Dylan Dog - Cronache dal pianeta dei mortiMi intrigava da un po' questo volumetto pubblicato qualche mese fa dalla BAO, e il mese in cui tutti i titoli della casa editrice sono scontati del 25% era l'occasione giusta per provvedere all'acquisto.
Uno dei motivi di questa attrazione è essenzialmente il protagonista: Dylan è sempre stato un personaggio che mi ha istintivamente interessato, pur avendo letto poche storie in generale. Approfitterò infatti della fase 2 della testata che parte con il numero di questo mese, ma intanto poter leggere storie di Dylan ambientate 15 anni nel futuro mi ha permesso di addentrarmi in una dimensione "alternativa" per il personaggio e quindi di più facile comprensione per un neofita.
Altro quid della raccolta è lo sceneggiatore: Alessandro Bilotta è uno scrittore con un animo malinconico e riflessivo in cui mi rispecchio, ho letteralmente adorato
Valter Buio e quello che ha scritto per
Le Storie, tutte opere intrise di quelle sensazioni decisamente affascinanti, almeno per me.
La cosa che invece mi frenava un po' era il contesto: pollice alzato per il cupo futuro post-apocalittico, ma pollice verso per il fatto che il disastro dal quale emerge questa Londra sia un'invasione di zombie, che di per sé non mi sono mai piaciuti.
Ad ogni modo, lo stile di Bilotta non delude, e relega gli zombie a mero contesto: intendiamoci, il ruolo dell'epidemia e dei "ritornanti" (così vengono chiamati questi esseri a metà tra la vita e la morte) è assolutamente peculiare all'interno delle vicende raccontate, e non potrebbe essere sostituito da altri avvenimenti senza far perdere di senso alle avventure, ma la loro presenza non è invasiva o ridondante, solo funzionale a quello che l'autore voleva raccontare.
Un Dylan Dog di mezza età, spossato, disilluso, dedito all'alcool, senza più il fascino di un tempo e senza più amici: un Dylan solo, che sopravvive in una società in cui non si riconosce e in cui si trova completamente smarrito, privo dell'amicizia di Groucho e del supporto di Bloch.
È proprio questa atmosfera decadente, aiutata da una Londra sempre piovosa e da un contesto apatico, ad avermi conquistato e ad avermi fatto apprezzare fortemente le tre storie di Bilotta qui raccolte. Queste sensazioni vengono aiutate anche dalla particolare scansione degli eventi: le storie sono infatti riproposte in ordine di pubblicazione (la prima era originariamente comparsa sul
Color Fest #2, la seconda sul
Gigante #22 e la terza sul
Color Fest #10), che però vanno indietro nel tempo, un una sorta di discesa verso l'orrore da cui tutto è cominciato. Una lettura in ordine cronologico (dalla terza alla prima storia, che pure ad una seconda lettura sarebbe interessante provare) avrebbe in qualche modo smorzato quel senso di disperazione senza speranza che ritrova il lettore seguendo questa lettura a mò di prequel su prequel.
Complimenti anche ai disegnatori qui arruolati: ottimo DI Giandomenico, con il suo tratto americano affinato lavorando per la Marvel, bravissima Daniele Vetro che dalla Disney (dove la apprezzo) trovo ora in Bonelli a fare un lavoro egregio anche con il tratto realistico, e infine monumentale Martinello che sfoggia uno stile quasi pittorico, molto curato e ricercato, davvero evocativo.
L'edizione BAO, manco a dirlo, è pressoché perfetta. Copertina cartonata con splendido disegno inedito di Martinello, prefazioni ad ogni storie di Bilotta, copertine originali, sketch e bozzetti dei disegnatori, che dicono la loro su queste storie e su cui è presente una breve nota biografica. Come sempre un volume completo e pregiato.
Il formato, poi, è pensato per essere in armonia con quello dello speciale annuale di
Dylan Dog, che in questa fase di rilancio ospiterà infatti ogni anno una nuova storia di questo Dylan del futuro, sempre con Alessandro Bilotta ai testi.
Testata che seguirò, uscendo più che soddisfatto dalla lettura di queste avventure.