A me come ho detto in precedenza è piaciuta, non è un capolavoro questo è certo, ma l'ho letta bene, non l'ho trovata così cervellotica come dite voi, ma può essere che essendo una donna anch'io abbia lo stesso grado di chiarezza delle idee della Barbato
, di conseguenza più le cose sono complicate più mi sembrano logiche!!!!
In ogni caso, tornando al discorso più generale, io credo che ci sia da parte di Gualdoni il disperato tentativo di riportare Dylan agli antichi fasti, ma deve essere difficile, perché nonostante tutto quello che si dice, non ci sono autori in grado di farlo e per quello che vedo, solo lui stesso cerca, ma immagino che si renda conto che non ci riesce fino in fondo, di utilizzare quelli che erano i capisaldi di Dylan, il micromondo, come l'ha definito in modo adorabile Turk, cioè Groucho che fa battute, Bloch che fa... Bloch, i clienti e le paure, i clichè, il clarinetto e il galeone... insomma cerca di riportare gli ingredienti per fare un buon piatto, ma ancora non è riuscito a trovare le dosi giuste o quel'ingrediente segreto ( che secondo me è l'ironia) che rende una buona storia una bella storia!
Gli altri autori, troppo innamorati di se stessi, non potranno mai, secondo me, portare delle storie memorabili, perché per far vivere Dylan bisogna stare nell'ombra e dedicarglisi, non voler servirsi di lui per emergere, Scalvi questo lo sapeva e gli ha creato intorno un micromondo (
) complicato collegato da tanti fili invisibili che se non sono mossi da un bravo marionettista finiscono per intrecciarsi e produrre dei nodi rovinando tutto.
Io continuo a pensare che Gualdoni sia sulla strada giusta, sa che non sarà lui, ma io credo che stia battendo la strada affinché quando arriverà chi sarà in grado possa trovare gran parte del lavoro fatto e con quel guizzo di genialità riportare Dylan a vivere la sua vita.