Sono d'accordo sul fatto che fare paragoni tra Casty, Scarpa, Gottfredson eccetera sia sterile e personalmente non ne vedo l'utilità.
Non ci sarebbe stato lo Scarpa che conosciamo senza Goffredson, e non ci sarebbe stato il Casty che conosciamo senza Scarpa. I paragoni non sono sterili, ma servono a capire meglio quanto l'uno abbia influenzato l'altro e quanto l'uno si sia reso indipendente dalle influenze dell'altro. Scarpa inizialmente era un clone di Walsh/Gottfredson, ma nel giro di pochi anni ha trovato la sua dimensione, per poi distaccarsene del tutto. Casty per molti anni è stato, più che un clone di Scarpa, uno "Scarpa minore", ma ritengo che con la Spectralia se ne sia infine distaccato, cosa che auspicavo già 3 anni fa quando ho scritto il mio libro sugli autori disneyani.
Forse è vero, come ritiene apatico, che lo Scarpa '56-'62 sia ancora migliore di Casty, ma la Spectralia rappresenta un punto di svolta probabilmente decisivo nella carriera di questo autore, il migliore oggi in circolazione - il che non mi sembra poco.
Il discorso che fai tu è condivisibile ed è vero che Scarpa sia stato influenzato nel suo registro narrativo, stilistico, grafico ed anche interpretativo dalla lettura dei classici di Floyd Gottfredson (restando nell'ambito prettamente topolinese) e dei collaboratori del Maestro dello Utah.
A sua volta, Casty, ha dapprima amato in veste di lettore i classici gottfredsoniani e quelli scarpiani per poi assorbirne il loro meraviglioso talento e farlo rivivere, a suo modo e con la sensibilità autoriale che gli è propria, nelle storie che ha firmato nel corso della sua collaborazione disneyana che vige a tutt'oggi.
Non è questo il discorso sterile cui mi riferisco.
Ciò che considero abbastanza privo di utilità, in riferimento allo spunto che hai lanciato come input qualche post addietro e che ho ripreso in risposta al commento di Apatico, è il fatto di provare ad accostare la Spectralia ad una categoria di qualità assimilabile al periodo ambarabaciccicoccò della produzione di Gottfredson o al periodo della produzione scarpiana tal dei tali.
Molto sinceramente, non capisco a che cosa possa giovare il tentativo di rimandare la qualità di una storia moderna al classico x di fattura statunitense o al racconto evergreen del Maestro di Cannaregio.
Di meraviglie questi tre autori (e non certo solo loro) ce ne hanno date tante nel corso del tempo e spero Casty abbia modo di regalarcene ancora tante nell'avvenire.
Ma di paragonare la sua ultima storia, per un discorso di standard qualitativo, a questo o a quel racconto nato dalla matita e dalla penna degli autori da cui è rimasto evidentemente influenzato (e meno male, aggiungo io, perché ha dimostrato di avere assorbito e reinterpretato alla grande la natura di Topolino, degli altri personaggi che gravitano attorno a lui e in generale nella capacità di creare trame intriganti, dotate di un ottimo ritmo e di una squisita verve umoristica) a me non passa neppure per l'anticamera del cervello!
Poi, dico, è normale che ognuno veda le cose al proprio modo e che possa fruire della lettura di una storia con la sensibilità che gli appartiene e con le riflessioni più libere e spontanee che gli venga in mente di elaborare.
E se ciò lo conduce - come nel tuo caso, Fantasio - ad effettuare delle comparazioni tra, appunto, l'ultima fatica castyana in ordine temporale con, che so, la storia d'esordio di Macchia Nera oppure la Dimensione Delta, faccia pure!
Ripeto, io non vedo l'utilità di questo tipo di riflessione comparativa ma di certo non condanno il tuo modo di pensare.
Non lo condivido, ma rimane la tua libera maniera di rapportarti alla "Spectralia" in riferimento ai classici americani e italiani summenzionati.