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Topolino 3572

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di Guglielmo Nocera

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Topolino 3573

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    Re:Topolino 3573
    Risposta #30: Mercoledì 22 Mag 2024, 10:10:43
    Questo numero ha due indubbi pregi per me:

    Il primo son le tavole di Mottura che adoro (è pure un ciclista per fortuna e infatti ha disegnato storie di ciclismo in maniera eccezionale), lo metto 'dietro' anche se di poco e anche se 'dipende' solo a Celoni (probabilmente per la sua vena dark). Sicuramente è sul podio
    La storia l ho scritto nel topic del numero precedente anche se l avevo già completata mi è davvero piaciuta e (anche questo lo lascio scritto pure qui) trovo quell holmes e watson simili nel bene a quelli dei film di ritchie che ho molto apprezzato.

    La storia di rockerduck non mi ha tanto fatto soffermare sul discorso bombetta che ammetto mi lascia piuttosto indifferente..ma è riuscita a farmi stare dalla pare di rockerduck dalla prima all ultima vignetta trovando quel paperone quasi antipatico nella sua tipica ricerca di sopraffazione dell avversario. Ho trovato preferibile il cliché in cui l affare lo inventa paperone e rockerduck agisce da sabotatore piuttosto che il cannibalismo di questo paperone. De gustibus. Le diattribe affaristiche dei due difficilmente negli anni le ho trovate memorabili
    Grazie Babbo anche per quella volta nel 1980 in cui sei tornato a casa con un Topolino in mano chiedendomi se mi andava di leggerlo...non ho più smesso.

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      Re:Topolino 3573
      Risposta #31: Mercoledì 22 Mag 2024, 15:35:45
      Ma a questo punto deve parodiarli proprio tutti, i casi, non limitarsi ai soliti 3-4 famosi.

      dubito possano farne 60  :D
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        Re:Topolino 3573
        Risposta #32: Mercoledì 22 Mag 2024, 16:29:01
        Ho trovato preferibile il cliché in cui l affare lo inventa paperone e rockerduck agisce da sabotatore piuttosto che il cannibalismo di questo paperone. De gustibus. Le diattribe affaristiche dei due difficilmente negli anni le ho trovate memorabili
        Sono d'accordo riguardo l'esagerata dominazione di Paperone non solo su Rockerduck ma in generale su tutto il 'tycoonato' paperopolese. Un conto è una città in forte espansione dove un certo monopolio ci può stare; un altro è una metropoli vastissima dove anche altri miliardari (fra cui Rockerduck) possono e devono vincere ed espandersi, come in fondo sembrerebbe a vedere e sentire i soci del Club. Almeno alcune sfide di Paperone con i suoi colleghi dovrebbero essere 'coerenti' con il panorama economico-finanziario che Paperopoli ci presenta e dunque perdenti per lo ziastro.

        Riguardo le diatribe ZP-RK molte sono state memorabili, almeno a mia memoria sicuramente influenzata dall'età: quelle che ricordo meglio e che più mi hanno appassionato sono, non a caso, degli anni '70: il Tunnel sotto la Manica, il Drakkar Volante, il Ritmo di Teguciaccià, la Battaglia monumentale, il Deposito piramidale, il Cibo degli Dei, la Moneta del Capitano, l'Operazione Galeone, il Tunnel della Cuccagna, il Traguardo difficle, il Tesoro di Tecumseh, gli Iceberg volanti, la Raffineria galleggiante.... tutti soggetti indimenticabili di Martina, Scarpa, Marconi, Barosso, Cimino, Pezzin, Pavese...
        « Ultima modifica: Mercoledì 22 Mag 2024, 16:45:19 da Cornelius »

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          Re:Topolino 3573
          Risposta #33: Giovedì 30 Mag 2024, 13:11:15
          A me sembra che il problema con Rockerduck sia questo aver accentuato troppo il suo essere nemesi di Paperone. È semplicemente un miliardario come tanti, forse il secondo più ricco di Paperopoli, ma non vive mica in funzione del suo eterno conflitto con lo Zione. Questa storia è forse un'esasperazione di questo atteggiamento macchiettistico, ma me la sono goduta come un unicum abbastanza divertente, sceneggiato e dialogato in maniera molto piacevole. La bombetta, ad esempio, credo debba rimanere una gag di cui Rockerduck personaggio è inconsapevole, e che può essere sottolineata e portata così all'estremo solo quando diventa uno spunto per lo sviluppo di una vicenda come questa. Insomma, un piccolo squarcio quasi metanarrativo: nelle altre riempitive generiche non sopporterei neanche un "Lusky, portami la bombetta", figuriamoci un John D. che si rode solo il fegato e non si comporta da miliardario ma da maschera di antagonista senza profondità.
          I disegni di Intini hanno sempre qualcosa che non me li fa apprezzare del tutto. Riconosco però la grande espressività che riesce a donare ai personaggi.

          Pippo Holmes è un'ulteriore dimostrazione della capacità narrativa di Bruno Enna, che riesce in una sessantina di tavole sia a raccontare una giallo avvincente adattando una non facile opera di Arthur Conan Doyle, sia a pennellare atmosfere e situazioni utili al proseguimento di questa serie, che auspico davvero.
          I disegni di un Mottura più plastico che mai impreziosiscono la vicenda: solo l'analessi del secondo episodio non mi ha tanto convinto, vuoi per la grafia delle didascalie, vuoi per la poca differenziazione grafica tra l'imbonitore e il colpevole.

          Molto carine le due brevi. L'accoppiata (assai vincente) fra Vito e Rota restituisce sempre un po' di classicità paperinesca, piacevole e profonda. La vicenda di Millicent e Paperino Paperotto è un'ottima riempitiva, davvero ben scritta e altrettanto bene disegnata.
          Anche la finale dedicata alla mitologia è, seppur senza eccezionali trovate narrative, più ispirata del precedente episodio. Saranno forse anche i disegni leggeri e un'ottima colorazione, forse il pezzo forte della storia.

          Un ottimo numero, è davvero soddisfacente trovare ogni settimana, pur con alti e bassi, una qualità e un'attenzione costanti.

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            Topolino 3573
            Risposta #34: Giovedì 20 Giu 2024, 17:35:38
            Recensione Topolino 3573




             La divertente copertina realizzata da Francesco D’Ippolito per Topolino 3573 è dedicata alla storia d’apertura, ovvero Zio Paperone, Rockerduck e il bombetta business (Badino/Intini). Si tratta di una vicenda surreale, che estremizza ai massimi la gag, ricorrente e ormai abusata, di Rockerduck che mangia la propria bombetta a causa delle proprie sconfitte economiche.

             La sceneggiatura si caratterizza come ricca di parole ricercate e dialoghi spiritosi per lanciare il nuovo, improbabile business che travolge i paperopolesi, giocando sul significato psicologico che c’è dietro. Mangiare una bombetta come simbolo di rivalsa e di futura rivincita diventa così un rito collettivo, oltre che una iniziativa di successo. Lo spunto, per quanto assurdo, si rivela più profondo del previsto, riscattato dai disegni di Intini. Senza la sua matita, la storia sarebbe un’altra cosa. Il disegnatore veneto imprime ai personaggi espressioni cariche, multiformi, decisive, sempre assolutamente capaci di colpire il lettore.

             
            Una lezione da tenere sempre a mente

             A seguire, troviamo la seconda parte di Pippo Holmes in: una salsa in rosso, nella quale viene sciolto il mistero lasciato in sospeso la settimana scorsa. Bruno Enna confeziona una parodia del romanzo di Doyle che rispetta nella struttura l’originale, sapendosi però prendere le necessarie libertà. In particolare, è molto apprezzato il flashback pittorico che, come nel romanzo, diventa un racconto nel racconto (una tecnica usata anche altre volte dallo scrittore inglese per i gialli di Holmes). La risoluzione della vicenda, basata su un equivoco, risulta forse un poco dissonante, ma la brillantezza dei dialoghi e dei tormentoni risulta molto piacevole.

             Anche in questo caso, i disegni di Paolo Mottura amplificano la portata del racconto. Inquadrature tridimensionali, sfondi dettagliati, tecniche inconsuete, vignette dai bordi caratteristici e colori speciali di Emanuele Virzì rendono la vicenda riuscita, e siamo curiosi per i prossimi sviluppi.

             
            Stampe ottocentesche e sfumature impressioniste

             La prima amaca è una nuova storia della serie Pianeta Paperino, nella quale Vito Stabile ci racconta i retroscena di alcuni tratti o oggetti caratteristici del personaggio. In questo caso, l’amaca diventa terreno di scontro e di incontro tra Gastone, Paperoga e Archimede, mostrandoci sequenze piuttosto esilaranti (tra cui la bottega sartoriale “Il papero a modino”). I disegni di Marco Rota coadiuvato dal figlio Stefano risultano sicuramente vintage, ma non sappiamo se sia un complimento.

             Davide Aicardi e Giulia La Torre ci portano invece nello spensierato periodo dell’infanzia, in cui ogni occasione risulta vincente per lasciarsi trasportare nel mondo dell’immaginazione e sognare con gli occhi aperti. Quello che conta ne L’invasione aliena, storia parte della serie Paperino Paperotto – Un magico mondo alla fattoria, è il gioco con il lettore, che deve ritornare indietro nel tempo e tornare ad immaginare. Si tratta di un esercizio non banale e che sicuramente risulta uno strumento potente. A me ha ricordato anche una canzone di Caparezza, La chiave, e in particolare questa citazione:

             “Chi dice che il mondo è meraviglioso
            Non ha visto quello che ti stai creando per restarci


             Si tratta in fondo di un tratto distintivo delle storie del personaggio fin dai suoi albori, ed è un vero piacere ritrovarlo.

             
            Sognare a occhi aperti, tutti i giorni…

             Il numero si chiude con La grande mitologia Papera – Il volo di Archidedalo, in cui Luca Barbieri si ricollega al filo di Paperarianna e, grazie ai disegni di Giampaolo Soldati, ci illustra il mito di Dedalo e di Icaro, con gli inevitabili alleggerimenti del caso. Barbieri lega parecchi fatti, giochi olimpici inclusi, e presenta la storia come un reportage giornalistico, dando un taglio cronachistico agli eventi. Molto belle alcune splash-page di Soldati, valorizzate dai colori di Annalisa Ferrari dell’Arancia Studio.

             Oltre alla consueta autoconclusiva dedicata a Battista, scritta da Roberto Gagnor e Simone Tempia e disegnata da Carlo Limido, il numero presenta la rubrica su come disegnare i personaggi con il Gastone di Stefano Zanchi (il volto e il primo piano) e un articolo sugli edifici dalle forme architettoniche inconsuete.

             Molto interessante anche la rubrica “La parola della settimana“, curata da Marco Dixit e che prende avvio in questo numero. Da sempre uno dei cavalli di battaglia del libretto è la scelta di un linguaggio curato e non banale, e apprezziamo come si voglia mantenere questo approccio.

             Prosegue, infine, il reportage sui castelli nel mondo con la continuazione del gadget dedicato al Castello delle Tre Torri di Paperinik allegato al settimanale. Viene mostrato anche il meraviglioso castello di Neuschwanstein, realizzato dal re di Baviera Ludwig II, lui sí uno dei grandi sognatori a occhi aperti, capace di costruire un mondo fatato grazie a incredibili e sognanti palazzi. Su questo tema, ne approffito per consigliare il film di Luchino Visconti, augurandovi che proprio il sogno a occhi aperti possa guidarvi il più possibile.



            Voto del recensore: 3/5
            Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
            https://www.papersera.net/wp/2024/06/20/topolino-3573/

             

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