Dopo aver incontrato luciochef in un'altra sede, mi è venuto in mente che non avevo più proseguito nell'analisi dell'opera di Giardino - abbiate pazienza -, e quindi torno sull'argomento.
Per i tipi dell'Isola Trovata (all'epoca già rilevata da Sergio Bonelli, grande amico del fondatore Luigi Bernardi), nel giugno del 1982 uscì il primo numero di
Orient Express, assieme a
linus prima maniera e ad
alter alter (pubblicate da Milano Libri) la più importante rivista per lettori "maturi" della storia del Fumetto italiano (ancorché dalla breve vita: uscirono trenta numeri in tre anni). Con la sua creazione, l'obiettivo di Bernardi era di dimostrare che esistevano - in un'epoca in cui non era ancora nata la moda del """graphic novel""" - grandi e soprattutto giovani autori italiani anche al di fuori del circuito produttivo seriale tipico di Disney e di Bonelli da una parte, e del circolino ristretto ed elitario di Milano Libri dall'altra, in grado di rivaleggiare con i francesi in storie di ampio respiro.
La scuderia comprendeva i talenti scoperti da Bernardi: Giardino e Panebarco
in primis, lanciati da
La città futura (vedete il precedente post), e recenti aggiunte come Franco Saudelli, Massimo Rotundo (entrambi oggi in Bonelli) e Paolo Eleuteri Serpieri (il creatore dell'erotico/fantascientifico
Druuna). Non solo, vi erano anche autori già affermati, e che avevano solo bisogno di un palcoscenico: Magnus (per
Orient Express realizzò il capolavoro
L'uomo che uccise Ernesto "Che" Guevara), Attilio Micheluzzi (col divertentissimo
Air Mail), Giancarlo Berardi & Ivo Milazzo (che diedero nuova linfa a
Ken Parker, dopo che Bonelli ne chiuse il mensile), Renato Queirolo & Anna Brandoli (con la suggestiva saga medievale di
Rebecca, seguito "spirituale" del loro
La strega, uscito su
alter alter).
Se l'obiettivo di Bernardi era stato sicuramente soddisfatto, un po' meno lo era il suo secondo proposito, più ambizioso: e cioè di esportare e di far conoscere anche all'estero le storie che questi fumettisti avevano realizzato (cosa che del resto non è mai riuscita neanche a Bonelli). Salvo Giardino stesso (che proprio all'epoca si fece conoscere in Francia, diventata a tutti gli effetti la patria acquisita) e pochi altri, sono autori quasi tutti noti esclusivamente in Italia.
Su
Orient Express Giardino fece in tempo a pubblicare la trilogia di
Shit City (le storie precedenti di Sam Pezzo erano uscite invece sulla brutta testata
Il Mago, della Mondadori), ma soprattutto diede vita al suo personaggio più celebre,
Max Fridman (non Friedman!
). Che Bernardi fosse perfettamente consapevole di avere fra le mani qualcosa di grosso si intuisce guardando allo spazio che la rivista concesse alla prima storia di questo insolito agente segreto: all'epoca, i racconti lunghi venivano serializzati in brevi puntate di una decina di pagine, e
Rapsodia ungherese (questo il titolo), pure molto lunga - un centinaio di tavole - venne bruciata in appena quattro numeri, guadagnandosi 20-25 tavole per puntata! La storia venne immediatamente ristampata in volume cartonato già alla fine del 1982, con prefazione di Bernardi stesso.
1938: Max è un ex agente segreto ginevrino, modellato in parte sui personaggi di John Le Carré del tipo di Smiley, stanco e disilluso; in parte sullo stesso Giardino, per il fisico davvero molto rassomigliante, e per i modi di fare, come l'abitudine costante di fumare la pipa. Tiratosi fuori dal "gioco" da molto tempo, viene richiamato sotto ricatto dall'Agenzia (francese) per cui lavorava per recarsi a Budapest. I membri della locale cellula, Rapsodia, stanno venendo eliminati uno dietro l'altro, e i suoi superiori pensano che dietro possa esserci lo zampino dei nazisti.
Come già dissi a proposito dei gialli di Sam Pezzo, leggere le storie di Giardino pensando (o sperando) di trovarci capolavori d'intreccio e di scavo psicologico potrebbe portare a qualche delusione. Il fascino principale della sua arte risiede nel saper creare atmosfere impagabili, campo nel quale si è dimostrato sempre più bravo proprio a partire dalle storie di Max Fridman, dove inizia a fare un - per lui - inedito uso del colore (dopo i precedenti fumetti, tutti in b/n), steso ad acquerello. La ricostruzione della Budapest d'epoca, con i suoi vicoletti sporchi e le passeggiate di lusso, gli interni raffinati e i parchi eleganti, in una maniera così vivida da sembrare di stare vivendola.
Le storie di Max Fridman sono tutte intrise di un fatalismo disincantato. L'anno di ambientazione, appunto il 1938, è una sorta di pericoloso pendio, davanti al quale si spalancherà a brevissimo l'abisso della Seconda guerra mondiale. Per quanto Max e l'Agenzia si sforzino di combattere i nazisti che stavano ormai iniziando a piantarsi in tutta Europa (in maniera più o meno legale), le loro azioni sono inevitabilmente destinate a fallire.
Un paio di anni dopo Giardino propose a un'altra rivista,
Corto Maltese (edita da Rizzoli/Milano Libri, la casa di
linus), la seconda storia del personaggio,
La porta d'Oriente. La scaletta di
Corto Maltese era molto affollata, e in ogni caso Giardino era già un grande, e non più la "novità" da presentare in pompa magna: pertanto, la serializzazione occupò un po' di numeri, nel corso dell'85; nello stesso anno venne ristampata in monografico, con prefazione di Oreste del Buono (grandissimo intellettuale e storico direttore di
linus e
alter alter, fra le molte cose).
La storia è ambientata a Istanbul, ancora nel '38, e vede Max impegnato a organizzare il passaggio a ovest di uno scienziato sovietico, i cui compatrioti non sono affatto desiderosi di farsi scappare.
Pur essendo molto più breve di
Rapsodia ungherese,
La porta d'Oriente mantiene il tono amaro e disincantato della precedente avventura, e ci unisce una buona dose di esotismo e in generale il fascino per una città multiculturale qual è la vecchia Costantinopoli.
Gli anni novanta sono stati impegnati da Giardino nella produzione di storie brevi, di portfolio, e soprattutto delle prime due parti di
Jonas Fink (tornerò in un prossimo post). E' all'inizio degli anni duemila che l'autore decide di riesumare Fridman, in una storia di respiro molto più ampio delle precedenti (centocinquanta tavole), divisa in tre parti. Il titolo
No pasarán fa riferimento al grido di battaglia delle Brigate internazionali durante la guerra di Spagna. Negli ultimi mesi del '38, le Brigate sono ormai state disciolte, e i repubblicani tengono soltanto più Barcellona (capitoleranno nella primavera del '39). Max torna in Spagna (ci era già stato all'inizio della guerra, a quanto apprendiamo, combattendo per la Repubblica) alla ricerca di un vecchio amico, brigatista anch'egli.
La storia è cinica quanto le precedenti ma se possibile ancora più complessa, con un gran numero di personaggi che complottano e cercano di depistare Max. Il sapore di molte sequenze, specialmente ambientate in presa diretta sul campo di battaglia, è quello di un libro di
graphic journalism che cerca di recuperare il tono di celebri reportage sulla guerra di Spagna (come quelli di Capa o di Hemingway).
Sono molto affezionato a
No pasarán, è stata la prima storia di Vittorio Giardino che ho letto.
A 38 anni dalla sua uscita,
Rapsodia ungherese è uno dei più ristampati fumetti italiani; e anche le altre storie, in misura minore, hanno goduto di molte riedizioni. Sotto trovate una bibliografia dettagliata.
Le due copertine di seguito sono quelle delle raccolte più recenti ancora disponibili in catalogo presso Lizard, con le quali vi consiglio di recuperare la serie: ottimo rapporto qualità/prezzo, raccolgono tutti gli episodi, contengono una generosa dose di contenuti extra, sono cartonate, e il formato è solo appena più piccolo delle edizioni originali.
Giardino sta lavorando attualmente a una nuova avventura di Max,
Il gruppo di Novgorod (titolo provvisorio). L'incipit è stato pubblicato in anteprima assoluta l'anno scorso nel bel volume
Fumetti di intelligence (ed. Nuova Argos), una variegata antologia non dedicata specificamente all'autore.
Spoiler: Bibliografia In dettaglio mostra 1. RAPSODIA UNGHERESE
Pubblicato per la prima volta nella rivista Orient Express, nn. 1/4. L'Isola Trovata, 1982
Le avventure di Max Fridman - Rapsodia ungherese. L'Isola Trovata, 1982
Max Fridman - Rapsodia ungherese (collana La Nuova Mongolfiera, n. 32). Editori del Grifo, 1991
Max Fridman (collana I Classici del Fumetto di Repubblica n. 20). Gruppo Editoriale L'Espresso, 2003*
Rapsodia ungherese. Lizard Edizioni, 2004
Max Fridman (collana I Maestri del Fumetto n. 6). Mondadori, 2009
La doppia vita di Max Fridman. Rizzoli Lizard, 2019
2. LA PORTA D'ORIENTE
Pubblicato per la prima volta nella rivista Corto Maltese, nn. 6/12 (anno III) . Milano Libri, 1985
La Porta d'Oriente (collana I classici di Corto Maltese). Milano Libri, 1986
La Porta d'Oriente. Lizard Edizioni, 2000
Max Fridman (collana I Classici del Fumetto di Repubblica n. 20). Gruppo Editoriale L'Espresso, 2003*
Max Fridman (collana I Maestri del Fumetto n. 6). Mondadori, 2009
La doppia vita di Max Fridman. Rizzoli Lizard. 2019
3. NO PASARÁN
Pubblicato per la prima volta nel volume No pasarán vol. 1. Lizard Edizioni, 2000
No pasarán - Una storia di Max Fridman. Rizzoli Lizard, 2011
No pasarán - Una storia di Max Fridman (collana Graphic Journalism n. 9). Corriere della Sera, 2013
No pasarán (collana Visioni - Graphic novel italiano n. 3). Corriere della Sera, 2020
4. NO PASARÁN - RIO DE SANGRE
Pubblicato per la prima volta nel volume No pasarán vol. 2 - Rio de sangre. Lizard Edizioni, 2002
No pasarán - Una storia di Max Fridman. Rizzoli Lizard, 2011
No pasarán - Una storia di Max Fridman (collana Graphic Journalism n. 9). Corriere della Sera, 2013
No pasarán (collana Visioni - Graphic novel italiano n. 3). Corriere della Sera, 2020
5. NO PASARÁN - SIN ILUSIÓN
Pubblicato per la prima volta nel volume No pasarán vol. 3 - Sin ilusión. Lizard Edizioni, 2008
No pasarán - Una storia di Max Fridman. Rizzoli Lizard, 2011
No pasarán - Una storia di Max Fridman (collana Graphic Journalism n. 9). Corriere della Sera, 2013
No pasarán (collana Visioni - Graphic novel italiano n. 3). Corriere della Sera, 2020
Da segnalare almeno anche la storia breve (una tavola) OMAGGIO A CORTO MALTESE, leggibile nel volume Dedicated to Corto Maltese (Edizioni Di, 1984); nonostante il titolo, compare anche Max Fridman.
E il volume L'AVVENTURIERO PRUDENTE - FRAMMENTI DI UNA BIOGRAFIA (SCM Edizioni, 2011), che raccoglie disegni sciolti e scritti in prosa - dello stesso Giardino - su Max.
*contiene anche i seguenti racconti brevi di genere thriller/erotico, che non hanno per protagonista Max Fridman:
- Il ritrovamento di Paride
- La terza verità
- Umido e lontano
- Safari
- Candidi segreti
- Sotto falso nome
- Fuori stagione
- La rotta dei sogni