Grazie Dominatore!
Io parto sostanzialmente dalla fine, dal risultato: penso che Macchia Nera sarebbe potuta essere una grande risorsa, un'opportunità per i fumetti Disney e, ovviamente, di Topolino in particolare: con un personaggio simile, seppur in chiave disneyana, si sarebbero potuto avere storie più inquietanti e piene di tensione che potevano anticipare le storie di Venom. Non dico che alcune non si siano almeno avvicinate a questo, ma via via, il criminale nero è diventato un villain più alla mano e, spesso reso ridicolo: Macchia Nera non dovrebbe mai fare ridere, Macchia Nera dovrebbe mettere sempre "paura" e inquietudine nei lettori, come da spirito del Mistero, del Doppio segreto e Re dei Mendicanti.
Ritorniamo dunque alla storia in cui si è fermato Dominatore: Topolino e le evasioni impossibili del 1961 che, come la precedente, Topolino e il re dei mendicanti, portò la firma di Missaglia e Chierchini.
Anzi no, facciamo prima un passo indietro.
Sappiamo tutti: Il re dei mendicanti fu criticata assai e sostanzialmente censurata e messa completamente nel dimenticatoio. Questo, anche e soprattutto, perché presentava una Topolinia completamente in mano ad una malavita che, usando i mendicanti - innumerevoli - come una sorta di vera e propria mafia, condizionava tutta la vita pubblica della città. La figura di Macchia Nera veniva anche a surclassare la figura di un Gambadilegno completamente terrorizzato da questo "essere sconosciuto e terribile" che lo minacciava di morte se non avesse obbedito ai suoi ordini.
Guardate che, visto con gli occhi di allora, era una cosa assolutamente inedita: per tutti i lettori di allora del giornalino Topolino, Gambadilegno era il cattivo per eccellenza e nessuno metteva in discussione questo suo ruolo e lo stesso Topolino si domandava chi mai potesse essere quel capo così terribile.
Con le evasioni impossibili - che ha atmosfere notturne meravigliose - Missaglia e Chierchini fecero vari passi indietro, la situazione, sembrò quasi ribaltarsi: è Gambadilegno che libera, facendosi pagare, Macchia Nera, inaugurando una lunga serie di evasioni.
Topolino, dietro ad un'indicazione di Pippo - che però si riferisce a Gambadilegno - cattura Macchia Nera che appare per una seconda volta in borghese in piena notte, cosa che dovrebbe essere impensabile: anzi a dir la verità il merito della cattura è dello stesso Pippo. Un Macchia Nera poi, piangente che cerca di convincere Topolino che il colpevole non è lui: e qui avvenne la prima e vera propria svalutazione del personaggio e si può ben dire che questo fu anche il "peccato originale" da cui nacque un Macchia Nera fortemente ridimensionato.
L'anno dopo, il 1962, Macchia Nera passa nelle mani di Onofrio Bramante che si può dire fu quello che portò veramente in maniera definitiva il personaggio, a diventare una costante del giornalino, seppur di lunghissima, in maniera minore, rispetto a Gambadilegno che, fra l'altro in quel periodo, imperava sul serio. Con Topolino e le manette magiche ancora una volta, Macchia Nera, compare senza cappuccio e con la sola tunica ma, anche qui, come in Topolino e il re dei mendicanti la cosa trova una sua ragion d'essere nella trama e, cioè nella volontà di Bramante di valutare ulteriormente la capacità di trasformarsi di Macchia Nera.
A questa storia alcune settimane dopo Bramante con Topolino e i malefici sette, fece tornare in auge l'idea di rendere Macchia Nera, il capo assoluto della mala topolinese e la sua volontà di vendicarsi del suo nemico mortale. Grande idea, grande intuizione, purtroppo in parte vanificata per i motivi che ho già detto:
https://www.papersera.net/cgi-bin/yabb/YaBB.cgi?num=1297701668. In questa storia poi Macchia Nera agisce senza il cappuccio e con la sola tunica e anche questo fu un errore.
Segue poi Topolino e il pappagallo matematico. Scarpa ritornò dopo sette anni dal Doppio segreto, sul personaggio e lo fece in una maniera che, dal mio punto di vista, è assolutamente deludente rispetto alla sua precedente. A parte voler rimarcare, temi tipici del Mistero: un Macchia Nera di nuovo solitario e che ruba inspiegabilmente qualcosa: là erano macchine fotografiche, qui pappagalli, la storia è molto assurda e sconclusionata: possibile che Macchia Nera, conoscendo bene già Pippo, proprio a lui affidi il compito di riunire tutti i pappagalli mettendosi automaticamente nelle mani di Topolino? Dai...!
/Un Macchia Nera che poi casca alla fine in un tranello in cui, neanche il più sciocco dei banditi, sarebbe caduto. :o Graficamente c'è poi da segnalare che, se da un lato si ritorna al Macchia Nera incappucciato, Scarpa disegnò al personaggio per la prima volta due pupille che gli tolsero molto del suo fascino originario.
[. Tant'è!
Le storie restanti del 1962, una di Bramante: Topolino e il bombardiere fantasma e ancora una di Scarpa: Topolino e gli abeti Himalayani, rendono ancora entrambe omaggio al Mistero, aggiungendo alcune delle caratteristiche acquisite nei nuovi racconti: Macchia Nera che, non più in solitudine, rapina oggetti di cui non si riesce ben capire cosa possa farne e il perché.
Però quella di Bramante ha un grosso pregio che regala un'altra caratteristica nuova a Macchia Nera e che diventerà - vedi ad estremo risultato Darkenblot - estremamente importante: la capacità e la genialità di inventare mezzi e macchine che hanno come fine il delinquere.
Quella di Scarpa è invece una storia molto ordinaria che presenta un Macchia Nera completamente in borghese ma la cui identità si scopre solo alla fine e, tutto sommato, deludente.
Mi fermo qui per ora.
A voi!