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Re Paperone I

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Karabandagore
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    Re:Re Paperone I
    Risposta #30: Sabato 15 Ott 2022, 19:48:38
    Ultimo capolavoro di Barks prima del pensionamento, e una delle mie storie preferite tra i numerosi capimastri dell'Uomo dei Paperi, King Scrooge the First è senza dubbio una vicenda dalle molteplici suggestioni. Il Maestro dell'Oregon fa ritornare i Paperi nella magica Persia, dopo averceli condotti nella Sposa persiana e nel Tappeto volante, e sfrutta le atmosfere oniriche e leggendarie dell'ambientazione per creare un apologo sull'esistenza umana dai toni sapientemente lirici ed elegiaci. La potenza della narrazione imbastita da Barks si sviluppa appieno attraverso un tema maturo e pregnante di significato come quello della vita eterna, intrinsecamente legato ai più reconditi aspetti della spiritualità umana. In questo caso, l'ispirazione sembra essere tratta, almeno parzialmente, dal poema sumero-accadico di Gilgamesh, da cui l'avventura barksiana riprende la ricerca dell'eternità per conseguire la vittoria definitiva dell'uomo sulla morte, destinata a rivelarsi fallimentare sia nel componimento poetico, sia nel fumetto; si potrebbe pensare che il Maestro dell'Oregon abbia ricavato l'idea generale anche dal romanzo "Lei, la donna eterna"(che servì poi da ispirazione per un'avventura dei nostrani Cino e Franco ma, soprattutto, per un celebre capolavoro scarpiano), sicuramente più diffuso negli USA all'epoca rispetto al poema sopracitato.
    Come già fatto notare da alcuni utenti precedentemente, in questa storia la personalità di Paperone sembra subire una sorta di involuzione rispetto alle avventure immediatamente precedenti, in cui il lato umano e perfin romantico del papero-magnate veniva messo in risalto(cito, ad esempio, il Bilione in fumo o A nord dello Yukon); qui, al contrario, riaffiorano parzialmente la grettezza e la ruvidità dello Scrooge degli esordi, uniti a una forte dose di scetticismo nei confronti del sovrannaturale e a un attaccamento al denaro completamente diverso dal rapporto giocoso che intratteneva con lui nelle storie degli anni Sessanta, e anche all'amore verso di esso che nutriva nella Disfida: in King Scrooge tale atteggiamento è contaminato da una avidità a tratti morbosa, sintomo di una dipendenza quasi malata. Forse che questo Paperone sia una sorta di collegamento tra l'eroe romantico e coraggioso dell'epopea di Uncle Scrooge e l'antagonista piatto e stereotipato delle successive storie delle Giovani Marmotte? In ogni caso, la figura del ricco papero è completamente oscurata dalla fortissima e magnetica personalità dell'indovino Khan Khan: sontuoso nelle pose e nella gestualità, affascinante nella personalità complessa e imprevedibile, egli incarna il mistero e la saggezza dei secoli passati, è portator di un modello di vita incompatibile con quello odierno, destinato a sparire, come lo stesso indovino, nelle sabbie del deserto durante lo struggente finale. Se si considera che Barks si rispecchia con tale personaggio, è indubbio che il finale acquisisce un ulteriore significato: il commiato dai lettori di un autore, all'epoca pressochè sconosciuto e poco retribuito, la cui opera rimarrà sempre nel cuore degli appassionati, ridefinendo il significato stesso di Fumetto Disney.
     Una tale storia, incredibilmente pregna di significati e suggestioni, risulta a mio parere travisata dalle matite di Strobl, il cui tratto geometrico e piano non riesce a coniugare le ambiguità della trama a una recitazione solenne e teatrale dei personaggi, drammatica e carica di tensione a tratti oppure caratterizzata da un umorismo insolitamente amaro; obiettivi che invece ritengo conseguiti appieno nella versione di Jippes, che trasferisce mirabilmente sulla carta la sceneggiatura dell'Uomo dei Paperi.
    Voi cosa ne pensate di questa storia?


    « Ultima modifica: Sabato 15 Ott 2022, 19:53:05 da Karabandagore »
    Oh! Date un posto al cimitero...Yùuuuuu! Al mio cuore di vaquero...Yùuu! Egli è morto e lascia sola, uèeeee! La sua casa, la cavalla e la pistola, uèeee!

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    Karabandagore
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    PolliceSu
      Re:Re Paperone I
      Risposta #31: Sabato 15 Ott 2022, 19:57:13
      In filosofia lo scetticismo è una corrente classica che nega l'esistenza di una vera conoscenza oggettiva del reale. Ciò comporta un atteggiamento di sfiducia nei confronti di individui o generalmente concetti astratti/ideologie.
      Non vedo perche' uno scetticismo gnoseologico (che certamente comporta, nelle tue parole, un atteggiamento di sfiducia verso concetti astratti ed ideologie) debba essere necessariamente accompagnato da sfiducia verso gli altri individui (un tratto, credo, dipendente molto piu' dalla personalita' e dal carattere del singolo che non dalle sue convinzioni teoretiche).

      Citazione
      Il Paperone di Barks è sovente caratterizzato con questi lineamenti, cosa che si può intuire molto spesso da battute frequenti come "nipote disutile" o "maggiordomo buono a nulla" o anche nelle forti invettive alla società moderna (i giovani smidollati).
      Invettive contro la smidollata societa' moderna in Barks me le ricordo (la prima che mi viene in mente, "Quant'e' diventato molle questo paese!" sulla possibilita' di raggiungere Dawson in aereo; ed e' nello stesso spirito il voler mettere alla prova il coraggio di Paperino); ma, se posso fidarmi della mia memoria, espressioni come "nipote disutile" o "maggiordomo buono a nulla" non sono molto usate da Barks (le vedrei meglio in Martina, o nel  Cimino pre-anni '80).

      Citazione
      Per intenderci è il modello di Scrooge dei Disney Italiani (l'in questi giorni discusso Martina in primis), che ha come conseguenza una personalità iperattiva e tuttofare nella maggiore.
      Lasciando da parte il complesso discorso di come gli italiani abbiano seguito, sviluppato e/o tradito Barks, sembrerebbe che nel rispondere alla mia perplessita' tu voglia indicare lo "scetticismo" (inteso, mi par di capire, come " diffidenza verso le capacita' altrui e conseguente tendenza a fare tutto da se' ") come il tratto fondamentale (o almeno, uno dei tratti piu' importanti) del Paperone barksiano, con particolare riferimento alla Disfida dei dollari. Spero di aver esposto decentemente la tua posizione, visto che mi trovo alquanto in disaccordo.

      Tempo qualcuno sul forum (forse Monkey Feyerabend) aveva osservato che la caratteristica fondamentale del Paperino barksiano e' la sua splendida, esuberante vitalita'. Lo stesso, mi sembra, si puo' dire del suo Paperone. L'iperattivita' di entrambi (nel caso del nipote, evidente soprattutto nelle brevi, ma anche in varie lunghe precedenti alla Disfida) e', imho, innanzittutto espressione di questo elan vitale, indissolubilmente legato alla loro passionalita': i paperi tendono a buttarsi anima e corpo, con attenzione ossessiva, nelle cause cui si dedicano. Per Paperino, questi interessi tendono ad essere di breve durata (d'altra parte, non va dimenticato che il temperamento "caldo" di Paperino e' strettamente legato anche alla sua iracondia, alla facilita' con cui finisce in guerra con chi gli e' vicino, attivita' che probabilmente prende buona parte delle sue energie emotive); nel caso dello zio, tutta o quasi la sua capacita' passionale e' diretta, monomaniacalmente, al denaro.
      La Disfida dei dollari e' certo la storia che meglio definisce il Paperone barksiano. Ai miei occhi, la caratterizzazione piu' importante che ne esce fuori e' quella dell'appassionato "amante" dei dollari, che vi ci si tuffa e ci gioca con gioia incontenibile (per inciso, trovo che la Disfida dei dollari sia molto piu' importante che non la Stella del polo per definire la vita emotiva-sentimentale paperoniana). Certo, vediamo anche il sopravvissuto a mille avventure, sempre capace di trovare stratagemmi a risolvere in proprio favore la situazione, "piu' duro dei piu' duri e piu' astuto dei piu' astuti"; ma (se posso fidarmi della mia memoria visiva) le vignette in cui il protagonista e' rappresentato come un forte combattente sono assai meno numerose di quelle che lo mostrano o in condizioni di disperazione e/o debolezza, o nell'esultante felicita' di chi nuota "come un pesce baleno". (Tanto per dire: ricordo male, o nei ricordi del nostro, mentre i nipotini tentano di rincuorarlo, vediamo si' il tetragono Paperone che incede severemente per le fangose strade di Dawson, incurante degli insulti altrui, ma anche un Paperone che bacia amorosamente il rame appena scoperto nel Montana?)

      Citazione
      A mio avviso questi atteggiamenti si riscontrano anche nella Disfida e, appunto, nel primo tempo di King McDuck I.
      Come spiegato, mi sembra che una simile lettura della Disfida dei dollari sia decisamente poco fondata sull'opera cui si riferisce. Lo "scetticismo", come l'hai chiamato, non e' assente; ma non e' il tratto fondamentale di Paperone in quella storia, e non e' la causa primaria della sua personalità iperattiva, che vedo derivare piuttosto dalll'energia vitale e dal carattere appassionato del personaggio.
      Non ho un ricordo sufficientemente preciso del Paperone di Re Paperone I per poterne discutere senza la storia sottomano. Supporrei che anche in questo caso lo "scetticismo" non sia il tratto predominante, ma e' un'ipotesi basata sopattutto su quanto ho scritto in precedenza circa la Disfida.

      Ricordo invece piuttosto bene la figura di Khan Khan, certo uno dei personaggi piu' memorabili e affascinanti mai apparsi nel fumetto Disney.

      Citazione
      Il sagace indovino Khan Khan infatti  incarna pari pari le fattezze dell’autore, che giunto al termine di una vita apparentemente immortale e anche un po’ noiosa decide quasi per sua scelta di cedere e abbandonare così il dono più grande per un comune mortale, ricordandoci sensibilmente quell’eroico Gilgamesh della tradizione letterale sumera dei tempi andati. Da sottolineare anche l’umanità e la grazia con cui tale tematica viene affrontata, non solo da un punto di vista materiale, ma anche proprio come sentimento ultimo di Barks, desideroso di pace e conforto tipiche del dolce trapasso
      Interpretazione molto interessante. Mi chiedo pero' quanto questa lettura risenta del fatto che noi sappiamo quale sia stata la scelta finale di Barks: il mio dubbio e' che questa identificazione tra personaggio ed autore sia qualcosa che noi aggiungiamo alla storia sulla base non del testo, ma solo di eventi verificatisi oltre trent'anni dopo che la storia fu scritta.
      (Circa il parallelo con Gilgamesh: crederei che quest'ultimo non avesse rinunciato sua sponte all'immortalita', bensi' l'avesse persa per cause di forza maggiore.)

      Un'ultima osservazione. Conosco questa storia soltanto nella versione di Strobl. Mi chiedo quante delle differenze tra le nostre impressioni ed interpretazioni dipendano soprattutto dal disegnatore.



      L'istituzione di un parallelismo tra la figura dell'indovino e quella dello stesso Barks, sebbene non avvallata ufficialmente da Barks stesso, non è solo frutto delle congetture di studiosi del Fumetto; lo stesso autore, quando consegnò, la sceneggiatura, aveva ben chiare le idee riguardo al proprio ritiro, infatti evitò di disegnare la storia personalmente proprio per non posticipare la data del suo pensionamento.
      Oh! Date un posto al cimitero...Yùuuuuu! Al mio cuore di vaquero...Yùuu! Egli è morto e lascia sola, uèeeee! La sua casa, la cavalla e la pistola, uèeee!

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        Re:Re Paperone I
        Risposta #32: Domenica 16 Ott 2022, 19:43:43
        Ultimo capolavoro di Barks prima del pensionamento, e una delle mie storie preferite tra i numerosi capimastri dell'Uomo dei Paperi, King Scrooge the First è senza dubbio una vicenda dalle molteplici suggestioni. Il Maestro dell'Oregon fa ritornare i Paperi nella magica Persia, dopo averceli condotti nella Sposa persiana e nel Tappeto volante, e sfrutta le atmosfere oniriche e leggendarie dell'ambientazione per creare un apologo sull'esistenza umana dai toni sapientemente lirici ed elegiaci. La potenza della narrazione imbastita da Barks si sviluppa appieno attraverso un tema maturo e pregnante di significato come quello della vita eterna, intrinsecamente legato ai più reconditi aspetti della spiritualità umana. In questo caso, l'ispirazione sembra essere tratta, almeno parzialmente, dal poema sumero-accadico di Gilgamesh, da cui l'avventura barksiana riprende la ricerca dell'eternità per conseguire la vittoria definitiva dell'uomo sulla morte, destinata a rivelarsi fallimentare sia nel componimento poetico, sia nel fumetto; si potrebbe pensare che il Maestro dell'Oregon abbia ricavato l'idea generale anche dal romanzo "Lei, la donna eterna"(che servì poi da ispirazione per un'avventura dei nostrani Cino e Franco ma, soprattutto, per un celebre capolavoro scarpiano), sicuramente più diffuso negli USA all'epoca rispetto al poema sopracitato.
        Come già fatto notare da alcuni utenti precedentemente, in questa storia la personalità di Paperone sembra subire una sorta di involuzione rispetto alle avventure immediatamente precedenti, in cui il lato umano e perfin romantico del papero-magnate veniva messo in risalto(cito, ad esempio, il Bilione in fumo o A nord dello Yukon); qui, al contrario, riaffiorano parzialmente la grettezza e la ruvidità dello Scrooge degli esordi, uniti a una forte dose di scetticismo nei confronti del sovrannaturale e a un attaccamento al denaro completamente diverso dal rapporto giocoso che intratteneva con lui nelle storie degli anni Sessanta, e anche all'amore verso di esso che nutriva nella Disfida: in King Scrooge tale atteggiamento è contaminato da una avidità a tratti morbosa, sintomo di una dipendenza quasi malata. Forse che questo Paperone sia una sorta di collegamento tra l'eroe romantico e coraggioso dell'epopea di Uncle Scrooge e l'antagonista piatto e stereotipato delle successive storie delle Giovani Marmotte? In ogni caso, la figura del ricco papero è completamente oscurata dalla fortissima e magnetica personalità dell'indovino Khan Khan: sontuoso nelle pose e nella gestualità, affascinante nella personalità complessa e imprevedibile, egli incarna il mistero e la saggezza dei secoli passati, è portator di un modello di vita incompatibile con quello odierno, destinato a sparire, come lo stesso indovino, nelle sabbie del deserto durante lo struggente finale. Se si considera che Barks si rispecchia con tale personaggio, è indubbio che il finale acquisisce un ulteriore significato: il commiato dai lettori di un autore, all'epoca pressochè sconosciuto e poco retribuito, la cui opera rimarrà sempre nel cuore degli appassionati, ridefinendo il significato stesso di Fumetto Disney.
         Una tale storia, incredibilmente pregna di significati e suggestioni, risulta a mio parere travisata dalle matite di Strobl, il cui tratto geometrico e piano non riesce a coniugare le ambiguità della trama a una recitazione solenne e teatrale dei personaggi, drammatica e carica di tensione a tratti oppure caratterizzata da un umorismo insolitamente amaro; obiettivi che invece ritengo conseguiti appieno nella versione di Jippes, che trasferisce mirabilmente sulla carta la sceneggiatura dell'Uomo dei Paperi.
        Voi cosa ne pensate di questa storia?

        Sai che ti ci vedo, a fare il critico di fumetti Disney? Per la tua giovanissima età (te lo dice un tuo coetaneo) possiedi già una notevole competenza in ambito disneyano, e ottimi doti di discernimento. Mi ricordi Luca Boschi.

        -Leonardo
        ''Un cappello pensatore può aiutarmi a creare un cappello spensatore?''

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          Re:Re Paperone I
          Risposta #33: Domenica 16 Ott 2022, 20:45:37
          Ultimo capolavoro di Barks prima del pensionamento, e una delle mie storie preferite tra i numerosi capimastri dell'Uomo dei Paperi, King Scrooge the First è senza dubbio una vicenda dalle molteplici suggestioni. Il Maestro dell'Oregon fa ritornare i Paperi nella magica Persia, dopo averceli condotti nella Sposa persiana e nel Tappeto volante, e sfrutta le atmosfere oniriche e leggendarie dell'ambientazione per creare un apologo sull'esistenza umana dai toni sapientemente lirici ed elegiaci. La potenza della narrazione imbastita da Barks si sviluppa appieno attraverso un tema maturo e pregnante di significato come quello della vita eterna, intrinsecamente legato ai più reconditi aspetti della spiritualità umana. In questo caso, l'ispirazione sembra essere tratta, almeno parzialmente, dal poema sumero-accadico di Gilgamesh, da cui l'avventura barksiana riprende la ricerca dell'eternità per conseguire la vittoria definitiva dell'uomo sulla morte, destinata a rivelarsi fallimentare sia nel componimento poetico, sia nel fumetto; si potrebbe pensare che il Maestro dell'Oregon abbia ricavato l'idea generale anche dal romanzo "Lei, la donna eterna"(che servì poi da ispirazione per un'avventura dei nostrani Cino e Franco ma, soprattutto, per un celebre capolavoro scarpiano), sicuramente più diffuso negli USA all'epoca rispetto al poema sopracitato.
          Come già fatto notare da alcuni utenti precedentemente, in questa storia la personalità di Paperone sembra subire una sorta di involuzione rispetto alle avventure immediatamente precedenti, in cui il lato umano e perfin romantico del papero-magnate veniva messo in risalto(cito, ad esempio, il Bilione in fumo o A nord dello Yukon); qui, al contrario, riaffiorano parzialmente la grettezza e la ruvidità dello Scrooge degli esordi, uniti a una forte dose di scetticismo nei confronti del sovrannaturale e a un attaccamento al denaro completamente diverso dal rapporto giocoso che intratteneva con lui nelle storie degli anni Sessanta, e anche all'amore verso di esso che nutriva nella Disfida: in King Scrooge tale atteggiamento è contaminato da una avidità a tratti morbosa, sintomo di una dipendenza quasi malata. Forse che questo Paperone sia una sorta di collegamento tra l'eroe romantico e coraggioso dell'epopea di Uncle Scrooge e l'antagonista piatto e stereotipato delle successive storie delle Giovani Marmotte? In ogni caso, la figura del ricco papero è completamente oscurata dalla fortissima e magnetica personalità dell'indovino Khan Khan: sontuoso nelle pose e nella gestualità, affascinante nella personalità complessa e imprevedibile, egli incarna il mistero e la saggezza dei secoli passati, è portator di un modello di vita incompatibile con quello odierno, destinato a sparire, come lo stesso indovino, nelle sabbie del deserto durante lo struggente finale. Se si considera che Barks si rispecchia con tale personaggio, è indubbio che il finale acquisisce un ulteriore significato: il commiato dai lettori di un autore, all'epoca pressochè sconosciuto e poco retribuito, la cui opera rimarrà sempre nel cuore degli appassionati, ridefinendo il significato stesso di Fumetto Disney.
           Una tale storia, incredibilmente pregna di significati e suggestioni, risulta a mio parere travisata dalle matite di Strobl, il cui tratto geometrico e piano non riesce a coniugare le ambiguità della trama a una recitazione solenne e teatrale dei personaggi, drammatica e carica di tensione a tratti oppure caratterizzata da un umorismo insolitamente amaro; obiettivi che invece ritengo conseguiti appieno nella versione di Jippes, che trasferisce mirabilmente sulla carta la sceneggiatura dell'Uomo dei Paperi.
          Voi cosa ne pensate di questa storia?

          Sai che ti ci vedo, a fare il critico di fumetti Disney? Per la tua giovanissima età (te lo dice un tuo coetaneo) possiedi già una notevole competenza in ambito disneyano, e ottimi doti di discernimento. Mi ricordi Luca Boschi.

          -Leonardo

          Grazie mille per il complimento, Leonardo, ma be', il paragone mi pare un tantino esagerato. Anche qui sul forum, ci sono molti esperti che lo meritano molto più di me, che sono solo un semplice appassionato. Comunque, grazie ancora! ;;D
          Oh! Date un posto al cimitero...Yùuuuuu! Al mio cuore di vaquero...Yùuu! Egli è morto e lascia sola, uèeeee! La sua casa, la cavalla e la pistola, uèeee!

           

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