Prima di parlare del numero 4 (sì, sono indietro) dico due parole sul colore. Sarà che io ci sono nato con il colore, ma a me pare una buona idea. Sopratutto se si tratta ,come in questo caso, di colore non invadente ovvero che non neutralizza il tratto dell'autore. Certo io preferisco di gran lunga le storie in bianco e nero dove il tratto è ben evidenziato e "puro" con le ombreggiature ben visibili ma devono anche vendere e una ristampa in b e n c'è già stata.
In vacanza ho potuto leggermi questo numero in cui il tratto western classico bonelliano è presente differenziandosi dal precedente periodo Ferri autore completo. Gli articoli introduttivi sono interessanti con il simpatico fatto di farti sfogliare il volume per vedere i vari elementi della storia, insieme ad un'interessantissimo articolo sulla genesi di Zagor basata su un personaggio esistente (leggete e scoprirete).
Il popolo delle palude (Bonelli sr./Ferri) dopo l'iniziale momento di lotta con Nakawa, si prosegue con la struttura narrativa a striscia, dove molte storie brevi e lunghe vengono accomunate da un filo sottile ma presente. Nella seconda parte ritroviamo il viaggio nel epoca del "cappa & spada" tipico di Bonelli padre. Questo stratagemma lo utilizzò con Tex e con quasi tutti i personaggi a cui lavorò, la maggior parte delle volte , anche in questa, si tratta di una città in cui la scienza moderna non è arrivata.
I disegni sono ottimi ma ancora alla ricerca di qualcosa, l'accuratezza non manca nella rappresentazione del castello medioevale. Da notare le ombreggiature, davvero bellissimi i tratti di ombre eseguiti da Ferri, basti guardare le numerose scene di notte (l'assalto al castello, nei primi piani).
L'idolo Oneida (Bonelli sr./Ferri) storia di poca rilevanza composta da alcune brevi avventure come furti, omicidi, rapimenti di Cico per la sua fame ecc. tutti affrontati e risolti in poche pagine. Di certo sono carine e interessanti ma se devo fare un classifica dei primi numeri questa ed altre brevi sono all'ultimo posto in quanto ,non brutte, ma insulse, senza senso e che sfigurano di fianco a storia più costruite dal punto di vista narrativo. I disegni mantengono lo stesso impegno anche se alcune scene vengono saltate a piè pari da poche didascalie (la caduta dell'assassino per via del colpo dell'orso).
I predoni del Big River (Bonelli sr./Ferri) qua la storia è breve ma la trama è ben costruita, peraltro sul razzismo. Interessante la trama e la leggerezza di Zagor nel punire i cattivi. Io , abituato a Tex, li avrei visti picchiati e poi rinchiusi in prigione; ma ciò è fuori dai canoni Zagoriani, questo dimostra quanto Gianluigi Bonelli sia versatile e possa prendere la filosofia di un personaggio e modificarla a suo piacere senza snaturarlo dalla sua indole. disegni non si modificano ed è interessante vedere come Ferri sia descrittivo anche in paesaggi apparentemente spogli o poco dettagliati nell'ambiente.
Un numero interessante ma la mano di Bonelli rende difficile mettere in primo piano una storia o un'altra (di quelle lunghe). Dal n.6 però ritornerà Nolitta o Bonelli jr. a tutto ritmo, anche se sfogliando il n.5 ho già visto certi accenni nolittiani in una storia del padre. Ma meglio lasciare il discorso al prossimo numero.