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Paperino e la stella del polo

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clinton coot
Pifferosauro Uranifago
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    Re:Paperino e la stella del polo
    Risposta #45: Domenica 21 Feb 2021, 18:27:21
    A cosa si deve il ritrovamento?
    Questo non sono ancora riuscito a scoprirlo. Come ho scritto sopra, il merito della scoperta va al collezionista svedese Søren Marsner Hansen, tuttavia nel suo articolo l'unico dettaglio in cui parla della scoperta è questo:

    So I was amazed when I got a mail on August 25, 2020 – in fact on the exact date of Carl Barks passing 20 years ago. That was pretty strange..
    Anyway : The mail included a photo showing 1 of the 4 lost and missing unpublished panels from the story.


    Molto generico, non si sa chi gli abbia mandato l'e-mail, come sia venuto in contatto con questa persona e come faceva quest'ultimo ad aere la vignetta. Anche guardando cosa ha scritto su Facebook, si è limitato a dire "The missing panel just found was framed and glassed with a passe partout". Speriamo che decida di fornire nuovi dettagli, a meno che non l'abbia già fatto in qualche pagina che non ho visto.

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    clinton coot
    Pifferosauro Uranifago
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      Re:Paperino e la stella del polo
      Risposta #46: Domenica 28 Feb 2021, 00:54:43
      E visto che hai commentato la differenza del tratto nelle nuove vignette, posso chiederti qual è la tua versione di riferimento? Perchè se guardiamo alle versioni che lasciano quelle vignette senza inchiostrazione, allora è difficile fare un confronto con le vecchie vignette che invece erano inchiostrate. Di contro, se guardiamo la versione inchiostrata da Jippes o quella inchiostrata dall'ignoto artista italiano, allora il confronto è ancora più difficile, dato che allo stile del disegnatore si sovrappone quello dell'inchiostratore.
      La versione inchiostrata da Jippes è stata usata per la prima volta nel volume americano Gladstone Comic Album #4, pubblicato nel dicembre 1987, 40° anniversario di Paperone. Da allora questa è diventata praticamente la versione di default americana, usata sempre o quasi nelle edizioni successive tra cui Uncle Scrooge #325 che hai citato tu. In Italia abbiamo avuto una versione inchiostrata da un autore anonimo sempre nel dicembre 1987, nel primo numero di Zio Paperone, ma in seguito si è preferito lasciare sempre o quasi quelle vignette senza inchiostrazione e in bianco e nero.
      Qui devo fare una rettifica: da un confronto con altri appassionati è stato appurato che nell'edizione italiana apparsa nel primo numero di Zio Paperone non c'è nessun inchiostratore ignoto. Le vignette del 1981 sono state lasciate a matita come le aveva disegnate Barks, e se sembrano inchiostrate è solo a causa dei colori.



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      Aoimoku
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        Re:Paperino e la stella del polo
        Risposta #47: Martedì 6 Apr 2021, 11:23:43
        Grande storia che è, oltretutto, la mia versione preferita del rapporto Doretta-Paperone. Una vecchia fiamma DIMENTICATA, dalla quale Paperone vuole inizialmente soltanto il denaro sottrattogli decenni fa. Ma poi alla vista di lei le emozioni tornano prepotenti e, in uno di quei bellissimi momenti di imbarazzata generosità paperoniana, le condona il debito e la rende ricca senza darlo a vedere, per poi andarsene e lasciarla alla sua vita, tornando alla sua.

        Altro che versioni successive che hanno inzuccherato la pillola fino a renderla diabetica

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        Samu
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          Re:Paperino e la stella del polo
          Risposta #48: Venerdì 3 Set 2021, 21:57:56
          Questa sera ho avuto il piacere di incontrare per la prima volta questa storia di Carl Barks che volevo leggere già da tempo e, una volta ultimata la lettura, voglio condividere con altri appassionati Disney le mie sensazioni sulla stessa.
          Innanzitutto è una storia che, come il Grande Maestro mi ha già testimoniato più volte con altre sue avventure, non ha momenti di stanca o in cui l'attenzione del lettore possa venire meno, tanto la vicenda risulta appassionante, intrigante e dotata di un ritmo irresistibile e che inanella una serie di situazioni in modo fluido, scorrevole, naturale e che ti fa sembrare che la vicenda narrata sia davvero qualcosa accaduto nella realtà e che si porta appresso i suoi strascichi del passato e le nuove "interazioni" del presente.
          E sono proprio queste ultime (vale a dire le relazioni tra i personaggi che prendono vita grazie alla fantasia narrativa e all'abilità grafica dell'Autore) insieme alle caratterizzazioni dei personaggi gli elementi che trovo più amabili e profondi della vicenda.
          Ci sono tante vignette della storia che trovo veramente bellissime, come le prime scene in cui Paperone si strugge al ricordo della ragazza incontrata nel Klondike all'epoca della corsa all'oro e che rivela e trasmette tutta la sua intensità emotiva e di significato con quel suo sguardo perso nella nostalgia e nei ricordi di un sentimento che però rimane ancora vivo nel suo cuore.
          Non mancano i momenti divertenti, come lo "scontro" in gabbia tra Paperone e Cappuccetto Nero o ancora i tappeti di zanzare ma quello che voglio sottolineare di questa vicenda è l'umanità con cui Barks muove i suoi personaggi...
          Come riesce a descrivere con tatto e Maestria il decadimento fisico della bella "Stella del Polo", la comprensione dei due nipotini che gli tendono teneramente la mano, la stessa differenziazione caratteriale tra Qui e gli altri due fratelli e che dimostra che non sono tre gemelli tutti uguali e che soprattutto non hanno la stessa personalità...
          Infine, voglio spendere due parole in merito ai due personaggi che, secondo me, si "stagliano" ulteriormente nella vicenda per come l'Uomo dei Paperi riesce a descriverli e a rappresentarli soprattutto nei loro atteggiamenti e nel loro modo di fare.
          E se l'uno è chiaramente intuibile per il gesto di amore che compie nel finale, l'altro è quello che si dimostra il più comprensivo e anche il più furbo nel capire veramente l'indole più profonda e intima del primo, conservando solo per i suoi cari più vicini e per sè stesso il segreto di avere intuito quel "cuore d'oro" che, a mio avviso, non alberga soltanto nella personalità di quel personaggio ma che permea tutta la bellezza di questa avventura e che la fa risplendere di una luce intensa e veramente amabile all'interno del firmamento delle Grandi Storie Disney.

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          Sachiel
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            Re:Paperino e la stella del polo
            Risposta #49: Sabato 30 Nov 2024, 00:04:17
            La "Stella del Polo" è una delle (tante) punte di diamante della poetica barksiana, e si comprendono bene i motivi per cui abbia occupato il primo posto del podio nella classifica Inducks per così tanti anni, prima di essere soppiantata, abbastanza recentemente, da quell'altro capolavoro del Maestro dell'Oregon che è "La dollalergia". Al di là dell'impianto narrativo e della superba scenografia, nella mia breve analisi non vorrei tanto focalizzarmi sulla storia in sè quanto su un importante tratto della piscologia di Paperone che emerge durante le pagine della'intera lettura, e che esplode in tutta la sua agrodolce forza nelle ultime tavole, tanto da avermi sinceramente colto di sorpresa durante il mio primo aproccio all'opera, a tal punto che, a parer mio, per poter essere apprezzata si potrebbe intessere un parallelismo con un personaggio parecchio interessante della letteratura latina, cioè il ricco Trimalchione, una delle figure più affascinanti del Satyricon di Petronio. Le somiglianze fra il multimiliardario scozzese e il ricco commerciante Romano sono facilmente individuabili da chiunque: entrambi rappresentano l'archetipo del self-made man, l'uomo che, superando impervie difficoltà, è riuscito a conquistare la vetta del mondo, con il solo sudore e lo spirito di sacrificio, che ha costruito da sè il proprio destino. Tuttavia, i due si differenziano di non poco per il loro approccio più pratico all'esistenza, e ciò non vale soltanto in relazione ai loro stili di vita, tanto differenti che Trimalchione più che ad un Paperone sarebbe paragonabile ad un Rockerduck più pacchiano e spendaccione del solito, ma anche per il modo in cui esternano i loro sentimenti. Entrambi i due personaggi sono tormentati da un'ombra che avvolge i loro animi, entrambi avvertono un profondo vuoto incolmabile all'interno dei loro cuori, una voragine che neanche le loro immense ricchezze sono riuscite a soddisfare: il bisogno di esseri amati infatti è un tratto fondamentale, a parer mio, dei due uomini (Paperone per Barks non è semplicemente un papero antropomorfo, ma un uomo fatto e finito), ma il modo in cui essi gli si rapportano li pone l'uno rispetto all'altro agli antipodi di una retta. Trimalchione, infatti, osessionato dal pensiero dell'ineluttabilità dello scorrere del tempo, similmente a Paperone nella "Disfida dei dollari", tenta di distrarsi dal pensiero della morte circondandosi di ricchezze di ogni tipo, cibo, donne, commensali. Ma egli fallisce nel suo tentativo di esorcizzare il timore per il destino che lo attende e, allora, in antitesi con la narrazione sociale che lo intenderebbe come un uomo forte e di successo, privo di timori e debolezze, compie la mossa più disperata fra tutte, osa dove nessuno che attribuisce valore alla propia dignità penserebbe mai di agire: il ricco Romano tenta di ingraziarsi il favore della servitù promettendo loro grandi richezze una volta che sarà trapassato, assicurando di ricordare ogni loro nome sul suo testamento. Il suo bisogno di essere amato è tale che egli tenta di illudersi dell'amore della sua schiavitù inscenando il suo stesso funerale, dove tutti i domiciliari sono invitati a piangere sopra le sue spoglie, per potergli regalare la certezza dell'affetto di cui il suo cuore avverte la mancanza.

            Al suo contario, Paperone, non vuole illudersi dell'amore, e passivamente accetta l'odio che il mondo prova nei suoi confronti: Scrooge, da essere l'incarnazione del Sogno Americano, del business-man senza macchia e senza paura, del personaggio dinamico che crea da sè il proprio Destino, passa ad arrendersi repentinamente di fronte al disprezzo che è convinto i suoi nipoti provino nei suoi confronti. Infatti, non ha alcuna intenzione di compiere un solo passo indietro, non desidera chiarire l'equivoco, mostrare alla sua famiglia il lato più buono di sè: forse perchè non vuole essere visto come un molaccione? O magari perchè non attribuisce alle loro opinioni del valore?
            Tutto il contario! Paperone ama la sua famiglia, e soffre al pensiero di essere da lei disprezzato, ma in ogni caso decide spontaneamente di caricarsi sulle proprie spalle il suo odio. Lo Zione di Barks è un uomo che, dopo esser arrivato sulla cima del tetto del mondo, dopo aver creato il proprio Destino, si arrende ad esso, convinto forse di meritare l'odio del mondo. Potrebbe dimostrare in qualsiasi momento che, per una volta, ha agito secondo virtù, di essere meritevole di lodi e di plausi, ma decide di rinchiudersi nel suo silenzio, probabilmente convinto di essere ormai destinato a recitare il ruolo del vecchio avido zio a cui interessa soltanto del denaro e niente di più.

            In definitiva, a parer mio, ciò che differenza Trimalchione e Paperone è proprio il loro rapporto con il loro bisogno di essere amati: il primo avverte tale desiderio subconsciamente e lo dimostra continuamente in modo implicito durante il prosimetro di Petronio, a tal punto da essere costretto a promettere ricchezze a coloro che lo circondano per avere la garanzia di essere da loro benvoluto come se fosse già morto, mentre invece lo Zione è ben conscio di quanto desiderebbe un abraccio di conforto dai suoi nipoti, ma non ha l'ardore di richiedere tanto. Lui rifiuta la certezza dell'amore di cui è alla ricerca Trimalchione, e con sofferenza decide di essere odiato, inerte dinanzi al Destino, a cui per l'unica volta nella sua vita non ha il coraggio di ribellarsi.

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            Claudia8
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              Re:Paperino e la stella del polo
              Risposta #50: Sabato 30 Nov 2024, 13:22:00
              Che bel commento Sachiel!
              Onestamente, non avrei mai pensato a un paragone tra Paperone e Trimalchione, perciò è interessante leggere questa analisi.
              Aggiungerei solo che l'altra grande differenza tra Paperone e Trimalchione (oltre all'ostentazione, che hai già fatto notare) è il livello di cultura: Trimalchione la avverte come una grave mancanza, come l'unica cosa che non può comprare, al pari e forse di più dell'affetto di chi lo circonda; Paperone invece ha un livello decisamente più alto di cultura, anche se non la usa per divertimento ma principalmente per accumulare nuove ricchezze (penso ad esempio ai vari libri di storia o mitologia che legge per cercare tesori).
              Non ci avevo mai pensato, ma si potrebbe leggere l'amore "fisico" di Paperone per i suoi soldi (farci il bagno, ecc.) come un'allegoria disneyana per godersi i soldi nei vari piaceri in cui li spende Trimalchione. Così Paperone si gode i soldi ma non li spende né li ostenta, in coerenza con la propria avarizia.
              In entrambi i casi, sia Paperone sia Trimalchione non si prestano a un'immediata interpretazione, non sono "tipi" letterari e in loro convivono palesi contraddizioni. Ma questo è ciò che li rende personaggi affascinanti. Trimalchione è il personaggio più complesso del Satyricon, molto più dei protagonisti stessi (che sono superficiali, quasi da palliata plautina o menandrea).

              Tornando a "La stella del Polo", è una delle prime storie di Barks che ho letto. L'ho sempre trovata molto poetica, ma a tratti anche divertente, in una sapiente unione di umorismo e dramma tipica di molte delle storie lunghe di Barks. Per quanto riguarda il rapporto con Doretta, nessuno ha raggiunto le vette di maestria di Barks, l'unico che ci si è avvicinato è stato Don Rosa con "Cuori dello Yukon".
              I disegni sono spettacolari: la linea del disegno è morbida, naturale, tipica del periodo d'oro barksiano.

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              Sachiel
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                Risposta #51: Sabato 30 Nov 2024, 14:18:31
                Ottima riflessione quella sulla cultura. Trimalchione nel romanzo di Petronio tenta di darsi un tono, essendo vittima di un complesso d'inferiorità rispetto ai commensali, mentre Paperone detiene un certo bagaglio cultruale che tuttavia, allontandosi dalla concezione della sapienza greca, sfrutta per fini squisitamente pratici; lo Zione non legge mai un libro per il puro gusto della lettura o perchè concepisce l'istruzione come uno status symbol. Similmente a lui fa anche Echione, altro personaggio del Satyricon, che rimprovera il figlio di arrovellarsi troppo sulla letteratura classica fine a sè stessa, piuttosto che di dedicarsi allo studio del diritto, che gli potrebbe garantire un'occupazione ben retribuita.

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                Special Mongo
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                  Re:Paperino e la stella del polo
                  Risposta #52: Sabato 30 Nov 2024, 16:38:20
                  Ottimo che siamo finiti a fare di questi confronti letterari.
                  Sulla storia voglio dire che Barks sta attribuendo al Paperone giovane le qualità tradizionali dei free trapper americani, proprio i free, quelli liberi, che si consideravano indipendenti e più duri, forti e in armonia con la Natura di chiunque altro. I trapper consideravano la massa di nuovi coloni di fine secolo, compresi i cercatori d'oro, come delle mammolette e incapaci di raggiungere il loro tipo di comunione con la natura: anche perché erano alla ricerca puntuale della ricchezza con cui permettersi i comfort cittadini (erano venali), mentre i trapper no. Barks rivaluta la figura del cercatore d'oro: non sappiamo se vi credesse intimamente, ma certo lo fa per rendere sempre più protagonista Zio Paperone. In seguito la fusione tra Paperone e l'antica figura tradizionale del trapper (celebrata ancora nello scorrer dei decenni: Mountain Man di Vardis Fisher, che romanza e bene la figura storica di Jeremiah "Mangiafegato" Johnson, è del 1965: da esso dipende il film con Robert Redford Corvo rosso, non avrai il mio scalpo!) sarà accentuato da Don Rosa (secondo cui il rispetto della Natura da parte del giovane Paperone non è da mettere in discussione). Da confrontare lo Zio Paperone barksiano col Charlot de La febbre dell'oro (1925) di Charlie Chaplin: sono due forme diverse di trattare la figura dei nuovi cercatori d'oro che vissero (e morirono) a cavallo tra fine '800 e primi '900. Si tiravano le somme. Barks li rappresenta come soggetti inevitabilmente vòlti all'indurimento del proprio cuore, Chaplin come dei poveracci illusi degni di una tenerezza e di un'empatia infiniti. Il Charlot del film, come di consueto, è capace di slanci altruistici impagabili; il Paperone barksiano ne sarà in grado - a quanto pare - solo in vecchiaia, quando è lui a tirar le somme e forse - a palesare il suo gesto altruistico - si sentirebbe inadeguato anche di fronte a se stesso (succede: è un'interessante contraddizione del nostro animo).
                  Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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                  Claudia8
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                    Risposta #53: Sabato 30 Nov 2024, 17:41:54
                    Ottime anche le considerazioni di Special Mongo. In realtà, avevo sempre pensato che in Don Rosa fosse un po' anticlimatico che un cercatore d'oro non cacciasse selvaggina nella propria sterminata concessione, e mi sembrava che contrastasse con la figura del trapper, che (come suggerisce il nome stesso) è un cacciatore di pelli. Però effettivamente lo stile di vita di Paperone nel Klondike sembra proprio quello dei trappers: una vita dura, isolata e a contatto perpetuo con la natura. Anche il cappello da Davy Crockett di Paperone è tipico dei trappers.

                    Visto che parliamo anche di cinema, mi permetto di aggiungere un'osservazione: ne "La magnifica preda" del 1954 di Otto Preminger, la scena finale somiglia molto a una sequenza de "La stella del Polo". Nel film, Robert Mitchum irrompe nel saloon dove lavora come cantante Marilyn Monroe e la porta via sollevandola di peso: la scena somiglia molto alle famose tavole "censurate" de "La stella del Polo". Diverse sono però le motivazioni: nel film i due poi scappano insieme innamorati, mentre nel fumetto Doretta viene rapita e punita in quanto ladra. Comunque, anche nel film i due personaggi erano stati costretti a una convivenza coatta nei boschi, mentre tentano di raggiungere una cittadina scendendo per il fiume, e proprio da questa collaborazione forzata era nato un amore.
                    Curioso è notare che "La stella del Polo", del 1953, precede di un anno il film.
                    « Ultima modifica: Sabato 30 Nov 2024, 19:39:32 da Claudia8 »

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                    Sachiel
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                      Re:Paperino e la stella del polo
                      Risposta #54: Sabato 30 Nov 2024, 17:43:35
                      A tal proposito, non ho particolarmente apprezzato l'eccessivo "animalismo" che Don Rosa attribuisce a Paperone nella $aga. Che anche lo Scrooge di Bark possa essere, come ta de argutamente evidenziato, paragonato alla figura del trapper è un conto, ma il Don quasi rende Paperone, un rude cercatore d'oro del Klondike, un vegetariano-vegano, fatto che mette a dura prova la sospensione dell'incredulità ancora più che leggere di un papero che nuota nel denaro.

                      P.S. Per la seconda volta nel giro di ventiquattr'ore praticamente copio incollo un messaggio di Claudia pubblicato qualche minuto prima del mio senza rendermene conto :laugh:
                      « Ultima modifica: Sabato 30 Nov 2024, 17:45:20 da Sachiel »

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                        Re:Paperino e la stella del polo
                        Risposta #55: Sabato 30 Nov 2024, 18:20:59
                        A tal proposito, non ho particolarmente apprezzato l'eccessivo "animalismo" che Don Rosa attribuisce a Paperone nella $aga. Che anche lo Scrooge di Bark possa essere, come ta de argutamente evidenziato, paragonato alla figura del trapper è un conto, ma il Don quasi rende Paperone, un rude cercatore d'oro del Klondike, un vegetariano-vegano, fatto che mette a dura prova la sospensione dell'incredulità ancora più che leggere di un papero che nuota nel denaro.

                        P.S. Per la seconda volta nel giro di ventiquattr'ore praticamente copio incollo un messaggio di Claudia pubblicato qualche minuto prima del mio senza rendermene conto :laugh:

                        Certo. L'animalismo è purtroppo una di quelle imposizioni o inevitabilità cui ogni sceneggiatore deve oggi adattarsi. Sarebbe stato invece più adeguato non per forza mostrare Paperone a caccia, ma suggerirlo. Così come il nostro Rodolfo Cimino ha tratteggiato molti cacciatori e scene di caccia nelle sue storie, riuscendo a non essere cruento né insensibile (anzi: ridate un'occhiata alla breve Paperino e il colpo maestro).

                        Complimenti anche a Claudia8 per le sue competenze filmiche.
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                          Re:Paperino e la stella del polo
                          Risposta #56: Sabato 30 Nov 2024, 18:38:31
                          Complimenti anche a Claudia8 per le sue competenze filmiche.
                          Grazie. Raramente mi capita di poter discutere di cinema, fumetti Disney e letteratura latina con le stesse persone. È un enorme piacere :)

                          P.S. Per la seconda volta nel giro di ventiquattr'ore praticamente copio incollo un messaggio di Claudia pubblicato qualche minuto prima del mio senza rendermene conto :laugh:
                          Deve essere telepatia ;D

                           

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