Fra le discussioni presenti questa mi sembra la più coerente con quanto sto per dire.
Secondo me autori e lettori si sono fossilizzati su Macchia Nera, esagerando. Sono arrivati a definirlo il cattivo per antonomasia, in taluni casi addirittura l'unico veramente tale.
Gottfredson l'ha usato significativamente una volta sola perchè secondo me lo considerava non Il nemico, bensì un nemico. Un nemico molto interessante e riuscito (non intendo sminuirlo) ma comunque uno dei tanti. Il fatto è che nell'opera del sopraccitato autore tutti gli antagonisti erano degni di questo nome (tranne casi rarissimi).
Fra tutti loro il personaggio eponimo della presente discussione spiccava, così come spiccavano anche Acca, Kappa, Zeta, il Corvo, Gambadilegno, Orango e Lupo. Sostenere uno di questi come il nemico per eccellenza sarebbe una scelta figlia dei gusti personali.
Interpretare l'incappucciato come il criminale supremo ha portato a mio avviso innanzitutto ad uno scarso interesse/impegno nel riprenderne altri o inventarne di nuovi altrettanto memorabili (oltre all'ovvia difficoltà di un'operazione del genere).
Però così a lungo andare Macchia Nera, diventando il nemico per definizione, è stato calato in tutti i ruoli che tale definizione comporta, alcuni dei quali a mio parere non gli si addicevano; anche escludendo in questa riflessione le storie buoniste e politicamente corrette, limitandomi quindi alle vicende in cui i malvagi sono realmente tali. Infatti credo che abbia perso le peculiarità che aveva in Gottfredson, dove era sì cattivo, ma lo era in modo del tutto particolare. Dopo è stato trattato come un antagonista generico dove l'unica discriminante che lo contraddistingueva era semplicemente delinquere. Ma la cattiveria è soltanto una delle caratterische di un individuo, non basta da sola a delineare una personalità.