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Topolino e l'isola Neraperla

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Astrus
Diabolico Vendicatore
PolliceSu

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PolliceSu
    Topolino e l'isola Neraperla
    Lunedì 1 Dic 2008, 12:39:19
    Topolino e l'isola Neraperla Walsh/Gottfredson
    Un'altra avventura della leggendaria coppia, a dir la verità, un po' misconosciuta.
    The Isle of Moola-la, infatti, non viene annoverata tra i massimi capolavori gottfredsoniani, ma rappresenta pur sempre un'avventura fuori dalla media.
    E' in storie come questa che possiamo ammirare il vero Mickey Mouse avventuroso, che non si reca negli angoli più remoti del pianeta per puro svago, ma sempre per qualche altro motivo.
    E' lo stesso Topolino che, da perfetto medio-borghese statunitense di metà secolo scorso, deve comunque far quadrare il bilancio, attraverso lavori occasionali, ritrovamenti di tesori o gestione delle più disparate aziende.
    E tutto questo non può che rendere il personaggio ancora più reale e verosimile.
    Una caratteristica (l'essere verosimile) che, nel corso degli anni, ha abbandonato il personaggio, trasformatosi, a poco a poco, in un detective infallibile e saccente.
    « Ultima modifica: Lunedì 1 Dic 2008, 12:41:09 da JAMPY318 »

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    Special Mongo
    Diabolico Vendicatore
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      • Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney
    PolliceSu
      Re:Topolino e l'isola Neraperla
      Risposta #1: Sabato 6 Apr 2019, 20:26:44
      Il punto della storia:

      In una sceneggiatura molto più ampia rispetto alla media delle strisce di Mickey Mouse del periodo, Walsh riversa tutti i consolidati trucchi e leit motiv della sua carriera per dar vita a una narrazione densa di fortune alterne ed emozioni contrastanti. Un fumetto d’avventura vecchio stampo degno di questo nome, in cui anche i personaggi più deliziosi e sprizzanti buonumore come Khan Doo e il suo incontenibile koala nascondono un’altra – pericolosa – faccia. Bella la sequenza con Topolino legato da Gambadilegno al siluro. Perle surreali sono la “foresta” degli uccelli giganti, la valle radioattiva che muta i dollari in cent e «Niente formalità: chiamami tranquillamente Kahoakalouapuuhooaniaou» «Grazie, ma preferisco attenermi a “vostra maestà”». Il plot somiglia in più punti alla vecchia Topolino e l’isola della morte, Pietro peraltro la richiama esplicitamente col suo look identico al Capitan Barbone di quella storia. La tradizione dei Mari del Sud come paradiso del benessere psicofisico ed economico (ma anche capaci di sguinzagliare incognite rischiose) risale forse ai racconti di Jack London e Robert Louis Stevenson e pure i personaggi dei fumetti vi passarono presto, a partire dal Wash Tubbs di Roy Crane nel 1924. Un anno dopo Neraperla anche Carl Barks vi ambienterà una delle sue storie meno citate, Zio Paperone nell’isola dei Menehunes. Neraperla è stata onorata di un’analisi nel libro In trappola col topo (1986) di Antonio Faeti, di contro tra il pubblico presenta più detrattori. Ma se si devono rintracciare dei difetti, vanno più che in altro individuati: in un Walsh poco conciso che sceglie di prolungare enormemente i tempi affastellando trovate su trovate; nella struttura stessa della striscia sindacata, laddove alcune sequenze (come lo scontro subacqueo tra Topolino e Pietro) avrebbero guadagnato un maggior dinamismo da un layout e una dimensione delle vignette più variegata (invece le inquadrature soffrono di una ripetitività connaturata al fatto di dover riassumere, nella prima vignetta di ogni striscia, la conclusione della striscia precedente).

      Voto: 3/4
      Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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      Maximilian
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      PolliceSu
        Re:Topolino e l'isola Neraperla
        Risposta #2: Venerdì 15 Apr 2022, 22:06:48
        A lettura ultimata, mi sembrava addirittura superiore alla mosca zeta-zeta. Non la penso più così, ma ciò non rende la storia deludente, anzi.
        Ma se si devono rintracciare dei difetti, vanno più che in altro individuati: in un Walsh poco conciso che sceglie di prolungare enormemente i tempi affastellando trovate su trovate
        E' vero che è molto lunga, però questo non gioca a sfavore, secondo me. La sintesi non viene a mancare, poichè ogni striscia serve a qualcosa: a caratterizzare personaggi, luoghi, a far procedere la trama, a mettere in scena situazioni umoristiche, eccetera. Non vi ravviso nessun momento morto nè dilungamenti eccessivi.
        nella struttura stessa della striscia sindacata, laddove alcune sequenze (come lo scontro subacqueo tra Topolino e Pietro) avrebbero guadagnato un maggior dinamismo da un layout e una dimensione delle vignette più variegata (invece le inquadrature soffrono di una ripetitività connaturata al fatto di dover riassumere, nella prima vignetta di ogni striscia, la conclusione della striscia precedente).
        Su questo punto invece mi trovo d'accordo. Di tutti i duelli tra i due personaggi, questo è il peggiore firmato da Walsh. Però, neanche qui è tutto da buttare, grazie all'inizio e alla fine del combattimento:
        - per quanto riguarda il principio, mi piace la vignetta dell'arrivo di Pietro, che si staglia minaccioso alle spalle dall'avversario
        - al termine invece assistiamo a Topolino che, come primo impulso, vorrebbe lasciare il nemico morire; poi cambia idea e riconosce il proprio comportamento come poco logico, con una battuta: "Dovrei andare a farmi vedere da qualcuno di bravo"

        Mi ha stupito il forte collegamento con la vicenda precedente. Negli altri lavori del soggettista, quando due trame sfociano l'una nell'altra, lo fanno sempre in modo brusco e tramite legami labili. Questa volta invece i presupposti per la presente avventura vengono costruiti già a metà circa dell'Anello di Mida.

        Ottimo il personaggio di Khan Doo.
        Spoiler: mostra
        Per come era caratterizzato, non mi aspettavo che fosse malvagio. Alla fine soccorre persino il protagonista, ma solo per convenienza: cinismo molto gradito dal sottoscritto.

         

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