Recensione Topolino 3582Chi c’era già nel 1982 di certo ricorda il video di Michael Jackson di Thriller, dove i protagonisti-zombie ballavano assumendo le stesse pose di Topolino e Minni di questa copertina…
Quando nel titolo di una storia Disney leggo “
il doppio segreto” si attivano contemporaneamente l’entusiasmo per il ricordo del capolavoro scarpiano e il timore per il tentativo di rifacimenti, riscritture e quant’altro di dannoso possa venirvi in mente. Su Topolino 3582 non è questo il caso: il titolo di
Qui Quo Qua e il doppio segreto del faro è un semplice omaggio (volontario?) di
Bruno Sarda a
Guido Martina, ma la storia non ha nulla in comune con quella del 1955: il racconto
si apre in maniera molto interessante e coinvolgente, con le prime due tavole “guidate” da didascalie che introducono il lettore nell’atmosfera tipicamente silenziosa e introspettiva delle storie marinare e riprendendo le modalità con le quali si era chiusa la piacevole
Paperinik e la torre d’oro, sempre con lo stessa tecnica di utilizzo di didascalie in prima persona. Peccato che le vignette successive
prendano invece una strada molto più esplicita e a volte addirittura didascalica per spiegare quello che stanno facendo i personaggi, quali sono le loro motivazioni, gli elementi iniziali della trama, e così via risultando forzate con l’effetto di appesantire la lettura. La trama è comunque di buon livello e vedere nei disegni di
Federico Franzò Paperone a caccia di tesori, seppur solo all’interno di un faro invece che in qualche terra remota, è sempre un piacere. Riprendere il Capitano Greenbottle dalla serie de
Il Corsaro aumenta quella coerenza interna dei racconti degli ultimi anni e riesce ad essere utilizzato in maniera non forzata. Lettura interessante anche quella dell’
articolo dedicato ai fari del mondo che segue la storia.
Le due versioni della centrale Battersea.
Topolino in giallo – La tappa di Philbury è un classico giallo di
Marco Bosco che sembra l’inizio di una serie di gialli ambientati al di fuori della città di Topolinia, che seppur appartenenti ad un filone ampiamente sfruttato riesce ad intrattenere il lettore per le sue 36 pagine disegnate da
Roberto Vian con vignette dettagliate, personaggi espressivi e ambientazioni dal suggestivo tratteggio. Come detto, la trama è di un tipico giallo, e
sembra quasi una delle tante puntate di una qualche serie televisiva investigativa, alla quale manca però qualcosa per divenire memorabile, e così sfugge via dopo la lettura e l’unica cosa che resta al lettore è probabilmente la promessa di un “secondo episodio”, oltre alla citazione per amanti del rock con la fabbrica Vandoren ispirata alla centrale elettrica di Battersea apparsa nel 1977 sulla copertina di
Animals dei Pink Floyd.
Molto meno interessanti le due brevi
Pippo e il retaggio del battipista (
Giunta/
Held) e
Questione di proporzioni, secondo episodio della serie intitolata
Paperino e Paperoga Space Team; chissà se
Faraci, autore di quest’ultima storia con i disegni di
Marco Mazzarello, si sia ispirato nell’approccio alla serie degli
Astrostoppisti (1971-1978), magari come omaggio ad
Alfredo Castelli… anche se dalle ambientazioni sembra più simile ai racconti di
Maledetta Galassia… fatte ovviamente le debite proporzioni, questa è in realtà poca cosa.
Il fuoco di Prometeo.
Partivo invece con i peggiori presentimenti per la storia mitologica
Paperin Prometeo e il segreto del fuoco, che invece scorre gradevolmente: i disegni di
Soldati sono piacevoli, la trama di
Luca Barbieri a volte cade un po’ nel ritmo,
alcune trovate sono un po’ “facili” e ovviamente paga dazio alle spigolosità della vera mitologia greca, testimoniata anche dall’articolo a corredo dove si parla solo di “terribile punizione” per Prometeo, ma è una piacevole lettura da ombrellone che aggiunge un pizzico di cultura ai più giovani.
A parte la breve di Pippo, dobbiamo sottolineare come tutte le altre storie siano appartenenti ad una serie, ad indicare come la direzione oramai consolidata del settimanale sia creare – sempre nell’ambito della vasta offerta dei personaggi Disney – dei piccoli filoni di riferimento; questo potrebbe creare una nuova forma di fidelizzazione dei lettori, appassionati ad una o più serie, e allo stesso tempo
garantire un legame di medio periodo tra filoni narrativi e autori che potrebbe portare a risultati interessanti.
Impossibile non citare a chiusura di recensione l’appuntamento della prossima settimana con la
storia di
Nucci che proporrà – anche da quanto si è potuto vedere da qualche anteprima
social condivisa dal Maestro veneziano – un
Cavazzano in stato di grazia.
Voto del recensore:
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