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Topolino e la grande impresa di "Lascia o t'accoppo".
I testi sono di Martina (non lo metterei nemmeno in dubbio), mentre Inducks sembra incerto sui disegni: ufficialmente Carpi, ma si hanno dei dubbi su una collaborazione Bottaro/Chierchini. Personalmente non saprei dire, potrebbe essere lo stile ancora acerbo di tutti e tre.
Paperone viene minacciato da Gambadilegno, partecipante al quiz "Lascia o t'accoppo" (parodia di
Lascia o raddoppia?), di derubarlo di tutto il suo denaro. Quindi lo zione chiama Topolino e Pippo per risolvere la faccenda (Paperino e nipoti sono impegnati in una missione in Hondorica, con riferimento alla barksiana "Il segreto di Hondorica").
Questa storia sembra quasi un manifesto della poetica di Martina, specialmente del Martina anni '50. Innanzitutto, la caratterizzazione dei personaggi:
- Paperone è, al solito, noncurante dei pericoli a cui espone i nipoti (sembra una situazione simile a Paperino e la spina di Zio Paperone, con Paperone che spedisce a cuor leggero i nipoti in mezzo ai selvaggi). Inoltre dà il suo meglio nelle sue scene tragiche, con iperboli come "mi alleno ad essere sepolto".
- Topolino è un impeccabile detective, quasi clinico nelle sue deduzioni perfette, basate però non su un carattere da "perfettino" ma su straordinarie capacità di osservazione e ragionamento logico. Non il mio Topolino preferito, ma in questa storia ben caratterizzato.
- Pippo è sciocco, con un pensiero molto laterale, al limite della stupidità. Non si accorge di aver rivelato ai criminali il piano segreto di Topolino e per tutta la storia ha uscite incredibili, che spesso suscitano la stizza di Topolino. Inoltre c'è una caratteristica tipica del Pippo martiniano: i poteri soprannaturali. In questo caso Pippo pronuncia formule magiche e riesce a spostare gli oggetti. E Topolino sembra non stupirsene più di tanto.
- I cattivi sono davvero cattivi, con tanto di revolverate a raffica sui protagonisti.
Personalmente percepisco un enorme divario tra le divertenti scenate di Paperone e, a distanza di poche vignette, le solite sparate di Pippo, che alla lunga mi stancano un po'. Ma è la caratterizzazione tipica di Martina, se leggo una sua storia so già cosa aspettarmi. E ho pure riso con alcune battute sciocche di Pippo (Paperone: "
il sangue del mio sangue - i soldi-
è minacciato" Pippo: "
hai la malaria?"

).
Del resto, Martina in questa storia mette in bocca a Pippo testuali parole: "
Non lo capisco proprio! Certe cose sono superiori alla mia intelligenza!".
La trama gialla è di per sé scorrevole e godibile. Interessante l'uso di Gambadilegno come nemico di Paperone: a inizio anni '50 spesso Topi e Paperi si incontravano più frequentemente, non è l'unica martiniana in cui la minaccia al patrimonio dello zione è rappresentata da un criminale topolinese (per tacer delle storie americane di Murry, in cui c'erano persino alleanze Bassotti-Macchia Nera).
Lo sviluppo in due puntate consente alla trama di dipanarsi bene, giungendo addirittura a una ricompensa finale da parte di Paperone.
I disegni non spiccano molto, chiunque sia il disegnatore è ancora evidentemente nello stadio iniziale della propria carriera.