https://inducks.org/story.php?c=I+TL+2260-4Gustosissima questa storia scritta da Sarda, la cui prima pubblicazione sulle pagine di
Topolino risale quasi a venticinque anni fa.
Il racconto comincia con la visita di Pippo a casa del suo amico di sempre: negli occhi e nell'atteggiamento del pippide si legge tutta una frenesia e una preoccupazione che Topolino cerca subito di comprendere.
Poiché si è dimenticato che quel giorno sarebbe arrivato in città il suo cugino campagnolo, Gionata Pipp, e dato che deve necessariamente assentarsi per qualche giorno da Topolinia, teme di scontentare il parente venuto da fuori appunto per fargli visita.
Il Topo dalle grandi orecchie si mostra come sempre un vero amico nei suoi confronti e, senza che Pippo aggiunga altro, si offre volontariamente di andare a prendere il cugino Gionata alla stazione e di fare gli "onori di casa" al posto suo.
Prima di lasciarsi, però, Pippo sembra ammonirlo da lontano riguardo ad una caratteristica del parente cui deve prestare attenzione ma il rumore di uno stereo ad alto volume gli impedisce di cogliere le parole del suo più caro amico.
Una volta incontrato Gionata, a Topolino ne succedono di tutti i colori: gli pneumatici della 113 a terra, la chiave di casa che si spezza nella toppa, una graziosa statuetta di cristallo che teneva come ornamento casalingo che si infrange al suolo, la sua squadra di calcio del cuore che perde (dopo tre anni di imbattibilità) tra le mura amiche proprio quando si è recato allo stadio ad assistere alla gara insieme a Gionata...
Questa serie di eventi sfavorevoli porta Topolino a credere che il cugino di Pippo sia un grandissimo portajella e la storia regala momenti davvero divertenti e gustosi nel seguire il comportamento del Topo dalle grandi orecchie nel tentativo di arginare quella "calamità naturale di attirasfortune" che crede sia seriamente rappresentata dal pippide.
Diverse sono le scene che mi hanno fatto ridere leggendo questo racconto: lo starnuto che sconvolge Pippo; il pensiero che - per la prima volta - frulla in testa a Topolino riguardo alla sua convinzione che Gionata sia il "più incredibile portajella sulla faccia della Terra"; il suo immaginare la casa avvolta dalle fiamme se solo decide di accogliere il volere del pippide di mettersi ai fornelli di casa sua; la rapidità con cui, di prima mattina, gli chiude la bocca con un toast imburrato per evitare che gli attiri qualche altra sfortuna...
Una storia che ritengo sia una vera chicca di umorismo, allegria e divertimento, che non manca di strappare sorrisi ed anche delle sane risate grazie ad una sceneggiatura fluida e briosa di Bruno Sarda, perfettamente aiutato nell'impartire il tono scanzonato e vivace della vicenda dai disegni di Andrea Ferraris.
Il comparto grafico dell'artista genovese, con l'espressività che ha saputo infondere ai suoi personaggi (a Topolino in primo luogo ma anche a Pippo, nelle prime scene della storia), ha contribuito alla piacevolezza e al gusto che ho provato nell'addentrarmi tra le pagine di questo racconto di stampo urbano, intriso di simpatia e buonumore e delizioso per la sua vivacità, la sua freschezza e per le risate che regala a chi legge.