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Silvano Mezzavilla

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PolliceSu
    Silvano Mezzavilla
    Sabato 23 Ott 2004, 13:14:30
    In realtà questo topic è una scusa per inserire una notizia  che ho trovato su di lui e non sapevo dove inserire...


    ...Ma come non omaggiare l'autore di storie come "Topolino e il mistero della voce spezzata", "Topolino e l'enigma del faro", "Basettoni e il grande caldo", "Gambadilegno e il ritorno a Leg City", per citare quelle disegnate da Cavazzano.

    Ma troviamo anche "Topolino e la sindrome visionaria", disegnata dal maestro Scarpa, "Topolino e il week-end col gatto", su disegni di Massimo De Vita...

    Oltre all'ultima parodia, disegnata sempre da Cavazzano, "Paperon Bisbeticus domato".

    La notizia in questione è che Mezzavilla si occuperà di una rivista di e sul fumetto. Maggiori informazioni qui...
     
    Io -se è ancora libero- mi farei Luciano Gatto. New_AMZ

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    PolliceSu
      Re: Silvano Mezzavilla
      Risposta #1: Sabato 23 Ott 2004, 13:47:56
      toh, strangers in paradise...dovrò procurarmelo prima o poi...

      quando termina bone, ovviamente...

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      piccolobush
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        Re: Silvano Mezzavilla
        Risposta #2: Sabato 23 Ott 2004, 15:13:38
        "Fin dal primo numero, coerentemente con la scelta programmatica, la rivista, curata e diretta da Silvano Mezzavilla, presenta fumetti inediti, segnala autori ancora sconosciuti nel nostro Paese, ripropone indimenticabili storie di ieri, offre spazi a racconti illustrati, a recensioni, a interventi che collegano il fumetto con la società che con velocità straordinaria gli si muove attorno."

        La presentazione sembra promettere bene, speriamo che mantenga e che si mantenga!
        « Ultima modifica: Lunedì 8 Feb 2021, 22:34:11 da piccolobush »

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          Re: Silvano Mezzavilla
          Risposta #3: Domenica 6 Ago 2006, 15:16:10
          Mi piacciono molto i mistery di Mezzavilla, soprattutto se li disegna Cavazzano...purtroppo non è molto prolifico come sceneggiatore, però sono convinto che piuttosto che scrivere anche senza ispirazione è meglio lasciar trascorrere tutto il tempo necessario per ritornare con una buona storia. Le sue storie sono quasi sempre a due tempi e con buoni intrecci. Adoro i gialli e questo è un punto a suo favore!

          EDIT Alle: giuro che il prossimo messaggio che trovo scritto in stile SMS lo elimino senza preavviso, chiunque sia a scriverlo.
          « Ultima modifica: Lunedì 7 Ago 2006, 13:43:45 da Alle »

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            Re: Silvano Mezzavilla
            Risposta #4: Lunedì 7 Ago 2006, 11:47:43
            Indimententicabile AIOTTO AIOTTO ...  
            "DENTRO, spazzatura!"
            "UEF!"
            "FUORI, iettatura!"
            "UOFFF!"

            (G. Martina)

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              Re: Silvano Mezzavilla
              Risposta #5: Lunedì 7 Ago 2006, 22:07:56
              EDIT Alle: giuro che il prossimo messaggio che trovo scritto in stile SMS lo elimino senza preavviso, chiunque sia a scriverlo.[/quote]

              Non sapevo di questa avversione per lo stile SMS...

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              Tek
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                Re: Silvano Mezzavilla
                Risposta #6: Lunedì 7 Ago 2006, 23:24:02
                EDIT Alle: giuro che il prossimo messaggio che trovo scritto in stile SMS lo elimino senza preavviso, chiunque sia a scriverlo.Non sapevo di questa avversione per lo stile SMS...

                Non è avversione. Solo che un "NN" si può anche accettare (credo) ma tu in un messaggio inserisci "CM" "TT" e altro ancora.
                Ti avviso (se non lo sai) che i forum sono spazi virtuali ( se così si possono definire) gratuiti , cioè non paghi niente qualunque messaggio inserisci e quante lettere vuoi mettere. E poi il messaggio è anche più chiaro e pulito scritto normalmente.
                « Ultima modifica: Lunedì 7 Ago 2006, 23:26:36 da Bruno »

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                  Re: Silvano Mezzavilla
                  Risposta #7: Martedì 8 Ago 2006, 14:29:05

                  Non è avversione. Solo che un "NN" si può anche accettare (credo) ma tu in un messaggio inserisci "CM" "TT" e altro ancora.
                  Ti avviso (se non lo sai) che i forum sono spazi virtuali ( se così si possono definire) gratuiti , cioè non paghi niente qualunque messaggio inserisci e quante lettere vuoi mettere. E poi il messaggio è anche più chiaro e pulito scritto normalmente.

                  Grazie per la delucidazione!

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                    Re: Silvano Mezzavilla
                    Risposta #8: Venerdì 16 Feb 2007, 21:49:52
                    Vorrei spendere qualche considerazione su questo autore, forse qui un po' troppo ignorato, almeno al confronto delle dieci pagine di topic dedicate a Faraci, che penso possa essere considerato il suo più assimilabile collega. Se, infatti, le sceneggiature di quest'ultimo sono difficilmente pareggiabili per intreccio, battute e linguaggio, trovo che Mezzavilla possa rivaleggiarvi in pieno per la creazione di atmosfere noir: la metropoli piovosa de "La voce spezzata", l'inquietudine de "La sindrome visionaria", per non parlare de "L'enigma del faro" e "Il ritorno a Leg City", o della più recente "Villa dei misteri" sono, a mio avviso, quanto di meglio visto, sul genere, nel topo degli ultimi anni, superate solo sulle pagine di MM.
                    L'autore ha inoltre dimostrato di poter utilizzare efficaciemente sia cattivi "nuovi" sia quelli tradizionali, Gambadilegno in primis, in questo caso dando, comunque, sempre contesti diversi tra loro e uno sviluppo del giallo mai banale o ripetitivo di altre storie precedenti: cito, tra le varie: "IL grande caldo", di nuovo "Leg City", "Il tesoro di Ululoa"...
                    « Ultima modifica: Venerdì 16 Feb 2007, 21:51:12 da flip »

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                      Re: Silvano Mezzavilla
                      Risposta #9: Sabato 17 Feb 2007, 00:02:11
                      Veramente un grande. La voce spezzata è il suo apice (non mi stancherò mai di dire che è un capolavoro), ma le altre già citate storie gialle non sono assolutamente da meno.

                      Ah, ho scoperto che da qualche mese anche lui ha aperto un blog:

                      http://www.silvanomezzavilla.com/rubrica.asp
                      « Ultima modifica: Sabato 17 Feb 2007, 00:02:50 da pacuvio »

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                        Re: Silvano Mezzavilla
                        Risposta #10: Lunedì 7 Lug 2008, 20:20:42
                        Sinceramente come autore di gialli e di noir lo preferisco a Faraci. Perchè in Faraci non trovo la stessa aria di mistero e la stessa cura della trama che trovo in Topolino e il mistero della voce spezzata, Topolino e l'enigma del faro, Gambadilegno e il ritorno a Leg City[/i] ed altre storie ancora.
                        « Ultima modifica: Lunedì 28 Set 2009, 22:28:04 da Doctor_Einmug »
                        W la Disney e Dumas!
                        EFFEGGI

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                          Re: Silvano Mezzavilla
                          Risposta #11: Giovedì 24 Set 2009, 20:28:16
                          SILVANO MEZZAVILLA: LA RINASCITA DI MICKEY

                          (caricatura di Silvano Mezzavilla ad opera di Giorgio Cavazzano)

                          Quando si cerca di difendere il buon nome di Topolino, macchiato da anni di storie che lo hanno svilito, appiattito, reso antipatico e quindi facendogli preferire Paperino, noi amanti del fumetto Disney non manchiamo mai di fare due nomi ben precisi: Floyd Gottfredson e Romano Scarpa. Il primo ha lanciato Mickey Mouse nel mondo dei  comics, della narrazione a fumetti attraverso le strisce quotidiane, costruendogli un mondo attorno, geografico ma soprattutto di amici e nemici. Da solo o in coppia con Walsh ha fatto vivere a Topolino avventure tra le più misteriose, avventurose e intriganti della sua carriera, determinando gli anni d'oro del Topo dalle Grandi Orecchie. Il secondo ha saputo riprendere quelle atmosfere, creando storia gialle e avventurose che non sfiguravano accanto a quelle dell’artista americano ma anzi riprendevano spunti e interpreti per poi crearne di nuovi ancora. Il merito di entrambi è stato quello di costruire il mito di Topolino, in tutte le sue forme.
                          Ma se si cerca di pensare a chi in anni più recenti abbia cercato di riscattare la fama del Topo, noi italiani abbiamo subito pronti altri due nomi importanti: Tito Faraci e Casty. Il primo ha saputo coniugare la sua estrosa vena umoristica con una grande fantasia e una spiccata sensibilità, che hanno fatto nascere storie memorabili in cui Topolino ritorna in grande spolvero, in una dimensione a lui congegnale, mettendo in evidenza personaggi storicamente secondari (Manetta) e addirittura cercando di ridare alle avventure di Mickey quell’aria mistery e “adulta” degli esordi (cosa che ha avuto il suo apice con il giornale "MM – Mickey Mouse Mistery Magazine").
                          Il secondo è velocemente salito alla ribalta riscoprendo anch’esso il gusto per il classico, guardando direttamente a Gottfredson e Scarpa, usando i loro personaggi e creandone di nuovi, irresistibili e perfetti. Il tutto in avventure di stampo classico ma perfettamente godibili ai giorni d’oggi.

                          Ma quasi mai ci si ricorda di un altro autore importante per Topolino, che ha costruito per lui storie gialle magistrali, quasi inquietanti, realistiche, che hanno ridato smalto al titolare del settimanale della Disney Italia. E ben prima di Casty e di Faraci. Sto parlando di Silvano Mezzavilla.
                          Costui, con una trentina di storie all’attivo, ha reinserito Topolino e comprimari in storie originali, intelligenti, adulte, capaci di appassionare l’adulto quanto il bambino. Gialli che coinvolgono il lettore, o thriller che ti invogliano a girare pagina. La sua storia più celebre, Il Mistero della voce spezzata, è stata d’ispirazione per Faraci per le tematiche, per l’atmosfera, per quel Topolino, come ha ricordato anche Giorgio Cavazzano nell’intervista su "Disney Anni d’Oro" # 3.
                          Mi sembrava giusto, allora, andare alla riscoperta di quelle storie e di questo autore, pietra angolare di un periodo di riscatto del Topo dalle orecchi tonde. Ci sono anche alcune storie di Paperi, che analizzerò, ma la maggioranza vede recitare il cast di Topolinia, e in un periodo in cui sembrano concrete voci di un futuro progetto che ristampi con regolarità Gottfredson, mi sembra giusto farci il palato buono con un onesto (e più!) antipasto!
                          E chissà che quando avrò un po’ di tempo non lo faccia anche con Faraci, nonostante la sua produzione sia sterminata. In quel caso mi limiterei alla sola produzione per il settimanale “Topolino”, però, tralasciando le tante storie create per “Paperino”, “Paperinik” e  soprattutto PK.
                          Cosa che del resto ho fatto anche per questo speciale su Mezzavilla, concentrandomi solo sulle sue storie pubblicate su “Topolino”, escludendo le poche per “Minni”, “Paperino” e “Cip & Ciop”.
                          Una breve biografia dello sceneggiatore la trovate sul suo sito, qui.

                          Legenda: per ogni storia è indicato il disegnatore, il numero di tavole totali di cui è composta, il numero di "Topolino" in cui ha esordito, il link alla pagina Inducks, la prima tavola della storia e, se esiste, la copertina di “Topolino” o di un’altra pubblicazione che l’abbia dedicata alla storia in questione. Infine, quando esiste, è indicato il link al topic della storia nella sezione “Le storie migliori” sul forum del Papersera, a motivo di maggior completezza e per offrire un ampio ventaglio di opinioni.

                          Paperino e la Penuria Ferrosa



                          Disegni: Giorgio Cavazzano
                          Tavole: 36
                          Topolino” # 1647 (21 giugno 1987)
                          Inducks

                          La prima storia sceneggiata per la Disney di Mezzavilla non ha per protagonista Topolino, ma Paperino! Ma una cosa in comune con altre storie future c’è: Cavazzano ai disegni, che spesso visualizzerà le storie dello sceneggiatore. L’avventura vede il Papero vestito alla marinara in un’avventura “a solo”, cosa strana considerando che se non è con lo Zione almeno i nipotini dovrebbero esserci. Invece Paperone è solo il motore della vicenda, spedendo il nipote nello spazio a cercare metalli, dato che il suo deposito del ferro si è improvvisamente e misteriosamente svuotato. Paperino vivrà una grande avventura, dato che finisce sul pianeta E-Co, un tempo verde e rigoglioso e ora “ferrato” dai Metallici, robot un tempo servi degli abitanti che ora stanno cercando di estinguere i biologici. Paperino aiuterà gli abitanti, tra cui la bella Bi-A, e scoprirà il mistero della sparizione del ferro.
                          Alla sua prima sceneggiatura, Mezzavilla mostra padronanza con i personaggi e le situazioni: esemplari le reazioni di Paperone, veramente classiche, e le prime tavole riescono a trasmettere veramente tranquillità. Caratteristiche nella storia le didascalie, che non si limitano ai soliti “E così…”, “Intanto…” ma sono vere e proprie frasi di incoraggiamento, di spinta verso l’avventura (“Verso un pianeta sconosciuto!”, “Verso una difficile impresa!”, “E’ tutto finito!”).
                          Cavazzano fa il suo lavoro in maniera impeccabile, è in una fase interessante della sua carriera e si vede come siano ormai lontane le sperimentazioni degli anni ’70, ma il suo tratto è sempre morbido e cinetico! Bellissime le vignette in cui Bi-A mostra a Paperino il verde del suo mondo, in cui apprezziamo l’arte di Giorgio, insieme alle già citate prime tavole e all’ultima, con un Deposito bellissimo!
                          La storia ha ricevuto l’onore della copertina solo recentemente, nella sua ultima ristampa, su "I Grandi Classici" # 269, ad opera proprio di Cavazzano.

                          Topolino e il Mistero della Voce Spezzata



                          Disegni: Giorgio Cavazzano
                          Tavole: 52
                          Topolino” # 1834-1835 (20 e 27 gennaio 1991)
                          Inducks

                          Tre anni e mezzo dopo La Penuria Ferrosa, ecco la storia che tutti ricordano quando c’è da parlare di Mezzavilla. E’ la sua più famosa, probabilmente anche la sua più bella, sicuramente come dicevo nell’introduzione quella che con le sue atmosfere sarà servita a Faraci come spunto per le sue storie noir. Qui vediamo una Topolinia piovosa, come nel giallo più classico, strade bagnate e pozzanghere, un temporale che fa disastri. Vediamo un Topolino con l’impermeabile, come il più classico dei detective. Un Topolino che decide di indagare “a solo”, perché solleticato da un mistero che non riesce a capire, e che lo incuriosisce. Insomma, un Mickey classico che si rifà agli stilemi classici della narrazione noir, e un mistero veramente intrigante alla base. Chi ha fatto in una notte una ventina di telefonate gridando “Aiuto,aiuto,  mi rapiscono, presto… AIOTTO, AIOTTO, sono… crack!”? Qualcuno è stato davvero rapito o come sostiene Basettoni è solo uno scherzo? E perché quelle parole senza senso? Topolino indaga, parlando anche con Minni, facendosi accompagnare da Pluto, ma senza Pippo. Tenace, fa funzionare le “celluline grigie” come direbbe Poirot e mette insieme i pezzi del mistero. Il momento dello spiegone finale, tecnica di solito noiosa e abusata, qui ci sta benissimo, con Topolino che spiega alla stampa come è arrivato alla soluzione del caso. E’ un momento agognato dal lettore che deve aspettare una settimana per vedere come la storia finisce. Eh sì, perché la storia è spalmata in due tempi, in due “Topolino” diversi.
                          La spiegazione fa rimanere a bocca aperta, e fa apprezzare oltremodo la storia, che è il capolavoro di Mezzavilla.
                          I disegni del Cavazza sono qui da sbavo, letteralmente, con un Topolino fighissimo in impermeabile, ambienti disegnati perfettamente, e la pioggia battente che rende Topolinia una città ambigua. Spettacolare l’ultima tavola, a questo proposito.
                          Una storia che è già un classico, a cui è stata dedicata la copertina del numero che ospita la seconda parte della storia, che è nella memoria di molti e che addirittura è stata scelta come esponente degli anni ’90 nel numero speciale di "Topolino" dedicato ai 50 anni della testata.
                          N.B: gli interessati possono andarsi a leggere anche il topic su questa storia nel forum del Papersera.

                          Gambadilegno e il Ritorno a Legcity



                          Disegni: Giorgio Cavazzano
                          Tavole: 52
                          "Topolino" # 1862 (4 agosto 1991)
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                          La ventata di novità che portano le sceneggiature di Mezzavilla si riscontra in modo palese in quest’avventura. Il protagonista assoluto è Pietro Gambadilegno, personaggio che lo sceneggiatore cercherà di sviscerare in questa e altre storie appassionanti. E personaggio che, sulla falsariga di Mezzavilla, proprio Faraci porterà a una nuova giovinezza in famosissime avventure.
                          Fatto credo eccezionale, qui Topolino non compare proprio, viene solo nominato una volta all’inizio, velocemente, e fatto salvo una comparsata di Basettoni, oltre Gamba e la sua dolce metà Trudy non vedremo nessuno dei soliti topolinesi. Anche perché la storia non si svolge in quella città, ma a Legcity, cittadina dove Gambadilegno ha frequentato il college ripetendo 5 volte la prima. Pietro riceve un invito a una rimpatriata coi vecchi compagni nel collegio, e insieme a Trudy si divertirà insieme agli amici d’infanzia. Ma vicino al college c’è un museo che espone un diamante preziosissimo, può il vecchio Gamba resistere a una simile tentazione?
                          L’avventura è molto interessante e gustosa da leggere, non è un giallo ma l’analisi di un piano di Gamba per operare un furto, e quindi si avvicina di più a un thriller. Con tanto di colpo di scena finale. Un minimo tentativo di introspezione c’è, quando si vede un Gambadilegno malinconico ricordando i suoi sogni di ragazzo. Non c’è una sbavatura nella trama di Mezzavilla, tutto scorre perfettamente. La storia è divisa in due tempi, ma entrambi sullo stesso numero del Topo e consecutivi. Bella la vignetta finale, in cui si ristabilisce lo status quo che si aveva all’inizio.
                          Per i disegni, niente da dire. Cavazzano continua a creare arte visiva, il Gambadilegno con giaccone verde aperto è spettacolare e molto in personaggio, così come è inedito il Pietro in cravatta e tutto elegante. Le tavole hanno una pulizia invidiabile, e la terza vignetta di pag. 51 è meravigliosa!
                          Una storia bella e particolare.
                          N.B.: gli interessati possono andare a leggersi anche il topic su questa storia nel forum del Papersera. 

                          Nonna Papera in “Pericolo a Green Valley”



                          Disegni: Roberto Marini
                          Tavole: 33
                          Topolino” # 1881 (15 dicembre 1991)
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                          Un’altra storia di Paperi per Mezzavilla. Ma anche in questo contesto non rinuncia a una trama un po’ “criminosa”. Il bello della storia è che presenta solo Nonna Papera e Ciccio del mondo dei Paperi, e per le prime tavole nemmeno loro, ma solo due anonimi truffatori vestiti da gangster vecchio stampo che riescono a fuggire dalla polizia. Si ritrovano così a Green Valley, ridente paesino campagnolo nelle cui vicinanze sembra esserci la fattoria di Nonna Papera. Ora, penso che questo paesino non sia mai comparso prima come riferimento geografico per la fattoria della Nonna, ma non è difficile immaginarlo come un normale paesello vicino a Quack Town, e sempre nelle vicinanze di Paperopoli. Comunque, i due truffatori Slim e Fat cercano di vendere ai contadini un nuovo fertilizzante, che però rovinerebbe le terre, pensado di intascare un po’ di soldi e filarsela. Ma per ottenere la fiducia dei campagnoli devono ottenere quella di Nonna Papera, avversa ai prodotti chimici, e allora i due loschi individui cercheranno di far di tutto per rovinarle il raccolto, che le serve per una scadenza importantissima!
                          La storia, se paragonata alle precedenti, risulta molto inferiore qualitativamente, ma devo dire che è originale e si difende bene. I disegni di Marini sono accettabili e ben fatti.

                          Topolino e l’Enigma del Faro



                          Disegni: Giorgio Cavazzano
                          Tavole: 57
                          Topolino” # 1914 (2 agosto 1992)
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                          Un anno e mezzo dopo Il Mistero della voce spezzata, Mezzavilla torna a scrivere un giallo con protagonista Topolino. Lo fa con una storia che ho scoperto da poco, avendo trovato per caso poche settimane fa in un’edicola il Topo del 1992 che pubblicava questa storia, ed è subito diventata una delle mie preferite di questo autore. E sicuramente una delle mie preferite con Mickey protagonista.
                          Tre tavole di “intro” molto d’effetto con il gioco di ombre e il buio che fa da cornice a un furto (qui gioca molto anche la bravura di Cavazzano, che rende meravigliose queste prime pagine e tutta la storia) ci introducono nella vicenda, che parte da uno spunto tranquillo: Topolino e Basettoni decidono di fare una vendita di beneficenza con tutti gli oggetti smarriti che stanno a prendere la polvere al commissariato. Peccato che tra questi ci sia una statuetta che raffigura il faro di Topolinia che viene riconosciuta dai legittimi proprietari, anche se questi arrivano all’asta solo quando si è cconclusa. Da qui partono le indagini di Topolino per scoprire chi è il misterioso compratore della statua, e le indagini lo porteranno a scoprire molto più di quello che si sarebbe aspettato.
                          La storia è molto bella e ben costruita. Certo, la sceneggiatura ci strizza l’occhio facendoci capire che i proprietari della statuetta non la raccontano giusta, ma i motivi di ciò e il ricondurre a ciò che abbiamo visto nelle prime tre tavole rimangono invece misteriosi finché Mezzavilla non ce lo fa capire nel finale. La trama è costruita con sagacia e senso del ritmo, dandoci un gioiellino di giallo. Belli i momenti che Topolino e Minni vogliono ritagliarsi per loro e belo vedere Mickey vestito tutto elegante, anche in versione “cravatta slacciata”. Dà un senso di familiarità del lettore con il Topo dalle Orecchie Grandi!
                          Eccelsa!
                          Note: ho notato che finora Mezzavilla non ha mai usato il personaggio di Pippo. La cosa non fa eccezione nemmeno qui, ma Cavazzano scrive il nome “Pippo” sulla cassetta delle lettere di una casa a cui Topolino passa vicino con la macchina. La mancanza della spalla classica del nostro indagatore sembra per ora essere una caratteristica delle storie di questo sceneggiatore.
                          N.B.: gli interessati possono andare a leggersi anche il topic su questa storia nel forum del Papersera.  

                          Basettoni e il Grande Caldo



                          Disegni: Giorgio Cavazzano
                          Tavole: 64
                          Topolino” # 1967 (8 agosto 1993)
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                          Un anno dopo la sua ultima storia, torna sulle pagine del Topo Mezzavilla, con un’altra storia thriller, anche se stavolta Topolino non c’è, impegnato in una spedizione artica come apprendiamo dal dialogo tra Basettoni e Manetta. Ma proprio questi due sono protagonisti dell’indagine, come se lo sceneggiatore volesse dimostrare che la polizia di Topolinia non ce la fa solo grazie al supporto di Mickey! Per la prima volta, viene data così tanta importanza non solo al commissario, ma anche al suo braccio destro Manetta, che qui gode del suo grande riscatto. Sei anni prima delle prime storie di Tito Faraci in cui guadagnò il protagonismo, inaugurando un fortunato e divertente ciclo, Manetta uscì dall’ombra dietro la scrivania di Basettoni per indagare e intervenire insieme a lui nelle emergenze in città E che emergenze! Un tale che si fa chiamare Signore delle Macchine riesce a controllare tutto ciò che è meccanico, e chiede soldi alla città per non combinare casini, come ha già fatto con idranti e un ascensore. I due prodi poliziotti dovranno fronteggiare quindi una grave minaccia sotto la grande calura estiva, che mette a repentaglio il distintivo del commissario e che ci fa appassionare nelle indagini dei due, anche se noi sappiamo fin dall’inizio chi si cela dietro questo Signore delle Macchine.
                          Mi piace il segno di continuity che Mezzavilla getta in questa storia: Trudy parlando con Basettoni afferma che il suo Pietro ha frequentato per 5 volte la prima al collegio, proprio come avevamo appreso in Gambadilegno e il ritorno a Legcity esattamente due anni prima!
                          Torna Cavazzano alle matite, e non delude nemmeno stavolta. I disegni sono sensazionali, la scena in cui “affronta” gli idranti è disegnata benissimo, Manetta è reso alla grande, e infine una menzione speciale tanto a Mezzavilla quanto a Cavazzano per la scena in cui Manetta si aggrappa all’elicottero del criminale mentre si alza in volo, mentre viene ammirato da tutti. Insomma, non più solo un tonto! Grandissima scena, tanto narrata bene quanto disegnata divinamente!
                          Il titolo è una citazione dal film di Fritz Lang “Il grande caldo” (“The big heat”). The big heat in inglese oltre a significare un’estate torrida indica anche l’alzarsi del livello di guarda delle polizia nei confronti della criminalità, e in questo senso ha attinenza anche con la storia a fumetti, ma per il resto l’unica cosa in comune è l’atmosfera gialla/thriller.
                          La storia è presente nel volume de "I Mitici Disney" dedicato a Basettoni.
                          « Ultima modifica: Venerdì 9 Ott 2009, 23:18:52 da Everett_Ducklair »

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                            Re: Silvano Mezzavilla
                            Risposta #12: Giovedì 24 Set 2009, 20:29:10
                            Topolino e la Fabbrica dei Sogni



                            Disegni: Giorgio Cavazzano
                            Tavole: 28
                            Topolino” # 1971 (5 settembre 1993)
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                            A pochissimi numeri di distanza, specie per i suoi standard, ritorna Mezzavilla, con una storia insolita. La trama vede Topolino in visita agli studios cinematografici, straordinariamente aperti per visite guidate, in cui all’inizio lo vediamo malinconico ricordando il suo periodo d’oro di star del cinema, e poi finisce in un multiforme gioco di vasi comunicanti da un set a un altro di grandi film della storia di Hollywood. Finisce in mezzo alle riprese di “Ombre rosse” di John Ford, incontrando John Wayne, poi viene rapito da Johnny Weissmuller nei panni di Tarzan, poi vede Stanlio e Ollio negli “Allegri legionari”, parla con Gary Cooper, dialoga con Clark Gable in “Via col vento”, finisce in “Ben Hur” con Charlton Heston, inoltre incontra due celebri detective, quindi suoi “colleghi”, del cinema, Philip Marlowe e Sam Spade, nella persona di Humprey Bogart, con il quale Topolino risolve il celeberrimo mistero del Falco!
                            Topolino incontra poi Gloria Swanson e infine il mitico Charlotte, che dice a Mickey che il cinema è la fabbrica dei sogni!
                            Insomma, una storia che più che avere una trama unitaria è l’occasione per festeggiare il cinema in sé, facendo percorrere a Topolino un’ampia carrellata di pellicole che hanno fatto la storia del cinema, e facendolo incontrare con gli attori più famosi e bravi di sempre! Qui è quindi da lodare soprattutto Cavazzano, che riesce a rendere riconoscibili eppure caricaturali eppure meravigliosi i volti di tutti gli attori, in preparazione a quello che poi dovrà fare di nuovo qualche anno dopo nella prima storia sceneggiata da Vincenzo Mollica, dove si festeggerà il centenario del cinema!
                            N.B.: gli interessati possono andare a leggersi anche il topic su questa storia nel forum del Papersera.

                            La Paura Fa 2000

                            Disegni: Michele Mazzon
                            Tavole: 1
                            Topolino” # 2000 (27 marzo 1994)
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                            Questa analisi che sto compiendo deve essere tutto quello che questo autore ha scritto per essere pubblicato sul settimanale “Topolino”? Sì, e quindi tra quel tutto non può mancare anche la tavola celebrativa per il n. 2000 del giornale. Spiego: quando alla redazione del Topo interessava davvero celebrare le tappe importanti del settimanale, facevano dei bei numeri celebrativi, come nel caso del duemillesimo numero! In quell’occasione il giornale ebbe una foliazione maggiore e presentò tra le altre cose una lunga serie di disegni o tavole fatte dai massimi artisti Disney e dai più giovani per omaggiare l’onorevole traguardo. Mezzavilla scrive una tavola a fumetti di 4 vignette disegnata da Mazzon in cui Gambadilegno sale su una sedia terrorizzato perché si vede circondato nell’ufficio di Paperone da 2000 topolini, intesi come topi dalle fattezze di Mickey Mouse! In questa tavola, Pietro dialoga direttamente con Mezzavilla, che viene caricaturato in una vignetta dal disegnatore Mazzon. Non penso che la scelta di rendere Gambadilegno protagonista sia casuale, quanto che sia la logica derivazione delle precedenti storie dell’autore, che ha utilizzato egregiamente la figura del nemico di Topolino! Simpatica!

                            Gambadilegno e il Rapimento di Topolino



                            Disegni: Giorgio Cavazzano
                            Tavole: 56
                            Topolino” # 2056 (25 aprile 1995)
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                            Torna dopo due anni Mezzavilla, e torna con una storia che già dal titolo sembra essere epocale. Leggendola, si scopre che epocale non è ma di certo è una storia originale, coraggiosa e che segue il modello thriller/giallo a cui Mezzavilla ci ha abituato.
                            Il protagonista è ancora il nemico n. 1 di Topolinia, che rischia di vedersi sottratto il “titolo” da due nuovi rapinatori che stanno impazzando per la città. Non è tutto, per puro caso Gamba vede è testimone del rapimento di Topolino proprio da parte di questi due. Quando Pietro si accorge di essere considerato criminale di seri B, decide di mettersi sulle tracce dei due nuovi arrivati, per capire chi sono e cacciarli dal suo territorio.
                            La storia, dicevo, è inedita perché Topolino è vittima in questa avventura, e coraggiosa perché in pratica Gamba si mette nei panni di detective privato senza autorizzazione, girando per i bar malfamati a cercare dritte e facendo domande a chi può aver visto qualcosa. Insomma, un vero ribaltamento dei ruoli, che vede un’atmosfera noir aleggiare sulla Topolinia in cui gira Gambadilegno. A questo contribuisce ovviamente l’arte pura di Cavazzano, che disegna luoghi come il bar o il deposito dei taxi in maniera molto da “città decadente” tipica dei film hard-boiled, e da cui in parte (e potenziata) si ispirerà quando metterà mano anni dopo ad “Anderville”.
                            A questo proposito, c’è pure un taxista pazzo che può in parte ricordare Burke!
                            Bello poi notare come Topolino nella storia non compaia mai, se non in silhouette prima di essere rapito e in segnali televisivi confusi verso la fine, a parte l’ultimissima vignetta che ristabilisce lo status quo tra Mickey e Gamba.
                            Molto bella!

                            Paperino e il Ritorno del Pirata



                            Disegni: Lara Molinari
                            Tavole: 26
                            Topolino” # 2129 (17 settembre 1996)
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                            Dopo quasi dieci anni dalla sua unica storia con Paperino protagonista, Mezzavilla scrive questa deliziosa storiella marittima, in cui Donald in un’immersione trova una bottiglia che teneva imprigionato da 3 secoli il pirata Barbasecca. Questi decide di arruolare il Nostro come marinaio, ma prendendo il mare si scontreranno con l’epoca moderna, totalmente diversa a quella del periodo del pirata e poco affine al suo stile di vita. Ma sarà successo davvero o è stato un sogno?
                            La storia è divertente, di avventura pura ce né poca ma vedere i bagnanti che salgono sul veliero del pirata chiedendo dove sono i bastoncini di pesce fa sempre sorridere, così come l’atteggiamento di Paperino nei confronti dello spaesamento di Barbasecca. Valore aggiunto alla storia sono i disegni: la Molinari mi è sempre piaciuta molto con i Paperi, e anche qui non si smentisce usando un tratto dinamico e accattivante, aiutato da una colorazione molto molto all’avanguardia!
                            In un “Topolino” che presenta la prima parte del Ritorno a Villa Rosa disegnata da Carpi e la prima storia del ciclo Elementare Paperoga disegnato da Cavazzano la storia di Mezzavilla non spicca, ma è una buona storiella.

                            Topolino e la Sindrome Visionaria



                            Disegni: Romano Scarpa
                            Tavole: 56
                            Topolino” # 2152-2153 (25 febbraio-4 marzo 1997)
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                            Questa è una delle migliori storie di Mezzavilla, al pari con Il mistero della voce spezzata e con L’enigma del faro. Seconda storia dell’autore i cui due tempi sono pubblicati in due “Topolino”, la storia è molto originale e vagamente inquietante. Parte da dove molte storie gialle stanno per concludersi, con Topolino che ha stanato i criminali (che hanno trafugato segreti industriali!): qui si inserisce una scena memorabile, una lotta senza esclusione di colpi tra i due malviventi e Mickey, come ai bei tempi andati, in cui Topolino ne esce piuttosto ammaccato, tanto da entrare in stato confusionale momentaneo. Il giorno dopo sembra guarito, e arriva a sorpresa a fargli visita il cugino Samuele, che lo accudisce e gli fa compagnia fino al giorno in cui Topolino deve presenziare al processo contro i due ladri. Peccato che, facendo un giro turistico su un battello, Samuele scompare, instillando il dubbio a tutti (Topolino compreso) di esserselo immaginato come conseguenza del trauma.
                            Una storia dai molti pregi: a partire dal livello grafico, essendo questa storia disegnata da Scarpa, il massimo interprete italiano di Topolino, che qui per la prima e unica volta disegna una storia di Mezzavilla, forse perché è quella dal soggetto più “scarpiano” (Romano nel 1994 disegnò per esempio un paio di storie di Carlo Panaro con protagonista Topolino che avevano proprio affinità con lo stile del Maestro). Scarpa contribuisce coi suoi disegni a rendere ancora più claustrofobica e affascinante l’atmosfera della storia, in cui il lettore fino all’ultimo non riesce a capire la verità e si sente inquieto proprio come il protagonista.
                            E a proposito di Scarpa, come non pensare leggendo quest’avventura a un classico del Maestro? A me vedere un Topolino così intontito, vulnerabile e insicuro ha ricordato moltissimo La Collana Chirikawa, in cui Mickey in presenza del cemento veniva colto da attacchi di vertigine. La citazione poi della Zia Topolinda conferma ancora di più il legame con quella pietra miliare del fumetto Disney e in generale con l’opera di Scarpa. E’ bello poi vedere in un quadretto a casa di Topolino la foto di Gancetto, e le iniziali A. B. sulla cravatta di Basettoni, a ricordare come ormai sia ufficiale il nome di battesimo Adamo per il commissario (in Basettoni e la dieta da fame di Pezzin, disegnata proprio da Scarpa l’anno precedente a questa avventura). Pippo è assente anche stavolta, solo nominato, come anche Minni. Ma tutto è funzionale alla trama geniale e perfetta di Mezzavilla, che ci consegna un’avventura che ci mostra quanto la scrittura di Mezzavilla abbia ereditat da Scarpa, una storia adulta per i toni e la narrazione, oltre che alcuni dettagli come Topolino che avanza pistola in pugno nella prima vignetta e le scene in tribunale, luogo che non so quante volte si sia visto in chiave “seria” in una storia Disney.
                            N.B.: gli interessati possono anche andarsi a leggere il topic su questa storia nel forum del Papersera.

                            Orazio Eroe Per Caso



                            Disegni: Davide Cesarello
                            Tavole: 22
                            Topolino” # 2158 (8 aprile 1997)    
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                            Una storia centrale è insolita per Mezzavilla, specie se non usa il cast paperopolese. Ma questa è una storia che fonde peculiarità di questo sceneggiatore con un pizzico di novità. Le peculiarità stanno nel fatto che sa creare un’atmosfera quotidiana per Topolino e amici, che vediamo a inizio storia incontrarsi per un sabato sera insieme. Poi per la mancanza di Pippo, escluso dalla serata fuori forse perché è un’uscita a 4, dato che insieme a Topolino e Minni vediamo Orazio e Clarabella. E’ una storia tipica di questo autore, poi, perché tende a valorizzare personaggi tipicamente secondari, e dopo Gambadilegno, Basettoni e in parte Manetta sembra essere il turno di Orazio, che ricordiamo essere stato la spalla di Mickey nelle prime avventure di Gottfredson, prima dell’avvento di Pippo e della conseguente caduta nel dimenticatoio, che spesso ci fa sembrare inutile la presenza del riparatore di Topolinia. La novità sono che nonostante ci sia l’evasione di Gambadilegno come sfondo, la trama è divertente e basata in gran parte sulle gag, dato che Gamba si nasconde proprio nel negozio di Orazio dove il nostro riparatore lo metterà nel sacco per puro caso, senza nemmeno accorgersene. Insomma, una storia leggera e divertente, resa ancor più deliziosa dai morbidi disegni di Cesarello.

                            Gambadilegno e il Tesoro di Ululoa



                            Disegni: Silvio Camboni
                            Tavole: 60
                            Topolino” # 2173 (22 luglio 1997)  
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                            Toh, ma che bella storia spalmata in due parti che ci offre questo “Topo” a chiusura dell’albo! Protagonista assoluto Gambadilegno con Trudy, per l’occasione insieme ad altri 3 complici, che cercando di rubare il tesoro che il sultano dell’isola di Ululoa si è portato a Topolinia nel corso di una visita alla città. Certo, la faccenda a un certo punto si complica, ma fortunatamente Gamba trova un tizio che può dar loro una mano per portare a termine il piano…
                            Rinunciando momentaneamente all’analisi del personaggio, Mezzavilla ci racconta una storia di Gambadilegno dove protagonisti sono il thriller e la narrazione. E’ bello e raro vedere una storia che ci mostra tutto il lavoro dietro a un colpo di Pietro, senza dover spostare l’occhio della telecamera alle indagini di Topolino, che qui non viene nemmeno menzionato. Certo, il nome del nuovo complice è un segnale evidente di qualcosa, ma il volgere della vicenda diventa comunque inaspettato e con un finale molto bello. L’atmosfera poi che ci regala la narrazione di Mezzavilla è bellissima, dopo la celebre Topolinia con pioggia battente qui ci viene mostrata una Topolinia ultra-moderna, con un traffico intenso, ben 4 banche e una grandissima mole di gente che ci vive e lavora, e che popola le rumorose strade del centro. E poi è una città anche dotata di grattacieli, e vedere Gamba e soci che al posto che studiare piani in uno scantinato hanno la loro base al 50esimo piano di un grattacielo devo dire che fa tutta un’altra figura. Tutto ciò è ovviamente stato aiutato dai disegni di Camboni, che oltre alle splendide vedute metropolitane ci offre anche un bel Gambadilegno, graficamente interessante.

                            Topolino e il Mostro Oscillante



                            Disegni: Alessandro Perina
                            Tavole: 30
                            Topolino” # 2184 (7 ottobre 1997)
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                            Una storia quasi horror, questa! Mezzavilla stavolta ci confeziona un giallo canonico e abbastanza semplice, lasciando il  colpevole nell’ombra fino alla fine (poi, io ho capito subito nella seconda tavola chi è, ma oggettivamente mi sembra che sia stato ben occultato, forse me lo ricordavo da quando avevo letto la storia i tempi…). Ma qui l’autore rompe la sua regola d’oro: al fianco di Topolino c’è Pippo, che è addirittura motore dell’azione scoprendo il rapimento di uno dei suoi innumerevoli parenti, lo zio Pipper. Da Basettoni i nostri scoprono che anche una maestra è stata rapita nello stesso quartiere, e allora Topolino costruisce una bella trappola sulla base di un’intuizione. La storia è comunque interessante per la risoluzione del mistero, più per il movente che per il colpevole in sé: per una “tortura” subita il criminale si vendica su alcuni “esponenti” di quella “tortura” rapendoli.
                            La componente horror è dettata dal fatto che il criminale si traveste da mostro orribile e gigantesco. L’atmosfera nebbiosa contribuisce ai brividi. Ai disegni il bravissimo Perina, uno dei giovani disegnatori che più apprezzavo e apprezzo tutt’ora, anche se più coi Topi che coi Paperi. Trovo il suo tratto ispirato a Cavazzano ma non clone pedissequo, perché noto caratteristiche del suo stile in un Topolino sempre graficamente impeccabile (vedi qui, vedi MM # 1, vedi X-Mickey #1, e tante altre).

                            Topolino e le Frequenze Kappa



                            Disegni: Paolo Mottura
                            Tavole: 40
                            Topolino” # 2214 (5 maggio 1998)
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                            Mezzavilla apre il “suo” 1998 con una storia inquietante e disturbante, più di qualunque altra avventura abbia scritto precedentemente, e al tempo in cui la lessi la prima volta una delle più disturbanti in assoluto. Un uso sagace e intelligente del personaggio Topolino, calato in una Topolinia colpita da una strana epidemia, per la quale tutti i cittadini sono ammattiti, facendo e dicendo cose strane o assurde. Il tutto in seguito a un tornado proveniente dal deserto, e da cui per puro caso Topolino è scampato. Egli è quindi rimasto il solo cittadino sano, e si reca nel deserto vicino alla città per scoprire l’origine della tempesta di sabbia che sembra aver causato questo guaio. La situazione da “solo contro tutti” rende Mickey un eroe molto drammatico, specie quando gira per il deserto con la maschera antigas, e ricorda molto da vicino le atmosfere di “Io sono leggenda” (un solo uomo normale, gli altri vampiri – e qui invece semplicemente matti), il che è molto suggestivo e inedito, per l’angoscia che sa mettere questa storia. Angoscia accresciuta dai disegni di Mottura, bravissimo come sempre nel suo personalissimo stile, che è perfetto per rappresentare Topolino e i paesaggi di questa allucinata avventura.  

                            Topolino e il Week-end Col Gatto



                            Disegni: Massimo De Vita
                            Tavole: 32
                            Topolino” # 2230 (25 agosto 1998)
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                            E dopo numerose storie topolinose di Mezzavilla disegnate da Cavazzano, e perfino un giallo disegnato da Scarpa, un altro Maestro Disney riconosciuto disegna una storia del nostro autore: De Vita junior, da sempre uno dei migliori artisti nel rappresentare l’universo di Topolinia. Qui il suo tratto squisito rende come sempre ottimo il suo Topolino, e anche Manetta, decisamente co-protagonista della vicenda insieme a Topolino data la vacanza di Basettoni, gli riesce molto bene ricordando molto quello di Cavazzano.
                            La storia si svolge tutta in un week-end, da venerdì sera a domenica sera, in cui la città viene presa d’assalto da allarmi di gioiellerie, musei, banche… peccato che non sia mai stato rubato nulla da nessuno di questi posti. Allarmi guasti, come pensa Manetta? O forse qualcosa è stato rubato, in quei luoghi, qualcosa di assolutamente non prezioso? E in tal caso, perché? Sarà Topolino a scoprirlo, e dalle nebbie della memoria salterà fuori un criminale che Topolino aveva già arrestato cinque anni prima (anche se questo fatto appartiene alla fantasia, nel senso che non c’è nessun riferimento a una storia a fumetti del passato). Ed è sul filo della nostalgia che si snoda questo giallo, che più che giallo appare infatti più una storia poetica.
                            Bella, originale. Bella poi l’espressione di Topolino nella penultima vignetta dell’ultima tavola.
                            « Ultima modifica: Giovedì 24 Set 2009, 20:34:07 da Everett_Ducklair »

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                            Bramo
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                              Re: Silvano Mezzavilla
                              Risposta #13: Giovedì 24 Set 2009, 20:30:02
                              Paperon Bisbeticus Domato



                              Disegni: Giorgio Cavazzano
                              Tavole: 34
                              Topolino” # 2237 (13 ottobre 1998)
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                              Mezzavilla torna ai Paperi, e lo fa in grande stile scrivendo una storia che entra di diritto nella serie delle Grandi Parodie Disney. Ai tempi, in cui si festeggiavano i 50 anni di Parodie disneyane, questa venne considerata l’ultima (fino ad allora, ovvio) e inserita nel volume della testata Le Grandi Parodie Disney che celebrava l’evento, inserendola insieme alla prima parodia, L’Inferno di Topolino.
                              La storia è la parodia della commedia teatrale La Bisbetica Domata di William Shakespeare, dove però il ruolo della bisbetica del titolo non è affidato a Caterina (come nell’opera originale) ma a Paperone, qui Paperon Paperonicus, soprannominato Bisbeticus. Con la sua avarizia, tarpa il sogno d’amore del nipote laureando Paperino con Paperina, a meno che una dama non riesca a conquistare lui stesso! Nonna Papera, nonna di Paperina, aiuterà allora Brigitta (zia di Paperina) a sfondare negli affari, vincendo una scommessa con Paperon e ottenendo il loro fidanzamento e il fidanzamento tra Paperino e Paperina. Una storia fresca e divertente, in cui la presenza di Brigitta richiama ancora al Maestro e ispiratore Scarpa, e in cui Gastone e Paperoga nei panni degli amici sfaccendati di Paperino sono perfetti. Mi hanno ricordato un po’ il mio atteggiamento fuori dall’università (“si va a zonzo o si entra?”). E i tre sono protagonisti di una scenetta molto lol. Guest star anche Archimede, nei panni del professore e scienziato Galileo Pitagoricis, alter ego di Galileo Galilei.
                              La storia, bella e divertente, viene raccontata da Nonna Papera direttamente a Shakesperare per lettera, in un espediente molto simpatico. I disegni di Cavazzano sono favolosi, forse galvanizzato dallo star disegnando una parodia, Giorgio disegna davvero divinamente tutto, dagli sfondi ai personaggi. 10 e lode, sia alla trama che ai disegni.
                              N.B.: gli interessati possono andarsi a leggere anche il topic su questa storia nel forum del Papersera.

                              Paperino e l’Ultrapizza



                              Disegni: Ettore Gula
                              Tavole: 26
                              Topolino” # 2258 (9 marzo 1999)
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                              Ancora Paperi. Stavolta però l’eclettico sceneggiatore decide di dedicarsi all’esplosiva coppia Paperino-Paperoga, che nelle gloriose storie di Pezzin ha fatto faville. E sembrano proprio quelle l’ispirazione per quest’avventura, sembra di vedere il ritmo di quelle storie, compreso il finale in cui nonostante i pasticci tutto si risolve per il meglio. Un happy ending tutt’altro che stucchevole dal momento che ci si arriva a suon di gag e con un Paperoga molto in forma. I disegni di Gula, un altro delle mie giovani (perlomeno allora) leve preferito, ci regala i due cugini graficamente impeccabili, tanto nell’aspetto quanto nelle espressioni. I comprimari poi, come i due evasi e come il dj della radio, sono decisamente accattivanti, Adoro lo stile di Gula!
                              Una simpatica storiellina, ma niente più che un divertissement, Mezzavilla ci ha abituato a ben altro.

                              Cuori… Incatenati

                              Disegni: Ettore Gula
                              Tavole: 1 x 6 Ciak
                              Topolino” # 2269-2270-2271-2273-2274-2275 (25 maggio-6 luglio 1999)
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                              Nel 1996, in seguito a un restyling del giornale, “Topolino” prese l’abitudine di pubblicare in fondo alla rivista una tavola a fumetti di Carl Barks. Insomma, recuperò le one-pages dell’Uomo dei Paperi per metterle come “dulcis in fundo”, e furono una deliziosa consuetudine. Col tempo, alla redazione decisero però di produrre nuove one-pages, ad opera quindi degli artisti italiani. Col tempo queste storie di una tavola vedranno avvicendarsi numerosi disegnatori e sceneggiatori, oltre che moltiplicarsi per giornale (non più una sola in fondo, ma almeno 4/5 sparse per il giornale) e spesso essere costruite come facenti parte di una serie particolare.  Ad un certo punto del 1999 Mezzavilla realizza 6 tavole del ciclo Cuori… incatenati, che narra la vicissitudini di coppia di Gambadilegno e Trudy. Ancora una volta, non credo dia casuale la scelta di quello che è un personaggio molto sviluppato dall’autore, e che penso a questo punto apprezzi particolarmente. Le storielle non sono nulla di che, ovvio, ma sono simpatiche e divertenti, in particolare una in cui si vede la mamma di Trudy, e il tentativo di Gamba di non passare il weekend proprio con la suocera!
                              I titoli di queste storie (disegnate da un Gula in stato di grazia) sono: Il calendario, Ombre nella notte, A ognuno il suo, La fuga, Pic-nic, Lo scippo.
                               
                              Paperino e la Coppa di Paperopoli



                              Disegni: Claudio Panarese
                              Tavole: 31
                              Topolino” # 2310 (7 marzo 2000)
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                              Ancora Paperi, e stavolta Mezzavilla “esagera”. Infatti mette in scena sindaco di Paperopoli, Paperino, Paperina, Paperone, Rockerduck, nipotini, Bassotti… gran parte del cast paperopolese per far loro vivere il rifacimento-omaggio della navigazione che tre secoli prima aveva portato Cornelius Coot a fondare la città.
                              Dopo accenni di Barks, lo studio approfondito di Don Rosa e la “Graande impresa” immaginata da Pezzin e De Vita, un altro grande autore subisce il fascino del fondatore di Paperopoli. E alla “Graande impresa” sembra ispirarsi la trama di quest’avventura, che nel suo svolgimento ci mostra un Paperino molto ben caratterizzato, in cerca di riscatto agli occhi dell’amata Paperina. Storia bella, anche se non eccelsa o originalissima. I disegni di Panarese si difendono abbastanza, anche se in alcuni punti e pose non convincono.

                              La Banda di Manetta



                              Disegni: Luigi Piras
                              Tavole: 30
                              Topolino” #2332 (8 agosto 2000)
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                              Oh, ma che bella storia è questa! Una trama per niente banale, in cui Mezzavilla riprende in mano il personaggio di Manetta, sempre presente nelle precedenti storie ma che solo in qualche occasione si è distinto (penso a Il grande caldo), e mentre da qualche anno già Faraci si sta preoccupando di costruirgli la sua mitologia personale, Mezzavilla gli regala una storia in cui l’ispettore scava nel suo passato. Tutto parte dal fatto che Basettoni lo esclude dalla scorta per proteggere una famosa attrice originaria di Topolinia che sta per tornare a rivedere la sua città natale. Lì qualcosa scatta nella mente dell’ispettore, che decide di andare alla ricerca di 3 vecchi suoi amici, con i quali un tempo formava una banda, reclutandoli in un modo che ricorda molto il film The Blues Brothers. Manetta in una banda di criminali? Possibile? E che intenzioni avrà? Lo svolgimento della storia, anche se sembra avere un colpo di scena telefonato all’inizio, ne svelerà sapientemente un altro che io non avevo intuito. Molto molto bella.
                              I disegni di Piras sono molto particolari, quasi arcaici. E’ costui un artista per me difficile da giudicare di solito, ma qui mi è piaciuto il suo tratto “sporco”.
                               
                              Topolino e la Villa dei Misteri



                              Disegni: Giorgio Cavazzano
                              Tavole: 33
                              Topolino” #2341 (10 ottobre 2000)
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                              Ed ecco il vero capolavoro del nuovo millennio, per quanto riguarda questo autore. Eh sì, perché questa storia sa essere inquietante, magica, eterea, onirica, mistery, folle e tenera. Si apre con un flashback, anche se questo lo capiremo solo alla fine della storia, e poi vediamo Topolino chiamato da un ricco nobile proprietario di una villa in cui accadono cose strane, spariscono oggetti. Oltre a questo mistero, la famiglia del nobile è molto eccentrica, a partire dalla nipote fino alla servitù.
                              Lo svolgimento è quindi tipico del giallo classico, anche se qui più che Poirot sembra di vedere Dylan Dog, dato che le atmosfere sono più quelle da indagatore dell’incubo, per l’inquietudine che getta quella casa. Ma la vera sorpresa è che Mezzavilla stavolta usa il tema dell’indagine solo superficialmente, solo come mezzo, per poterci in realtà narrare di una storia… che non ha una risoluzione. Come eterea è l’atmosfera che pervade tutta la trama, anche la fine rimane sospesa, qualunque spiegazione ai misteri dell’avventura resta inspiegata, e noi lettori la possiamo solo intuire. Ma se leggendo le ultime 2/3 tavole mi sono venute le lacrime agli occhi, evidentemente ha un carico di dolcezza e tenerezza immediatamente percepibili. Inoltre, dopo tante storie in cui si approfondiva la sensibilità o il carattere di Manetta o di Gambadilegno, lasciando per Topolino solo avventure e indagini, finalmente Mezzavilla mostra appieno le potenzialità morali ed emozionali del personaggio, con una storia così enigmatica ma dolce che mi conferma quanto Mezzavilla sia importate come autore per Mickey. Non è dato sapere su che piano di realtà la vicenda effettivamente si svolga, ma non importa, perché l’importante è rimanere incantati da questa trama che porta a riflettere sull’esistenza, sulle “cose che spariscono”, sul futuro condizionato dal passato (anche per quanto riguarda la vita di Topolino). Magnifica.
                              Io ho notato poi una citazione, nella scena in cui Topolino viene “recuperato” in stazione dell’autista della villa, all’analoga scena di “Frankenstein Junior”, il che mi ha fatto sorridere.
                              Per una storia così importante per Topolino, quale miglior disegnatore del grande Cavazzano? Come sempre un ottimo Mickey è quello che ci offre il suo tratto, e i comprimari rendono riconoscibile la matita di Giorgio.
                              N.B.: gli interessati possono andare a leggersi anche il topic su questa storia nel forum del Papersera.

                              Gambadilegno e la Banda dei Convegnisti



                              Disegni: Roberto Vian
                              Tavole: 32
                              Topolino” # 2350 (12 dicembre 2000)
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                              Ma ecco che subito, dopo relativamente pochi numeri, Mezzavilla torna a occuparsi del suo cattivo preferito. Lo fa stavolta con una storia molto bella, che mette in luce tra le caratteristiche di Gamba quella di saper approfittare della situazioni, anche impreviste. Qui infatti si trova a suo agio nel vestire i panni del professore di criminologia, non mancando di sfruttare a proprio vantaggio questo ruolo, coinvolgendo i ragazzi che partecipavano al convegno con le sue lezioni. Da qui l’originale titolo della storia. Anche la trama è originale, e ancora una volta si sofferma a raccontarci quasi da “dietro le quinte” il piano di Gambadilegno, senza Topolino tra i piedi. Una bella avventura, anche se dal finale forse un po’ affrettato.
                              I disegni di Vian sono molto belli. Il suo Pietro è visivamente molto d’effetto, e come sempre i comprimari (in questo caso i professori e gli studenti) sono molto credibili e dall’aspetto molto umano e realistico, grazie al tratto ruvido e decisamente reale del disegnatore.

                              Topolino e il Robot Mutevole



                              Disegni: Giorgio Cavazzano
                              Tavole: 37
                              Topolino” # 2421 (23 aprile 2002)
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                              La vena poetica di Mezzavilla non si è esaurita con La Villa dei Misteri, ma scorre ancora potente anche in questa nuova storia, e infatti alle matite torna Cavazzano. La storia parla di un androide dall’intelligenza artificiale estremamente avanzata, tanto che è capace di provare emozioni, e che ha la particolarità di poter assumere l’aspetto di qualunque persona veda. Peccato che sia scappato dal laboratorio dove tre scienziati lo avevano creato, e ora lo cercano per Topolinia insieme a Topolino. Ma il sofisticato robot vuole andare in giro a provocare danni o forse cerca solo un amico?
                              Il nostro sceneggiatore firma una storia che ricorda molto lo stile delle sceneggiature migliori di Bruno Enna per PK (in particolare Robophobia, PK Frittole # 4) e le tematiche in generale affrontate da Lyla sull’umanità degli androidi per capire quella degli esseri umani. Qui è lo stesso, il messaggio che traspare è anche quello del rispettare chi non capiamo, senza bollare cose che non conosciamo come cattive. Una gran bella storia, insomma, e la scena in cui Topolino parla con Pippo e scopre che in realtà è il robot, e quella dove il robot afferma che Topolino è il suo miglior amico sono emotivamente molto forti. Cavazzano è in formissima, sfornando il suo tratto morbido e caldo, adattissimo a un soggetto come questo. Questa è l’ultima storia disegnata da Giorgio su sceneggiatura di Mezzavilla.

                              Topolino e il Ladro di Sogni



                              Disegni: Marco Palazzi
                              Tavole: 26
                              Topolino” # 2473 (22 aprile 2003)
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                              Mah. Questa storia non riesce a convincermi del tutto. E non capisco perché, dal momento che possiede né più né meno elementi simili ad altri già visti nella produzione di Mezzavilla. Una tecnologia particolare di cui Gambadilegno viene in possesso in un certo frangente, dagli esiti molto fantasiosi, riesce a creare danni e furti a Topolinia. Sembra essere la trama di Basettoni e il Grande Caldo, ma qui il marchingegno non viene dallo spazio, bensì dalla mente di un inventore. Ed è una macchina che consente di aspirare i sogni dalle persone. Boh, sarà la sua presenza in mezzo all’albo e non al primo o ultimo posto, sarà il minor numero di pagine, ma la storia non mi ha entusiasmato, mi sembra non aggiunga nulla di nuovo, e i disegni di Palazzi, che con i Paperi mi soddisfa sì e no, coi Topi mi sembrano ancora più anonimi.

                              Topolino e il Naufrago dello Spazio



                              Disegni: Paolo Mottura
                              Tavole: 20
                              Topolino” # 2482 (24 giugno 2003)
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                              Ecco un’altra storia che ho accolto piuttosto freddamente. Qui il soggetto appare di certo più originale rispetto alla storia di pochi mesi prima, ma ciononostante non mi ha preso più di tanto. Per quanto l’idea che un extraterrestre che sia naufragato su qualche pianeta mandi una bottiglia come i naufraghi terrestri è anche simpatica, ma lo svolgimento mi è parso molto affrettato, colpa anche delle pochissime pagine per una trama che forse se avesse potuto godere di più tavole sarebbe stata senza dubbio più affascinante. Anche la location della spiaggia isolata con Topolino e Tip & Tap è suggestiva, ma al tutto manca quel quid in più. I disegni di Mottura, che per i Paperi apprezzo assai, qui invece mi sono spesso sembrati un po’ trascurati, e ad alcune espressioni molto buone se ne alternano altre a casaccio. Peccato.
                               
                              Topolino e il Mistero di Pupazzo di Neve


                               
                              Disegni: Alessandro Perina
                              Tavole: 34
                              Topolino” # 2508 (23 dicembre 2003)
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                              Finalmente ecco una storia coi fiocchi, in puro stile Mezzavilla. L’intreccio richiama molto quello del Week-end col Gatto, dato che anche qui ritorna un vecchio nemico di Topolino che però non è effettivamente esistito in una precedente storia ma solo in un momento del passato di Topolino che a noi nessuno prima aveva raccontato. Il villain stavolta si chiama Pupazzo di Neve, per via del costume e della tecnica che usava per rubare nelle case dei ricconi. Apprendiamo della sua cattura mentre ne parla Topolino a una platea di studenti di criminologia, a cui tiene una lezione come “ospite speciale”. Ma alcune incursioni apparentemente rapinose in casa di Minni e Topolino fa presto capire al nostro detective che un si riaprono i conti con un vecchio nemico.
                              La storia è molto ben costruita, si apre con una scena dal passato, poi vediamo Topolino nei panni di insegnate, un ombra che lo segue, l’interesse per la palla di vetro con la neve dentro… E la soluzione del mistero, per quanto non complicata, non è nemmeno scontata. Una gran bell’avventura per Topolino, e focalizzo gli apprezzamenti su due particolari: la vignetta finale, che come altre delle storie di Mezzavilla (anche se temo di non averlo mai sottolineato nelle precedenti recensioni) si chiude con una battuta simpatica ma vagamente inquietante, qui per esempio è qualcosa del tipo – guardando fuori dalla finestra -  “con questa neve potremmo fare un bel pupazzo!”, frasi che lasciano un velo di angoscia e che fanno ripensare in un lampo a tutta la vicenda che si è appena letta. E’ un tocco di classe che apprezzo molto in questo autore.
                              E poi la mega-citazione: tra i cimeli che Topolino porta con sé alla lezione, oltre alla palla con la neve c’è la statua di Kalì, che richiama direttamente alla storia di Romano Scarpa Topolino e l’unghia di Kalì, a sottolineare il debito che Mezzavilla ha e sente di avere nei confronti di Scarpa ogni volta che scrive di Topolino e soprattutto di Topolino investigatore. Bello poi che Topolino prende in mano la statuetta, iniziando a raccontare l’avventura all’uditorio per portar loro un esempio di indagine da lui svolta, ma Mezzavilla stacca con una didascalia andando subito all’aneddoto successivo, come a strizzare l’occhio al lettore esperto e a spingerlo a riprendere in mano la storia del Maestro. A questo punto, a conferma di come più o meno tutti quelli che scrivono gialli con Topolino debbano molto alle storie di Scarpa, ricorderei anche la storia Topolino e il mistero della sachertorte di Claudia Salvatori, altra eccellente firma per “Topolino” che in questa stupenda storia in due tempi cita subito all’inizio Topolino e la collana Chirikawa, parlandone come se fosse stato tratto un film dall’avventura che Topolino ha vissuto.
                              Per i disegni, nulla da eccepire: io amo Perina, è bravissimo e col mondo di Topolinia dà il meglio di sé, Topolino è perfetto nel corpo e nelle espressioni, sempre morbide e azzeccate. Il vero erede di Cavazzano.
                              « Ultima modifica: Venerdì 25 Giu 2010, 12:35:55 da Everett_Ducklair »

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                                Re: Silvano Mezzavilla
                                Risposta #14: Giovedì 24 Set 2009, 20:31:00
                                Gambadilegno e la Rapina del Secolo



                                Disegni: Marco Palazzi
                                Tavole: 35
                                Topolino” # 2518 (2 marzo 2004)
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                                Gambadilegno si mette in testa di mettere a frutto la sua tesi di laurea, “Come compiere la rapina del secolo e vivere felici”. Decide di rubare un preziosismo set di pietre preziose custodite nella cassaforte di un museo, ma mentre sta cercando di rilassarsi per il colpo riceve la visita di suo nonno Gambadistagno, che gliene combina di tutti i colori, fino a convincere il nipote a renderlo parte attiva del furto.
                                La storia non è proprio niente di che. O meglio, come storia comica e ironica, non posso dar giudizi negativi, mi ha strappato molti sorrisi e qualche risata, ma in 35 tavole mi aspettavo una storia di Gamba che avesse l’epicità di tutte quelle con protagonista Gambadilegno che Mezzavilla ci ha regalato negli anni precedenti. Boh, forse non erano più i tempi, ma dispiace vedere Pietro solo vittima di questo fastidioso parente, e così fallimentare. Vabbè, i disegni di Palazzi rimangono nella pura norma.

                                Topolino e i Furti Statuari



                                Disegni: Giuseppe Dalla Santa
                                Tavole: 35
                                Topolino” # 2553 (2 novembre 2004)
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                                Mm, non so. Torna Topolino come protagonista assoluto, e che deve indagare su alcuni furti “disastrosi”, nel senso che i ladri hanno letteralmente sfondato muri e vetrine come se avessero usato un bulldozer. Ma quasi per caso Topolino scopre strani aggeggi attaccati a un paio di statue cittadine, e indagando scopre che…
                                Siamo lontani dal pathos e della bellezza del Mistero di Pupazzo di Neve, purtroppo: la storia in sé non è male, ma appunto se confrontata con altre dell’autore, anche immediatamente precedenti, ecco che il dislivello si nota. Le pecche, anche se parzialmente nascoste da una buona sceneggiatura e da dialoghi abbastanza buoni, ci sono e sono nel plot non originalissimo e nemmeno troppo entusiasmante. I disegni di Della Santa invece si difendono piuttosto bene, anche se giurerei che altre sue storie sono disegnate meglio.


                                Per “Topolino”, a oggi, Mezzavilla ha scritto solo altre tre storie dopo I Furti Statuari, che però… io non ho letto! Infatti presi la decisione di smettere di comprare regolarmente ogni settimana “Topolino” a partire dall’inizio del 2005, riservandomi di fare eccezioni solo in presenza di storie meritevoli (vedi alla voce Casty e Faraci, ma anche storie di altri autori che per un motivo e per l’altro spiccassero o anche in caso di numeri particolari della testata), per concentrare i miei sforzi economici a riviste Disney che fossero dal contenuto più qualitativamente alto – le classiche testate per collezionisti e eventuali one-shot interessati.
                                Ma mi seccava non rendere completa questa analisi, e allora grazie al prezioso contributo di due forumisti sia del Papersera che della Tana del Sollazzo posso qui di seguito fornire la trama e il loro personale parere sulle ultime tre storie di Mezzavilla. Per le prossime due mi sono appoggiato al prode Pacuvio, che ha realizzato per l’occasione due sue recensioni, mentre per l’ultima ho utilizzato su gentile concessione dell’autore la recensione dell’illustre Grrodon, che a suo tempo fece all’interno della recensione generale del “Topolino” che la conteneva. In questo caso ho fatto precedere la sua recensione da una breve descrizione della trama trovata sul sito di Salimbeti alla pagina  http://www.salimbeti.com/paperinik/occasion.htm

                                Topolino e la Dissolvenza Alfabetica



                                Disegni: Marco Palazzi
                                Tavole: 45
                                Topolino” # 2570 (1 marzo 2005)
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                                --> Recensione di Pacuvio (grazie per il contributo).
                                Durante una notte come tutte le altre, a Topolinia una misteriosa folata di vento si porta via tutte le lettere G stampate su libri, insegne, manifesti etc. In città è il caos, quindi Topolino decide di andare alla ricerca del discendente di Tristus Van Hesio, l'alchimista che scoprì la formula dissolvente.
                                Considerazioni: la storia si apre con un signor prologo, e prosegue più che discretamente con il solito tocco giallo che Mezzavilla mette spesso nelle sue storie. Come nella voce spezzata, anche stavolta la trama si basa su un evento poco verosimile, e vede nuovamente avere un ruolo importante... una cabina telefonica, quasi a strizzare l'occhio AL capolavoro dello sceneggiatore. Ottima la prova di Palazzi, che se la cava molto bene con le ambientazioni cupe, anche se presenta il pessimo Macchia Nera con sorrisone stampato, e guanti bianchi in bella evidenza...

                                Nota di Everett: gli interessati possono andarsi a leggere anche il topic su questa storia nel forum del Papersera.

                                Topolino e la sfida a Old Mine



                                Disegni: Giuseppe Dalla Santa
                                Tavole: 31
                                Topolino” # 2603 (18 ottobre 2005)
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                                --> Recensione di Pacuvio (grazie per il contributo).
                                Sembra che Gambadilegno sia diventato attore e abbia finalmente trovato un'attività onesta. Topolino, infatti, lo incontra vestito da cowboy nel nuovo villaggio a tema ambientato nel vecchio west, dove tutto sembra scorrere tranquillo...
                                Considerazioni: Mezzavilla decisamente sottotono rispetto alla sua media. La storia si fa leggere sì scorrevolmente, ma manca di originalità (la redenzione del cattivo di turno... baaaasta) a di mordente. Si capisce come andrà a finire la vicenda non appena compare Gamba. Del tutto assenti i guizzi a cui ci ha abituato l'autore trevigiano. Egregia prova di Dalla Santa, ancora lontano dall'attuale fase calante, e che imho si trovava a suo agio soprattutto con Gambadilegno e Trudy.

                                Topolino e il Vendicatore Mascherato


                                (tavola gentilmente offerta dal gentilissimo GGG, che ringrazio per il contributo)


                                Disegni: Roberto Vian
                                Tavole: 32
                                Topolino” # 2625 (21 marzo 2006)
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                                --> Dalla pagina http://www.salimbeti.com/paperinik/occasion.htm del sito di Salimbeti.
                                Uno strano individuo compie misteriose irruzioni notturne in varie case di Topolinia utilizzando il costume di un vecchio supereroe dei fumetti conosciuto con il nome di Vendicatore Mascherato. Topolino incaricato delle indagini scopre ben presto che il misterioso vendicatore altri non è che Pietro Gambadilegno questa volta impegnato a recuperare il prezioso e raro fumetto numero uno del “Vendicatore Mascherato” che gli venne prepotentemente sottratto in gioventù.

                                --> Recensione di Grrodon (grazie per il contributo) presa da qui  (risposta # 10).
                                Qualcuno mi spieghi perché questa storia non è stata messa in apertura. Il soggetto magari non sarà originalissimo, ma il modo in cui Mezzavilla lo racconta è da applausi. Le atmosfere che sa creare, la scelta dei tempi e la voglia di indagare il personaggio di Gambadilegno non passano certo inosservate, come non si dimenticano gli spettacolosi disegni di Vian, le sue inquadrature originalissime che hanno il potere di far apparire il target della storia più adulto del solito. Alcune vignette poi sono pura poesia come la silhouette di Topolino sul ponte a pagina 133. Gli appassionati fumettistici, poi, non potranno che apprezzare le pagine ambientate in fiera, con gli sfondi iperdettagliati e un tipo di regia assai realistica.


                                Bene, dopo il marzo del 2006 Silvano Mezzavilla non si è più visto come nome in fondo alla tavola di apertura delle storie di “Topolino”. E se si esclude una storiella per “Cip & Ciop”, successiva di qualche mese, è proprio l’ultima storia Disney a tutt’ora. Leggendo sulla sua biografia linkata nell’introduzione a questo lavoro, apprendo che ha spesso collaborato nella scrittura di testi critici per i volumi a fumetti di collane di allegati ai quotidiani, ma non sembrano esserci in cantiere altre sue storie Disney. E’ vero che oggi abbiamo Casty (seppur col contagocce) e Faraci che è tornato alla grande da quando c’è la nuova direttrice, ma è anche vero che Mezzavilla era altro, nel bene e nel male, aveva uno stile tutto suo che per quanto condivida atmosfere e ispirazioni con i due grandi nomi sopra citati, aveva un suo stile differente da quello degli altri, così come ce l’ha Faraci, così come ce l’ha Casty e così come chiunque.
                                Mi è comunque piaciuto fare questa cavalcata nelle sue storie, di Topi e di Paperi, di indagini e di avventure, di fantasia e commozione: mi ha fatto riscoprire un grande sceneggiatore, che ha dato tanto a “Topolino” e soprattutto alla figura di Topolino, così come di Gambadilegno, di Manetta e di Basettoni.

                                « Ultima modifica: Venerdì 9 Ott 2009, 21:53:48 da Everett_Ducklair »

                                 

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