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Ted Osborne

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Maximilian
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    Ted Osborne
    Venerdì 15 Gen 2016, 17:45:49
    Mi sembra giusto che questo storico autore abbia un proprio topic.

    E' stato, cosa che in pochissimi possono vantare, un pioniere di entrambi i mondi principali, infatti ha collaborato sia con Gottfredson che con Taliaferro.
    Proprio in questi giorni sto leggendo alcune delle sue storie a strisce, che possiedono una sceneggiatura molto fluida, talvolta piena d'azione e con un ottimo bilancio tra comicità e situazioni serie.
    Diversi personaggi poi presentano determinate formule gergali, componenti formali proprie delle alte cariche (penso ad esempio al modo quasi pomposo di parlare degli ambasciatori dell'Umbrellastan) o espressioni più o meno sgrammaticate attribuite agli stranieri. Insomma, oltre ad aspetto fisico e carattere, i personaggi sono differenziati anche in base al linguaggio usato. A lui dobbiamo inoltre le argute battute di Musone.
    « Ultima modifica: Venerdì 15 Gen 2016, 18:29:43 da Anton_Rebeliot »

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    Monkey_Feyerabend
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      Re: Ted Osborne
      Risposta #1: Sabato 16 Gen 2016, 09:28:11
      Bravo Anton, topic doveroso!

      Dato che le strisce di Gottfredson negli anni sceneggiati da Osborne sono tra i vertici delle mie preferenze fumettistiche (in assoluto proprio, tutti i generi presi in conto), ogni tanto mi sono interrogato sul ruolo  un po' oscuro di questo personaggio. Ma magari i miei interrogativi hanno facile risposta, che non conosco per mera ignoranza. Vediamo se qualcuno qui mi può aiutare.

      Il punto da chiarire sarebbe: quanto pesava il lavoro di Osborne sul risultato finale? Quanto sua era la sceneggiatura nelle singole strisce?
      Che significa che Gottfredson scriveva la trama? Scriveva la trama della continuity, indicando insomma dove la storia doveva andare a parare, ma poi lasciava allo sceneggiatore (Osborne o De Marris) l'elaborazione delle singole strisce? O Gottfredson indicava anche quello che doveva succedere in ogni striscia, e allo sceneggiatore restava l'organizzazione delle quattro vignette e la scrittura dei dialoghi?

      Più globalmente, Osborne era un ottimo collaboratore di un mezzo genio del fumetto? O Osborne era un mezzo genio che collaborava con un ottimo autore di fumetti? Lo so che è errato metterla in questi termini, ma detta così rende l'idea del mio smarrimento nei confronti della questione.

      Magari per iniziare a cercare una risposta dovrei confrontare le storie sceneggiate da De Maris con quelle di Osborne e scovare differenze di stile significative (superficialmente non ne vedo, anzi manco mi ricordo bene in quali c'è l'uno e in quali l'altro, il che fa protendere verso l'idea che il grande manovratore fosse Gottfredson). Ma è un lavoro faticoso e la mia pigrizia mi impedirà di farlo.  ;D

      Come fonti sul personaggio ho le cose che si trovano su internet o nelle ristampe Fantagraphics...cioè praticamente niente.
      Il libro di Stajano & co. dice di più sul modus operandi della squadra di Gottfredson?


      Il suo lavoro sulle Silly Symphonies non lo conosco invece.
      « Ultima modifica: Sabato 16 Gen 2016, 09:30:52 da Monkey_Feyerabend »

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      Maximilian
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        Re: Ted Osborne
        Risposta #2: Sabato 16 Gen 2016, 11:56:02
        Il punto da chiarire sarebbe: quanto pesava il lavoro di Osborne sul risultato finale? Quanto sua era la sceneggiatura nelle singole strisce?
        Che significa che Gottfredson scriveva la trama? Scriveva la trama della continuity, indicando insomma dove la storia doveva andare a parare, ma poi lasciava allo sceneggiatore (Osborne o De Marris) l'elaborazione delle singole strisce? O Gottfredson indicava anche quello che doveva succedere in ogni striscia, e allo sceneggiatore restava l'organizzazione delle quattro vignette e la scrittura dei dialoghi?
        Per me sarebbe interessantissimo riuscire a distinguere i meriti di uno e dell'altro, ma se dividere soggetto e sceneggiatura può essere difficile di per sè, in questo caso in cui chi si occupava di cartoni e fumetti lavorava a stretto contatto (quindi gli addetti agli uni o agli altri dovevano essere tra di loro a maggior ragione uniti) è un'impresa molto ardua. Probabilmente Gottfredson e Osborne si scambiava continuamente idee, con il risultato che uno influiva sul compito dell'altro rendendo il risultato finale una creazione frutto di un gioco di squadra. Non è nemmeno scontato che Floyd non modificasse la sceneggiatura in fase di disegno (magari consultandosi con l'altro): ai giorni nostri ogni tanto succede e niente impedisce che il fenomeno si manifestasse anche allora.

        Premesso ciò, secondo me il soggettista scriveva tutto quello che succedeva in una storia; lo sceneggiatore sceglieva come raccontarla. Per esempio, una stessa scena descritta dalla trama poteva svolgersi in una vignetta, una striscia o più strisce. Inoltre Osborne doveva fare in modo che la prima vignetta di una striscia in qualche modo riassumesse gli eventi immediatamente precedenti e che l'ultima contenesse un mistero, una battuta, un momento di tensione o un colpo di scena. Credo che il suo lavoro non fosse inventare gli avvenimenti della storia, bensì organizzarli in modo che si adattassero al formato richiesto.

        *

        Monkey_Feyerabend
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        PolliceSu

        PolliceSu
          Re: Ted Osborne
          Risposta #3: Venerdì 15 Lug 2016, 19:11:46
          Bravo Anton, topic doveroso!

          Dato che le strisce di Gottfredson negli anni sceneggiati da Osborne sono tra i vertici delle mie preferenze fumettistiche (in assoluto proprio, tutti i generi presi in conto), ogni tanto mi sono interrogato sul ruolo  un po' oscuro di questo personaggio. Ma magari i miei interrogativi hanno facile risposta, che non conosco per mera ignoranza. Vediamo se qualcuno qui mi può aiutare.

          Il punto da chiarire sarebbe: quanto pesava il lavoro di Osborne sul risultato finale? Quanto sua era la sceneggiatura nelle singole strisce?
          Che significa che Gottfredson scriveva la trama? Scriveva la trama della continuity, indicando insomma dove la storia doveva andare a parare, ma poi lasciava allo sceneggiatore (Osborne o De Marris) l'elaborazione delle singole strisce? O Gottfredson indicava anche quello che doveva succedere in ogni striscia, e allo sceneggiatore restava l'organizzazione delle quattro vignette e la scrittura dei dialoghi?

          Più globalmente, Osborne era un ottimo collaboratore di un mezzo genio del fumetto? O Osborne era un mezzo genio che collaborava con un ottimo autore di fumetti? Lo so che è errato metterla in questi termini, ma detta così rende l'idea del mio smarrimento nei confronti della questione.

          Magari per iniziare a cercare una risposta dovrei confrontare le storie sceneggiate da De Maris con quelle di Osborne e scovare differenze di stile significative (superficialmente non ne vedo, anzi manco mi ricordo bene in quali c'è l'uno e in quali l'altro, il che fa protendere verso l'idea che il grande manovratore fosse Gottfredson). Ma è un lavoro faticoso e la mia pigrizia mi impedirà di farlo.  ;D

          Come fonti sul personaggio ho le cose che si trovano su internet o nelle ristampe Fantagraphics...cioè praticamente niente.
          Il libro di Stajano & co. dice di più sul modus operandi della squadra di Gottfredson?

          Il suo lavoro sulle Silly Symphonies non lo conosco invece.


          Ecco, mi rispondo da solo. Le mie povere fonti (i volumi della Fantagraphics) contenevano abbastanza indicazioni per fare luce su questi interrogativi. Mi sono andato a rileggere dopo anni i contenuti speciali dedicati a Osborne e a de Marris contenuti nel volume 2.

          La cosa più verosimile è che il grosso del lavoro creativo fosse di Gottfredson.
          Prova potrebbe esserne il seguente aneddoto. Walt Disney credeva - o sospettava - che Osborne prima, e de Marris dopo, fossero i veri e soli autori delle trame delle strisce, e non meri sceneggiatori delle idee di Floyd. Tanto che decise di sottrarre Osborne al reparto fumetti supervisionato da Gottfredson per un po', e aggiungerlo al team di scrittori dei corti d'animazione. È questo tra l'altro il motivo per cui, nel bel mezzo di anni sceneggiati in continuity da Osborne, c'è d'improvviso una storia di de Marris, una certa Topolino Poliziotto e Pippo suo Aiutante. ::) (è un po' una eccezione, perché de Marris diventerà sceneggiatore fisso di Mickey solo cinque anni dopo!). Ma resosi conto che Osborne non era bravo a scrivere plot, Walt lo rimandò con un (metaforico, ovviamente) calcio in culo a lavorare nel reparto di Gottfredson. Dopo Walt fece lo stesso con de Marris: lo prese in prova per il reparto degli scrittori dei corti animati, ma dopo poco rimandò anche lui ai fumetti.

          Sostanzialmente Osborne era bravo come gag-man, ed è quello che c'è di suo in quella trafila di capolavori che va da Topolino aviatore (1933) fino al Sosia del re Sorcio (1937) (con appunto l'eccezione di Topolino Poliziotto e Pippo suo Aiutante). Che fosse un buon inventore di gag da strip era chiaro: è che è anche il padre delle strips e delle Sundays di Donald Duck, dici niente. Però ora mi viene da dire che fosse sostanzialmente tutto lì il suo merito.
          Come creatore di storie di suo non doveva essere un granché. Si racconta che lo misero a lavorare al plot di un libro per ragazzi, ma che non riuscì mai a finire da solo. Pare dovettero aiutarlo due tizi mezzi sconosciuti...un certo Carl Barks e un certo Walt Kelly (i futuri padri del fumetto umoristico moderno americano  :D muahahaahaah).

          Comunque non credo che Disney disdegnasse Osborne, perché lo aggiunse al gruppo di gente che lavorava a Bambi.
          È il motivo per cui da Topolino e il mostro bianco (1938) in poi lo sceneggiatore del nostro rattoide preferito divenne de Marris.

          Gottfredson disse in un'intervista che preferiva de Marris a Osborne, perché quest'ultimo scriveva dialoghi più verbosi. Potrebbe essere il motivo per cui dopo la fine della lavorazione di Bambi Ted Osborne divenne...disoccupato (ma sto giusto facendo una supposizione). Lasciò il fumetto per fare altro e morire relativamente giovane.


          Anche de Marris è morto giovane, e si sospetta persino di suicidio. Ma magari ne parliamo quando apriamo un topic su di lui...  :-?

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          Maximilian
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            Re: Ted Osborne
            Risposta #4: Sabato 16 Lug 2016, 12:06:42
            nel bel mezzo di anni sceneggiati in continuity da Osborne, c'è d'improvviso una storia di de Marris, una certa Topolino Poliziotto e Pippo suo Aiutante
            Anche la successiva è di De Maris

            Citazione
            Sostanzialmente Osborne era bravo come gag-man, ed è quello che c'è di suo in quella trafila di capolavori che va da Topolino aviatore (1933) fino al Sosia del re Sorcio (1937) (con appunto l'eccezione di Topolino Poliziotto e Pippo suo Aiutante). Che fosse un buon inventore di gag da strip era chiaro: è che è anche il padre delle strips e delle Sundays di Donald Duck, dici niente. Però ora mi viene da dire che fosse sostanzialmente tutto lì il suo merito.
            Beh, ora non sminuirlo troppo. Dimentichi che lo sceneggiatore doveva occuparsi anche di una cosa importante: gestire il formato. Ossia doveva fare in modo che ogni striscia "riassumesse" gli ultimi eventi senza però ripeterli e che finisse con un colpo di scena/gag/momento di tensione.
            Inoltre aveva il compito di mantenere viva l'attenzione dei lettori.

            Un'ultima considerazione: Osborne creava delle gag (anche abbastanza numerose) senza "mandare a quel paese la trama" e senza ridicolizzare i personaggi. Una lezione che non tutti gli autori successivi hanno imparato.

            Citazione
            Lasciò il fumetto per fare altro e morire relativamente giovane.
            E secondo me è stata una perdita non indifferente; avrebbe potuto continuare per esempio sui comic book, anche "solo" come sceneggiatore.
            (A 68 anni proprio un giovincello non era...)
            « Ultima modifica: Sabato 16 Lug 2016, 12:23:18 da Anton_Rebeliot »

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            Monkey_Feyerabend
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              Re: Ted Osborne
              Risposta #5: Sabato 16 Lug 2016, 12:17:44
              Anche la successiva è di DeMaris

              Beh, ora non sminuirlo troppo. [...]

              Un'ultima considerazione: Osborne creava delle gag (anche abbastanza numerose) senza "mandare a quel paese la trama" e senza ridicolizzare i personaggi. Una lezione che non tutti gli autori successivi hanno imparato.


              No, ma non volevo sminuirlo, hai ragione su tutta la linea.

              (Ma De Maris si scrive con una sola "r"? Muahahah me ne accorgo solo adesso   ;D)

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              Maximilian
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                Re: Ted Osborne
                Risposta #6: Domenica 17 Lug 2016, 18:01:23
                hai ragione su tutta la linea.
                A essere onesti però, non si può fare un'affermazione del genere in quanto in buona parte quello che stiamo dicendo sono solo supposizioni, non essendoci sufficiente documentazione.

                Comunque, oggi Osborne sarebbe contento di vedere l'incredibile numero di utenti che si interessa a lui partecipando al suo topic  ;D
                « Ultima modifica: Domenica 17 Lug 2016, 18:02:10 da Anton_Rebeliot »

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                Monkey_Feyerabend
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                  Re: Ted Osborne
                  Risposta #7: Domenica 17 Lug 2016, 21:31:15

                  Comunque, oggi Osborne sarebbe contento di vedere l'incredibile numero di utenti che si interessa a lui partecipando al suo topic  ;D

                  Lui almeno ce l'ha un topic dedicato. De Maris (con una r  ;D) neanche quello!

                  Paradossale, visto che è uno dei tre o quattro più grandi sceneggiatori della storia del fumetto Disney, e siamo pure tutti d'accordo immagino  ;D

                  *

                  Maximilian
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                    Re:Ted Osborne
                    Risposta #8: Giovedì 29 Dic 2022, 17:45:17
                    Dopo aver conosciuto le domenicali l’ho rivalutato. Infatti, mentre nelle coeve strisce Topolino risultava stereotipato e noioso, nelle prime veniva caratterizzato da una maggiore spontaneità.
                    Ciò è dovuto alla quasi totale limitazione nelle seconde ai lati positivi (bontà, coraggio, responsabilità) mentre nella produzione settimanale, pur non negandoli, ci si concentrava su altri aspetti. Mentre nelle opere in bianco e nero (soprattutto del biennio 1935/6) il personaggio non falliva mai e aveva tutto sotto controllo, nelle tavole poteva permettersi di distrarsi, di agire d’impulso, di avere dubbi, di perdere la pazienza o anche solo di agire non in vista di fini altruistici. Ma soprattutto aveva voglia continua di scherzare nonché di divertirsi e si burlava allegramente degli amici, anche quando essi non facevano nulla per meritarlo.
                    In un paio di occasioni si è reso perfino protagonista di trovate spiazzanti degne di Walsh.

                    Se non fosse stato per il modo di rappresentare le espressioni degli occhi e per quegli irritanti sorrisi ebeti, sarebbe già stato Topolino al 100%.

                     

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