Interessanti alcune delle riflessioni di Baricco, non scontato il parallelo con la figura di Don Giovanni (curioso il fatto che risultino affiancati pure in un indice wikipedico, ovvero quello dei "personaggi legati a un'antonomasia") sebbene io concordi con Mickey nel fatto che Paperone non sia causa indispensabile e fondante di tutto il resto del pantheon: Don Giovanni come incarnazione dell'ultima grande figura archetipica, si fa realmente motore primo di tutta l'azione e di tutto il mondo che lo circonda; inghiottito dalle fauci infernali, nel DaPonte/Mozart, lascia un vuoto che tutti gli altri personaggi, annichiliti e straniti dalla sua dipartita, sono incapaci di riempire. E in quella impensabile e percio' ancor più pregnante variazione britannico-padana dello stesso mito, il Falstaff Boito/Verdi, il protagonista sconfitto, schernito e scornato chiosa: "Sono io che vi fa scaltri!", ribadendo il suo ruolo insostituibile di centro dell'azione. Ascriverei piuttosto la figura di Paperone a quella di un altro archetipo titanico, ovvero Prometeo, inclusa la sua ultima grande epifania goethiana, l'infaticabile demiurgo e fabbro del proprio e dell'altrui destino, eroico ed eccessivo.
Molto apprezzabile la nota per cui Paperone risulta vincitore pur persistendo pervicacemente nei suoi difetti e nelle sue limitazioni, vittorie che solo raramente accompagnano il lettore attraverso una catarsi finale, concludendosi più' spesso con la riaffermazione di uno status quo tutt'altro che informato da equità o giustizia.