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Topolino 3576

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di Fabrizio Fidecaro

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Paperino e l'Ombroso
Paperino e la Banda del Lupo
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I Bassotti e la missione a rovescio

Topolino 3576

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fab4mas
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PolliceSu

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    Re:Topolino 3576
    Risposta #15: Martedì 11 Giu 2024, 11:26:20
    prosegue il pessimo rapporto con le poste da un po' di tempo a  questa parte e purtroppo solo poco fa ho potuto finire questo gioiellino. Magari mi sbaglio ma questo 2024 per i miei personalissimi gusti mi sembra il miglior anno della gestione Bertani. La qualità mi pare si sia alzata o almeno si sono alzati i miei voti, storie davvero memorabili etc etc. Speriamo continui così.

    Il numero l ho già scritto, per me è un gioiello. Ci sono perle sparse ovunque nelle storie, l unica che no regge il confronto è quella dei bassotti...ma solo per il livello delle altre tre.

    Se dovessi buttar giù una classifica forse metterei per prima quella di Faraci e Faccini perché su quella che può sembrare una base semplice costruisce qualcosa che ti fa divorare la storia ma ti fa fermare a guardar ogni vignetta magari con un occhio a quella prima visto quanto sono intrecciate. Già Faccini è Faccini ma Faraci qui gli serve una storia che lo eleva all'ennesima potenza.

    La storia di Nucci è notevole, è sicuramente il Nucci che preferisco quello Ombroso, non succedono molte cose...ma l atmosfera è cupa al punto giusto, tutto è reso perfettamente e se devo trovar u punto debole aimè lo trovo in alcune (poche) vignette del maestro Cavazzano che non reggono il confronto magari con la vignetta accanto. Da lui si pretende sempre il massimo forse ma è da un po' che lo trovo un filo più discontinuo nel livello pur rimanendo uno dei migliori.

    La storie disegnata da Pastrovicchio l ho anch'essa davvero goduta, le tavole d azione sono stupende, esagerate come le storie di un tempo (ho sorriso come ancora oggi sorrido quando guardo il vecchio cartone della roulotte con paperino che rimane attaccato al telefono mentre la roulotte percorre un tornante). Rende l atmosfera rimanendo semplice nello svolgimento.

    Nota finale: Bellissima la copertina sia nell idea che nella realizzazione.
    Grazie Babbo anche per quella volta nel 1980 in cui sei tornato a casa con un Topolino in mano chiedendomi se mi andava di leggerlo...non ho più smesso.

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      Re:Topolino 3576
      Risposta #16: Martedì 11 Giu 2024, 12:39:01
      il riferimento / ispirazione al racconto del colombre di buzzati è andato completamente ignorato nel libretto... dimenticanza? o cosa voluta?

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        Re:Topolino 3576
        Risposta #17: Martedì 11 Giu 2024, 14:45:13
        il riferimento / ispirazione al racconto del colombre di buzzati è andato completamente ignorato nel libretto... dimenticanza? o cosa voluta?
        Considerando che nello stesso numero si attribuisce a Martina il disegno della prima storia con Paperinik, temo si tratti di banale ignoranza e scarsa comunicazione fra redazione ed autori.
        "I social danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora hanno lo stesso diritto di parola dei premi Nobel"

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          Topolino 3576
          Risposta #18: Venerdì 5 Lug 2024, 14:49:56
          Recensione Topolino 3576


           “Grandi sono le soddisfazioni di una vita laboriosa, agiata e tranquilla, ma ancora più grande è l’attrazione dell’abisso”. Chissà se, al di là delle apparenze, vale anche per Paperino…

           Al riguardo prova a indagare Marco Nucci. Lo sceneggiatore emiliano, che non ha mai nascosto la passione per Dino Buzzati, omaggia Il colombre, probabilmente il più celebre tra i suoi racconti brevi (da cui è tratta la citazione sopra riportata), con un rifacimento in salsa Disney, che apre Topolino 3576, quasi interamente dedicato al novantesimo compleanno di Donald Duck.

           In Paperino e l’ombroso, Nucci ci riporta indietro a quando Donald era un giovane marinaio con il ciuffo sbarazzino, carico di speranze e buona volontà. Lo incontriamo in una notte di foschia, con il vento che gli fa volare via il berretto. Mentre il copricapo si allontana tra le onde, dalle profondità dell’oceano emerge un gigantesco mostro marino, che fissa il nostro per un attimo e scompare. È la maledizione dell’ombroso, un essere leggendario e minaccioso che solo lui riesce a vedere: per salvarsi, Paperino, novello Stefano Roi, dovrà restare lontano da qualsiasi specchio d’acqua.

           
          E guardo le onde da un oblò…[/size][/i]

           L’autore adatta bene il testo dell’opera di riferimento all’universo paperopolese e cerca di ricrearne, per quanto possibile, i toni fantastici e inquieti. A tale scopo s’indirizza anche il lavoro di Giorgio Cavazzano, che lo coadiuva ai disegni. Il Maestro veneziano può non convincere appieno in qualche volto, ma è sempre capace di regalarci magnifici tratteggi dei suoi, ben valorizzati dalla colorazione di Gaetano Gabriele D’Aprile.

           La storia è ambientata nel passato, alla vigilia del Natale sul Monte Orso, ma nello scorrerne le pagine sembra quasi di essere trasportati in un’atmosfera onirica, fuori dal tempo. Quello cui assistiamo, in realtà, potrebbe essere un sogno dalle tinte vagamente horror, volto a farci immergere in alcuni aspetti della complessa psicologia del protagonista. Il risultato è valido e conferma che, se ben sviluppate, le tematiche più “serie” e introspettive hanno un indubbio fascino: l’importante è che non se ne abusi, trascurando e penalizzando il lato “comico”.

           
          Come in un cartone animato![/size][/i]

           Ciò non accade in Paperino e la banda del Lupo, con la quale gli affiatatissimi Francesco Artibani e Lorenzo Pastrovicchio chiudono la loro “trilogia classica”. In una storia godibile e filologicamente rispettosa sono numerosi i punti da rimarcare, che fanno tanto, piacevolmente, anni Trenta: le pagine “invecchiate” ad arte, la colorazione vintage di Andrea Stracchi, le tante gag, i nipotini ancora discoli e indifferenziati che si completano le frasi a vicenda. E poi il ritorno di Setter e Musone, ma anche del temibile e infido villain che ha spazio già nel titolo.

           Il Pastro è libero di sbizzarrirsi nel dipingere da par suo scene dal ritmo frenetico, dando al lettore l’impressione di trovarsi all’interno di un cartone animato d’epoca (cominciato, ovviamente, dopo la sigla con l’iconico primo piano ripreso da Andrea Freccero per la copertina). Un lavoro convincente, tra Gottfredson, Osborne e Taliaferro, ma con un tocco d’autore originale, nobilitato, inoltre, da un finale azzeccato, di quelli che ti lasciano con il buonumore addosso.

           
          Riferimento autobiografico?[/size][/i]

           A proposito di buonumore, seguono venti tavole di puro spasso, quelle di Tutti i lavori di Paperino. Qui, dopo una bizzarra premessa, un ispirato Tito Faraci ci mostra, in una serie di vignette intrecciate mirabilmente tra loro, novanta (più o meno) improbabili professioni svolte da Donald: dal giardiniere al palombaro, dal commerciante di cristalli allo spostatore di massi dagli argini di un fiume (!). Fondamentale, come sempre, l’apporto di Enrico Faccini, che dona ai personaggi un’irresistibile espressività, tale da strappare diverse risate di gusto.

           Chiude il libretto I Bassotti e la missione a rovescio. Con la professionalità e la cura dei dettagli che lo contraddistinguono, Alessandro Sisti confeziona una “storia su commissione” ben più gradevole della media. L’avvio è incentrato su Paperone e i tre nipoti “adulti”, Paperoga, Gastone e Paperino, tutti perfettamente caratterizzati (gli ultimi due rinnovano persino la propria rivalità, ultimamente quanto mai annacquata, con una breve scazzottata!). L’attenzione si sposta poi sui Bassotti e sulla loro missione banditesca nello “spazio”. Ad accoglierli alla base, nelle vesti d’istruttore, è l’esperto astronauta Luke Papertano (alias Luca Parmitano, vecchio amico di Topolino, cui sono dedicate ben otto pagine d’intervista). Da qui si dipana una trama divertente e movimentata, nella quale non tutto è come sembra, ben raffigurata da Andrea Malgeri, che ci dona, fra l’altro, alcuni primi piani molto incisivi.

           
           Detto che, in occasione di Etna Comics, è stata prodotta un’edizione variant del numero con la cover di Marco Gervasio, va segnalato come, nell’ambito di un’uscita che intende onorare Donald, in cui le storie ne illustrano con efficacia vari lati del carattere, sia un peccato che l’articolo introduttivo a corredo contenga alcune evidenti imprecisioni. Da questo punto di vista si sarebbe potuto fare di più e di meglio per festeggiare in modo degno il papero più amato del mondo. Il quale, comunque, impegnato com’è a ronfare beato su una poltrona (vedi statuetta progettata da Emmanuele Baccinelli, distribuita in possibile abbinamento), non dà certo l’idea di essersela presa…



          Voto del recensore: 3.5/5
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          https://www.papersera.net/wp/2024/07/05/topolino-3576/


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