Allora mi sono chiesta più volte in questi giorni, in cui questa interessante discussione ha preso campo:
cosa ci si aspetta da una storia affichè questa risulti bella ai nostri occhi? [...]
ecco mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate...
P.S. scusate la lunghezza come al solito
Contento innanzitutto che condividi sostanzialmente il giudizio sulla storia di gualdoni
, riguardo al tua questione è veramente una domanda da un milione di dollari!
Io non credo di essere un lettore molto "razionale": mi spiego, non sempre giudico le storie in base agli stessi criteri, e non sempre dò a questi criteri lo stesso peso, anche per storie che sono simili tra loro. Diciamo che se la storia ha un che in grado di coinvolgermi posso passare sopra ad alcuni difetti, se invece mi lascia sostanzialmente freddo, quei difetti magari li ingigantisco e mi ci accanisco.
Magari leggendo qualche mio topic sul settimanale topolino, qualcuno se ne sarà accorto: in alcune storie mi incaponisco a evidenziare magari delel piccole sbavature, in altre che possono avere dei difetti anche più grandi mi lascio andare a giudizi più benevoli.
E' una questione, come dice fa. gian. di cosa mi lasciano dentro.
Tanto per restare nel paragone cinematografico, l'esempio che faccio sempre è "profondo rosso": è a tutti gli effetti un giallo (non v'è traccia di soprannaturale come in suspiria) eppure ha dei buchi nella sceneggiatura clamorosi, ti accorgi che la trama è proprio scritta con i piedi, ma rimane uno dei miei preferiti per la messa in scena, per l'inventiva, per la fascinazione che genera.
In un film come "delitto perfetto" di hitchcock, la trama è perfetta e tale deve essere, un orologio, guai alla minima increspatura, non c'è virtuosismo registico che potrebbe farla passare in secondo piano, il film sarebbe rovinato irrimediabilmete.
Con i fumetti, con i libri e in genere con tutto, ho lo stesso approccio:
una storia può avere un soggetto non originale ma magari è ben sceneggiata o il protagonista è particolarmente azzeccato e allora son soddisfatto. Un'altra storia che ha lo stesso soggetto ma magari è sviluppato male o il protagonista non mi "prende" e allora pollice verso. Un esempio in questo caso è "julia", nonostante il genere rientri nei miei gusti, la protagonista l'ho odiata un pò alla volta sempre di più, numero dopo numero fino a lasciare la serie.
Con tex è successo il contrario, pur stravedendo per lui e i suoi pards (nonostante un ventaglio di spunti abbastanza ridotto), l'interpretazione data da nizzi per diversi anni mi ha spinto ad abbandonarlo per riprenderlo solo ora, col 600, che l'autore è ormai in pensione.
Non so se ho spiegato bene i meccanismi del mio cervello
P.S.: interessante la tua interpretazione de "la camera chiusa", eh sì devo proprio rileggermela