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Re Paperone I

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TdF
Sceriffo di Valmitraglia
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PolliceSu
    Re Paperone I
    Mercoledì 12 Gen 2005, 13:39:21
    Questa storia mia ha colpito fin dalla prima lettura. Trovo che tutti i personaggi della storia (compresi i paperi) mostrino vari aspetti del loro carattere, sia positivi che negativi. Non c'è nessuno che è completamente buono, né completamente cattivo. Diciamo che non è un "o bianco o nero", ma una toni di grigi. Il finale, poi, lascia l'amaro in bocca.

    Che ne pensate?

    Riferimenti:

    Titolo: Re Paperone I
    Codice: W US   71-01
    Sceneggiatura: Carl Barks
    Disegni: Tony Strobl
    Inchiostri: Steve Steere
    Pubblicata il 1967-10
    Pagine: 21 (in origine, 28 su TL)

    Pubblicazioni in Italia:

    TL 644 in Topolino (Libretto) n.644 del 1968-03-31
    AR 1101 in Albi della Rosa / Albi di Topolino n.1101 del 1975-12-14
    GCD 20 in Grandi Classici Disney n.20 del 1986-03
    ZP 35 in Zio Paperone n.35 del 1992-08
    PRI1994 in Primaverissima 1994 del 1994-04
    MEGL 3 in Il meglio di Paperone del 1999-06
    SPD 22 in Avventure nel tempo del 2001-06

    Tracce
    La forza dei forti sta nel traversare le traversie con occhio sereno

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    Taxidriver
    Sceriffo di Valmitraglia
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    PolliceSu
      Re: Re Paperone I
      Risposta #1: Mercoledì 12 Gen 2005, 14:13:08
      si in effetti mi aveva stupito il riferimento cosi' esplicito del re alla morte.
      - "Razza di mascalzone, di un farabutto, di un impiastro, di un rettile pestilenziale, di una canaglia! Perche' non vai al diavolo?"
      - "Bello! Musica divina!"

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      Pifferosauro Uranifago
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      PolliceSu
        Re: Re Paperone I
        Risposta #2: Mercoledì 12 Gen 2005, 14:39:05
        Tralasciando le considerazioni morali, per me questa storia era stata istruttiva: avevo cercato sull'enciclopedia tutti i paesi nominati nella canzoncina di QQQ per sapere a quali territori di oggi corrispondevano (p.es. la Dacia che oggi si chiama Romania)  :D
        Io sono pa... io sono pe... io sono pi... io sono poeta!

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        Gio
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        PolliceSu
          Re: Re Paperone I
          Risposta #3: Mercoledì 12 Gen 2005, 16:09:43
          "...un bellissimo bastimento di schiave caldee!"

          ;D

          Quando l'ho letta la prma volta mica sapevo cosa volesse dire caldee.
          Pensavo "calde" ma detto con entusiasmo: "CALDEEEEEEEE!"
          "DENTRO, spazzatura!"
          "UEF!"
          "FUORI, iettatura!"
          "UOFFF!"

          (G. Martina)

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            Re: Re Paperone I
            Risposta #4: Mercoledì 12 Gen 2005, 16:42:49
            "...un bellissimo bastimento di schiave caldee!"

             ;D

            Quando l'ho letta la prma volta mica sapevo cosa volesse dire caldee.
            Pensavo "calde" ma detto con entusiasmo: "CALDEEEEEEEE!"

            ROTFL
            A questo non avevo mai pensato!

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              Re: Re Paperone I
              Risposta #5: Mercoledì 12 Gen 2005, 16:43:55
              In realtà erano destinate a scopi orgiastici...  ;)
               
              Io -se è ancora libero- mi farei Luciano Gatto. New_AMZ

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                Re: Re Paperone I
                Risposta #6: Giovedì 13 Gen 2005, 17:16:30
                In realtà erano destinate a scopi orgiastici...  ;)

                cioè erano belle "caldeeeee"! ;D
                "DENTRO, spazzatura!"
                "UEF!"
                "FUORI, iettatura!"
                "UOFFF!"

                (G. Martina)

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                  Re: Re Paperone I
                  Risposta #7: Domenica 30 Gen 2005, 15:57:14
                  Già ;D ;D

                  Comunque questa è la prima storia Disney che io abbia mai letto, le sono molto affezionato!
                  Eppoi è veramente istruttiva!
                  « Ultima modifica: Domenica 30 Gen 2005, 15:59:36 da Gladstone »
                  Homo viator

                  Omnia tempus habent, et momentum suum cuique negotio sub caelo

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                  Gio
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                    Re: Re Paperone I
                    Risposta #8: Domenica 30 Gen 2005, 22:55:16
                    Già ;D ;D

                    Comunque questa è la prima storia Disney che io abbia mai letto, le sono molto affezionato!
                    Eppoi è veramente istruttiva!


                    perchè la ritieni istruttiva?
                    "DENTRO, spazzatura!"
                    "UEF!"
                    "FUORI, iettatura!"
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                      Re: Re Paperone I
                      Risposta #9: Giovedì 3 Feb 2005, 12:28:55
                      "...un bellissimo bastimento di schiave caldee!"

                       ;D

                      Quando l'ho letta la prma volta mica sapevo cosa volesse dire caldee.
                      Pensavo "calde" ma detto con entusiasmo: "CALDEEEEEEEE!"


                      Invece nella storia di Paul Murry "Topolino e il laccio magico" Pippo compra un laccio magico con flauto e foglio d'istruzioni scritte in caldeo; c'è un momento in cui chiede a Topolino: "Vuoi far tradurre questo foglio scritto nella lingua delle CALDAIE?"  ;D
                      "Coi dollari, coi dollari si compran le vallate / Così le mie ricchezze saran settuplicate" (da Paperino e l'eco dei dollari)

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                      Gongoro
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                        Re: Re Paperone I
                        Risposta #10: Sabato 8 Ago 2009, 21:45:23
                        Bellissima storia, che affronta temi raramente presenti nei fumetti Disney. Il Paperone di questa storia sembra più "italiano" che "donrosiano". Si potrebbe pensare che Barks possa essersi ispirato anche ad alcune storie italiane, specie le parodie di Bottaro e Chendi, ma in realtà i suoi contatti con il citato Chendi sono iniziati dopo aver scritto questa storia.

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                        Paperinika
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                          Re: Re Paperone I
                          Risposta #11: Sabato 8 Ago 2009, 22:15:55
                          Bellissima storia, che affronta temi raramente presenti nei fumetti Disney. Il Paperone di questa storia sembra più "italiano" che "donrosiano".
                          Forse ho saltato qualche passaggio, ma.. che c'entra Don Rosa? :-?

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                          Gongoro
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                            Re: Re Paperone I
                            Risposta #12: Sabato 8 Ago 2009, 22:31:20
                            Forse ho saltato qualche passaggio, ma.. che c'entra Don Rosa? :-?

                            Direttamente niente, solo la caratterizzazione di Paperone è più "cinica" di quella preferita da Don Rosa molti anni dopo.
                            E' inoltre l'unica storia di Barks in cui Paperone, Paperino e i nipotini compaiono al completo nei panni dei loro antenati/sosia, situazione invece frequente nelle parodie italiane.
                            « Ultima modifica: Domenica 9 Ago 2009, 11:41:21 da gongoro »

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                              Re: Re Paperone I
                              Risposta #13: Giovedì 20 Ago 2009, 18:45:45
                              Direttamente niente, solo la caratterizzazione di Paperone è più "cinica" di quella preferita da Don Rosa molti anni dopo.
                              E' vero, mi dà anche un po' fastidio da prte di Barks, che Paperone non comprenda la profondità del momento che sta vivendo il mago >:(
                              W la Disney e Dumas!
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                                Re: Re Paperone I
                                Risposta #14: Venerdì 21 Ago 2009, 04:33:29
                                Pensare che io ho il "topo" originale del 1968 con la coprtina di Barks... ;) Unadelle storie migliori di Strobl, che io non avrei fatto ridisegnare.

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                                  Risposta #15: Venerdì 21 Ago 2009, 11:52:11
                                  E' vero, mi dà anche un po' fastidio da prte di Barks, che Paperone non comprenda la profondità del momento che sta vivendo il mago >:(
                                  Be' Barks ha voluto mostrare un Paperone attratto solo dal denaro e quindi dominato dall'avidità. Questo (anche se raramente) succede anche con Don Rosa, sebbene in rare occasioni. In fin dei conti quello che più ha importanza di questa storia è il tema dell'immortalità, trattato con estrema saggezza.
                                  @alec: io credo invece che il tratto di Daan Jippes renda molto più onore a questa storia e la renda molto più affascinante. E' grazie a lui che l'ho davvero capita e amata.
                                  "A man who wins is a man who thinks he can" - RF my hero...

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                                    Re: Re Paperone I
                                    Risposta #16: Venerdì 21 Ago 2009, 15:54:33
                                    @alec: io credo invece che il tratto di Daan Jippes renda molto più onore a questa storia e la renda molto più affascinante. E' grazie a lui che l'ho davvero capita e amata.
                                    Io invece sono più affezionato alla versione di Strobl perchè è cosi che l'ho conosciuta molti (relativamente) anni fa, ma ammetto che alla fin fine l'unica scena in cui Strobl non è superato da Jippes è l'ultima vignetta.
                                    W la Disney e Dumas!
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                                      Re: Re Paperone I
                                      Risposta #17: Venerdì 21 Ago 2009, 21:47:06
                                      Conosco la versione di Jippes solo dalle tavole sull'Inducks, ma il suo indovino mi sembra meno dignitoso e regale di quello di Strobl.
                                               
                                      In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

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                                        Re: Re Paperone I
                                        Risposta #18: Venerdì 21 Ago 2009, 23:35:15
                                        Conosco la versione di Jippes solo dalle tavole sull'Inducks, ma il suo indovino mi sembra meno dignitoso e regale di quello di Strobl.
                                        Non hai fatto la Dinastia dei Paperi? Lì sono pubblicate entrambe le versioni.
                                        E io, come al solito, non ricordo le differenze tra le due... -_-

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                                          Re: Re Paperone I
                                          Risposta #19: Sabato 22 Ago 2009, 00:00:59
                                          Non hai fatto la Dinastia dei Paperi? Lì sono pubblicate entrambe le versioni.
                                          E io, come al solito, non ricordo le differenze tra le due... -_-
                                          Be' nel complesso cambiano svariate inquadrature, così come i costumi dei personaggi, più sontuosi. E mi ricordo in particolare che la vignetta finale, doppia nella versione di Strobl, viene divisa in due da Jippes, perdendoci un po'.
                                          "A man who wins is a man who thinks he can" - RF my hero...

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                                            Re: Re Paperone I
                                            Risposta #20: Sabato 22 Ago 2009, 00:29:08
                                            Io invece sono più affezionato alla versione di Strobl perchè è cosi che l'ho conosciuta molti (relativamente) anni fa, ma ammetto che alla fin fine l'unica scena in cui Strobl non è superato da Jippes è l'ultima vignetta.
                                            Quoto.  Nonostante apprezi grandemente Jippes, nella scena dell'"Invecchiamento" del mago Strobl appare più convincente

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                                              Re: Re Paperone I
                                              Risposta #21: Sabato 22 Ago 2009, 02:32:26
                                              Non hai fatto la Dinastia dei Paperi? Lì sono pubblicate entrambe le versioni.

                                              No, ho già quasi tutto Barks da altre pubblicazioni.
                                                       
                                              In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

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                                                Risposta #22: Lunedì 20 Nov 2017, 17:22:15
                                                È curioso pensare che, malgrado la moltitudine di periodi storici validi come teatri di posa per i loro lavori, quasi tutti i grandi maestri della narrazione disneyana abbiano sempre optato, chi prima chi tardi, per l’antica età dinastica della Mesopotamia. Romano Scarpa per esempio ha fatto di quest’era lo sfondo immaginario a molte sue opere importanti, sviluppando la difficile tecnica del rimbalzo temporale tra due epoche di cui solo oggi vediamo i risultati più illustri nelle storie di Artibani. In senso banale anche Mickey Mouse è stato trasportato nell'arcaica terra di Babele almeno un paio di volte. Nel mio caso la scoperta di Topolino e l’Atlantide, continente perduto (le civiltà zootecnicamente avanzate proposte presentano chiare origini babilonesi, come testimoniano ziqqurat e affini), ha scaturito in me più di un semplice stimolo di curiosità introspettiva, quanto più l’utopica veridicità dei temi trattati. Effetti speciali che solo il fumetto può regalare.

                                                Ma torniamo alla nostra storia: Carl Barks, dopo aver traslato i Paperi nell'antica Persia gettando per primo le basi del virtuosismo sovra citato, ha ignorato per molto tempo le civiltà sumere e babilonesi, scarrozzando i suoi characters in giro per il mondo. Per ammirare una sceneggiatura ambientata in questi luoghi dovremo attendere la fine della sua carriera, quando, poco prima di ritirarsi, consegnerà alla redazione della Western Comics soggetto e storyboard di King Scrooge the First, disegnata poi da Tony Strobl, primo grande fautore del tratto barksiano.
                                                Malgrado in molti l’abbiano dimenticata, la storia in sé è un autentico capolavoro, tanto che Daan Jippes ne farà poi un remake su ispirazione di Schroeder. Il cartoonist dell’Oregon, conscio che questa sia l’ultima sceneggiatura di una vita trascorsa ad ascoltare nel profondo le gesta dei ducks, inserisce al suo interno decine e decine di dettagli incommensurabili che testimoniano il suo trascorso, realizzando perfino l’autoritratto di sé stesso. Il sagace indovino Khan Khan* infatti  incarna pari pari le fattezze dell’autore, che giunto al termine di una vita apparentemente immortale e anche un po’ noiosa decide quasi per sua scelta di cedere e abbandonare così il dono più grande per un comune mortale, ricordandoci sensibilmente quell’eroico Gilgamesh della tradizione letterale sumera dei tempi andati. Da sottolineare anche l’umanità e la grazia con cui tale tematica viene affrontata, non solo da un punto di vista materiale, ma anche proprio come sentimento ultimo di Barks, desideroso di pace e conforto tipiche del dolce trapasso (e anche della poetica d’un tardo Foscolo).

                                                La personalità di Paperone in questo caso è una sorta di crossover fra l’inguaribile scettico della Disfida dei Dollari e il tenero romantico di Back to the Klondike ed è, a causa di qualche strano giochetto virtuosistico, complementare ai nipoti. Non a caso verso la metà dell’opera lo Zione appare più calmo e sereno, suscitando in noi e nei consanguinei la voglia di risolvere l’arcano al più presto, non senza qualche punta di nostalgia, dato che il finale è ormai prossimo. Finale che arriva, inesorabile, di getto, molto ritmato e dai toni duri. Un continuo scambio di battute, letterarie e non, racchiuse in otto strisce di pura magia, terminanti, guarda il caso con l’ennesimo trionfo di Unca Scrooge, fiero e gioente nella massa di denaro liquido di turno.

                                                Tuttavia è un finale dal retrogusto amaro, perché ha appena smesso uno dei più grandi nel suo campo se non forse il migliore. Un finale che vede il cattivo redento affidarsi alle celesti praterie del cielo (o meglio del deserto, cit.) e vagare per l’eternità nella memoria di protagonisti e spettatori. Un finale inquadrato su Qui, Quo e Qua, proprio nell'ultima vignetta, quasi a rappresentare il futuro e le nuove leve della Nona Arte. Un finale già scritto e incredibilmente attuale.

                                                Tre note ai disegni dell’olandese, nettamente migliori rispetto alla prova di Strobl: la sincerità nei sentimenti, la mole psicologica che da essi traspare e la verosimiglianza con quelli di Carl, davvero impagabili.

                                                *letteralmente "il più grande fra i grandi"

                                                *

                                                ML-IHJCM
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                                                  Risposta #23: Martedì 21 Nov 2017, 06:58:42
                                                  La personalità di Paperone in questo caso è una sorta di crossover fra l’inguaribile scettico della Disfida dei Dollari
                                                  ? ? ? ? ? ?

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                                                    Risposta #24: Martedì 21 Nov 2017, 15:11:46
                                                    ? ? ? ? ? ?

                                                    In filosofia lo scetticismo è una corrente classica che nega l'esistenza di una vera conoscenza oggettiva del reale. Ciò comporta un atteggiamento di sfiducia nei confronti di individui o generalmente concetti astratti/ideologie.
                                                    Il Paperone di Barks è sovente caratterizzato con questi lineamenti, cosa che si può intuire molto spesso da battute frequenti come "nipote disutile" o "maggiordomo buono a nulla" o anche nelle forti invettive alla società moderna (i giovani smidollati).
                                                    Per intenderci è il modello di Scrooge dei Disney Italiani (l'in questi giorni discusso Martina in primis), che ha come conseguenza una personalità iperattiva e tuttofare nella maggiore.

                                                    A mio avviso questi atteggiamenti si riscontrano anche nella Disfida e, appunto, nel primo tempo di King McDuck I.


                                                    *

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                                                      Re:Re Paperone I
                                                      Risposta #25: Martedì 21 Nov 2017, 20:37:40
                                                      Ed eccomi qui, a commentare quella che per me è nella top 10 delle storie barksiane. Non fraintendetemi: credo che ne esistano molte di storie più belle, ma questa... ha un sapore tutto particolare. E', innanzitutto, l'ultima vera storia avventurosa di Uncle Scrooge da lui scritta. Ha un sapore particolare perchè non l'ha disegnata lui, e mi piace pensare a che storia avremmo avuto se ai disegni ci fosse stato il Maestro dell'Oregon. E' bellissima, però, a mio avviso l'immagine del Khan Khan, che alla fine atri non è che Barks che, come già spiegato da Topolino08 e altri utenti, lascia quasi definitivamente e per sua volontà quel mondo che lo ha reso, per noi, immortale. Mi piace anche lo scettico zione, insolito visto che allora aveva affrontato pericoli magici (fattucchiera docet). Un plauso alla canzoncina dei Qui, Quo, Qua babilonesi, la adoro. Per quanto riguarda i disegni, anche se di solito preferisco Jippes a Strobl, per questa storia mi piace di più leggere la versione del disegnatore statunitense, forse perchè ci sono più affezionato (la lessi rimontata su un vecchio Grande Classico di mio padre, senza sapere che l'avesse scritta Barks.)
                                                      « Ultima modifica: Mercoledì 12 Set 2018, 10:14:06 da Tapirlongo Fiutatore »
                                                      Sérait-t-il impossible de vivre debout?

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                                                        Re:Re Paperone I
                                                        Risposta #26: Mercoledì 22 Nov 2017, 12:56:51
                                                        In filosofia lo scetticismo è una corrente classica che nega l'esistenza di una vera conoscenza oggettiva del reale. Ciò comporta un atteggiamento di sfiducia nei confronti di individui o generalmente concetti astratti/ideologie.
                                                        Non vedo perche' uno scetticismo gnoseologico (che certamente comporta, nelle tue parole, un atteggiamento di sfiducia verso concetti astratti ed ideologie) debba essere necessariamente accompagnato da sfiducia verso gli altri individui (un tratto, credo, dipendente molto piu' dalla personalita' e dal carattere del singolo che non dalle sue convinzioni teoretiche).

                                                        Citazione
                                                        Il Paperone di Barks è sovente caratterizzato con questi lineamenti, cosa che si può intuire molto spesso da battute frequenti come "nipote disutile" o "maggiordomo buono a nulla" o anche nelle forti invettive alla società moderna (i giovani smidollati).
                                                        Invettive contro la smidollata societa' moderna in Barks me le ricordo (la prima che mi viene in mente, "Quant'e' diventato molle questo paese!" sulla possibilita' di raggiungere Dawson in aereo; ed e' nello stesso spirito il voler mettere alla prova il coraggio di Paperino); ma, se posso fidarmi della mia memoria, espressioni come "nipote disutile" o "maggiordomo buono a nulla" non sono molto usate da Barks (le vedrei meglio in Martina, o nel  Cimino pre-anni '80).

                                                        Citazione
                                                        Per intenderci è il modello di Scrooge dei Disney Italiani (l'in questi giorni discusso Martina in primis), che ha come conseguenza una personalità iperattiva e tuttofare nella maggiore.
                                                        Lasciando da parte il complesso discorso di come gli italiani abbiano seguito, sviluppato e/o tradito Barks, sembrerebbe che nel rispondere alla mia perplessita' tu voglia indicare lo "scetticismo" (inteso, mi par di capire, come " diffidenza verso le capacita' altrui e conseguente tendenza a fare tutto da se' ") come il tratto fondamentale (o almeno, uno dei tratti piu' importanti) del Paperone barksiano, con particolare riferimento alla Disfida dei dollari. Spero di aver esposto decentemente la tua posizione, visto che mi trovo alquanto in disaccordo.

                                                        Tempo qualcuno sul forum (forse Monkey Feyerabend) aveva osservato che la caratteristica fondamentale del Paperino barksiano e' la sua splendida, esuberante vitalita'. Lo stesso, mi sembra, si puo' dire del suo Paperone. L'iperattivita' di entrambi (nel caso del nipote, evidente soprattutto nelle brevi, ma anche in varie lunghe precedenti alla Disfida) e', imho, innanzittutto espressione di questo elan vitale, indissolubilmente legato alla loro passionalita': i paperi tendono a buttarsi anima e corpo, con attenzione ossessiva, nelle cause cui si dedicano. Per Paperino, questi interessi tendono ad essere di breve durata (d'altra parte, non va dimenticato che il temperamento "caldo" di Paperino e' strettamente legato anche alla sua iracondia, alla facilita' con cui finisce in guerra con chi gli e' vicino, attivita' che probabilmente prende buona parte delle sue energie emotive); nel caso dello zio, tutta o quasi la sua capacita' passionale e' diretta, monomaniacalmente, al denaro.
                                                        La Disfida dei dollari e' certo la storia che meglio definisce il Paperone barksiano. Ai miei occhi, la caratterizzazione piu' importante che ne esce fuori e' quella dell'appassionato "amante" dei dollari, che vi ci si tuffa e ci gioca con gioia incontenibile (per inciso, trovo che la Disfida dei dollari sia molto piu' importante che non la Stella del polo per definire la vita emotiva-sentimentale paperoniana). Certo, vediamo anche il sopravvissuto a mille avventure, sempre capace di trovare stratagemmi a risolvere in proprio favore la situazione, "piu' duro dei piu' duri e piu' astuto dei piu' astuti"; ma (se posso fidarmi della mia memoria visiva) le vignette in cui il protagonista e' rappresentato come un forte combattente sono assai meno numerose di quelle che lo mostrano o in condizioni di disperazione e/o debolezza, o nell'esultante felicita' di chi nuota "come un pesce baleno". (Tanto per dire: ricordo male, o nei ricordi del nostro, mentre i nipotini tentano di rincuorarlo, vediamo si' il tetragono Paperone che incede severemente per le fangose strade di Dawson, incurante degli insulti altrui, ma anche un Paperone che bacia amorosamente il rame appena scoperto nel Montana?)

                                                        Citazione
                                                        A mio avviso questi atteggiamenti si riscontrano anche nella Disfida e, appunto, nel primo tempo di King McDuck I.
                                                        Come spiegato, mi sembra che una simile lettura della Disfida dei dollari sia decisamente poco fondata sull'opera cui si riferisce. Lo "scetticismo", come l'hai chiamato, non e' assente; ma non e' il tratto fondamentale di Paperone in quella storia, e non e' la causa primaria della sua personalità iperattiva, che vedo derivare piuttosto dalll'energia vitale e dal carattere appassionato del personaggio.
                                                        Non ho un ricordo sufficientemente preciso del Paperone di Re Paperone I per poterne discutere senza la storia sottomano. Supporrei che anche in questo caso lo "scetticismo" non sia il tratto predominante, ma e' un'ipotesi basata sopattutto su quanto ho scritto in precedenza circa la Disfida.

                                                        Ricordo invece piuttosto bene la figura di Khan Khan, certo uno dei personaggi piu' memorabili e affascinanti mai apparsi nel fumetto Disney.

                                                        Citazione
                                                        Il sagace indovino Khan Khan infatti  incarna pari pari le fattezze dell’autore, che giunto al termine di una vita apparentemente immortale e anche un po’ noiosa decide quasi per sua scelta di cedere e abbandonare così il dono più grande per un comune mortale, ricordandoci sensibilmente quell’eroico Gilgamesh della tradizione letterale sumera dei tempi andati. Da sottolineare anche l’umanità e la grazia con cui tale tematica viene affrontata, non solo da un punto di vista materiale, ma anche proprio come sentimento ultimo di Barks, desideroso di pace e conforto tipiche del dolce trapasso
                                                        Interpretazione molto interessante. Mi chiedo pero' quanto questa lettura risenta del fatto che noi sappiamo quale sia stata la scelta finale di Barks: il mio dubbio e' che questa identificazione tra personaggio ed autore sia qualcosa che noi aggiungiamo alla storia sulla base non del testo, ma solo di eventi verificatisi oltre trent'anni dopo che la storia fu scritta.
                                                        (Circa il parallelo con Gilgamesh: crederei che quest'ultimo non avesse rinunciato sua sponte all'immortalita', bensi' l'avesse persa per cause di forza maggiore.)

                                                        Un'ultima osservazione. Conosco questa storia soltanto nella versione di Strobl. Mi chiedo quante delle differenze tra le nostre impressioni ed interpretazioni dipendano soprattutto dal disegnatore.

                                                        *

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                                                          Re:Re Paperone I
                                                          Risposta #27: Mercoledì 22 Nov 2017, 15:23:49
                                                          Citazione
                                                          Non vedo perche' uno scetticismo gnoseologico (che certamente comporta, nelle tue parole, un atteggiamento di sfiducia verso concetti astratti ed ideologie) debba essere necessariamente accompagnato da sfiducia verso gli altri individui (un tratto, credo, dipendente molto piu' dalla personalita' e dal carattere del singolo che non dalle sue convinzioni teoretiche).
                                                          Non è certo una costante, ma nel caso specifico mi sembra che le due cose siano strettamente collegate. La personalità del Paperone barksiano (che è poi appunto il primo Paperone e quindi il più realistico e somigliante al reale) è di sicuro incentrata sulla forza di volontà e sull’ineffabile carisma. Egli non disdegna battute comiche o momenti di ilarità non solo perché fa parte di un genere fumettistico di stampo ironico (e qui entra in scena il classico tocco del maestro dell’Oregon), ma anche e soprattutto perché gli vengono spontanee, quasi come un personaggio umano in carne ed ossa. Questo Scrooge ha sicuramente ben più di una peculiarità, cosa che lo rende un character estremamente poliedrico, ben più di quanto possa essere un Mickey Mouse o un Paperino (per i quali è appunto necessario cambiare gli sfondi, le identità o i comprimari).

                                                          Citazione
                                                          La Disfida dei dollari e' certo la storia che meglio definisce il Paperone barksiano.

                                                          Su questo siamo in forte accordo. La Disfida è di sicuro l’opera che ce lo fa capire meglio, analizzando via via tutte le sfaccettature della sua psiche complessa in sole 32 tavole (un’impresa già di suo degna di nota).

                                                          Citazione
                                                          Espressioni come "nipote disutile" o "maggiordomo buono a nulla" non sono molto usate da Barks (le vedrei meglio in Martina, o nel  Cimino pre-anni '80).
                                                          In effetti espressioni testuali non ne ricordo nemmeno io, ma tante volte Barks ci ha comunicato questo significato attraverso episodi concreti come la celebre Isola Misteriosa, dove cancella addirittura dal testamento il nipote Gastone.
                                                          E' anche vero che poi questi atteggiamenti sono stati ripresi e accentuati dai Disney Italiani e anche, leggermente, dal Don. 

                                                          Citazione
                                                          Sembrerebbe che nel rispondere alla mia perplessita' tu voglia indicare lo "scetticismo" (inteso, mi par di capire, come " diffidenza verso le capacita' altrui e conseguente tendenza a fare tutto da se' ") come il tratto fondamentale (o almeno, uno dei tratti piu' importanti) del Paperone barksiano, con particolare riferimento alla Disfida dei dollari. Spero di aver esposto decentemente la tua posizione, visto che mi trovo alquanto in disaccordo.
                                                          [...] Lo "scetticismo", come l'hai chiamato, non e' assente; ma non e' il tratto fondamentale di Paperone in quella storia, e non e' la causa primaria della sua personalità iperattiva, che vedo derivare piuttosto dall'energia vitale e dal carattere appassionato del personaggio.
                                                          Lo scetticismo in questione non rappresenta certo la peculiarità più evidente nel capolavoro (nessuno l'ha mai sostenuto), ma l'ho preso in considerazione solo come aspetto minore che Barks userà in altre storie, il più delle volte mescolandolo ad altri stati d'animo quali romanticismo, insicurezza, spavalderia, sempre per mantenerne salda l'ossatura portante. La tendenza all'"arrangiarsi" non è dunque una diretta conseguenza dello scetticismo in questione, quanto più a causa della sua personalità che è ovviamente diversa da quella di un qualsiasi altro personaggio.
                                                          Da qui il crossover per Re P. Primo.

                                                          Citazione
                                                          (Circa il parallelo con Gilgamesh: crederei che quest'ultimo non avesse rinunciato sua sponte all'immortalita', bensi' l'avesse persa per cause di forza maggiore.)
                                                          Ricordi bene, ma se volessimo scostarci dalla trama il significato di cui la prima epopea della Storia è pregna non possiamo soffermarci al mero senso letterale, indagando invece sull'identità di quel serpente marino che sottrae all'eroe l'alga magica dell'immortalità. Sono comunque semplici punti di vista, non verità scientifiche.

                                                          Citazione
                                                          Un'ultima osservazione. Conosco questa storia soltanto nella versione di Strobl. Mi chiedo quante delle differenze tra le nostre impressioni ed interpretazioni dipendano soprattutto dal disegnatore.
                                                          Malgrado a volte siano impercettibili a livello grafico sono tante, te l’assicuro, in modo particolare dal punto di vista delle sensazioni che suscitano. Se non hai mai letto la versione di Jippes te la consiglio caldamente.
                                                          « Ultima modifica: Giovedì 23 Nov 2017, 15:20:49 da Topolino08 »

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                                                            Re:Re Paperone I
                                                            Risposta #28: Sabato 25 Nov 2017, 19:53:32
                                                            (Tanto per dire: ricordo male, o nei ricordi del nostro, mentre i nipotini tentano di rincuorarlo, vediamo si' il tetragono Paperone che incede severemente per le fangose strade di Dawson, incurante degli insulti altrui, ma anche un Paperone che bacia amorosamente il rame appena scoperto nel Montana?)
                                                            Sulla prima scena ricordi bene, mentre sulla seconda no. Paperone non bacia il rame nel flashback in questione, mentre bacia amorosamente delle monete nella parte ambientata nel presente:


                                                            *

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                                                              Re:Re Paperone I
                                                              Risposta #29: Domenica 26 Nov 2017, 12:22:31
                                                              Sulla prima scena ricordi bene, mentre sulla seconda no. Paperone non bacia il rame nel flashback in questione, mentre bacia amorosamente delle monete nella parte ambientata nel presente:
                                                              Grazie per la precisazione. Dalla tavola, e' chiaro che nei miei ricordi la terza e la quarta vignetta si erano in qualche modo confuse fra loro. Ennesima conferma che non bisognerebbe mai commentare senza le storie sottomano (condizione che mi imporrebbe il silenzio nel 99% dei casi).

                                                              *

                                                              Karabandagore
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                                                                Re:Re Paperone I
                                                                Risposta #30: Sabato 15 Ott 2022, 19:48:38
                                                                Ultimo capolavoro di Barks prima del pensionamento, e una delle mie storie preferite tra i numerosi capimastri dell'Uomo dei Paperi, King Scrooge the First è senza dubbio una vicenda dalle molteplici suggestioni. Il Maestro dell'Oregon fa ritornare i Paperi nella magica Persia, dopo averceli condotti nella Sposa persiana e nel Tappeto volante, e sfrutta le atmosfere oniriche e leggendarie dell'ambientazione per creare un apologo sull'esistenza umana dai toni sapientemente lirici ed elegiaci. La potenza della narrazione imbastita da Barks si sviluppa appieno attraverso un tema maturo e pregnante di significato come quello della vita eterna, intrinsecamente legato ai più reconditi aspetti della spiritualità umana. In questo caso, l'ispirazione sembra essere tratta, almeno parzialmente, dal poema sumero-accadico di Gilgamesh, da cui l'avventura barksiana riprende la ricerca dell'eternità per conseguire la vittoria definitiva dell'uomo sulla morte, destinata a rivelarsi fallimentare sia nel componimento poetico, sia nel fumetto; si potrebbe pensare che il Maestro dell'Oregon abbia ricavato l'idea generale anche dal romanzo "Lei, la donna eterna"(che servì poi da ispirazione per un'avventura dei nostrani Cino e Franco ma, soprattutto, per un celebre capolavoro scarpiano), sicuramente più diffuso negli USA all'epoca rispetto al poema sopracitato.
                                                                Come già fatto notare da alcuni utenti precedentemente, in questa storia la personalità di Paperone sembra subire una sorta di involuzione rispetto alle avventure immediatamente precedenti, in cui il lato umano e perfin romantico del papero-magnate veniva messo in risalto(cito, ad esempio, il Bilione in fumo o A nord dello Yukon); qui, al contrario, riaffiorano parzialmente la grettezza e la ruvidità dello Scrooge degli esordi, uniti a una forte dose di scetticismo nei confronti del sovrannaturale e a un attaccamento al denaro completamente diverso dal rapporto giocoso che intratteneva con lui nelle storie degli anni Sessanta, e anche all'amore verso di esso che nutriva nella Disfida: in King Scrooge tale atteggiamento è contaminato da una avidità a tratti morbosa, sintomo di una dipendenza quasi malata. Forse che questo Paperone sia una sorta di collegamento tra l'eroe romantico e coraggioso dell'epopea di Uncle Scrooge e l'antagonista piatto e stereotipato delle successive storie delle Giovani Marmotte? In ogni caso, la figura del ricco papero è completamente oscurata dalla fortissima e magnetica personalità dell'indovino Khan Khan: sontuoso nelle pose e nella gestualità, affascinante nella personalità complessa e imprevedibile, egli incarna il mistero e la saggezza dei secoli passati, è portator di un modello di vita incompatibile con quello odierno, destinato a sparire, come lo stesso indovino, nelle sabbie del deserto durante lo struggente finale. Se si considera che Barks si rispecchia con tale personaggio, è indubbio che il finale acquisisce un ulteriore significato: il commiato dai lettori di un autore, all'epoca pressochè sconosciuto e poco retribuito, la cui opera rimarrà sempre nel cuore degli appassionati, ridefinendo il significato stesso di Fumetto Disney.
                                                                 Una tale storia, incredibilmente pregna di significati e suggestioni, risulta a mio parere travisata dalle matite di Strobl, il cui tratto geometrico e piano non riesce a coniugare le ambiguità della trama a una recitazione solenne e teatrale dei personaggi, drammatica e carica di tensione a tratti oppure caratterizzata da un umorismo insolitamente amaro; obiettivi che invece ritengo conseguiti appieno nella versione di Jippes, che trasferisce mirabilmente sulla carta la sceneggiatura dell'Uomo dei Paperi.
                                                                Voi cosa ne pensate di questa storia?


                                                                « Ultima modifica: Sabato 15 Ott 2022, 19:53:05 da Karabandagore »
                                                                Oh! Date un posto al cimitero...Yùuuuuu! Al mio cuore di vaquero...Yùuu! Egli è morto e lascia sola, uèeeee! La sua casa, la cavalla e la pistola, uèeee!

                                                                *

                                                                Karabandagore
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                                                                  Re:Re Paperone I
                                                                  Risposta #31: Sabato 15 Ott 2022, 19:57:13
                                                                  In filosofia lo scetticismo è una corrente classica che nega l'esistenza di una vera conoscenza oggettiva del reale. Ciò comporta un atteggiamento di sfiducia nei confronti di individui o generalmente concetti astratti/ideologie.
                                                                  Non vedo perche' uno scetticismo gnoseologico (che certamente comporta, nelle tue parole, un atteggiamento di sfiducia verso concetti astratti ed ideologie) debba essere necessariamente accompagnato da sfiducia verso gli altri individui (un tratto, credo, dipendente molto piu' dalla personalita' e dal carattere del singolo che non dalle sue convinzioni teoretiche).

                                                                  Citazione
                                                                  Il Paperone di Barks è sovente caratterizzato con questi lineamenti, cosa che si può intuire molto spesso da battute frequenti come "nipote disutile" o "maggiordomo buono a nulla" o anche nelle forti invettive alla società moderna (i giovani smidollati).
                                                                  Invettive contro la smidollata societa' moderna in Barks me le ricordo (la prima che mi viene in mente, "Quant'e' diventato molle questo paese!" sulla possibilita' di raggiungere Dawson in aereo; ed e' nello stesso spirito il voler mettere alla prova il coraggio di Paperino); ma, se posso fidarmi della mia memoria, espressioni come "nipote disutile" o "maggiordomo buono a nulla" non sono molto usate da Barks (le vedrei meglio in Martina, o nel  Cimino pre-anni '80).

                                                                  Citazione
                                                                  Per intenderci è il modello di Scrooge dei Disney Italiani (l'in questi giorni discusso Martina in primis), che ha come conseguenza una personalità iperattiva e tuttofare nella maggiore.
                                                                  Lasciando da parte il complesso discorso di come gli italiani abbiano seguito, sviluppato e/o tradito Barks, sembrerebbe che nel rispondere alla mia perplessita' tu voglia indicare lo "scetticismo" (inteso, mi par di capire, come " diffidenza verso le capacita' altrui e conseguente tendenza a fare tutto da se' ") come il tratto fondamentale (o almeno, uno dei tratti piu' importanti) del Paperone barksiano, con particolare riferimento alla Disfida dei dollari. Spero di aver esposto decentemente la tua posizione, visto che mi trovo alquanto in disaccordo.

                                                                  Tempo qualcuno sul forum (forse Monkey Feyerabend) aveva osservato che la caratteristica fondamentale del Paperino barksiano e' la sua splendida, esuberante vitalita'. Lo stesso, mi sembra, si puo' dire del suo Paperone. L'iperattivita' di entrambi (nel caso del nipote, evidente soprattutto nelle brevi, ma anche in varie lunghe precedenti alla Disfida) e', imho, innanzittutto espressione di questo elan vitale, indissolubilmente legato alla loro passionalita': i paperi tendono a buttarsi anima e corpo, con attenzione ossessiva, nelle cause cui si dedicano. Per Paperino, questi interessi tendono ad essere di breve durata (d'altra parte, non va dimenticato che il temperamento "caldo" di Paperino e' strettamente legato anche alla sua iracondia, alla facilita' con cui finisce in guerra con chi gli e' vicino, attivita' che probabilmente prende buona parte delle sue energie emotive); nel caso dello zio, tutta o quasi la sua capacita' passionale e' diretta, monomaniacalmente, al denaro.
                                                                  La Disfida dei dollari e' certo la storia che meglio definisce il Paperone barksiano. Ai miei occhi, la caratterizzazione piu' importante che ne esce fuori e' quella dell'appassionato "amante" dei dollari, che vi ci si tuffa e ci gioca con gioia incontenibile (per inciso, trovo che la Disfida dei dollari sia molto piu' importante che non la Stella del polo per definire la vita emotiva-sentimentale paperoniana). Certo, vediamo anche il sopravvissuto a mille avventure, sempre capace di trovare stratagemmi a risolvere in proprio favore la situazione, "piu' duro dei piu' duri e piu' astuto dei piu' astuti"; ma (se posso fidarmi della mia memoria visiva) le vignette in cui il protagonista e' rappresentato come un forte combattente sono assai meno numerose di quelle che lo mostrano o in condizioni di disperazione e/o debolezza, o nell'esultante felicita' di chi nuota "come un pesce baleno". (Tanto per dire: ricordo male, o nei ricordi del nostro, mentre i nipotini tentano di rincuorarlo, vediamo si' il tetragono Paperone che incede severemente per le fangose strade di Dawson, incurante degli insulti altrui, ma anche un Paperone che bacia amorosamente il rame appena scoperto nel Montana?)

                                                                  Citazione
                                                                  A mio avviso questi atteggiamenti si riscontrano anche nella Disfida e, appunto, nel primo tempo di King McDuck I.
                                                                  Come spiegato, mi sembra che una simile lettura della Disfida dei dollari sia decisamente poco fondata sull'opera cui si riferisce. Lo "scetticismo", come l'hai chiamato, non e' assente; ma non e' il tratto fondamentale di Paperone in quella storia, e non e' la causa primaria della sua personalità iperattiva, che vedo derivare piuttosto dalll'energia vitale e dal carattere appassionato del personaggio.
                                                                  Non ho un ricordo sufficientemente preciso del Paperone di Re Paperone I per poterne discutere senza la storia sottomano. Supporrei che anche in questo caso lo "scetticismo" non sia il tratto predominante, ma e' un'ipotesi basata sopattutto su quanto ho scritto in precedenza circa la Disfida.

                                                                  Ricordo invece piuttosto bene la figura di Khan Khan, certo uno dei personaggi piu' memorabili e affascinanti mai apparsi nel fumetto Disney.

                                                                  Citazione
                                                                  Il sagace indovino Khan Khan infatti  incarna pari pari le fattezze dell’autore, che giunto al termine di una vita apparentemente immortale e anche un po’ noiosa decide quasi per sua scelta di cedere e abbandonare così il dono più grande per un comune mortale, ricordandoci sensibilmente quell’eroico Gilgamesh della tradizione letterale sumera dei tempi andati. Da sottolineare anche l’umanità e la grazia con cui tale tematica viene affrontata, non solo da un punto di vista materiale, ma anche proprio come sentimento ultimo di Barks, desideroso di pace e conforto tipiche del dolce trapasso
                                                                  Interpretazione molto interessante. Mi chiedo pero' quanto questa lettura risenta del fatto che noi sappiamo quale sia stata la scelta finale di Barks: il mio dubbio e' che questa identificazione tra personaggio ed autore sia qualcosa che noi aggiungiamo alla storia sulla base non del testo, ma solo di eventi verificatisi oltre trent'anni dopo che la storia fu scritta.
                                                                  (Circa il parallelo con Gilgamesh: crederei che quest'ultimo non avesse rinunciato sua sponte all'immortalita', bensi' l'avesse persa per cause di forza maggiore.)

                                                                  Un'ultima osservazione. Conosco questa storia soltanto nella versione di Strobl. Mi chiedo quante delle differenze tra le nostre impressioni ed interpretazioni dipendano soprattutto dal disegnatore.



                                                                  L'istituzione di un parallelismo tra la figura dell'indovino e quella dello stesso Barks, sebbene non avvallata ufficialmente da Barks stesso, non è solo frutto delle congetture di studiosi del Fumetto; lo stesso autore, quando consegnò, la sceneggiatura, aveva ben chiare le idee riguardo al proprio ritiro, infatti evitò di disegnare la storia personalmente proprio per non posticipare la data del suo pensionamento.
                                                                  Oh! Date un posto al cimitero...Yùuuuuu! Al mio cuore di vaquero...Yùuu! Egli è morto e lascia sola, uèeeee! La sua casa, la cavalla e la pistola, uèeee!

                                                                  *

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                                                                    Re:Re Paperone I
                                                                    Risposta #32: Domenica 16 Ott 2022, 19:43:43
                                                                    Ultimo capolavoro di Barks prima del pensionamento, e una delle mie storie preferite tra i numerosi capimastri dell'Uomo dei Paperi, King Scrooge the First è senza dubbio una vicenda dalle molteplici suggestioni. Il Maestro dell'Oregon fa ritornare i Paperi nella magica Persia, dopo averceli condotti nella Sposa persiana e nel Tappeto volante, e sfrutta le atmosfere oniriche e leggendarie dell'ambientazione per creare un apologo sull'esistenza umana dai toni sapientemente lirici ed elegiaci. La potenza della narrazione imbastita da Barks si sviluppa appieno attraverso un tema maturo e pregnante di significato come quello della vita eterna, intrinsecamente legato ai più reconditi aspetti della spiritualità umana. In questo caso, l'ispirazione sembra essere tratta, almeno parzialmente, dal poema sumero-accadico di Gilgamesh, da cui l'avventura barksiana riprende la ricerca dell'eternità per conseguire la vittoria definitiva dell'uomo sulla morte, destinata a rivelarsi fallimentare sia nel componimento poetico, sia nel fumetto; si potrebbe pensare che il Maestro dell'Oregon abbia ricavato l'idea generale anche dal romanzo "Lei, la donna eterna"(che servì poi da ispirazione per un'avventura dei nostrani Cino e Franco ma, soprattutto, per un celebre capolavoro scarpiano), sicuramente più diffuso negli USA all'epoca rispetto al poema sopracitato.
                                                                    Come già fatto notare da alcuni utenti precedentemente, in questa storia la personalità di Paperone sembra subire una sorta di involuzione rispetto alle avventure immediatamente precedenti, in cui il lato umano e perfin romantico del papero-magnate veniva messo in risalto(cito, ad esempio, il Bilione in fumo o A nord dello Yukon); qui, al contrario, riaffiorano parzialmente la grettezza e la ruvidità dello Scrooge degli esordi, uniti a una forte dose di scetticismo nei confronti del sovrannaturale e a un attaccamento al denaro completamente diverso dal rapporto giocoso che intratteneva con lui nelle storie degli anni Sessanta, e anche all'amore verso di esso che nutriva nella Disfida: in King Scrooge tale atteggiamento è contaminato da una avidità a tratti morbosa, sintomo di una dipendenza quasi malata. Forse che questo Paperone sia una sorta di collegamento tra l'eroe romantico e coraggioso dell'epopea di Uncle Scrooge e l'antagonista piatto e stereotipato delle successive storie delle Giovani Marmotte? In ogni caso, la figura del ricco papero è completamente oscurata dalla fortissima e magnetica personalità dell'indovino Khan Khan: sontuoso nelle pose e nella gestualità, affascinante nella personalità complessa e imprevedibile, egli incarna il mistero e la saggezza dei secoli passati, è portator di un modello di vita incompatibile con quello odierno, destinato a sparire, come lo stesso indovino, nelle sabbie del deserto durante lo struggente finale. Se si considera che Barks si rispecchia con tale personaggio, è indubbio che il finale acquisisce un ulteriore significato: il commiato dai lettori di un autore, all'epoca pressochè sconosciuto e poco retribuito, la cui opera rimarrà sempre nel cuore degli appassionati, ridefinendo il significato stesso di Fumetto Disney.
                                                                     Una tale storia, incredibilmente pregna di significati e suggestioni, risulta a mio parere travisata dalle matite di Strobl, il cui tratto geometrico e piano non riesce a coniugare le ambiguità della trama a una recitazione solenne e teatrale dei personaggi, drammatica e carica di tensione a tratti oppure caratterizzata da un umorismo insolitamente amaro; obiettivi che invece ritengo conseguiti appieno nella versione di Jippes, che trasferisce mirabilmente sulla carta la sceneggiatura dell'Uomo dei Paperi.
                                                                    Voi cosa ne pensate di questa storia?

                                                                    Sai che ti ci vedo, a fare il critico di fumetti Disney? Per la tua giovanissima età (te lo dice un tuo coetaneo) possiedi già una notevole competenza in ambito disneyano, e ottimi doti di discernimento. Mi ricordi Luca Boschi.

                                                                    -Leonardo
                                                                    ''Un cappello pensatore può aiutarmi a creare un cappello spensatore?''

                                                                    *

                                                                    Karabandagore
                                                                    Sceriffo di Valmitraglia
                                                                    PolliceSu

                                                                    • ***
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                                                                      Risposta #33: Domenica 16 Ott 2022, 20:45:37
                                                                      Ultimo capolavoro di Barks prima del pensionamento, e una delle mie storie preferite tra i numerosi capimastri dell'Uomo dei Paperi, King Scrooge the First è senza dubbio una vicenda dalle molteplici suggestioni. Il Maestro dell'Oregon fa ritornare i Paperi nella magica Persia, dopo averceli condotti nella Sposa persiana e nel Tappeto volante, e sfrutta le atmosfere oniriche e leggendarie dell'ambientazione per creare un apologo sull'esistenza umana dai toni sapientemente lirici ed elegiaci. La potenza della narrazione imbastita da Barks si sviluppa appieno attraverso un tema maturo e pregnante di significato come quello della vita eterna, intrinsecamente legato ai più reconditi aspetti della spiritualità umana. In questo caso, l'ispirazione sembra essere tratta, almeno parzialmente, dal poema sumero-accadico di Gilgamesh, da cui l'avventura barksiana riprende la ricerca dell'eternità per conseguire la vittoria definitiva dell'uomo sulla morte, destinata a rivelarsi fallimentare sia nel componimento poetico, sia nel fumetto; si potrebbe pensare che il Maestro dell'Oregon abbia ricavato l'idea generale anche dal romanzo "Lei, la donna eterna"(che servì poi da ispirazione per un'avventura dei nostrani Cino e Franco ma, soprattutto, per un celebre capolavoro scarpiano), sicuramente più diffuso negli USA all'epoca rispetto al poema sopracitato.
                                                                      Come già fatto notare da alcuni utenti precedentemente, in questa storia la personalità di Paperone sembra subire una sorta di involuzione rispetto alle avventure immediatamente precedenti, in cui il lato umano e perfin romantico del papero-magnate veniva messo in risalto(cito, ad esempio, il Bilione in fumo o A nord dello Yukon); qui, al contrario, riaffiorano parzialmente la grettezza e la ruvidità dello Scrooge degli esordi, uniti a una forte dose di scetticismo nei confronti del sovrannaturale e a un attaccamento al denaro completamente diverso dal rapporto giocoso che intratteneva con lui nelle storie degli anni Sessanta, e anche all'amore verso di esso che nutriva nella Disfida: in King Scrooge tale atteggiamento è contaminato da una avidità a tratti morbosa, sintomo di una dipendenza quasi malata. Forse che questo Paperone sia una sorta di collegamento tra l'eroe romantico e coraggioso dell'epopea di Uncle Scrooge e l'antagonista piatto e stereotipato delle successive storie delle Giovani Marmotte? In ogni caso, la figura del ricco papero è completamente oscurata dalla fortissima e magnetica personalità dell'indovino Khan Khan: sontuoso nelle pose e nella gestualità, affascinante nella personalità complessa e imprevedibile, egli incarna il mistero e la saggezza dei secoli passati, è portator di un modello di vita incompatibile con quello odierno, destinato a sparire, come lo stesso indovino, nelle sabbie del deserto durante lo struggente finale. Se si considera che Barks si rispecchia con tale personaggio, è indubbio che il finale acquisisce un ulteriore significato: il commiato dai lettori di un autore, all'epoca pressochè sconosciuto e poco retribuito, la cui opera rimarrà sempre nel cuore degli appassionati, ridefinendo il significato stesso di Fumetto Disney.
                                                                       Una tale storia, incredibilmente pregna di significati e suggestioni, risulta a mio parere travisata dalle matite di Strobl, il cui tratto geometrico e piano non riesce a coniugare le ambiguità della trama a una recitazione solenne e teatrale dei personaggi, drammatica e carica di tensione a tratti oppure caratterizzata da un umorismo insolitamente amaro; obiettivi che invece ritengo conseguiti appieno nella versione di Jippes, che trasferisce mirabilmente sulla carta la sceneggiatura dell'Uomo dei Paperi.
                                                                      Voi cosa ne pensate di questa storia?

                                                                      Sai che ti ci vedo, a fare il critico di fumetti Disney? Per la tua giovanissima età (te lo dice un tuo coetaneo) possiedi già una notevole competenza in ambito disneyano, e ottimi doti di discernimento. Mi ricordi Luca Boschi.

                                                                      -Leonardo

                                                                      Grazie mille per il complimento, Leonardo, ma be', il paragone mi pare un tantino esagerato. Anche qui sul forum, ci sono molti esperti che lo meritano molto più di me, che sono solo un semplice appassionato. Comunque, grazie ancora! ;;D
                                                                      Oh! Date un posto al cimitero...Yùuuuuu! Al mio cuore di vaquero...Yùuu! Egli è morto e lascia sola, uèeeee! La sua casa, la cavalla e la pistola, uèeee!

                                                                       

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