Quando le luci in sala si spengono, inizia a battermi forte il cuore.
Quando appare il Castello, con il bell'effetto del 3D, mi emoziono.
Quando inaspettatamente il Topolino di
Steamboat Willie si muove dentro al numero "50" per far capire proprio a tutti che quello a cui si sta per assistere è un grandissimo traguardo per il cinema d'animazione di qualità, ecco che affiora sulle mie labbra un gran sorriso. Sta per iniziare il cinquantesimo Classico Disney!

Ed è un film splendido, a dir poco. Quest'opera è tutto quello che mi aspettavo dalla pellicola, tutto quello che speravo ci fosse: a fargli salire un gradino in più e ad assurgerlo allo stato di perla rara è il fatto che mi abbia dato anche di più di quello che mi aspettavo.
Abbiamo una protagonista che è rappresentata in modo perfetto, davvero, senza sbavature: Rapunzel è adorabile, innanzitutto esteticamente. Quel visino timido e tenero, con quei dentini e quegli occhioni, non può non attirare istitivamente le simpatie del pubblico. E caratterialmente ecco che si dimostra una ragazza attiva, con sogni e speranze, forte anche se con una componente di incertezza. Un'adolescente credibile senza essere stereotipata.
Abbiamo un protagonista che è veramente, veramente buono: a me sembra che sia il personaggio maschile giusto per la pellicola. Il suo essere l'eroe, il personaggio positivo, e nello stesso tempo un ladro, con un certo piglio ironico e all'inizio tutto incentrato sui suoi interessi lo rende moderno e anche qui molto credibile. Un connubio di sentimenti contrastanti che danno spessore a Flynn e ce lo rendono simpatico. Inoltre nelle sue gag fortunatamente non ho avvertito un umorismo dreamworksiano di nessun tipo, mi pare genuinamente divertente. Per alcuni versi mi ha ricordato Aladdin come interpretazione, e non solo perchè entrambi sono ladri.
Abbiamo una cattiva degna di questo nome, sicuramente uno dei villain più complessi apparsi nei Classici: Madre Gothel è infatti una donna prima di tutto umana, troppo umana: quell'umanità deviata che non vuole rinunciare a quello che crede il massimo bene, la vita e la giovinezza, e che per questi valori arriva a compere gli atti peggiori. Ma sotto una patina di bontà e perbenismo che riescono così convinenti al pubblico e a Rapunzel stessa tanto da farci capire che Gothel stessa è convinta di agire per il bene.
Maximus e Pascal sono i due animaletti buffi, decisamente irresistibili: muti, riescono a utilizzare la mimica e il linguaggio del corpo in modo impeccabile per strappare risate e simpatia agli spettatori.
La vicenda, poi, è molto ben costruita: non un solo passaggio appare forzato, non una sola tappa inutile nell'economia della narrazione. Sia quando i due protagonisti arrivano alla taverna, sia nella splendida scena d'azione della diga e di conseguenza in quella della grotta, sia quando arrivano nel Regno tutto è lineare, naturale come corso degli eventi. Ogni situazione arricchisce gli animi e le sensazioni dei personaggi, ed è attraverso queste tappe che Flynn smussa la sua spacconeria accentuando l'altruismo che era già in minima parte presente in lui e che viene favorito dall'infatuazione per Rapunzel, e attravero lei l'infatuazione per l'universo di valori che la ragazza esprime.
La scena delle lanterne è una delle cose più romantiche che abbia visto negli ultimi anni, di forte impatto visivo e narrativo, e il gran finale è lirico e potente, con un dramma e una pietas che a un certo punto raggiungo alte vette. Il film è così un crescendo di emozioni fino alla conclusione, classica che più classica non si può.
Discorso a parte per
l'animazione. Che siamo davanti a una nuova ricerca stilistica della CGI si nota abbastanza, nei fondali curati e nell'aspetto dei personaggi che si avvicina all'estetica dell'animazione classica molto più che in qualunque altra pellicola animata al computer. Al mio occhio niente di plateale forse, ma le finezze si notavano e la strada intrapresa è quella giusta per continuare a sperimentare le possibilità che offre la CGI. Il 3D è molto buono, neanche inutilissimo come temevo anche se penso che a visione in 2D non faccia perdere più di tanto.

Una menzione d'onore va poi fatta, più che a Uncino e agli altri allegri avventori della locanda (che pure sono personaggi riusciti), ai genitori di Rapunzel, che senza mai parlare trasmettono tantissimo di quello che provano e hanno provato.
Altra cosa da sottolineare sono
le canzoni: cercando di evitare paragoni con le altre composizioni di Menken per i film Disney, adesso come adesso canzoni come
I See the Light,
When Will My Life Begin? e
Mother Knows Best mi sono entrate già in testa. Ma anche le altre mi sono piaciute, e in generale tutta la colonna sonora. Ho apprezzato moltissimo anche le traduzioni italiane delle canzoni, che trovo calzanti.
Infine elogio anch'io
il doppiaggio: alla faccia dell'odio per la scelta di talent, ancora una volta siamo stati ripagati da ottime interpretazioni IMHO. Laura Chiatti rivelazione, tanto nel cantato quanto nel recitato, che sfoggia una performance brillante dando alla protagonista un tono di voce adeguato. E checchè ne legga di ogni su Giampaolo Morelli, ritengo che sia stato molto bravo anche lui. Immagino che chiunque avrebbe sfigurato di fianco al superbo doppiaggio della Chiatti, Morelli pur essendo meno a suo agio compie un lavoro più che onesto e a dispetto di una certa piattezza di tono mi pare dia una buona interpretazione del personaggio. Mario Biondi molto buono, per il poco che si è sentito, E Giò Giò Rapattoni è stata una splendida Gothel. La voce profonda e cupa di Insegno nei panni di uno dei due fratelli complici di Flynn, infine, è perfetta.
Rapunzel rappresenta tanto, a volte temevo troppo perchè potesse reggerlo sulle sue spalle. 50esimo Classico, ritorno alla fiaba dopo che il genere in qualche modo è stato sdoganato da
La Principessa e il Ranocchio, ritorno del marchio Keane/Menken in un lungometraggio Disney, l'arrivo in un periodo più che delicato in Disney, nel bel mezzo di una nuova rinascita che sembrava non saper trovare la sua esplosione viste alcune decisioni dei piani alti... e invece
Rapunzel regge tutto questo peso benissimo, e lo fa con la forza di una storia che sa richiamare i Classici Disney sapendo modernizzarsi nella narrazione, attraverso tanti accorgimenti... lo fa con personaggi veri, tridimensionali (e non mi riferisco al 3D

) che sanno avere e comunicare emozioni vere, che siano lacrime, risate o empatia. L'essenza (o le tante essenze) Disney sono distillate qui dentro, con un occhio al mondo contemporaneo. E ora come ora i primi dati sembrano darci un'immagine vincente anche al botteghino, oltre che sotto il profilo della qualità.
Quindi forse la nuova rinascita Disney sta davvero avverandosi: questa rinascita che ha avuto i suoi primi embrioni nei
Robinson, che si è affinata col ritorno della scrittura mista in
Come d'Incanto e che si è confermata con
Bolt, che l'anno scorso ha ripescato il 2D regalandoci uno spettacolo meraviglioso con
La Principessa e il Ranocchio e che ora ha forse raggiunto la sua piena confretizzazione, con una fusione di glorioso passato e innovativo futuro che possa accontentare tutti, il pubblico moderno e quello dei fan duri e puri. Adesso è presto per dirlo, ovviamente, ma qualitativamente l'obiettivo è centrato, e questo è già un ottimo risultato.
In fondo, il 30esimo Classico Disney fu uno dei più grandi successi degli Studios, e sempre nel bel mezzo di una rinascita... sarebbe simbolicamente appagante che il 50esimo lungometraggio animato eguagli il risultato
