Recensione Topolino 3573 La divertente copertina realizzata da
Francesco D’Ippolito per
Topolino 3573 è dedicata alla storia d’apertura, ovvero
Zio Paperone, Rockerduck e il bombetta business (Badino/Intini).
Si tratta di una vicenda surreale, che estremizza ai massimi la gag, ricorrente e ormai abusata, di Rockerduck che mangia la propria bombetta a causa delle proprie sconfitte economiche.
La sceneggiatura si caratterizza come ricca di parole ricercate e dialoghi spiritosi per lanciare il nuovo, improbabile
business che travolge i paperopolesi, giocando sul significato psicologico che c’è dietro.
Mangiare una bombetta come simbolo di rivalsa e di futura rivincita diventa così un rito collettivo, oltre che una iniziativa di successo. Lo spunto, per quanto assurdo, si rivela più profondo del previsto, riscattato dai disegni di Intini. Senza la sua matita, la storia sarebbe un’altra cosa. Il disegnatore veneto imprime ai personaggi espressioni cariche, multiformi, decisive, sempre assolutamente capaci di colpire il lettore.
Una lezione da tenere sempre a mente
A seguire, troviamo la seconda parte di
Pippo Holmes in: una salsa in rosso, nella quale viene sciolto il mistero lasciato in sospeso la settimana scorsa.
Bruno Enna confeziona una parodia del
romanzo di Doyle che rispetta nella struttura l’originale, sapendosi però prendere le necessarie libertà. In particolare,
è molto apprezzato il flashback pittorico che, come nel romanzo, diventa un racconto nel racconto (una tecnica usata anche altre volte dallo scrittore inglese per i gialli di Holmes). La risoluzione della vicenda, basata su un equivoco, risulta forse un poco dissonante, ma la brillantezza dei dialoghi e dei tormentoni risulta molto piacevole.
Anche in questo caso,
i disegni di Paolo Mottura amplificano la portata del racconto. Inquadrature tridimensionali, sfondi dettagliati, tecniche inconsuete, vignette dai bordi caratteristici e colori speciali di Emanuele Virzì rendono la vicenda riuscita, e siamo curiosi per i prossimi sviluppi.
Stampe ottocentesche e sfumature impressioniste
La prima amaca è una nuova storia della serie
Pianeta Paperino, nella quale
Vito Stabile ci racconta i retroscena di alcuni tratti o oggetti caratteristici del personaggio. In questo caso,
l’amaca diventa terreno di scontro e di incontro tra Gastone, Paperoga e Archimede, mostrandoci sequenze piuttosto esilaranti (tra cui la bottega sartoriale “Il papero a modino”). I disegni di
Marco Rota coadiuvato dal figlio Stefano risultano sicuramente
vintage, ma non sappiamo se sia un complimento.
Davide Aicardi e
Giulia La Torre ci portano invece nello spensierato periodo dell’infanzia, in cui
ogni occasione risulta vincente per lasciarsi trasportare nel mondo dell’immaginazione e sognare con gli occhi aperti. Quello che conta ne
L’invasione aliena, storia parte della serie
Paperino Paperotto – Un magico mondo alla fattoria, è il gioco con il lettore, che deve ritornare indietro nel tempo e tornare ad immaginare. Si tratta di un esercizio non banale e che sicuramente risulta uno strumento potente. A me ha ricordato anche una canzone di Caparezza,
La chiave, e in particolare questa citazione:
“
Chi dice che il mondo è meraviglioso
Non ha visto quello che ti stai creando per restarci“
Si tratta in fondo di un tratto distintivo delle storie del personaggio fin
dai suoi albori, ed è un vero piacere ritrovarlo.
Sognare a occhi aperti, tutti i giorni…
Il numero si chiude con
La grande mitologia Papera – Il volo di Archidedalo, in cui
Luca Barbieri si ricollega al
filo di Paperarianna e, grazie ai disegni di
Giampaolo Soldati, ci illustra il mito di Dedalo e di Icaro, con gli inevitabili alleggerimenti del caso.
Barbieri lega parecchi fatti, giochi olimpici inclusi, e presenta la storia come un reportage giornalistico, dando un taglio cronachistico agli eventi. Molto belle alcune
splash-page di Soldati, valorizzate dai colori di Annalisa Ferrari dell’Arancia Studio.
Oltre alla consueta autoconclusiva dedicata a Battista, scritta da
Roberto Gagnor e
Simone Tempia e disegnata da
Carlo Limido, il numero presenta
la rubrica su come disegnare i personaggi con il Gastone di Stefano Zanchi (il volto e il primo piano) e un articolo sugli edifici dalle forme architettoniche inconsuete.
Molto interessante anche la rubrica “
La parola della settimana“, curata da
Marco Dixit e che prende avvio in questo numero. Da sempre uno dei cavalli di battaglia del libretto è
la scelta di un linguaggio curato e non banale, e apprezziamo come si voglia mantenere questo approccio.
Prosegue, infine, il
reportage sui castelli nel mondo con la continuazione del
gadget dedicato al Castello delle Tre Torri di Paperinik allegato al settimanale. Viene mostrato anche il meraviglioso castello di
Neuschwanstein, realizzato dal re di Baviera
Ludwig II,
lui sí uno dei grandi sognatori a occhi aperti, capace di costruire un mondo fatato grazie a incredibili e sognanti palazzi. Su questo tema, ne approffito per consigliare il
film di Luchino Visconti, augurandovi che proprio il sogno a occhi aperti possa guidarvi il più possibile.
Voto del recensore:
3/5Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
https://www.papersera.net/wp/2024/06/20/topolino-3573/