Quale momento migliore di questo per aprire un topic su questa gustosa serie mentre è in edicola la storia che ne segna il ritorno sul libretto, a distanza di più di un anno dal precedente racconto?
Il ciclo debutta sulle pagine del Topo con il numero 3355 (insieme ad altre serie come quella del Capitano Nemo e della combriccola di Area 15) e si caratterizza fin da subito per il suo timbro spigliato, gioviale, fresco... pregno di una leggerezza e di una simpatia che centrano in pieno la personalità del suo protagonista.
Ho adorato il modo di far calare il bonario, sognatore e talvolta geniale Pippo nel contesto della promozione pubblicitaria da parte di Alessio Coppola, ideatore della serie sia a livello narrativo che grafico e poi spalleggiato, per un paio di storie, da Roberto Gagnor alla sceneggiatura di alcuni episodi.
La cosa che più mi affascina di questo ciclo è la capacità da parte di Pippo di riuscire a trovare un escamotage brillante e spiazzante attraverso cui unire due situazioni separate trasformando due fallimenti a sé stanti in un unico successo.
Questa circostanza è accaduta più volte come negli episodi "Tecnologia alla mano", "Ridere di gusto", "Il futuro vola leggero" e rispecchia l'essenza pippide di essere propositivo, di non lasciarsi abbattere dai passi a vuoto e dal suo tipico ottimismo nei riguardi della vita, che gli consente di vedere le cose dalla sua prospettiva restituendo nuova linfa vitale a idee e prodotti commerciali che sembravano essere destinati ad un deprimente insuccesso.
Un altro merito della serie è quello di avere proposto come spalla di Pippo in maniera sempre più costante il personaggio di Bruto, vero e proprio sostituto del padre adottivo Gancio che di racconti in coppia con il pippide (nel passato editoriale disneyano) ne ha vissuti parecchi.
La sintonia tra i due interpreti è perfetta, entrambi reggono la scena alla grande e sprizzano vivacità e ottimismo da tutti i pori.
È sempre una gioia per me ritrovare su Topolino un episodio di questo ciclo, innovativo nel presentare in maniera costante nel tempo un Pippo impresario di un'agenzia pubblicitaria e al contempo profondamente cosciente del potenziale, della creatività, della spinta propositiva e della capacità di guardare oltre le apparenze tipiche dell'adorabile protagonista.