Arriva il Bastian Contrario, e precisamente il sottoscritto.
A me le canzoni sono sempre piaciute molto poco... e poi ho scoperto il perché: semplicemente perché tradotte perdono moltissimo.
Sto notando sempre più come noi italiani viviamo sia in una sudditanza autoimposta nei confronti delle lingue straniere (svalutando abitualmente la nostra e dimenticandoci della sua bellezza) sia come la generazione sotto i quarant'anni tenda ad assolutizzare l'inglese come grande lingua.
La stessa cosa facevano i nostri genitori col francese: una generazione precedente alla mia si entusiasma nel sentir citare il francese, anche se non lo pratica da molto tempo. Questo perché la cosa sia marca uno stacco generazionale sia è il simbolo di un'apertura internazionale. E vale per chi l'ha studiata al liceo: l'inglese non causa alcuna emozione di per sé a chi crebbe in una cultura francofona.
Per capirlo è necessario studiare una terza lingua, che magari si è maggiormente conservata nella preservazione rispetto all'anglofonia diffusa e praticarla senza disprezzo alcuno per coloro che la parlano, cercando di capire come mai non vi si siano adattati, analizzando le ragioni e non focalizzandosi solo sui torti.
Solo a quel punto, attraverso una lenta ma progressiva immersione, diventa possibile dare le giuste valutazioni a ciascuna lingua, accorgendocisi di come ogni lingua abbia i suoi pregi e i suoi difetti. Parlo per esperienza personale. Man mano si comincerà a capire come anche gli anglofoni ce l'abbiano spesso con i loro cantanti nelle recensioni dei film di animazione e in alcuni commenti di provenienza statunitense su youtube ("this is far better than the original!").
La nostra non è stata la lingua musicale di tutta europa per niente!
Per quanto riguarda i testi è chiaro: sono state composte in una lingua e provare a tradurle in un'altra crea difficoltà nella resa del testo, con chiari equilibrismi. Indi soprattutto per alcuni pezzi per afferrare certe sottigliezze occorre ricorrere all'originale.
In più è vero anche che i testi sono stati composti in un contesto musicale inglese, che quindi è facilitato.
Inoltre teoricamente il pezzo dovrebbe esser fatto per adattarsi al primo cantante, con ovvi svantaggi per tutti gli altri che devono trovarsi ad adattarsi a ciò che fu fatto appositamente per qualcun altro.
Ma poi si scopre che Tim Burton considera il "Re del blu, re del mal" cantato da Renato Zero molto migliore della versione originale.
"Let it go" invece è molto migliore in inglese.
Anche negli Stati Uniti ci sono problemi.
Nei primi anni ci si basava su un cast di doppiatori professionisti che sapevano fare solo quello. Il che significa che Walt Disney si basava su ciò che aveva a disposizione. A volte era materiale ottimo, a volte pessimo.
Negli anni del cosiddetto periodo oscuro non erano in grado di attrarre talenti.
Dal Re leone in poi hanno cominciato ad attrarre voci famose, che talvolta sono di richiamo anche se son più bravi come attori che come doppiatori e cantanti, e talvolta risultano distraenti perché fanno la stessa cosa che farebbe l'attore originale (impedendo allo spettatore di credere che costui sia il personaggio perché il richiamo all'attore è troppo evidente). A volte gli italiani hanno emulato facendo lo stesso, talvolta invece, lasciando a veri doppiatori il lavoro, la canzone è risultata migliore.
Con eccezioni interessanti. Non è difficile avere capacità canore superiori a quelle di Dwayne Johnson, ma in You're welcome ha messo un'energia e un carisma tali da rendere assai difficile replicarli, anche per chi canta meglio di lui...
Per fortuna non cantavano ma... i doppiatori dei personaggi bambini? In Italia spesso urtano le orecchie ma negli Stati Uniti son peggio. Per far Semola furono usati almeno tre doppiatori diversi, nessuno dei quali particolarmente espressivo.
Niente niente mi volete dire che Proietti (con tutto il rispetto, sia ben chiaro) è meglio del rimpianto Robin Williams?
Ebbene sì. Il rimpianto Robin Williams nel fare il Genio fu un genio per davvero, improvvisando sulla scena quasi tutto il suo ruolo in Aladdin direttamente in fase di registrazione. Quindi nulla si tolga a lui come attore e come doppiatore.
Se non fosse per il fatto che tra i due Proietti ha abilità canore superiori ed è anche un bravissimo attore di varietà capace di replicarne i toni. Rende quindi tutte le scene molto bene e inoltre ha la capacità di cantar meglio.
Senza le improvvisazioni di Robin Williams e senza le idee suggerite agli animatori e ai compositori per farla, "A friend like me" non esisterebbe. Ma una volta nata da lui, non è detto che la sua fosse la voce più adatta a renderla. Così per le parti canore Gigi Proietti rende meglio.
Ascoltala in originale: Robin Williams parla più che cantare perché non arriva a fare determinate cose, Gigi Proietti invece canta tutto il tempo perché arriva ad ogni cosa.
Ciascuno ha i suoi talenti
(Fortunatamente Phil Collins si è ri-cantato in italiano da solo).
Fino ad un certo punto. Onore al merito per essersi ricantato in tutte le lingue del mondo.
Però lo scopo di un film di animazione adatto anche ai bambini è quello di insegnare la lingua.
Un ottimo trucco per imparare una nuova lingua? Vedersi film Disney, perché sono quelli più curati sia per pronuncia sia per lessico. Sono fatti per insegnare ai bambini a parlare (ragion per cui funzionano anche per gli stranieri non-bambini) e quindi per questa ragione vengono doppiati con interesse in molte lingue anche da chi sottotitola abitualmente.
Voglio esser come te (risultato comunque decente) secondo voi è meglio della trascinante I wanna be like you cantata dal grande e mitico Louis Prima?
Per Louis Prima c'è un problema di fondo. Re Luigi è Louis Prima in forma di primate. Tanto da non essere apparso nel sequel proprio perché la vedova ha chiesto di non farlo. Lì il personaggio era ricalcato pari pari sul cantante, con ovvie difficoltà per chiunque altro al mondo.
Sarebbe molto interessante paragonare invece la stessa canzone cantata sullo stesso testo da un altro cantante inglese con quella del cantante italiano che riprodusse Louis Prima nel film di animazione.
E, guarda caso, abbiamo quella di Christopher Walken per la versione live-action. Che ha ricevuto qualche critica in terra natia...
In italiano - ammettiamolo, suvvia - il testo diventa di una banalità sconcertante con effetti risibili. Mi urtavano da bambino, figuriamoci ora. Già allora mi dissi che sarebbe stato meglio lasciare la canzone originale, però sottotitolata in italiano e, badate bene, sono uno di quelli da sempre favorevole al doppiaggio.
Talvolta è vero, per renderla in italiano si perdono molte parti di significato. L'esempio di titolo che meno ha reso è "il mondo è mio" al posto di "a whole new world".
Varrebbe anche il contrario. Se nascessero in italiano le acrobazie linguistiche per gestire l'adattamento all'inglese sarebbero un incubo!
Ma consiglio di studiare e di vivere una terza lingua per poter fare effettivamente il confronto. Il fatto puro e semplice che il testo sia in inglese causa ad una generazione nata nell'anglofonia un'emozione superiore a quella che dovrebbe causare.
Correlata ad un'anglofonia praticata ma non troppo. Che non consente di stabilire alla perfezione in un ordine di qualità tutte le gradazioni intermedie tra uno shakespeare e un inglese base.
Parlo per esperienza personale. Non ci avrei creduto prima di farlo.
La canzone del gatto Romeo? infatti è una di quelle che non mi ha mai detto niente, con buona pace dell'ottimo Renzo Montagnani, scusatemi.
La scelta di render Romeo er mejo del colosseo fu un'idea interessante per trasformare un gatto gallese o irlandese in un gatto romanaccio, ma il risultato fu infelice.
In altri casi sfruttare accenti e dialetti fu ottimo (tanto che Asterix e Cleopatra è eccelso tra pirati veneziani, architetti siculi e compagnia).
Ma ammetto di non sapere come sia in originale...
Potrebbe darsi che i problemi siano alla fonte.