Io ho trovato graziosa la storia su Paperina, pur con tutte le sue ingenuità, a partire dal fatto che non incontri una minima difficoltà nel realizzare quanto prefissato e non si preoccupi nemmeno una volta di non avere il tempo di finire il suo progetto mentre bighellona in giro per il mondo.
La parte migliore, manco a dirlo, sono gli stupendi disegni e i curatissimi outfit dei personaggi, che apprezzo sempre molto e vorrei vedere più spesso anche da parte di altri autori. Mi è piaciuto comunque vedere Paperina calata in un lavoro per lei (credo) inedito come quello dell'architetto e mi è piaciuto molto il suo rapporto con le tre nipotine.
Devo dire, però, che mi fa sempre storcere il naso quando Paperina è definita nipote di Paperone e Nonna Papera, come se fosse cugina di primo grado di Paperino. Qui addirittura sembrerebbe aver trascorso l'infanzia nella fattoria di Quack Town, in pieno stile "Paperina Paperotta" (probabilmente per evitare di aggiungere personaggi nuovi, come i suoi genitori, in una trama già fitta di personaggi e avvenimenti dal ritmo accelerato).
Un altro "strafalcione", per me, ancora più grosso è mostrare Emily Paperett e Brigitta non solo come amiche d'infanzia di Daisy, ma come pressoché coetanee, quando almeno Brigitta dovrebbe essere sensibilmente più vecc- ehm, meno giovane.
A dirla tutta, comunque, mi ha intrattenuto di più questa storia rispetto a quella di Stabile, una caccia al tesoro d'ispirazione chiaramente ciminiana, ma molto molto classica e senza particolari guizzi né poesia.
Sia chiaro, questo genere di storie a me piace parecchio. D'altronde credo che siano tra le avventure con cui praticamente tutti ci siamo avvicinati al fumetto Disney. Ed è un genere che ultimamente latita parecchio, perciò ben vengano questa ed altre storie simili.
Però io questa non l'avrei sicuramente proposta come storia d'apertura ma, come detto da Cornelius, in quanto semplice riempitiva.