Ritengo che uno dei più grossi limiti del Topolino settimanale odierno sia proprio la questione della lunghezza massima di certe storie. Per carità, un bravo sceneggiatore è in grado di tirar su una storia anche in 25/30 pagine, ma esistono tipologie di storie (come qui ricordato da alcuni) che necessitano tecnicamente di un allungamento di pagine (per via del tipo di plot troppo contorto e da "ampio respiro").
Chiaramente, si può creare un giallo o un'avventura anche in 30 pagine. E dare anche un senso di "accumulo" di eventi, di molte cose successe e di molto tempo passato, tramite un ritmo serrato o serratissimo. Ma è qui il punto. Le serie TV e i manga hanno abituato il pubblico ad un accumulo di eventi dato (anziché tramite un veloce susseguirsi di vicende) attraverso un allungamento dei tempi. Paradossale che, nell'epoca dell'abbassamento della soglia di attenzione, si veda un fenomeno apparentemente contrario, ma tant'è! Questo genera una domanda e una tendenza che investe anche Topolino. E da qui, la progressiva comparsa di sempre più storie a molte puntate. Addirittura all'interno di un singolo albo.
Cosa apprezzabile. Almeno per il sottoscritto. Ma genera un problema: la creazione di un canone, forse anche a causa di una abitudine che viene a nascere nel pubblico e di una domanda conseguente. Succede che storie, a cui viene imposto il limite delle 30 pagine, seguano lo stesso canone basato sul tempo diluito (stile manga o serie tv), ma senza poterselo permettere per via degli spazi striminziti. Risultato? Pochi eventi e molta ciccia che rimane irrisolta.
Secondo me — e qui concludo — bisognerebbe affiancare alle storie dal tempo diluito (stile serie TV) a più puntate, un maggior numero di storie vecchio stile, dal ritmo serrato. Provare a trasferire in 30 pagine un ritmo diluito che necessiterebbe di 60 o 120 pagine, oltre che assurdo, è dannoso per storie potenzialmente buone, ma penalizzate da questo tipo di errore.