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    Re: Bill Walsh
    Risposta #30: Giovedì 18 Nov 2010, 15:29:16
    Io invece penso che se la personalità di Topolino si sia evoluta è perché Walt Disney voleva che il carattere di Topolino rispecchiasse quello degli Americani.
    Il Topolino degli anni 30 era ottimista e non si tirava mai indietro, semplicemente perché anche gli  Americani erano delgi eroi che lottavano coraggiosamente.
    Terminato il conflitto mondiale, gli Americani persero tutto quello che li caratterizzava, in quanto non ci furono altre imprese gloriose da parte dell'America, perché non gli fu più data occasione per mostrare la sua grandiosità. La stessa cosa anche per Topolino.
    Penso che molti paperseriani, non tutti ma molti, amino Topolino perché rispecchia un uomo medio e la sue evoluzione.
    Quando c'erano Osborne e De Maris, le storie erano totalmente reali, quando è arrivato Walsh con le sue strampalate invenzioni l'ambiente e il genere delle storie è entrato in pieno stile fantasy, ma Topolino rimane reale con i suoi cambi di personalità.
    Comunque, comprendo il fatto che tu preferisca il Mickey degli anni ruggenti semplicemente perché era un vero eroe.
    15 novembre 1976: l'ultima striscia di Floyd Gottfredson, l'Uomo dei Topi.
    Grazie, Floyd.


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      Re: Bill Walsh
      Risposta #31: Giovedì 18 Nov 2010, 21:19:42
      Io invece penso che se la personalità di Topolino si sia evoluta è perché Walt Disney voleva che il carattere di Topolino rispecchiasse quello degli Americani.
      Il Topolino degli anni 30 era ottimista e non si tirava mai indietro, semplicemente perché anche gli  Americani erano delgi eroi che lottavano coraggiosamente.
      Terminato il conflitto mondiale, gli Americani persero tutto quello che li caratterizzava, in quanto non ci furono altre imprese gloriose da parte dell'America, perché non gli fu più data occasione per mostrare la sua grandiosità. La stessa cosa anche per Topolino.
      Penso che molti paperseriani, non tutti ma molti, amino Topolino perché rispecchia un uomo medio e la sue evoluzione.


      Io credo che Topolino non sia tanto il riflesso dell'America, quanto il modello, l'incarnazione dei valori positivi che *dovrebbero* essere adottati anche dalla società. Una specie di guida, insomma: durante la crisi economica degli anni '30 lui si dimostra ottimista e sbarazzino, mentre nel dopoguerra diventa un borghese dotato di buon senso perchè gli americani hanno bisogno di nuovi punti di riferimento e solide certezze dopo il destabilizzante conflitto mondiale.
      Topolino non è l'uomo medio, è l'uomo ideale. Il riflesso dell'uomo medio, con tanto di contraddizioni e problematiche è Paperino, ed è per questo che è un personaggio tanto amato.
      No man commanded Jean Louise.
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        Re: Bill Walsh
        Risposta #32: Giovedì 18 Nov 2010, 21:39:48


        Io credo che Topolino non sia tanto il riflesso dell'America, quanto il modello, l'incarnazione dei valori positivi che *dovrebbero* essere adottati anche dalla società. Una specie di guida, insomma: durante la crisi economica degli anni '30 lui si dimostra ottimista e sbarazzino, mentre nel dopoguerra diventa un borghese dotato di buon senso perchè gli americani hanno bisogno di nuovi punti di riferimento e solide certezze dopo il destabilizzante conflitto mondiale.
        Topolino non è l'uomo medio, è l'uomo ideale. Il riflesso dell'uomo medio, con tanto di contraddizioni e problematiche è Paperino, ed è per questo che è un personaggio tanto amato.


        ...perché ogni volta che intervieni tu non mi viene mai niente da dire? Mi hai letteralmente tolto le parole di bocca.
        Ma effettivamente è vero: Paperino raffigura l'uomo così com'è, Topolino raffigura il modello da raggiungere, quelloc che vorrebbe essere Paperino. Insomma raffigura la parte vincente dell'uomo, che però deve lottare per raggiungerla.
        E quando leggo le storie di Walsh, ho come la sensazione che esso abbia voluto rendere Topolino un po' più simpatico, rendendolo più simile a Paperino, tentando quindi di far prevalere la parte perdente su quella vincente degli anni 30. senza riuscirsi, per fortuna.
        15 novembre 1976: l'ultima striscia di Floyd Gottfredson, l'Uomo dei Topi.
        Grazie, Floyd.


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          Re: Bill Walsh
          Risposta #33: Sabato 20 Nov 2010, 02:00:18
          Andrea87 si chiedeva il perché della strana impaginazione delle storie di Gottfredson sul Topolino libretto: ne approfitto per riportare qui un estratto di un articolo:

          L'Italia del 1952 era ormai fortunatamente molto diversa da quella di pochi anni prima, ed era lecito sperare che i lettori avessero più denaro da spendere in letture d'evasione. Di colpo, si manifestò la necessità di disporre di un maggior numero di storie a fumetti di un certo respiro, che né i comic books né tantomeno le strisce di Gottfredson potevano garantire. Queste ultime poi, specialmente dopo che il popolare personaggio di Eta Beta era stato abbandonato, causavano una serie di problemi non indifferenti per il pubblico italiano. Gli ultimi testi di Bill Walsh erano veramente troppo raffinati e sottilmente allusivi rispetto alle forme contemporanee di intrattenimento, quali i film di Totò e il varietà in genere. Era difficile che i lettori di "Topolino", avvezzi a ridere delle fame atavica e dei vasi da notte, cogliessero in pieno le atmosfere rarefatte e inquietanti del Deserto del Nulla o i problemi "esistenziali" di Topolino e Pluto in Topolino contro Topolino. E' significativo che fin dal primo episodio con Eta Beta, del 1949, le puntate delle sofisticate avventure di Gottfredson venissero impaginate in posizione non privilegiata, talvolta in coda al libretto o anche nelle pagine interne. Proprio in quel numero 41, la prima puntata di Topolino e la Macchina Toc Toc occupava le ultime pagine della rivista. Il posto d'onore era riservato a una nuova storia fatta in Italia, Topolino e il Satellite Artificiale (1952): i testi erano sempre di Guido Martina, anche se i credits comunemente riportati non lo specificano. I disegni, invece, erano di Giuseppe Perego, un nome nuovo per i Disney Italiani, ma con alle spalle già una cospicua carriera professionale nel campo dei fumetti.
          Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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            Re: Bill Walsh
            Risposta #34: Sabato 20 Nov 2010, 02:30:56
            Le storie di Walsh troppo raffinate per i lettori italiani anni 50, buoni solo per l'avanspettacolo?  :-?

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              Risposta #35: Sabato 20 Nov 2010, 11:08:40
              Come? Qui mi si offende un idolo! >:(
              Se i lettori degli anni 50 erano stati del tutto presi dalla televisione e dai film di Totò, ma allora oggi la situazione come sarebbe, scusate? Il bisogno della televisione è forse diminuito? Ma chi l'ha scritta questa cagata? (passatemi il termine) Silvio Berlusconi?
              15 novembre 1976: l'ultima striscia di Floyd Gottfredson, l'Uomo dei Topi.
              Grazie, Floyd.


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                Re: Bill Walsh
                Risposta #36: Sabato 20 Nov 2010, 13:11:26
                Non capisco certe reazioni (tanto piu' che il brano citato da Special Mongo mi sembra piuttosto lusinghiero verso Walsh). Non sono in grado di giudicare la correttezza storica dell'asserzione "Gli ultimi testi di Bill Walsh erano veramente troppo raffinati e sottilmente allusivi rispetto alle forme contemporanee di intrattenimento, quali i film di Totò e il varietà in genere.", ma mi suona credibile. I lettori italiani di fumetti negli anni '50 avevano certamente meno esperienza di quelli d'oggigiorno (che vengono educati da un patrimonio culturale molto piu' vasto e variegato); e la loro capacita' di apprezzare un'arte piu' sottile era probabilmente ostacolata anche dal pregiudizio verso il fumetto come "genere irredimibilmente minore".

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                  Re: Bill Walsh
                  Risposta #37: Sabato 20 Nov 2010, 13:43:18
                  L'aspetto storico del periodo è quello che è, non lo si può cambiare. Gli autori dell'articolo descrivono appunto l'Italia del periodo e cosa piaceva di più leggere ai lettori, adulti e ragazzi. E mi sembra che ogni popolo abbia il diritto di preferire cosa leggere, in determinati periodi storici. Semplicemente si sta dicendo che in quel periodo i lettori forse si identificavano poco nei thriller alla Walsh, ma appunto cercavano stili diversi di narrazione, non necessariamente burleschi ma che almeno giocavano su paranoie, vizi e desideri tipicamente italici, in cui potessero riconoscersi. C'è da dire che in quel periodo, appunto quasi solo gli americani comprendevano a fondo le atmosfere ansiogene delle trame di Walsh, che scriveva durante il maccartismo. In Italia la situazione sociale era completamente differente.
                  E poi non mi sembra che apprezzare e amare i film di Totò porti o abbia portato alla rovina il Paese :P
                  Comunque gli autori dell'articolo non sono mica dei pincopallini, ma il famoso trio Boschi-Becattini-Gori ;)
                  Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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                    Re: Bill Walsh
                    Risposta #38: Sabato 20 Nov 2010, 14:18:01
                    Ci si potrebbe però anche chiedere quanto fossero gradite le storie di Walsh nella stessa America. In generale la popolarità del personaggio Topolino era certamente inferiore a quella del periodo anteguerra.
                    I dirigenti del King Features Syndicate decisero che non era più tempo di strisce avventuroso-umoristiche (ma se non sbaglio Popeye continuò su questa strada): forse ritenevano anche, a torto o a ragione, che la popolarità della striscia non fosse più quella degli "anni d'oro", sia pure per la diminuita "soglia di attenzione" del grande pubblico, ormai condizionato dalla televisione.

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                      Re: Bill Walsh
                      Risposta #39: Sabato 20 Nov 2010, 15:42:28
                      Non capisco certe reazioni (tanto piu' che il brano citato da Special Mongo mi sembra piuttosto lusinghiero verso Walsh).
                      La mia reazione è stata nei confronti dell'accostamento totò- comicità dei vasi da notte, che è svilente assai nei confronti del comico napoletano. La situazione sociale era quella, non si può cambiare, e probabilmente gli italiani dell'epoca forse davvero non avrebbero apprezzato la raffinatezza delle trame di walsh, ma totò non è stato solo una macchietta. Lui ha (nelle opere migliori)  rappresentato una parte del paese, quella più indifesa, più maltrattata e più umana. Ogni volta che ha avuto la possibilità di lavorare con registi di rango (steno, monicelli), ci ha fornito una perfetta rappresentazione dell'altra faccia del boom economico del dopoguerra, venendo persino censurato e osteggiato (penso a totò e carolina, forse uno dei film più belli ma anche dei meno conosciuti). Poi essendo un grande del varietà spesso gli toccavano copioni del tipo "inquadratura su totò e una degna spalla e vediamo cosa inventano" ma non mi trattate male il principe, ce ne fossero di comici così oggi :P
                      « Ultima modifica: Sabato 20 Nov 2010, 16:46:12 da piccolobush »

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                      Mickey Mouse
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                        Re: Bill Walsh
                        Risposta #40: Sabato 20 Nov 2010, 16:30:39
                        Credo (almeno per me è stato così anche se non sono intervenuto prima) che la reazione sia stata nei confronti dell'accostamento totò- comicità dei vasi da notte, che è svilente assai nei confronti del comico napoletano. La situazione sociale era quella, non si può cambiare, e probabilmente gli italiani dell'epoca forse davvero non avrebbero apprezzato la raffinatezza delle trame di walsh, ma totò non è stato solo una macchietta. Lui ha (nelle opere migliori)  rappresentato una parte del paese, quella più indifesa, più maltrattata e più umana. Ogni volta che ha avuto la possibilità di lavorare con registi di rango (steno, monicelli), ci ha fornito una perfetta rappresentazione dell'altra faccia del boom economico del dopoguerra, venendo persino censurato e osteggiato (penso a totò e carolina, forse uno dei film più belli ma anche dei meno conosciuti). Poi essendo un grande del varietà spesso gli toccavano copioni del tipo "inquadratura su totò e una degna spalla e vediamo cosa inventano" ma non mi trattate male il principe, ce ne fossero di comici coì oggi :P

                        Bah... preferisco Massimo Troisi.
                        Tornando IT, non capisco i vostri ragionamenti. In Italia non si dava importanza ai fumetti perché si era impegnati a osservare Totò e co., mentre oggi dovrebbe esserci maggior interesse per i fumetti? E allora perché oggi c'è la crisi del fumetto e non della televisione? Che poi in realtà potrebbero esserci motivi assai più gravi, non mi pare che oggi la situazione sia poi tanto cambiata. Oggi ad influire sulla mente delle nuove generazioni c'è, oltre alla televisione, la Playstation e i cartoni dei Pokemon.
                        Che la situazione degli anni 50 per quanto riguarda i fumetti era preoccupante nessuno lo mette in dubbio, abbiamo molti anziani che ci narrano la classica storia "Ai miei tempi...", ma facendo il paragone con oggi la situazione non mi pare cambiata. O forse sì, ma in peggio.
                        Ma per fortuna ci siamo noi, amanti dei fumetti, che continueremo a far trasmettere ai nostri figli l'importanza del valore culturale dei fumetti.
                        E i capolavori di Walsh sono Capolavori, punto.
                        15 novembre 1976: l'ultima striscia di Floyd Gottfredson, l'Uomo dei Topi.
                        Grazie, Floyd.


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                          Re: Bill Walsh
                          Risposta #41: Sabato 20 Nov 2010, 16:53:54
                          Tornando IT, non capisco i vostri ragionamenti.
                          Eppure mi sembrano chiari. Ti si sta dicendo che oggi verso i fumetti c'è una consapevolezza diversa, nient'altro. E che quindi all'epoca le trame di walsh, potevano apparire "distanti" alla maggior parte dei lettori. D'altra parte basta consocere un pò del martina del periodo per vedere come le sue storie fossero profondamente italiane, cioè radicate nella società italiana dell'epoca. Come ho già detto non condivido tanto la forma dell'articolo ma la sostanza sì

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                            Re: Bill Walsh
                            Risposta #42: Sabato 20 Nov 2010, 17:37:49
                            Ah, bene, ora è tutto più chiaro. Grazie :)
                            A tal proposito, Boschi disse, ne Gli anni D'Oro di Topolino, che Walsh era un grande ammiratore di Segar.
                            Qualcuno di voi ha notato quest'influenza?
                            Ammetto che per quanto riguarda il tratto inquietante che Walsh dava alle storie, sì, mi pare molto ispirato a quello di Segar, che anche lui realizzava storie inquietanti (a proposito, ma Segar era un autore completo?) però la costruzione delle trame, le gag in esso contenute mi paiono un tratto originale di Walsh, senza avere modelli particolari.
                            Nella creazione di alcuni characters invece l'influenza si nota. L'esempio più lampante è Flip, ma anche il Dottor Zazzera, Angelo Agnello, ecc.
                            « Ultima modifica: Sabato 20 Nov 2010, 18:01:59 da Death_Note »
                            15 novembre 1976: l'ultima striscia di Floyd Gottfredson, l'Uomo dei Topi.
                            Grazie, Floyd.


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                              Re: Bill Walsh
                              Risposta #43: Sabato 20 Nov 2010, 21:32:26
                              Io davvero non mi capacito che ci sia qualcuno cui non piaccia Totò :o
                              E comunque, piccolobush, hai fatto bene a citare quel tipo di film in cui Totò prese parte, e che ovviamente continuano ad essere ignorati da molta gente. Quello che hai citato tu finalmente ce lo siamo potuto godere in versione integrale nella serie uscita in edicola (quasi integrale, perché la sequenza in cui Totò conduce Carolina dal maresciallo del paesino, il curatore Mereghetti mi ha comunicato che è impossibile recuperarla per il dvd e quindi l'hanno riproposta in versione cartacea: i dialoghi sono infatti presenti per intero nel libriccino all'interno della custodia).
                              Non mi sembra che né io né l'articolo abbiamo insultato Bill Walsh o considerato deficiente il pubblico italiano dell'epoca: ma era un pubblico decisamente differente e molti non potevano comprendere a fondo il sottofondo delle storie di Walsh, e l'ambiente in cui erano create. C'era l'Italia della ricostruzione, ed è comprensibile che la maggior parte dei lettori considerasse "kolossal" le storie prodotte in Italia e non quelle di Walsh. Questi lettori, alle prese ancora con le rovine lasciate dalla Guerra, desideravano leggere cose un po' diverse rispetto alle sequenze ansiogene e paranoiche descritte dal grande autore d'oltreoceano.
                              Del resto, com'è scritto al termine del medesimo articolo:


                              L'arte di arrangiarsi di Paperino, i suoi problemi di sopravvivenza, la sua recitazione farsesca, potrebbero essere letti anche come una chiave interpretativa della società italiana della ricostruzione. Insomma, potremmo paragonare Martina a Monicelli, Perego a Steno, Paperino a Carlo Croccolo e Gastone a Mario Riva.
                              Naturalmente è solo un'ipotesi di lavoro, ma non ci sembra del tutto priva di fondamento...
                              « Ultima modifica: Sabato 20 Nov 2010, 21:37:01 da Sam_Spade »
                              Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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                                Re: Bill Walsh
                                Risposta #44: Domenica 21 Nov 2010, 09:35:17
                                Gli stessi adattamenti di martina (o chi per lui) alle storie americane, per quanto possano sembrare dei piccoli dettagli, testimoniano la differenza tra i due tipi di pubblico: i kumquats di eta beta che diventano naftalina, lo zombie di barks che diventa un gongoro (a questo proposito è probabile che barks si sia ispirato al film "ho camminato con uno zombie", primo e forse unico film di un certo livello in cui compare uno zombi haitiano e non quelli "alla romero" e il cui protagonista è simile in tutto a bombie, a parte l'età. Film americano del '43 e ancora oggi semisconosciuto da noi, manco wikipedia italiana lo riporta alla voce zombie, quanti potrebberlo averlo visto nell'italia degli anni '50?), etc.

                                 

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