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Stereotipi disneyani

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Mr. Falcon
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    Stereotipi disneyani
    Lunedì 28 Dic 2015, 23:01:33
    Salve a tutti... Vi propongo un argomento che mi è venuto in mente qualche giorno fa. Se è già stato trattato in qualche altro topic mi scuso, in tal caso eliminerò la conversazione.
    Vi siete mai accorti che nelle storie Disney, i personaggi femminili hanno sempre una minor caratterizzazione rispetto a quelli maschili?
    Mentre Topolino, Paperino, Pippo, sono tutti personaggi unici e distinguibili per i loro caratteri (non dico che sono personaggi a tutto tondo, ma quasi), Paperina, Minnie, Brigitta, Clarabella, hanno tutte caratteri molto simili, riprendono lo "stereotipo" della ragazza/donna fissata con la moda e con il design, hanno tutte amiche con cui prendono il the al pomeriggio e non hanno una peculiarità che le distingua particolarmente... Secondo voi perché?
    « Ultima modifica: Lunedì 28 Dic 2015, 23:02:35 da giovanni97 »

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      Re: Stereotipi disneyani
      Risposta #1: Martedì 29 Dic 2015, 09:25:44
      Sarebbe facile contraddirti e accusare la tua analisi di superficialità, portando ad esempio storie (ultime quelle di Bosco, e ovviamente tutto Ziche) in cui i caratteri femminili sono sviluppati, etc. ... ma in realtà secondo me hai ragione.

      È ancora la norma presentare i caratteri femminili in maniera molto stereotipata, nonostante i necessari e lodevoli spintoni in senso opposto. Il problema, oltre che pedagogico, è che anche narrativamente tali personaggi nuocciono alle storie in cui compaiono, dato che non introducono niente di interessante, anzi risultano a volte sgradevoli: quante volte vi siete chiesti come sia possibile che Topolino sia fidanzato con Minni nonostante tutto? Mi sembra un po' troppo se si arriva a questi estremi.

      Il punto è che in passato questa estremizzazione dei caratteri faceva ridere; e quindi tutto sommato ci stava. Ricordo la Minni di Scarpa in Shan-Grillà e in Altacraz: la scena con Basettoni e Topolino è classica, ma mai, nelle sue numerose riproposizioni, ha fatto ridere come in quell'occasione. E Paperina nei Diari di Chendi, poi, con il suo umorismo sottile e semiinvolontario...
      Oggi, almeno per quanto mi resta nella memoria, le scene di coppia sono più noiose che divertenti; e questo non ha molto senso.
      Quanto alle motivazioni, in passato ha certamente contribuito un certo maschilismo di fondo. Oggi più che altro è l'indolenza nell'intervenire su caratteri e clichés ormai consolidati e (apparentemente) funzionanti.
      Bosco, invece, ha scritto le storie con Silvia Ziche, ma ha anche creato Kay K, personaggio di spessore e -importante!- narrativamente solido (lo dico da non-troppo-fan di DD). Pisapia ha creato Zia Nena. Ancora: Lyla Lay, forse il miglior personaggio femminile degli ultimi decenni (e non solo... graficamente :P), insieme a quelli di Casty, Uma, Eurasia ed Estrella Marina. Tutti validi. Ma i cari vecchi personaggi femminili restano un po' lì. Qualche tentativo c'è, oltre a Bosco, ma sempre un po' arrancante (Paperina e il suo blog nella comunque non esaltante storia recente con Mangiatordi, etc.).
      Ci sono state storie su Minni & Co. tipo Minni e i casi PA, oppure quella storia in cui Minni quasi pianta Topolino e segue un artista coi capelli lunghi, o quella ambientata su un'isola greca e disegnata credo da Valussi, ma mentirei abbondantemente se dicessi che una sola di quelle non mi ha annoiato alquanto. (Non so, forse perché sono un maschietto.)
      Non so, forse è difficile fare buone storie con caratteri femminili da parte di autori, va detto, quasi tutti anch'essi maschietti.

      Però un esempio lampante c'è: ed è Nonna Papera. Lei sì che è perfetta, sin da quando è stata creata.
      E allora perché anche Paperina, pur essendo ggiovane, non potrebbe avere la sua intelligenza da ggiovane, Minni (vedi Guaio coi fiocchi) la sua scaltrezza e ironia (da ggiovane), Clarabella etc. ... ? ;) Sarebbe un bel contributo all'immagine che i lettori (o meglio le lettrici) potrebbero formare di sé e delle proprie potenzialità, credo.
      « Ultima modifica: Martedì 29 Dic 2015, 09:49:25 da A.Basettoni »

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      Paolo
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        Re: Stereotipi disneyani
        Risposta #2: Martedì 29 Dic 2015, 10:48:55
        Interessante spunto!

        Butto qui disordinatamente un po' di idee, meritevoli di migliori approfondimenti ma... tra 20 minuti c'è la tombola! :-)

        Probabilmente i personaggi femminili sono stati caratterizzati in maniera marginale sin dagli inizi sia perché avevano il solo ruolo di "spalla" dell'eroe, e quindi dovevano essere "flessibili" alle esigenze del racconto, sia perché - a torto o a ragione non so - i lettori anni 30, 40, 50 e forse anche 60 erano per la stragrande maggioranza bambini, e non bambine, e quindi era importante consolidare un legame di identificazione tra l'eroe di turno e loro, che difficilmente si sarebbero potuti identificare in Minni o Paperina, o anche Nonna Papera.

        Quest'ultima meriterebbe un discorso a parte proprio perché fortemente caratterizzata: nel suo caso l'identificazione non scatta tra lettore e personaggio, ma tra "nonna del lettore" e personaggio, almeno nel mio caso è stato così: mia nonna materna era un'ottima cuoca, abitava in periferia quanto bastava per andare a comprare le uova non al negozio ma direttamente dalla signora che aveva le galline, ecc.

        C'è però da dire che già con Gottfredson i personaggi femminili *non protagonisti* o almeno non ricorrenti (ad esempio Aygotcha è eccome protagonista, ma se ci pensiamo appare per pochissime vignette!) sono stati spesso memorabili, soprattutto - credo - grazie al loro non dover riapparire, il che ha permesso agli autori caratterizzazioni più decise, non dovendo poi giustificarle/mantenerle in storie successive.

        Discorso ancora a parte quello di Casty, che ha creato una serie di personaggi femminili, sia "spot" sia ricorrenti, di primissimo piano, meriterebbero un articolo sul libro di Casty.. .ah no, aspetta, l'ho già fatto! ;D ;D :D

          - Paolo

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          Re: Stereotipi disneyani
          Risposta #3: Martedì 29 Dic 2015, 11:38:05
          Ormai dipende dalla storia. Le femminucce classiche tendono allo stereotipo se sono spalle; si destereotipizzano quando sono protagoniste e relegano allo stereotipo i maschi.

          Solo in storie dove la coppia maschio/femmina deve funzionare insieme nessuno scade nello stereotipo: Pk/Lyla, DD/KK...

          Però mi meraviglia che, tra tutte le femmine di polso disneyane, nessuno abbia menzionato Xadhoom... Siete pronti a ballare, ih ih??

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          Mr. Falcon
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            Re: Stereotipi disneyani
            Risposta #4: Martedì 29 Dic 2015, 13:00:37
            Però mi meraviglia che, tra tutte le femmine di polso disneyane, nessuno abbia menzionato Xadhoom... Siete pronti a ballare, ih ih??

            Effettivamente me l'ero totalmente dimenticata... È da un po' che non leggo PK! Lei comunque penso si salvi dalla categoria delle stereotipate

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              Re: Stereotipi disneyani
              Risposta #5: Mercoledì 30 Dic 2015, 00:16:30
              Se ci fate caso il problema riguarda soprattutto i personaggi femminili principali (come Paperine e Minni) che guarda caso sono anche i più "vecchi", nati per rappresentare una società che non esiste più.

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                Re: Stereotipi disneyani
                Risposta #6: Mercoledì 30 Dic 2015, 12:59:25
                Gli stereotipi femminili riguardano soprattutto Paperina e Minnie perchè sono sostanzialmente personaggi derivati dai rispettivi fidanzati.
                Gli assomigliano anche fisicamente, differenziandosi solo per il fiocco in testa o le ciglia più lunghe...

                E' chiaro che personaggi così nascono unicamente per dare possibilità in più agli eroi principali, per aumentare gli spunti di trama.
                La fidanzata da salvare, la fidanzata da accontentare, la fidanzata che crea problemi da risolvere...

                Le storie in cui sono protagoniste o dove emergono caratteristiche peculiari e non stereotipate sono poche e comunque sviluppate in seguito, e spesso uniche.

                Paperina e in minor parte anche Minnie sono effettivamente i peggiori esempi di donna possibile : stupide, oche, capricciose, superficiali, futili, isteriche, pettegole, inutili e dannose, alla ricerca di zerbini, e nel caso di Paperina anche vagamente zoccole.
                Il loro scopo principale è quello di stressare i rispettivi partner e creare problemi.

                In effetti sono stereotipi, sono il sogno di ogni misogino.

                Nonna Papera è diversa proprio perchè lei nasce personaggio unico, slegato dal ruolo di partner di qualcuno. E' la nonna di Paperino, si, ma è presumibilmente vedova. E' un personaggio forte perchè fa da sola, non è la spalla di nessuno. Anzi, se vogliamo è Ciccio la sua spalla.
                Non c'è un "Nonno Papero" a cui è stata poi affiancata tanto per dare più possibilità.

                Che poi questo discorso secondo me si riallaccia in parte a quello del perchè i personaggi spesso non hanno genitori, fratelli, figli, ma non divaghiamo.

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                  Re: Stereotipi disneyani
                  Risposta #7: Domenica 3 Gen 2016, 23:32:16
                  In effetti, basta vedere quante volte vengono utilizzate le papere e -ehm- tope, rispetto ai loro corrispettivi maschi. Per ogni storia con protagonista Minni o Paperina ce ne sono almeno 30 con Topolino o Paperino.
                  Del resto non è che le suddette fidanzate lascino molto spazio a trame originali. Da sempre sono state caratterizzate come frivole, senza grandi interessi oltre allo shopping e al è con le amiche. E anche varianti come Paperinika non sono servite molto a restituire (anzi, dare) vigore a Minni e Paperina.
                  Tant'è che tutti coloro che hanno voluto utilizzare personaggi femminili di un certo spessore li hanno realizzati ex novo. Lyla, Kay K, Uma, Estrella, ma pure Minnotchka (per citare alcuni dei primi nomi che mi vengono in mente).
                  Paperina e Minni sono rimaste spalle. O più spesso ostacoli. Pensiamo a Doubleduck: Paperina è la fidanzata gelosa che mette i bastoni tra le ruote a Paperino. E pure in molte storie di Casty, Minni cerca di frenare le imprese eroiche di Topolino. E certamente non è per maschilismo degli autori, che anzi hanno creato charachters femminili dii assoluto spessore e anche più capaci dei personaggi del "sesso forte".
                  Che poi lo stesso discorso vale anche per Clarabella (soprattutto in passato, ne faceva passare di tutti i colori a Orazio) e, limitatamente, a Trudy (che si distacca dalle altre in quanto più forte e indipendente).
                  In generale, tutti personaggi femminili fidanzati, o che comunque dipendono da un maschio, sono abbastanza piatti. Infatti gente come Nonna Papera, Brigitta e via dicendo sono molto più indipendenti e intraprendenti.

                  *

                  Maximilian
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                    Re: Stereotipi disneyani
                    Risposta #8: Lunedì 18 Gen 2016, 12:02:53
                    A parte la questione femminile, ci sarebbe anche un altro stereotipo che mi preme sottolineare.

                    Molte volte gli esattori delle tasse o impiegati del fisco vengono presentati come se fossero vampiri o simili.
                    Per esempio ne ho visti diversi disegnati con canini sporgenti; in una storia uno vestiva di nero a mo' di iettatore, in un'altra due di essi volavano addirittura con una specie di deltaplano a forma di ali di pipistrello, oppure ne è comparso uno di nome Vultur (avvoltoio). Anche nel recente Dracula c'era una battuta di questo tipo, che sinceramente non mi ha fatto minimamente sorridere, perchè ne avevo già viste/sentite di simili.

                    Insomma, la prima volta può far ridere, ma poi basta. Questo affondare il coltello nella piaga non mi piace, anche perchè sono persone normali che fanno semplicemente il loro lavoro.

                    *

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                      Re: Stereotipi disneyani
                      Risposta #9: Martedì 19 Gen 2016, 11:08:31
                      Concordo, però forse quella "stereotipizzazione" è resa per essere più funzionale alle storie.

                      ne è comparso uno di nome Vultur (avvoltoio).

                      Ho un vuoto di memoria, in che storia compariva Van Vultur?

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                      Cornelius
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                        Re: Stereotipi disneyani
                        Risposta #10: Martedì 19 Gen 2016, 12:48:47

                        Per quanto riguarda gli stereotipi femminili, anche tra i personaggi più giovani troviamo situazioni diverse:

                        a Quack Town le amiche di PP8 sono, a loro modo, due tipe toste: Millicent è molto pragmatica e interessata al denaro, a farsi una posizione e diventare una 'papera in carriera'; Betty Lou, per quanto ricordi un po' Minni e Paperina in quanto a capricci e vezzi femminili, ha però una involontaria simpatia dovuta anche a certi suoi modi di fare e pensare.

                        Paperetta è la classica capobanda piena di energia, ragazza volitiva e ottimista, poco incline a piagnucolare o fare capricci  mentre Emy, Ely e Evy, almeno in passato, strette fra essere le copie in miniatura della zia e le copie al femminile di QQQ, poco spazio hanno avuto per manifestare veramente i loro pensieri, a parte qualche storiellina più simpatica o carina di altre dove erano abbastanza pestifere sia coi cuginetti che con lo zio Paperino: vedremo Vito come ce le presenterà.

                        Per quanto riguarda i personaggi one shot, nell'ultimo libro della Giunti dedicato alle più belle Storie d'Amore, mi ha colpito la piccola Amy, paperina ricca, viziatissima e insopportabile anche ai genitori che, per migliorare i suoi difetti, decidono di iscriverla al campeggio delle Giovani Esploratrici, dove la scopriamo anche cinica e sfruttatrice di paperetti innamorati e ingenui (Quo, ovviamente) per emergere tra le nuove compagne che le avevano dato, come novellina, dei compiti da lei ritenuti non idonei alla sua persona. Alla fine però scopre anche lei di essere innamorata, pentendosi di aver preso in giro Quo e la sua parabola di cattivi sentimenti termina in positivo anche se la cosa non è zuccherosa o smielata ma abbastanza realistica oltre che divertente.
                        « Ultima modifica: Martedì 19 Gen 2016, 12:51:40 da leo_63 »

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                          Re: Stereotipi disneyani
                          Risposta #11: Martedì 19 Gen 2016, 23:11:30
                          Concordo, però forse quella "stereotipizzazione" è resa per essere più funzionale alle storie.


                          Ho un vuoto di memoria, in che storia compariva Van Vultur?

                          Vultur Rapacini, da "Zio Paperone e l'esenzione di Vencenslao" (Marconi/De Vita M.): assolutamente da leggere e... da sghignazzarci su!!!
                          « Ultima modifica: Martedì 19 Gen 2016, 23:11:49 da pkthebest »

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                          Maximilian
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                            Re: Stereotipi disneyani
                            Risposta #12: Giovedì 21 Gen 2016, 15:55:55
                            i lettori anni 30, 40, 50 e forse anche 60 erano per la stragrande maggioranza bambini, e non bambine, e quindi era importante consolidare un legame di identificazione tra l'eroe di turno e loro
                            Non ho i dati, ma credo che anche oggi la situazione sia circa la medesima. Per fare un esempio, basti guardare questo forum: gli utenti maschi sembrano essere la maggioranza (ho dato un'occhiata alla pagina statistiche, ma non da informazioni riguardo al sesso di chi vi partecipa).

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                              Re: Stereotipi disneyani
                              Risposta #13: Giovedì 21 Gen 2016, 18:11:27
                              Gli stereotipi sui generi riguardano pure i maschi su Topolino. Voglio dire, tutti i personaggi maschili si dimostrano essere appassionati di calcio, anche chi, col calcio, pare non avere nulla nel carattere che possa suggerire tale passione (tipo Paperoga). Oppure spesso sono mostrati che pensano sempre alle 'papere'. Per non parlare delle storie di Paperinika, dove, così, senza un motivo, sono tutti maschilisti (le storie di Paperinika non le apprezzo anche per questo, dato che i personaggi sessisti nella storia - non solo Paperino e Paperone, ma pure Paperina e le altre ragazze - non abbiano mai mostrato comportamenti del genere prima, e che siano stati creati apposta per un personaggio...almeno per quel che so). So che era una storia di pieno periodo femminista, ma anche in storie più recenti i paperi o i topi si ritengono talvolta superiori (dicendo 'è un lavoro da uomini' o simili).

                              Certo, Paperino e Topolino sono personaggi più sfaccettati e interessanti di Paperina e Minni, ma per quanto riguarda gli stereotipi, direi che siamo a livelli simili.

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                                Re: Stereotipi disneyani
                                Risposta #14: Giovedì 21 Gen 2016, 19:04:30
                                Un altro stereotipo è l'inseguimento alla fine della storia, soprattutto a Paperopoli con Paperino e zio Paperone protagonisti. Però non si viene mai a sapere se l'"inseguito" venga acciuffato.  :P

                                Non è per fare il "rompi", ma quello più che uno stereotipo è un cliché ;)

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                                  Re: Stereotipi disneyani
                                  Risposta #15: Giovedì 21 Gen 2016, 19:38:11

                                  Non è per fare il "rompi", ma quello più che uno stereotipo è un cliché ;)

                                  E non solo di fumetti Disney  ;)

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                                    Re:Stereotipi disneyani
                                    Risposta #16: Sabato 9 Ott 2021, 15:52:16
                                    Uno degli stereotipi che sopporto meno è il trattare tutti i membri di una famiglia uguali (o molto simili).
                                    Archimede è un inventore, quindi anche i suoi parenti lo sono, Gambadilegno delinque di conseguenza viene da una famiglia di criminali, gli avi di Paperone erano tirchi (sebbene in questo caso ci si riferisca più che altro al luogo comune sugli scozzesi), eccetera.

                                    Ciò, ancor prima di essere irrealistico, denota una mancanza di fantasia imbarazzante.

                                    Si è cominciato con i parenti di Pippo strampalati, ma finchè la cosa era limitata ad una sola famiglia dell'universo dell'universo disneyano poteva andarmi bene, ma purtroppo si è in diverse occasioni generalizzato.
                                    Inoltre, accetto la peculiarità della loro stirpe solo se ognuno è eccentrico in modo diverso dagli altri, invece di costituire un gruppo di cloni. E pure a livello grafico dovrebbero presentare qualche differenza tra loro, pur mantenendo qualche tratto comune.
                                    In più, va bene che gli stravaganti costituiscano la gran parte, ma non devono per forza raggiungere la totalità: per fortuna Gilberto costituisce un'eccezione.

                                    Secondo me l'idea a cui qui mi oppongo danneggia:
                                    - sia il parente nuovo, che non risulta un individuo a sè stante ma un doppione (o comunque piccola variante) del personaggio di riferimento
                                    - sia il personaggio di riferimento, che perde la propria unicità e diventa intercambiabile con i suoi derivati

                                    Pensate cosa sarebbe successo se Barks avesse seguito questa linea di pensiero quando creò Paperone e Gastone: anzichè due personaggi nuovi, autonomi e interessanti, ci saremmo ritrovati con due brutte copie di Paperino.

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                                      Re:Stereotipi disneyani
                                      Risposta #17: Sabato 9 Ott 2021, 17:34:18
                                      Pensate cosa sarebbe successo se Barks avesse seguito questa linea di pensiero quando creò Paperone e Gastone: anzichè due personaggi nuovi, autonomi e interessanti, ci saremmo ritrovati con due brutte copie di Paperino.

                                      Mai sentito paragone meno calzante... questo stereotipo di cui parli riguarda primariamente gli antenati dei personaggi, ed è escogitato al solo scopo di poter usufruire dei personaggi in questione nelle parodie o in storie ambientate nel passato, calandoli nelle vesti di avi ai limiti del pretestuoso... i parenti odierni raramente sono identici ai loro congiunti più famosi, appunto perché devono interagire con questi ultimi... per questo i cugini di Paperino sono tutti diversi da lui, e i parenti di Pippo pure (vedi quelli mostrati in Pippo cervello del secolo ad esempio)... l'unica eccezione la fanno i Bassotti, dei quali ogni tanto spuntano cugini che non hanno particolari peculiarità e sono comunque ladri... ma i Bassotti principali sono già pressocché identici tra loro, quindi non si fa altro che seguire questo modello estendendolo in generale a tutta la stirpe.
                                      ex Paperinik il Templare e Volkabug, inventore dell'Immergrün; prima niubbo, poi lurkatore, adesso utente affezionato; secondo la monetazione antica TEMPLI*PAPERINICUS*E*PAPERIBUS*MIRUM

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                                        Re:Stereotipi disneyani
                                        Risposta #18: Sabato 9 Ott 2021, 18:10:42
                                        i parenti odierni raramente sono identici ai loro congiunti più famosi
                                        Nemmeno tanto raramente.
                                        Ricordo distintamente:
                                        - un lontano cugino di Ciccio, ma non abbastanza lontano da non essere un mangione come lui
                                        - la madre di Gastone fortunata (chi l'avrebbe mai detto?)
                                        - Topolino che, per un malinteso, si stupisce credendo che un parente di Pippo sia disonesto
                                        - un cugino di Archimede inventore
                                        - un prozio di Paperone avaro
                                        - membri vari della famiglia Sganga affaristi con poco successo
                                        Non mi sono ovviamente messo a fare una ricerca precisa e a contarli, ma se mi cimentassi sono convinto che troverei molti altri esempi.

                                        questo stereotipo di cui parli riguarda primariamente gli antenati dei personaggi, ed è escogitato al solo scopo di poter usufruire dei personaggi in questione nelle parodie o in storie ambientate nel passato, calandoli nelle vesti di avi
                                        Qui mischi due concetti differenti e purtroppo per me anche alcuni autori lo fanno.
                                        Un conto sono gli antenati dei personaggi, un altro le storie in costume. Queste ultime sono dei what if che rispondono alla domanda "come sarebbero o cosa farebbero i personaggi se fossero vissuti in un altro contesto?" e come tali sono (o dovrebbero) ambientati in universi alternativi, slegati nettamente da quello "normale".
                                        Il problema sorge quando possiedono legami con le storie dell'universo canonico, il quale in questo modo pullula di miriadi di personaggi uguali fra loro, dando l'idea che a ogni generazione quasi gli stessi caratteri si ripresentano (e talvolta ce sono più anche nelle stesse epoche).
                                        Come se non bastasse, i personaggi in questione intrattengono addirittura gli stessi rapporti di quelli base e hanno le stesse differenze di età. Bah!

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                                          Re:Stereotipi disneyani
                                          Risposta #19: Sabato 9 Ott 2021, 19:53:11
                                          Qui mischi due concetti differenti e purtroppo per me anche alcuni autori lo fanno.
                                          Un conto sono gli antenati dei personaggi, un altro le storie in costume. Queste ultime sono dei what if che rispondono alla domanda "come sarebbero o cosa farebbero i personaggi se fossero vissuti in un altro contesto?" e come tali sono (o dovrebbero) ambientati in universi alternativi, slegati nettamente da quello "normale".
                                          Il problema sorge quando possiedono legami con le storie dell'universo canonico, il quale in questo modo pullula di miriadi di personaggi uguali fra loro, dando l'idea che a ogni generazione quasi gli stessi caratteri si ripresentano (e talvolta ce sono più anche nelle stesse epoche).
                                          Come se non bastasse, i personaggi in questione intrattengono addirittura gli stessi rapporti di quelli base e hanno le stesse differenze di età. Bah!

                                          La distinzione non esiste realmente, storie in costume e storie con antenati molto spesso sono la stessa cosa, e ciò mette in luce come non ci sia una separazione tra le due categorie nella relativa libertà creativa degli autori: basti pensare alle varie grandi parodie che nascevano come storie in costume ma erano di fatto presentate come "racconti degli antenati": Paperin Meschino, Il Dottor Paperus, Paperino fornaretto di Venezia, Sior Papero Brontolon... queste sono quelle che ho letto, ma poiché me ne mancano tante di parodie immagino che ci siano anche altri casi... comunque, se gli antenati fossero ideati come personaggi canonici, evidentemente gli autori seguirebbero il modello di Don Rosa, che ha ricostruito alberi genealogici creando personaggi assolutamente verosimili... per quanto si sia dovuto adattare a certe scelte di Barks che, toh! seguiva lo stesso stilema che tu consideri un errore, basti pensare a Malcolm De' Paperoni e Paperinocchio Codacorta copie dei loro discendenti... ma, per l'appunto, Barks aveva pensato questi antenati come characters che dovevano comparire in una sola storia e mai più, per cui che importanza poteva avere la verosimiglianza? Piuttosto (seguendo un ragionamento tanto caro a Guido Martina e alla base della Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi) meglio massimizzare l'effetto comico riproponendo nel passato comportamenti tipici dei discendenti beniamini dei lettori, rendendo il tutto ancora più paradossale. Inoltre mi sentirei di muovere alcune obiezioni anche agli esempi che hai fatto:


                                          Ricordo distintamente:
                                          - un lontano cugino di Ciccio, ma non abbastanza lontano da non essere un mangione come lui
                                          - la madre di Gastone fortunata (chi l'avrebbe mai detto?)
                                          - Topolino che, per un malinteso, si stupisce credendo che un parente di Pippo sia disonesto
                                          - un cugino di Archimede inventore
                                          - un prozio di Paperone avaro
                                          - membri vari della famiglia Sganga affaristi con poco successo

                                          - la madre di Gastone viene pensata fortunata da Don Rosa per cercare di spiegare l'origine della fortuna del figlio, che risulta essere "realisticamente" ereditaria;

                                          - i parenti avari di Paperone non sono meno credibili, non fanno altro che spiegare quale ambiente familiare possa avere educato Scrooge alla parsimonia (e anche qui, Don Rosa evidenziò la taccagneria sia di Fergus che di Jake De'Paperoni); stesso ragionamento per la stirpe di Archimede, dedita alla scienza da generazioni in maniera tale da aver plasmato gli attuali Pitagorici, o per gli Sganga, spiantati di famiglia, non hanno dunque infuso in nessuno dei loro pargoli il senso degli affari;

                                          - Se scoprissi che un mio amico ha un parente disonesto mi stupirei anche io, non vedo nulla di strano nella reazione di Topolino;

                                          Non conosco il caso di questo parente di Ciccio e riconosco che è la parentela probabilmente più noiosa che sia stata ideata tra quelle che hai proposto, ma suppongo che la storia in questione non fosse un capolavoro.
                                          ex Paperinik il Templare e Volkabug, inventore dell'Immergrün; prima niubbo, poi lurkatore, adesso utente affezionato; secondo la monetazione antica TEMPLI*PAPERINICUS*E*PAPERIBUS*MIRUM

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                                            Re:Stereotipi disneyani
                                            Risposta #20: Sabato 9 Ott 2021, 21:14:46
                                            In merito agli "stereotipi" presenti nel mondo Disney a me personalmente non dà fastidio il vedere degli avi dei personaggi attuali con una evidente somiglianza, non solo fisica ma anche caratteriale, con i loro stessi discendenti.
                                            Se l'autore deve scrivere una storia di sfondo storico e deve essere una storia Disney è chiaro che cercherà di rendere i personaggi degli antenati il più possibile somiglianti ai classici Topolino, Paperino, Pippo, Zio Paperone...
                                            In questo modo, è più facile ricollegare immediatamente quegli antenati ai propri discendenti che rappresentano gli attuali protagonisti del mondo Disney.

                                            Quello che invece si presenta per me come uno stereotipo vero e proprio è il rappresentare le parentele discendenti di Paperi e Topi in maniera troppo simile, come se fossero un semplice "calco" tratto dall'originale.
                                            E qui mi riferisco ai vari Pierino e Pieretto, a Gastoncino, ai Bassottini, Millie e Melody...
                                            Non è tanto la somiglianza grafica a darmi fastidio quanto piuttosto il fatto che, anche caratterialmente, si presentano come delle copie in miniatura dei loro zii (visto che sono tutti nipoti).
                                            Tra questi personaggi, si poteva annoverare fino a qualche tempo fa anche l'esempio di Newton, le cui invenzioni strampalate non si rivoltavano contro gli adulti (come invece spesso accade con i marchingegni dello zio Archimede) bensì con le GM e quindi con i suoi "pari".
                                            Newton è stato poi recente protagonista di un netto "restyling" che gli ha dato nuova linfa vitale, rendendolo più vivace, brioso, dinamico non solo dal punto di vista del carattere ma anche a livello di impronta grafica.
                                            Ecco, nel momento in cui c'è un approfondimento psicologico, a mio modo di vedere, il personaggio si "affranca" dall'essere un semplice calco dell'originale in versione adulta ed assume piena indipendenza anche a livello narrativo.
                                            Altrimenti, è destinato ad essere relegato a poche apparizioni, senza mai riuscire a ricavare una sua dignità ontologica che gli consenta di essere più sfaccettato a livello caratteriale e quindi a risultare più interessante ed accattivante.
                                            « Ultima modifica: Sabato 9 Ott 2021, 21:16:20 da Samu »

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                                              Re:Stereotipi disneyani
                                              Risposta #21: Mercoledì 13 Ott 2021, 21:41:22
                                              meglio massimizzare l'effetto comico riproponendo nel passato comportamenti tipici dei discendenti beniamini dei lettori, rendendo il tutto ancora più paradossale
                                              Se l'argomento in questione fosse usato in modo comico sarebbe un grande passo in avanti. Nelle storie che conosco viene adoperato in modo automatico, dato per scontato.

                                              La distinzione non esiste realmente
                                              Allora diciamo che per me dovrebbe esistere.

                                              basti pensare alle varie grandi parodie che nascevano come storie in costume ma erano di fatto presentate come "racconti degli antenati"
                                              Questi casi mi infastidiscono ancora di più perchè gratuiti. Quando l'eccessiva somiglianza è funzionale alla trama, posso rimanere deluso perchè l'autore utilizza un espediente molto sfruttato, ma la accetto. Ma talvolta viene inserita senza che abbia il minimo peso nella storia.

                                              Riguardo agli appunti sugli esempi da me proposti, nessuno è, preso singolarmente, da biasimare. Il problema sta nella reiterazione della cosa.

                                              Che una persona abbia avuto un antenato uguale a sè è irrealistico? Assolutamente sì, ma non c'è niente di male finchè rimane un caso eccezionale.

                                              Io tra l'altro credo di aver individuato i casi che hanno dato il via a tutto ciò (entrambi walshani, per giunta): la cassetta elettronica e l'isola della morte. Ma in quelle circostanze i personaggi incriminati sono avvolti dal mistero e inoltre non si dà l conferma che siano veramente antenati. Gli elementi inverosimili possono tranquillamente esserci, ma si devono sapere usare, come in tali casi, non essere infilati per inerzia, producendo solo noia e sospensione dell'incredulità.

                                              Concludo dicendo che il concetto che critico è deleterio per due motivi:
                                              - mi sembra espressione di una casta nobiliare nonchè una giustificazione del nepotismo
                                              - trasmette il messaggio che si può giudicare dalle apparenze (poichè ad aspetto uguale corrisponde carattere uguale)

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                                                Re:Stereotipi disneyani
                                                Risposta #22: Giovedì 14 Ott 2021, 11:22:42
                                                Gli elementi inverosimili possono tranquillamente esserci, ma si devono sapere usare, come in tali casi, non essere infilati per inerzia, producendo solo noia e sospensione dell'incredulità.

                                                Penso che a questo tipo di critica tu ti sia risposto da solo dicendo:

                                                La distinzione non esiste realmente
                                                Allora diciamo che per me dovrebbe esistere.

                                                Voglio dire, per te certi elementi producono solo noia e sospensione dell'incredulità, per me e magari anche altri sono in alcuni (non sempre eh!) casi molto divertenti.

                                                Concludo dicendo che il concetto che critico è deleterio per due motivi:
                                                - mi sembra espressione di una casta nobiliare nonchè una giustificazione del nepotismo
                                                - trasmette il messaggio che si può giudicare dalle apparenze (poichè ad aspetto uguale corrisponde carattere uguale)

                                                Questa invece mi sembra un'analisi interessante. Effettivamente sono aspetti che mi infastidivano non poco ad esempio quando leggevo le storie di Guido Martina da ragazzo... è possibile che lascino effettivamente passare messaggi simili, anche se ovviamente rileggendole più in là ho cambiato la mia percezione.
                                                ex Paperinik il Templare e Volkabug, inventore dell'Immergrün; prima niubbo, poi lurkatore, adesso utente affezionato; secondo la monetazione antica TEMPLI*PAPERINICUS*E*PAPERIBUS*MIRUM

                                                 

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