Recensione Topolino 3581 Le strabilianti imprese di Fantomius arrivano a una svolta. Nelle due parti di
Ombre del passato,
la saga incrocia direttamente Paperbridge, ossia lo
spin-off sulla giovinezza del protagonista, arricchendosi così di nuovi contenuti, che potrebbero
dare il la a evoluzioni di rilievo.
Quello che apre
Topolino 3581, introdotto (oltre che dalla copertina di
Ivan Bigarella) da due pagine di testi a cura di
Marco Nucci, è un
episodio importante, tra i più coinvolgenti della serie, denso com’è di sorprese e rivelazioni. La narrazione si riallaccia all’avventura precedente,
Fantomius torna a colpire (uscita lo scorso 4 ottobre), partendo giusto all’indomani del furto di una batteria perpetua all’Esposizione Universale della Tecnologia, allorché il Ladro Gentiluomo era stato beffato da un misterioso antagonista.
Agendo sempre in stretta
continuity,
Marco Gervasio ci fa ritrovare, a distanza di anni, i ragazzi del college inglese, divenuti ormai adulti. Tommy, Belle, Bill Bull, Arty, Roger e, ovviamente, Beth: i volti più familiari ci sono tutti, e dei principali è tratteggiata in breve la vita post-universitaria. Alcuni hanno seguito un percorso in fondo lineare, altri hanno intrapreso carriere difficilmente prevedibili o persino formalizzato tra loro legami sulla carta indissolubili.
Sguardi che dicono più di mille parole…
Assistere agli
incontri tra “Quacky” e i vecchi amici (Beth e Tommy su tutti) emoziona,
la conoscenza di questi ultimi con Dolly e Copernico è fonte d’interesse, ma il trentaseiesimo capitolo del lungo romanzo di Fantomius non si limita a tali aspetti. Come da tradizione, non manca un furto, per il quale è accusato il predecessore di Paperinik, che dovrà scagionarsi, spinto da
motivazioni ben più intime del consueto. E qui avremo delle
suggestive tavole in stile noir, tra pioggia battente, impermeabili alla Bogart, palazzoni oscuri e rumori inquietanti.
Sarebbe un peccato scendere troppo nei dettagli, rovinando la lettura a chi non vi si fosse ancora dedicato. Di sicuro, si tratta di una delle avventure di Fantomius più riuscite, ben congegnata, sceneggiata e disegnata, con la particolare colorazione di
Irene Fornari (supervisionata dall’autore) a darle lustro.
Se da un lato la storia potrebbe aver messo con sensibilità un punto a determinate situazioni rimaste in sospeso (specie a livello sentimentale),
dall’altro genera al riguardo
ulteriore curiosità e si presta ad approfondimenti, certo tutt’altro che semplici da delineare, tenendo conto anche dei ben noti paletti disneyani. Vedremo su quale sentiero Gervasio deciderà di indirizzarsi, e anche in che modo gestirà gli accadimenti paperopolesi del futuro nell’eventuale prosecuzione di
Paperbridge. Intanto, in ogni caso,
è tangibile la sensazione che Ombre del passato rappresenti un momento chiave nella fortunata epopea di Lord Quackett.
L’immaginazione di Paperino contagia anche Tom
La storia d’apertura è la punta di diamante di un numero piuttosto apprezzabile. Non convince appieno, in verità,
Cortesia per gli ospiti, realizzata da
Tito Faraci e
Marco Mazzarello per la serie
Paperino e Paperoga Space Team: una gag allungata, forse un po’ oltremisura (anche se occupa solo sei pagine).
Meglio va con
Assalto alla diligenza, terzo, e fin qui più ispirato, episodio della serie
Paperino Paperotto – Un magico mondo alla fattoria.
Davide Aicardi torna a mostrarci la fervida immaginazione del giovane Donald, stavolta in chiave western, e
l’alternanza tra realtà e fantasticherie produce alcune scene gustose. L’interazione con Tom Lovett è ben costruita, nel rispetto delle diverse peculiarità, e l’idea di circondare le vignette con un lazo si rivela azzeccata. Brava
Giulia Lomurno a rendere con i suoi disegni la sfrenata atmosfera “bambinesca”.
Vacanza tranquilla per il trio di amici…
Abbiamo poi
Topolino e il weekend a bivi, una storia, appunto, a bivi, che vede Pippo e Orazio a fianco del
titolare.
Marco Bosco è abile nel far respirare al lettore in ogni tavola il
clima vacanziero, instillandogli il desiderio di essere lì, a condividere le esperienze in mezzo alla natura con il trio di amici. Un po’ come Mickey & Co., impegnati in una gita fuori Topolinia, anche
Cristian Canfailla si prende una sorta di
licenza dai progetti più complessi in cui è stato impegnato (vedi
Sole Nero o
Argaar), divertendosi, fra l’altro, a raffigurare
alcune espressioni impagabili e confermandosi assoluta garanzia in qualsiasi genere si cimenti. Procedendo su sentieri più o meno tortuosi, in cui talvolta capita di tornare indietro e intrecciare altri percorsi, le varie biforcazioni consentono di giungere ai quattro finali di
un’avventura leggera, tipicamente estiva, che scivola via in un lampo, elargendo gradevole spensieratezza.
A chiudere il libretto è
Esca, simpatica autoconclusiva scritta da
Roberto Gagnor, ancora con Giulia Lomurno alle matite, per la serie
Confessa, Gambadilegno!.
Tra gli altri contenuti spicca la rubrica
Fumettando, nella quale
Corrado Mastantuono insegna a ritrarre il volto di Rockerduck, raccontando inoltre, in una bella intervista a corredo, i primi passi da lui compiuti nel mondo del fumetto.
Da ricordare, infine, che il numero è venduto in possibile abbinamento con le statuette sportive 3D di Minni e Topolino: l’una tennista, l’altro schermidore.
Voto del recensore:
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