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Zio Paperone e la gara da 100 $

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Brigitta MacBridge
Flagello dei mari
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PolliceSu   (7)

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PolliceSu   (7)
    Zio Paperone e la gara da 100 $
    Venerdì 3 Lug 2015, 15:25:09
    Mettetevi comodi perché la prendo alla lontana ;)

    Ottobre 2006, vengono annunciati, come ogni anno, i premi Nobel. Il nome del vincitore del premio per la Pace risulta ignoto a molti, ma per quanti ne hanno già sentito parlare si tratta di una scelta felice: Muhammad Yunus, fondatore della Grameen Bank, che attraverso il rivoluzionario concetto del "microcredito" ha contribuito a dare un significativo aiuto a milioni di persone in stato di indigenza in alcuni paesi fra i più poveri del mondo.

    Nato in Bangladesh, Yunus non ha vissuto la povertà in prima persona: ha studiato e lavorato negli Stati Uniti, prima di tornare in patria come docente universitario. Negli anni Settanta decide di lanciare una campagna di indagine sulla povertà nelle zone rurali del suo paese, e raccolto un buon numero di collaboratori, per lo più studenti, li sguinzaglia per i paesini del Bangladesh a intervistare, indagare, in pratica per cercar di capire quali meccanismi siano alla base dello stato di miseria in cui vivono centinaia di migliaia di persone, spesso al limite della schiavitù. Dopo mesi di indagini, giunge ad una sconcertante conclusione: la miseria spesso è frutto di un circolo vizioso dal quale non si riesce ad uscire, ma basterebbe pochissimo, letteralmente una manciata di dollari, unitamente ad un po' di buona volontà, per innescare un opposto circolo virtuoso che potrebbe migliorare le condizioni di vita di molte persone. Nasce così, nel 1976, la Grameen Bank e l'istituzione del microcredito, poi esportata in numerosi altri paesi. L'idea alla base è: non serve fare carità, basta finanziare anche con piccole somme la nascita di attività che permettano a chi le svolge di guadagnare quanto basta per raggiungere uno stile di vita più dignitoso.
    Un'idea semplice, ma geniale, che riscuote un enorme successo. E dire che quindici anni prima, in una storia Disney, un anonimo direttore di banca aveva provato a fare qualcosa del genere, ma con risultati fallimentari. Colpa della pessima scelta dei beneficiati: un irresponsabile, uno sprovveduto, ed una famiglia di conclamati malfattori.


    Fine del lungo preambolo, ci siamo arrivati. La storia è "Zio Paperone e la gara da 100$". L'ho voluta introdurre in questo modo farraginoso perché, beh, c'è chi dice che le storie a fumetti sono roba per bambini, ma in realtà, se le sai leggere, sono piene di spunti non banali. Beccatevi questa, denigratori del fumetto: un premio Nobel per la Pace ha copiato da un'avventura di Romano Scarpa!!! ;)

    Ora però mettiamo da parte le esagerazioni e parliamo dettagliatamente della storia. Attenti agli spoiler, blah blah, se non l'avete letta procuratevela perché merita, blah, blah, andiamo avanti.

    La trama: per Zio Paperone è fonte di grande cruccio il constatare come i suoi concittadini paperopolesi siano spreconi e scialacquatori, per nulla oculati nella gestione del denaro. Così, quando apprende che la banca cittadina ha lanciato la campagna "Le giornate del risparmio", corre a complimentarsi con il direttore dell'istituto, il quale, lusingato, gli illustra il funzionamento dell'iniziativa. Si tratta di inviare del denaro (i "cento dollari" del titolo) a tre concittadini notoriamente in lotta con difficoltà economiche, invitandoli a "risparmiare o investire proficuamente" la somma. Chi ci riesce, vincerà un deposito fruttifero con dentro i cento dollari; chi fallisce, dovrà restituirli.
    L'entusiasmo di Paperone crolla improvvisamente quando il direttore gli ricorda che lui è il proprietario della banca, e che quindi il denaro in palio è suo... non gli resta che sperare nel fallimento dei tre concorrenti, e, se possibile, cercare di fare in modo che le cose vadano a suo vantaggio.

    I tre concorrenti sono Paperino, Filo Sganga (qui solo alla sua seconda apparizione, eppure già perfettamente caratterizzato) e la Banda Bassotti. Tre personaggi in perenne bolletta, con motivazioni ed aspirazioni diverse, accomunati, per puro caso, dal fatto di avere un sogno che richiederebbe proprio cento dollari per potersi realizzare.


    Per Paperino si tratta di una nuova passione: vorrebbe una stazione da radioamatore, ma in mancanza di meglio si accontenterebbe di una coppia di radiotelefoni "Pic-Pic", in vendita esattamente alla cifra di 100$.Filo Sganga sogna di diventare milionario, e avrebbe anche quello che oggi definiremmo un "business plan", ma gli manca il capitale iniziale per tentare l'impresa. La sua idea è di aprire un atelier di arte moderna in cui vendere a carissimo prezzo sculture ottenute incollando cocci di terracotta derivanti dagli scarti di una fabbrica di vasellame. Il bravo Filo ha anche fatto i conti: per far partire il suo progetto gli servirebbero, guarda caso, 100$. Una somma tutto sommato risibile, e il pensiero scappa, con un sorriso, proprio al microcredito che all'epoca ancora non era stato inventato...
    Infine, per i Bassotti, come al solito, il sogno sarebbe quello di rapinare Paperone, e il piano per farlo ci sarebbe anche... ma per metterlo in atto serve del materiale, che costa, neanche a farlo apposta... 100$.

    Inizia così una storia molto articolata, in cui le quattro trame, inizialmente parallele e disgiunte, si vanno intersecando. Paperone cerca di interferire con i piani degli altri, spingendoli ad agire in modo da perdere la gara; i Bassotti sfrutteranno la nuova attività di Filo per portare avanti il loro piano criminoso; Paperino diverrà casualmente testimone della rapina... la gara finirà per passare in secondo piano, con il lettore che segue con attenzione l'interazione dei protagonisti, manovrati con maestria da Scarpa come pezzi su una scacchiera.
    Le vicende si incastrano con precisione certosina, bilanciando con attenzione il "tempo in scena" dedicato a ciascun personaggio, e prestando attenzione a che nessun elemento introdotto nella narrazione risulti non essenziale allo sviluppo finale della storia. Così, anche se la storia è intitolata a Zio Paperone, si fatica a definirlo l'unico protagonista: come molte altre storie di Scarpa, ha invece una forte coralità in cui non abbiamo un solo personaggio che spicca sugli altri.


    A voler fare i pignoli, un punto debole nella trama ci sarebbe: se la gara dura solo ventiquattr'ore, durante le quali i concorrenti devono "risparmiare o investire proficuamente" il denaro ricevuto, la cosa più sensata da fare non sarebbe quella di aspettare ventiquattr'ore senza far nulla, per rimandare spese o investimenti al giorno dopo senza correre rischio alcuno? Obiezione ragionevole, ma a ben guardare il buonsenso non è la virtù principale di nessuno dei personaggi coinvolti. Non lo è certamente per Paperino, a cui non passa neppure per l'anticamera del cervello di aspettare un giorno per acquistare il "giocattolo per bambini grandi" che tanto desidera (e sì che i nipotini, loro sì giudiziosi e avveduti, lo riempiono di buoni consigli!). Un po' più prudente Filo, che però si lascia facilmente convincere da Paperone a tentare la strada dell'investimento invece che quella del risparmio; idem per i Bassotti, ai quali un Paperone convinto che siano dei totali incapaci consiglia di "mettere a profitto" il denaro, inconsapevole, ironia della sorte, del fatto che li sta incoraggiando a rapinarlo!

    La costruzione della trama è sicuramente un punto di forza di questa storia, che può essere riletta più e più volte apprezzando sempre la cura per i dettagli dell'autore. C'è però da dire che da sola non basterebbe a farne una storia godibile, anzi forse ad alcuni lettori potrebbe apparire un tantino arzigogolata e "cervellotica" (sarà per questo che non è quasi mai annoverata nella lista della migliori storie di Scarpa? Mah).
    Ad arricchirla abbiamo però una componente umoristica di primo livello, con vignette che strappano grosse risate, e gag divertentissime. Esilarante ad esempio la satira sull'arte moderna, portata avanti attraverso i commenti all'opera di Filo (la sua "prima, ispirata opera" è frutto di una accidentale caduta) e alla collezione artistica di Zio Paperone (che urla terrorizzato quando si trova inaspettatamente davanti alle sculture da lui stesso acquistate: "non me le ricordavo tanto brutte!"). Numerose le "chicche d'autore" piazzate da Scarpa qua e là: come la sessione di "palestra distensiva" che Paperone si concede ad un certo punto, con macchine che lo massaggiano con sacchetti pieni di denaro, o le sessioni di sollevamento pesi con bilancieri da "1 MILIONE" e "1 MILIARDO". Oppure il nascondiglio posizionato sotto il covo della Banda Bassotti, denominato "PENSATOIO PIANI D'ATTACCO". O le "quotidiane dieci ore di pubblicit" trasmesse dalla televisione...


    Ma è con Paperino che lo Scarpa umorista dà il meglio di sé. Come in altre sue storie, anche il Paperino della "gara da 100$" è un fanciullone, ingenuo e entusiasta, privo del pur minimo senso pratico. "È proprio un bambino!" "E neanche grande!" brontolano due nipotini nel vederlo sbrodolarsi dal desiderio durante lo spot televisivo dei radiotelefoni. Scarpa si diverte a manovrare questo bambinone, facendogli fare le cose più assurde: come quando, nella foga di correre a comprare i radiotelefoni, si strappa i vestiti e si rifugia in un cespuglio per non farsi vedere nudo; o quando taglia il cespuglio per farsene una specie di vestito con cui correre a casa senza dar scandalo. Solo che, poche vignette dopo, preso dall'entusiasmo per il fatto di essere entrato in possesso dei walkie-talkie, fa letteralmente "esplodere" il pudico cespuglio, mostrandosi al lettore in tutta la sua nudità (una delle vignette più esilaranti che io ricordi: "Possiedo finalmente l'agognato radiotelefono Pic-Pic!"); e si mette subito a giocare in giardino, dimentico del pudore di poche vignette prima. Come non ridere quando i nipotini, tornando a casa, lo trovano avvolto in un asciugamano che gioca a fare il naufrago su una finta isola tropicale allestita in salotto, come il più scavezzacollo dei ragazzini! I tre provano a rampognarlo, ricordandogli che "ora devi alla banca cento dollari", ma niente: "Non stiamo a pensarci su, adesso!... adesso giochiamo!" è la risposta gioiosa di un Paperino dallo sguardo illuminato dall'entusiasmo, e se da un lato il lettore non può fare a meno di pensare che sì, i nipotini hanno tutte le ragioni del mondo, dall'altro lato il fanciullino che è dentro di noi non può non simpatizzare con questo Paperino irresponsabile, avventato, ma tanto, tanto felice.

    La storia prosegue, e Scarpa mostra di voler bene al pur ingenuo Paperino, perché alla fine i walkie-talkie si riveleranno decisivi per sventare la rapina della Banda Bassotti, e pur avendo perso la gara Paperino avrà comunque una ricca ricompensa da un grato zione. Non altrettanto bene andrà ai Bassotti, che finiranno in galera, e a Filo, che essendosi fatto truffare dai Bassotti con un assegno falso dovrà restituire i cento dollari per palese "mancanza di oculatezza commerciale". Per tutta la storia è stato implicitamente fatto l'elogio della parsimonia, della ragionevolezza, della prudenza; ma nel finale, sembra dirci Scarpa, alla fine ciò che rende veramente felici sono la spontaneità, l'entusiasmo, la giocosità di un Paperino. Perfino noi, "assennati" lettori, non lo vorremmo diverso di un iota da quello che è, e gioiamo del suo immeritato trionfo.

    - Claudia "Brigitta MacBridge" Rege Cambrin


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    Giovane Marmotta
    PolliceSu

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    PolliceSu
      Re: Zio Paperone e la gara da 100 $
      Risposta #1: Venerdì 3 Lug 2015, 18:06:01
      Grazie. Bellissima recensione per una bellissima storia.

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      Westcock
      Brutopiano
      PolliceSu

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      PolliceSu
        Re: Zio Paperone e la gara da 100 $
        Risposta #2: Domenica 5 Lug 2015, 14:45:25
        Recensione approfondita e completa, che mi fa venire voglia di recuperare questa simpaticissima storia da me letta circa quarant'anni fa. Trovo qualche punto di contatto (pur con tutti i distinguo del caso) fra la situazione di partenza della storia, con Paperone che affida 100$ a tre suoi concittadini, e la parabola evangelica del padrone, che affida a tre servi i suoi talenti perchè li facciano fruttare...Che in qualche modo l'autore, nell'elaborare il soggetto di questa storia, abbia attinto anche ad un patrimonio e ad un bagaglio di valori di ispirazione cristiana?

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        Giona
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        PolliceSu

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        PolliceSu
          Re: Zio Paperone e la gara da 100 $
          Risposta #3: Venerdì 10 Lug 2015, 21:01:42
          Bellissima storia, purtroppo non tra le più note di Scarpa. A me ha ricordato anche, fatte le debite distanze, la parabola evangelica dei talenti.
          "Coi dollari, coi dollari si compran le vallate / Così le mie ricchezze saran settuplicate" (da Paperino e l'eco dei dollari)

           

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