Vent'anni...
Sono trascorsi esattamente venti anni da quel 23 Aprile 2005, giorno in cui il grande Romano Scarpa lasciò questa terra per varcare l'eterea soglia di ingresso di quella Dimensione Delta che con tanta passione e capacità narrativa e grafica aveva raccontato in una delle sue storie più iconiche.
Che cosa ci resta di lui a distanza di un ventennio dalla sua scomparsa?
Qual è stato il lascito culturale che questo autore ha donato come eredità al mondo Disney, tanto agli autori che scrivono e disegnano le storie del Topolino di oggi quanto ai lettori disneyani?
Penso che figure come Romano Scarpa non muoiano mai davvero.
I suoi meravigliosi personaggi, le sue brillanti creazioni che hanno rimpolpato il cast di Topolinia e Paperopoli, il suo modo di raccontare storie intriganti e anche avvolte dalla tensione senza mai rinunciare al suo proverbiale (e delizioso) senso dell'umorismo sono una vivida testimonianza del suo modo di concepire il fumetto.
Leggere una storia di Scarpa significa addentrarsi in un mondo meraviglioso.
Il suo modo di muovere i personaggi è talmente genuino e spontaneo che riescono a brillare di luce propria.
Sono sempre in movimento, dinamici, frenetici, pronti all'azione...
Pentole a pressione pronte a scoppiare di emozioni, di desiderio dell'avventura, di voglia di fare, di andare alla ricerca dell'ignoto.
Nei suoi racconti tensione e comicità coesistono in un perfetto meccanismo ad orologeria.
Non c'è una vignetta che vada sprecata, una soluzione di comodo, una fase di stanca che possa indurre il lettore ad annoiarsi anche solo per un momento.
Scarpa riusciva a tenerti intrigato e a farti sentire parte integrante della storia fino a quando non giungeva la parola "fine".
Ma prima di quella parola ti sei goduto tutta una trafila di eventi, scossoni, ribaltamenti di fronte e sorprese che ti fanno vivere il racconto dal di dentro e sentire i personaggi più che mai vicini a te.
Veri, tridimensionali, determinati, ognuno con la propria personalità e le caratteristiche che identificano ciascuno nella sua individualità.
Romano Scarpa è stato e sarà sempre uno straordinario cantore della narrativa disneyana.
Un talento puro che con la mente, le mani, ma soprattutto con il cuore ha dato vita a personaggi e racconti memorabili che saranno sempre parte integrante del bagaglio culturale di ciascun appassionato Disney.
La sua stella brilla intensamente nel firmamento dei grandi artisti Disney e per quanto mi riguarda lo penserò sempre vicino a me ogniqualvolta rileggerò le sue storie, dimenandomi tra bizzarri uomini di Ula-Ula, misteriose unghie di Kalì, monumentali caschi d'oro e scroscianti sorgenti mongole.
Come un bambino che aspetta la favoletta del nonno prima di addormentarsi, cullato dalla fantasia e dai mondi meravigliosi di personaggi dalle grandi orecchie e in becco e piume che maestri come Scarpa hanno amorevolmente animato per tutta la vita.