Andrò controcorrente, ma a me questa storia è piaciuta.
Cercherò di analizzare la trama, quindi se qualcuno ancora non conosce il dipanarsi degli eventi nell'albo può smettere di leggere il mio contributo perchè ho necessità di citare episodi chiave della storia.
Il soggetto è piuttosto originale, considerando che è una storia di dylan Dog, in cui tutti, o quasi, gli argomenti sono stati trattati occulti o meno, soprannatuali o meno.
Il vudù è un argomento piuttosto ostico ed è facile cadere nel banale.
In questo caso Marzano utilizza la magia nera come un rumore di fondo, come uno sfondo sbiadito che tiene uniti i fili della trama, non è importante, potrebbe essere qualunque altro l'espediente, intercambiabile.
Quello che è interessante è la sfaccettatura di ogni personaggio che viene messa in luce, Dylan ha perso la sua aura di buonismo e vincendo la sua tipica riluttanza per i medici si ritrova in un ambulatorio e qui posso dire con cognizione di causa che Marzano ha ricreato l'ambulatorio medico in modo perfetto; non tanto per i dialoghi, che sono divertenti nella loro forzatura, ma per l'ambientazione e soprattutto l'apatia che ci abita sempre, la segretaria che lavora e i pazienti che popolano quelle stanze, come un tempo trascorrevano il loro tempo nella canonica o davanti al focolaio a intrecciare paglia; ci ho visto una critica feroce ad una umanità che non riesce ad adattarsi ad una società sempre più veloce e meno rilassata; l'attesa dal medico, come la coda alla posta, diviene una necessità, un modo per ritrovare quel tempo perduto, una "causa di forza maggiore" che permette di allontanarsi dagli obblighi casalinghi, figli, nipoti e chi sa altro, per parlare, anzi per sparlare, a dimostrazione del fatto che le comari di paese non sono poi così distanti dalle comari di città, le soglie polverose dei porticati delle vecchie case coloniche diventano i pavimenti rivestiti di linoleum degli ambulatori....
Tutta la sequenza dell'ospedale, inoltre, è secondo me un omagio a Sclavi, quel continuo riferimento allo stress come causa di tutti i mali e la poca fiducia del nostro nei confronti dei medici.....
Se da un verso si guarda la vecchiaia come un punto di arrivo e di riposo, dall'altro si infrange il tabù della saggezza dell'età avanzata attraverso le divertenti espressioni di noia di dylan ai discorsi dell'anziano; i quali, secondo i canoni del buonismo che dilagava qualche tempo fa sugli albi, avrebbero dovuto generare quasi devozione da parte del nostro nei confronti dell'anziano.
I personaggi che popolano la storia non sono molti oltre al protagonista c'è la bella di turno, la sua sorella che ama dylan, la madre, a mio avviso una perla di caratterizzazione e alla fine per ultima, purtroppo, l'amica della sorella: l' autrice del sortilegio.
Dico purtroppo perchè se il soggetto, la sceneggaitura e i disegni secondo me sono molto buoni, il finale e la risoluzione della vicenda non è per nulla all'altezza della trama; credo che non fosse intenzione dell'autore creare una sorpresa su chi fosse a piantare spilli nella gola di dylan e tutta la sequenza del ritrovamento dell'altare fa pensare alla solitudine e alla malattia mentale della ragazza, ma è la motivazione che stona, perchè tutto l'albo è impregnato di ironia, mentre il finale è serio e serioso e davvero alemno per me pesante, riporta al buonismo che tanto non mi piace.
Non riesco a capire il perchè di questa risoluzione, non si era creata una trama stringente in cui era necessario un deus ex machina che risolvesse la situazione e neppure c'era la necessità di giustificare la ragazza, perchè non si era creata con lei alcuna empatia.
Mi piacerebbe riuscire a capire il perchè di questa scelta.