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La prigioniera del Fosso dell'Agonia Bianca

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NuttyIsa
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PolliceSu

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PolliceSu
    Re: La prigioniera del Fosso dell'Agonia Bianca
    Risposta #195: Martedì 9 Ott 2007, 22:44:37

    Don Rosa, proprio in virtù della propria particolarità è soggetto a giudizi molto estremi. Nella maggior parte dei casi, o lo si odia del tutto, manco avesse fisicamente fatto del male a qualcuno, o si esagera nel venerarlo come il Messia venuto a redimere le anime dei dannati; è difficile trovare giudizi moderati su di lui.


    ehhee è vero hai ragione :D

    -Sex Drugs & Duck'n'Tales-

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    FL0YD
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    PolliceSu
      Re: La prigioniera del Fosso dell'Agonia Bianca
      Risposta #196: Martedì 9 Ott 2007, 22:58:39
      Don Rosa, proprio in virtù della propria particolarità è soggetto a giudizi molto estremi.
      Come ho avuto modo di dire molte volte, io in realtà io mi trovo poco rappresentato da entrambe queste fazioni: alcune storie di Don Rosa (la saga tutta, per intenderci) mi sono piaciute moltissimo, e anche quelle che mi son piaciute meno le reputo ad un livello molto alto, sopra la norma... tuttavia, ringrazio il cielo che ci sia solo lui a produrre storie con la quella dose di realismo! belle quanto si vuole, ma che si pongono un po' in antitesi con la magia spensierata delle storie barksiane!
      --- Andrea

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      Maximilian
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        Re:La prigioniera del Fosso dell'Agonia Bianca
        Risposta #197: Martedì 10 Dic 2024, 21:43:01
        Molti non saranno d’accordo, ma si tratta della mia preferita sul rapporto tra Paperone e Doretta, probabilmente perché è la prima che ho letto sul tema. Mi ha fatto conoscere un lato del personaggio che non immaginavo.
        La trovo anche migliore de La stella del polo: a prescindere dal resto, più coinvolgente, più divertente, in generale dotata di una scorrevolezza che in Barks non trovo. Inoltre, presenta il non trascurabile vantaggio della mancanza dei nipoti all’interno dell’avventura.

        Ovviamente, non era necessaria una vicenda che svelasse retroscena della precedente; ma non vedo perché non farlo: l’importante è che sia fatto bene. Sicuramente, esistono elementi in varie opere che sono stati lasciati volutamente ambigui, però non mi sembra questo il caso.
        Potrei citare una qualsiasi walshana, ma per rimanere attinente a Barks menziono l’esempio del fantasma della cattedrale; lì abbiamo un personaggio che deve il suo fascino al mistero che lo circonda: non si sa chi sia, perché viva in una chiesa, eccetera. Una storia che dia spiegazioni in proposito sarebbe un passo falso.
        Ma ne La stella del polo non vedo niente di tutto ciò.* L’autore non narrò dettagliatamente gli avvenimenti di quel mese, secondo me non per lasciarli all’immaginazione del lettore (cosa c’era da immaginare , poi, oltre a ciò che ci aveva detto, ossia che hanno lavorato per trovare l’oro?), ma perché non ne era interessato: lui voleva raccontarci una storia del presente e il passato gli serviva solamente come antefatto. Ulteriori particolari di quell’episodio non erano funzionali alla trama che voleva narrare. Diversamente, Don Rosa ambienta totalmente il suo fumetto nel passato.

        In generale trovo che La prigioniera del Fosso dell’Agonia Bianca non svuoti di significato né intacchi la storia a cui si ispira: uno può leggere tranquillamente La stella del polo senza che la consapevolezza dell’opera successiva le tolga nulla. Non solo, ma pure la vicenda più recente è perfettamente godibile a sé, indipendentemente dall’altra.

        Non condivido nemmeno la critica alle toppe celebrità; l’incontro continuo con personaggi famosi nel corso della vita del protagonista sarebbe forzato, ma qui non accade: i tizi che appaiono nella presente sono dei perfetti sconosciuti. E la scoperta che sia esistito davvero un giudice di nome Roy Bean non altera questo mio giudizio.

        * Volendo, l’unica cosa ambigua dell’originale è il modo con cui Paperone viene narcotizzato. In una vignetta si vede Doretta versare la bevanda con espressione languida: veramente l’ha circuito solo con una tazza di caffè oppure l’ha sedotto con ben altri sistemi? Il dubbio svien, considerando che quanto vediamo non corrisponde agli aventi così come si sono svolti, bensì a come il vecchio miliardario li sta raccontando alla famiglia.
        Tuttavia dal momento che Don Rosa non ha approfondito quella scena maliziosa, non possiamo criticarlo.

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        Claudia8
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          Re:La prigioniera del Fosso dell'Agonia Bianca
          Risposta #198: Martedì 10 Dic 2024, 22:12:16
          Il mio rapporto con questa storia è complesso. La prima volta che l'ho letta sono rimasta incantata dalla rappresentazione della coppia, dalle battute, dall'atmosfera generale scanzonata. Poi l'ho ridimensionata, e attualmente per me la storia migliore su Paperone e Doretta è "La stella del Polo", seguita da "Cuori dello Yukon". Poesia pura.
          La "prigioniera" non è poesia, è avventura e umorismo. In quanto tale, perde un po' nel complesso rapporto Paperone/Doretta. Ciò non toglie che sia una storia divertente e scritta bene, e che sia una lettura molto piacevole (anche se personalmente non grido al capolavoro, a differenza che con altre storie di Don Rosa).

          Ma ne La stella del polo non vedo niente di tutto ciò.* L’autore non narrò dettagliatamente gli avvenimenti di quel mese, secondo me non per lasciarli all’immaginazione del lettore (cosa c’era da immaginare , poi, oltre a ciò che ci aveva detto, ossia che hanno lavorato per trovare l’oro?), ma perché non ne era interessato: lui voleva raccontarci una storia del presente e il passato gli serviva solamente come antefatto. Ulteriori particolari di quell’episodio non erano funzionali alla trama che voleva narrare.
          Sono d'accordo: Barks ha voluto narrare una storia del presente, non era interessato ad approfondire i trascorsi di Paperone e Doretta. Non sarebbe l'unico caso in cui il Don cuce insieme e approfondisce vicende che Barks ha lasciato in sospeso o addirittura posto in palese contraddizione con altre.

          In generale trovo che La prigioniera del Fosso dell’Agonia Bianca non svuoti di significato né intacchi la storia a cui si ispira: uno può leggere tranquillamente La stella del polo senza che la consapevolezza dell’opera successiva le tolga nulla. Non solo, ma pure la vicenda più recente è perfettamente godibile a sé, indipendentemente dall’altra.
          Sono d'accordo anche su questo: io sono una di quelli che preferiscono "La stella del Polo", non per questo non mi piacciono le storie di Don Rosa o addirittura le reputo dannose per la storia originale. È un po' come il sequel di un film: a me il sequel può piacere o meno, ma a prescindere da ciò il primo film rimane sempre lo stesso. Quindi si può anche ignorare il seguito e riguardare solo il primo.

          Non condivido nemmeno la critica alle toppe celebrità; l’incontro continuo con personaggi famosi nel corso della vita del protagonista sarebbe forzato, ma qui non accade: i tizi che appaiono nella presente sono dei perfetti sconosciuti. E la scoperta che sia esistito davvero un giudice di nome Roy Bean non altera questo mio giudizio.
          Posso dire che questo io lo reputo addirittura un valore aggiunto per la storia? Specialmente in un'opera tanto realistica quanto quella del Don. Anche "Il vigilante di Pizen Bluff" è piena di personaggi reali: Annie Oakley, Geronimo, P.T. Barnum, eccetera. Io vedo l'inserimento di figure storiche anche come un omaggio all'epoca della frontiera americana e il mito che essa rappresenta (o ha rappresentato) per gli americani come Don Rosa. Lo stesso Don ha più volte dichiarato di essere debitore del cinema hollywoodiano fino agli anni '60: in quei decenni era pieno di pellicole western o simili, più o meno realistiche, su personaggi come Geronimo, Buffalo Bill, Roy Bean o Butch Cassidy, spesso interpretati da attori anche molto famosi come Paul Newman o Burt Lancaster.
          (Scusate la digressione cinematografica).

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          Maximilian
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            Re:La prigioniera del Fosso dell'Agonia Bianca
            Risposta #199: Sabato 14 Dic 2024, 17:40:28
            In generale trovo che La prigioniera del Fosso dell’Agonia Bianca non svuoti di significato né intacchi la storia a cui si ispira: uno può leggere tranquillamente La stella del polo senza che la consapevolezza dell’opera successiva le tolga nulla. Non solo, ma pure la vicenda più recente è perfettamente godibile a sé, indipendentemente dall’altra.
            Sono d'accordo anche su questo: io sono una di quelli che preferiscono "La stella del Polo", non per questo non mi piacciono le storie di Don Rosa o addirittura le reputo dannose per la storia originale. È un po' come il sequel di un film: a me il sequel può piacere o meno, ma a prescindere da ciò il primo film rimane sempre lo stesso. Quindi si può anche ignorare il seguito e riguardare solo il primo.
            Certamente, per evitare che talune storie più moderne rovinino le originali basta ignorarle ed è quello che faccio pure io (anche se, per essere precisi, la maggior parte delle volte più che ignorarle le dimentico proprio, tanto sono insignificanti).
            Ma intendevo dire che in questo caso non ce n'è bisogno: ci si può godere tranquillamente la precedente senza ignorare questa.

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            AzureBlue
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              Re:La prigioniera del Fosso dell'Agonia Bianca
              Risposta #200: Martedì 31 Dic 2024, 12:14:26
              Posso dire che questo io lo reputo addirittura un valore aggiunto per la storia? Specialmente in un'opera tanto realistica quanto quella del Don. Anche "Il vigilante di Pizen Bluff" è piena di personaggi reali: Annie Oakley, Geronimo, P.T. Barnum, eccetera. Io vedo l'inserimento di figure storiche anche come un omaggio all'epoca della frontiera americana e il mito che essa rappresenta (o ha rappresentato) per gli americani come Don Rosa. Lo stesso Don ha più volte dichiarato di essere debitore del cinema hollywoodiano fino agli anni '60: in quei decenni era pieno di pellicole western o simili, più o meno realistiche, su personaggi come Geronimo, Buffalo Bill, Roy Bean o Butch Cassidy, spesso interpretati da attori anche molto famosi come Paul Newman o Burt Lancaster.
              (Scusate la digressione cinematografica).

              Che poi è proprio tipico della costruzione dell'immaginario americano. Se uno approfondisce il western vede bene come personaggi, situazioni, nomi, avvenimenti, siano costantemente presi, rimodellati, riplasmati e trasformati a seconda delle esigenze, senza paura di risultare incoerenti o in contraddizione. è così che in effetti nasce un'epopea: noi abbiamo lo stesso sistema all'opera nell'epica classica, dove gli eroi saltano da una situazione all'altra rimbalzando nei vari cicli a seconda delle necessità. Per cui io non la vedo come una mancanza di coerenza quanto piuttosto proprio un non interessarsene tout court. Certo, si fa attenzione agli aspetti più importanti, alcuni punti fermi devono rimanere sempre (es. la storia d'amore tra PdP e Doretta), ma sulle dinamiche interne c'è possibilità, nel non-tempo della narrativa, di manovra.
              Ahimè! Così finisce una grande missione di cultura e di civiltà!

               

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