Paperon de' Paperoni si sedé sulla sua poltrona da scrivania per cominciare la consueta giornata di lavoro. Entrò Battista.
"Buongiorno, principale! Quei signori hanno davvero fatto un ottimo lavoro restaurando la vostra poltrona!"
"Vero, Battista! E l'hanno fatto a un prezzo ridicolmente basso! Sono contento... Beh, c'è posta?"
"Sì... Un telegramma e un pacco per lei."
"Da parte di chi?"
"L'indirizzo è quello dei restauratori."
"Uh? Dammi prima il telegramma."
Questo era il messaggio del telegramma: "Chiamateci col cellulare che trovate nel pacco. STOP" Incuriosito, Paperone aprì il pacco e vi trovò, ovviamente, un cellulare. Prima ebbe qualche esitazione. Cosa si poteva nascondere dietro questa bizzarria? Poi si attenne alle istruzioni del telegramma.
Rispose una voce familiare. Era della voce di Gastone Paperone.
"Ciao, zio!"
"Gastone?! Da quanto tempo! Ma dove ti eri cacciato, nipotastro scansafatiche?"
"Perché mi parli così? Non sono mica Paperino!"
"No... TU sei peggiore! Non hai imparato nulla dalle bastonate che, una volta, ti ho dato? [riferimento a questa storia:
http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+3065-2]"
"Ah, sì... Salutami quella smorfiosa!"
"Non sviare il discorso! Devi imparare a guadagnare il denaro con cui vivi!"
"Zio, io sono cambiato! Ho dato tutto quel che possedevo in beneficenza, tranne un biglietto aereo per raggiungere il Medio Oriente."
"Davvero? Ecco perché sembravi scomparso da Paperopoli da mesi. Ma raccontami tutto."
"Mi sono unito ad un gruppo spirituale di ispirazione musulmana. Mi hanno accettato subito, perché nel mio gruppo essere fortunati è un segno di essere benedetti da Allah. Ma non credere che io abbia vissuti fra agi e ricchezze, no... Le peggiori durezze e privazioni che io abbia mai sopportato... Niente acqua, niente elettricità, igiene scarsa, animali molesti, poco cibo e bombe..."
"Bombe?"
"Ah-ehm, bombe d'acqua. Sì, quando pioveva, pioveva molto. Ho provato le durezze della vita, mi sento rinato!"
"Bravo, nipote, sono contento per te! Hai avuto una buona idea!"
"Infatti, ho deciso di tornare e di aprire un'attività: restauro mobili!"
"Ah, quindi quel servizio di restauro è tuo? Complimenti, continua così, nipote! Ma perché mi hai mandato questo telefonino?"
"Beh, volevo farti una sorpresa. A dire il vero, gli affari non vanno molto bene. Ho intenzione di tornare dai miei amici in Medio Oriente, in cerca d'ispirazione."
"Beh, se vuoi posso aiutarti io. Posso darti preziosi consigli per creare un impero finanziario come il mio."
"Già... Cane di un imperialista!
All[ch257]hu Akbar!!"
Gastone premette un pulsante di un telecomando.
Della poltrona da scrivania non rimasero che schegge bruciate e cenere d'imbottitura. Sparsi per l'ufficio c'erano brandelli rossi (non solo per il tessuto) di palandrana, piume e carne bianca. Quando Paperino udì l'esplosione, saltò sulla 313 per dirigersi al deposito.
Ma era troppo tardi. Fu il giorno più brutto della sua vita. No, non erano stati gli Evroniani. Non era stata l'Organizzazione. Era stato suo cugino, Gastone Paperone. Il quale, nel frattempo, riuscì a fuggire in Afghanistan. Là continuò la sua attività di terrorista per Al-Q[ch257][ch703]ida, con il nome di battaglia "Bambo".
Dopo un mese di malinconia, Paperino entrò nel corpo dei Navy Seals. Dopo anni di ricerche, il suo reparto riuscì a trovare Gastone in un villaggio del Sandistan, circondato dalle sue mogli. Fu il nostro Donald a piazzargli una pallottola in fronte. Quando tornò in patria, fu accolto come un eroe. Era felice. Non era più indebitato, aveva una pensione militare, Qui, Quo & Qua crescevano dandogli tante soddisfazioni e Paperina stava per sposarlo. Forse fu un bene che Gastone avesse ridotto in un mucchio di sangue e guano suo Zio. Col suo vile attentato, il cuginastro gli diede l'ispirazione per arruolarsi nell'esercito. "Grazie, Gastone" pensò Paperino, "Grazie...".