie si era cercato di fare). I disegni di Pastrovicchio Jr. sembrano comunque molto apprezzabili e ben si adattano sia al contesto narrativo, sia allo svolgimento.

                               In definitiva, l’albo ha sicuramente molti spunti interessanti, che però difficilmente si colgono leggendo solo superficialmente le storie.

                               La delicatezza di alcuni temi e della narrazione, l’impatto che alcune situazioni hanno sul lettore, l’ironia che rimane preponderante in un settimanale umoristico e infine la riflessione che in generale si può generare sono gli ingredienti su cui si può lavorare per alimentare la curiosità di chi legge e fornire ogni settimana qualcosa di nuovo, o quanto meno che possa essere riscoperto.

                               Complessivamente, Topolino 3511 riesce a mantenersi a buoni livelli e segna il passo nella qualità media che finora la testata ha avuto.



                              Voto del recensore: 4/5
                              Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
                              https://www.papersera.net/wp/2023/03/14/topolino-3511/


                              Ora è possibile votare anche le singole storie del fascicolo, non fate mancare il vostro contributo!

                              Archiatra giuridico dell'Ufficio Sinistri.

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                                Re:Topolino 3511
                                Risposta #29: Giovedì 16 Mar 2023, 16:24:13
                                Ricordo che tanti anni fa c'era stato addirittura un parlamentare che si era lamentato pubblicamente che su Topolino era stato scritto che il telefono era stato inventato da Bell e non da Meucci, tanto che alcuni numeri dopo era uscito anche un articolo che rettificava l'affermazione! Vediamo se si sveglia qualcuno anche questa volta...
                                Ho trovato per caso un mio vecchio messaggio di sei anni fa, e... niente, si dicono sempre le stesse cose! :rolleye:

                                Non ricordavo questo precedente, comunque!
                                Io son nomato Pippo e son poeta
                                Or per l'Inferno ce ne andremo a spasso
                                Verso un'oscura e dolorosa meta

                                 

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