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Ieri sera ho riletto questa splendida storia di Carl Barks.
Forse la sua penultima, dal momento che l'ultima è quella della "Gemma Anatema".
Scrooge è dolcissimo, rispetta le esigenze dei micropaperi che hanno bisigno di acquistare da lui solo 3 chicchi di granoturco.
Non è avido, il suo piacere maggiore è quello di fare un buon affare e di accontentare il cliente, l'arricchimento è solo in subordine a questo.
Quanta differenza con il personaggio di Martina, sebbene amatissimo anch'esso, assai più avido e spregiudicato.
Nel finale, rinuncia al bilione messo in palio dal "club degli scettici", pur di non compromettere la salute dei micropaperi colpiti da una nuvola di fumo soffiata da un anonimo (ma ultrabarksiano) villain.
Indimenticabile anche il comportamento di Donald al cospetto della carinissima, sexy e molto sixties micro-paperetta.
IMHO una storia perfetta.
Barks è vissuto ancora una trentina d'anni dopo la sua ultima storia...peccato siano stati improduttivi!

:(

Titolo originale: "Micro-Ducks from Outer Space"

TL 585 in Topolino (Libretto) n.585 del 1967-02-12
CWD 52 in Gran Gala di Paperone del 1973-12
ZP 30 in Zio Paperone n.30 del 1992-03
PF 26 in Paper Fantasy n.26 del 1998-08
PM 270 in Paperino Mese / Paperino n.270 del 2002-12

L'ultima storia di Barks non era quella del marinaio antico-ma-non-troppo? O ricordo male io?

(Scusate il parziale OT, ma "Il bilione in fumo" non l'ho letta   )

no, è la gemma anatema.
poi va in pensione ma cmq scrive ancora sceneggiature (storie GM) che saranno disegnate da altri.

Ottima, capolavoro di Barks.
Uno degli ultimi, tra l'altro. Nonostante l'età Barks sforna una storia splendida, ricca di particolari sull'atteggiamento, nobile e barksiano, di Paperone; compare anche il classico suino, qui rappresentato in due forme: come signore truffaldino desideroso di denaro e come un riccone rivale di Paperone, che causerà la fuga dei Micro-Paperi grazie al fumo. Simpatica e motivata la passione di Paperino verso la bella principessa. Questa è inoltre una storia molto particolare, perché, come ben sappiamo, Barks non gradiva l'inserimento di elementi paranormali (alieni, in questo caso) nelle sue avventure. Qui tuttavia la trama è ben gestita e degna dei migliori capolavori di Barks con lo zione, anche per l'eccellente caratterizzazione datagli: qui infatti Paperone non è uno sfruttatore, be', sì, vuole guadagnare soldi grazie ai Micro-Paperi, ma solo se essi sono d'accordo, cosa che in effetti avviene senza problemi, ed è allegro, nonostante la perdita del bilione, di poter fare affari, in un futuro ben precisato con quelle forme di vita decisamente fuori dal comune.

classico suino, qui rappresentato come un riccone rivale di Paperone, che causerà la fuga dei Micro-Paperi grazie al fumo

Mi sembra che tu stia confondendo due diversi personaggi, entrambi suniformi: l'imbroglione baffuto che vuole catturare i micropaperi (il vero e proprio cattivo della storia) e il glabro miliardario del sigaro.
Molto bella la malinconica scena finale. Dell'atteggiamento di Paperone, sottolinerei la sua ammirazione per i micropaperi che affrontano anni di viaggi spaziali per procurare frumento al loro popolo.

Molti ricorderanno anche il seguito http://coa.inducks.org/story.php?c=D++3829, purtroppo non all'altezza della storia che omaggia.

Sì, volevo scrivere tutt'altra cosa, ora edito [
Comunque, concordo. Il seguito non è assolutamente degno della storia di Barks.

Toh...non ne sapevo nulla di questo sequel Danese.
Lo cercherò.

Toh...non ne sapevo nulla di questo sequel Danese.

Io la storia di Barks l'ho letta la prima volta (e forse l'unica per adesso) molto tempo fa, per cui quando ho letto il sequel, non ricordavo chi fossero i micro-paperi, ma avevo immaginato che fossero personaggi di Barks. Avevo immaginato bene 8-) Comunque letti i commenti, urge un ripasso sulla DINASTIA.

Una storia dell'ultimo periodo barksiano da autore completo che ho trovato come quasi tutte quelle di questo periodo (e non) eccellente. Con un ottima caratterizzazione del mio Paperone (magnifica la scena iniziale in cui ZP decide che guadagnare un altro bilione di dollari sia meglio che comprarsi una scaletta: magnifica!), a cui segue una trama molto particolare e singolare con i Micropaperi a farla da padrone e motore della storia. E dolcissimo il finale in cui ZP rinuncia al suo bilione per salvare la vita dei Micropaperi.
E questo carattere più dolce di ZP mi sembra riscontrato in molte storie del periodo suddetto, quasi un comune denominatore. Una situazione che andrebbe approfondita.
In ogni caso una storia magnifica e consigliatissima.

In ogni caso una storia magnifica e consigliatissima.

Dovrò proprio decidermi di cercarla: dite tutti che è bellisssima...

Vero,come storia  era davvero bella,e io preferisco molto di più il Paperone imprenditore di Barks che non quello capitalista di Martina(quello mi ricorda troppo alcuni personaggi reali )
Ma ve lo ricardate nel marinaio antico-ma-non-troppo quel Gastone col pizzetto??Mi piaceva un sacco

Dovrò proprio decidermi di cercarla: dite tutti che è bellisssima...

NON HAI LA GDDP? :o :o?

Dovrò proprio decidermi di cercarla: dite tutti che è bellisssima...

Allora ti consiglio di cercare, magari su ebay, il bellissimo classico prima serie che la contiene: "Gran Gala Di Paperone" del 1973.
Aggiungerai anche la magia di leggere una pubblicazione "vintage"....

Allora ti consiglio di cercare, magari su ebay, il bellissimo classico prima serie che la contiene: "Paperopoli" del 1973.
Aggiungerai anche la magia di leggere una pubblicazione "vintage"....

Non dico di no, ma non credo fosse un'edizione molto fedele... /

Non dico di no, ma non credo fosse un'edizione molto fedele... /

Beh...è identica a quella pubblicata la prima volta in Italia su Topolino 585 del 1967.
Migliore sicuramente della versione di inizio anni '90 edita su "Zio Paperone" funestata da una traduzione terribile.

Migliore sicuramente della versione di inizio anni '90 edita su "Zio Paperone" funestata da una traduzione terribile.

Davvero?

Davvero?

Se hai il recente Paperino # 270 puoi controllare da te...

Se hai il recente Paperino # 270 puoi controllare da te...

No...non ce l'ho

Ho corretto la mia precedente affermazione.
Mi ero confuso: "il bilione in funo" non è su "Paperopoli", ma su "Gran Gala di Paperone":
http://coa.inducks.org/issue.php?c=it/CWD++52#c

Un classico altrettanto (e forse più) imperdibile.

Un classico altrettanto (e forse più) imperdibile.

Dal sommario sembrerebbe proprio di sì. Certo che una volta i Classici erano proprio una magnifica testata.

Dal sommario sembrerebbe proprio di sì. Certo che una volta i Classici erano proprio una magnifica testata.

Era il periodo che ristampavano che era magico.

Era il periodo che ristampavano che era magico.

Sì, anche questo è vero

Capolavoro di un Barks a fine carriera, la cui abilità narrativa rimane impareggiabile nel tratteggiare la personalità di un Paperone raramente così umano: romantico e nostalgico nel commuoversi per l'eroismo dei micropaperi, che affrontano un viaggio di quattro anni nelle profondità del cosmo per procurare del cibo per il loro popolo (forse ne ritrova delle similarità negli anni di solitudine trascorsi da pioniere nel Fosso dell'Agonia Bianca?), altruista e generoso nel malinconico finale, . L'immagine del ricco papero che traspare da storie come questa, o come "Zio Paperone a nord dello Yukon", è radicalmente diversa da quella immaginata da Barks vent'anni prima, al momento di definire un'embrionale personalità della sua creazione più famosa, o anche dalla coeva versione di Guido Martina. Nel "Bilione in fumo", Scrooge viene descritto come un affarista onesto, empatico e leale, assurgendo al rango di vero e proprio eroe positivo della vicenda, che assumma in sè le migliori qualità dell'uomo; non lo si può neanche tacciare di taccagneria, in quanto il rapporto che intrattiene con il denaro è qui presentato come amorevole e giocoso, per nulla malato e possessivo. E' quindi significativo che il villain della storia- il classico, infido antagonista dal volto di suino- sia particolarmente gretto, meschino e volgare, modellato quasi sulla falsariga dei tanti truffatori e usurai creati da Dickens, benchè non si macchi di chissà quali azioni criminose. Questa vicenda, quindi, non prevede chissà quali avventure in luoghi lontani ed esotici, ma assume una valenza più profonda nel suo descrivere il perenne contrasto tra gli istinti più bassi e quelli più nobili dell'uomo. Di umanità, infatti, è pervasa l'intera storia, che diviene quindi un dolce, poetico apologo sull'animo umano, e Barks pare porci la seguente domanda: possono ancora esistere l'altruismo e la generosità, o sono anch'essi destinati a sparire lontano- come i micropaperi nel finale- coperti dallo smog della frenetica e insensibile vita moderna?