Dei due nuovi autori disneyani presentati da Alex Bertani nel suo Editoriale, Giovanni Eccher, "professionista solido e ben preparato proveniente da esperienze diverse" (parole del direttore) mi ha convinto di più rispetto a Niccolò Testi "giovane di belle speranze da diversi mesi a 'bottega' in redazione" (sempre parole del direttore).
La Gelosia canaglia scritta e sceneggiata da Eccher è un brillante esempio di 'poliziesco quotidiano' dove vengono rivisitati i rapporti fra Gamba e Trudy e introdotto un nuovo personaggio, tal Ganimede, chiave di tutto il plot, ben caratterizzato e illustrato da Giorgio Cavazzano. Dialoghi ben costruiti anche quelli fra Pietro e la storica spalla Sgrinfia, protagonista 'fino all'ultimo'. Ottimo esordio disneyano per Eccher sperando che questo suo nuovo character diventi ricorrente, per una sempre maggiore varietà fra gli abitanti di Topolinia.
La Persecuzione del Papero d'Oro scritta e sceneggiata da Testi tratta argomenti ultimamente fin troppo approfonditi come la bombetta di Rockerduck collegata al suo non sopportare la presenza 'vincente' dell'eterno nemico Paperone.
Il tutto ha dei momenti simpatici ma anche eccessivamente ripetuti, al punto da rendere la situazione un po' pesante. La figura dello zione diventa ossessiva non solo a John D. ma anche a me che alla fine quasi spero in un riscatto del pivello (e non sarebbe la prima volta) che avviene sempre in modalità relativa. Considerando che questo è il debutto di un giovane nuovo autore (coadiuvato anche in questo caso da un disegnatore importante come Lucio Leoni) il mio giudizio finale è comunque positivo.
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Marco Bosco riesce a farmi 'digerire' i famigerati Bivi (ma la tecnica migliore, per la mia lettura, è andare avanti comunque, senza 'saltelli') e anche Paolo De Lorenzi, pur avendo 'limato' il suo stile, mantiene quel suo marchio di fabbrica posturale molto elegante che rende ogni lettura sicuramente più gradevole. Da notare come Paperoga, personaggio già strabordante in molteplici situazioni, stia pian pianino prendendo lo spazio anche di Brigitta, quanto meno come socio di Filo Sganga. Non che la coppia non funzioni (anzi, è un modo per riprendere un personaggio altrimenti un po' emarginato) ma spero che il buon Filo alterni le sue esperienze lavorative con colei che sembra più in grado di portarlo ad un certo livello (al contrario di Paperoga).
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Nella storia finale dell' Arcano Artigiano di Alessandro Sisti mi era così piaciuta la scena in cui Pico, rassegnato ormai ad ogni evento, si asciuga col phon i vaporosi capelli (dopo aver fatto un bagno involontario in un canale veneziano) spiegando al 'colpevole' di tale situazione chi è Cinabro Anatorius, che quando ho scoperto (molto più tardi di Paperone) che quel papero non era lui ci sono rimasto male.
Come se gli fosse stata rubata una scena di comicità involontaria. Sebbene diversi particolari potessero farmi arrivare (solo ad una seconda lettura) alla conclusione dello zione. In questo caso mi chiedo come faccia, chi prende la fisionomia fisica di un'altra persona, ad assumerne anche certe caratteristiche caratteriali e culturali. Ma la magia, evidentemente, arriva a questo e ad altro.