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Topolino e il deserto del nulla

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valsedre
Pifferosauro Uranifago
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PolliceSu
    Topolino e il deserto del nulla
    Giovedì 17 Giu 2010, 10:31:54
    Bella storia fantascientifica di Bill Walsh e Floyd Gottfredson del 1953,piena si suspence,con una trama simile a quella del pianeta Minorenne,bello anche l'uso di Magneto.

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    collectionetor
    Pifferosauro Uranifago
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      Re: Topolino e il deserto del nulla
      Risposta #1: Giovedì 17 Giu 2010, 15:01:37
      Un' ottima storia,c' è un Topolino classico che ama la tranquillità ma,quando è costretto passa all' azione,come quando va con Pippo per scappare.
      Un' ottima storia uscita fuori da Floyd Gottfredson e Bill Wash,due ottimi autori.
      "A volte può bastare... essere un piccolo,fragile papero."
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      hendrik
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        Re: Topolino e il deserto del nulla
        Risposta #2: Giovedì 17 Giu 2010, 15:07:24
        Un' ottima storia,c' è un Topolino classico che ama la tranquillità ma,quando è costretto passa all' azione,come quando va con Pippo per scappare.
        Un' ottima storia uscita fuori da Floyd Gottfredson e Bill Wash,due ottimi autori.

        Un *ottimo* commento, non c'e' che dire... ::)
        « Ultima modifica: Giovedì 17 Giu 2010, 15:07:39 da hendrik »
        ... non ferma a Verkuragon!

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        collectionetor
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          Re: Topolino e il deserto del nulla
          Risposta #3: Giovedì 17 Giu 2010, 15:10:58

          Un *ottimo* commento, non c'e' che dire... ::)

          Non ho capito bene il tuo commento.
          "A volte può bastare... essere un piccolo,fragile papero."
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            Re: Topolino e il deserto del nulla
            Risposta #4: Martedì 29 Giu 2010, 23:29:15
            Una bella storia che mi ha stupito, con personaggi molto ricchi: penso al piccolo Magneto, ma soprattutto al padre di Dynamina, sola voce in una specie di boiler gigante. Molto divertente.
            E poi il finale diviso tra Washington e Mosca, entrambe temibili, entrambe in guerra.

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              Re: Topolino e il deserto del nulla
              Risposta #5: Venerdì 16 Lug 2010, 23:05:01
              una storia veramente interessante e altamente ispirata agli avvenimenti dell'epoca. Si sente molto l'influenza della guerra fredda e della corsa allo spazio delle 2 superpotenze...

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                Re:Topolino e il deserto del nulla
                Risposta #6: Domenica 7 Apr 2019, 12:08:06
                Il mio punto sulla storia:

                Si tratta del Walsh a briglie sciolte che, frenetico e frammentario, se preso per il verso giusto sa farsi amare: dopo un inizio a base di segnali inquietanti e indecifrabili (l’orologio fermo da 40 anni che improvvisamente inizia a ticchettare, il contatore geiger impazzito) e di un minacciato annegamento di Topolino e Pippo nelle sabbie mobili, spezza momentaneamente la suspense lo scorcio di un riuscito contrasto tra l’ambientazione selvaggia e l’ipertecnologico villaggio di robot auto-costruenti (come in Topolino e le meraviglie del domani). Nessuno di loro sa dire a Topolino il nome del loro primo costruttore, il solo provare a indagarlo causa un tilt immediato nei circuiti del loro apparato elettronico. Il robottino Magneto, reminiscenza dell’indimenticato Eta beta, è un risultato fumettistico delle riflessioni di Asimov di qualche anno prima e pone interrogativi sulla natura dei processi di un cervello artificiale. Più avanti, nello spazio siderale, il salvataggio di Magneto da parte di Topolino (effettuato senza velleità supereroistiche) va visto in parallelo non solo con quello compiuto dal robot a inizio a storia a favore di Topolino e Pippo prigionieri nelle sabbie mobili, ma anche con l’immolazione di Pippo che poco prima si era gettato nel fango col proposito di salvare Topolino o morire insieme a lui: se il salvare una vita ha una componente speculare (è strettamente legato alla riconoscenza da parte del soggetto salvato), Walsh instilla dubbi proprio sul perché Topolino si premuri di salvare un conglomerato di circuiti che non dovrebbe provare sentimenti. Topolino forse risponde più spontaneamente (vincendo le resistenze più pratiche di Pippo, che intende trattenerlo dal salvare Magneto) a un impulso naturale e insopprimibile per la salvaguardia del prossimo, è il suo modo – magari anche ingenuo e paradossale – di relazionarsi a una macchina; nel contempo Magneto cerca di conquistare intimamente quella naturalezza e umanità che proprio contraddistingue Topolino. Per Dynamina invece, come per tante donne del suo universo, Walsh non riserva pietà ma solo un rimpianto per bocca di Pippo: «Aveva la brutta abitudine di ammazzare la gente… ma era l’unica ragazza a pensare che fossi carino». Dynamina riscrive il topos rassicurante della figlia dello scienziato ponendosi ella stessa a vero e spietato leader foriero di tenebrosi giorni per l’umanità (nonostante asserisca di impadronirsi del blirio per evitare che sia la Terra a dare inizio alle guerre siderali), e in odore di rivalsa femminista rimpicciolisce Pippo e lo mette sotto vetro come un accessorio. Non ha bisogno di un uomo bello e prestante, non è dunque casuale si incapricci di Pippo. Adattando a Dynamina un’osservazione che lo studioso Thomas Andrae fa sull’Aygotcha del Tesoro di Moook, preme notare come ella – evoluzione anni ’50 della femme fatale, quindi neo-noir – rifletta, a un tempo, l’emancipazione femminile nella nominale gender equality sovietica e la “nuova donna” americana (quella impegnata in mansioni prettamente maschili, a partire dall’esodo bellico degli anni ’40 che lasciava sguarnite le città). Interessante è analizzare Dynamina anche con un’occhio a quanto la studiosa Jans B. Wager scrive riguardo a un personaggio femminile cruciale del film Un bacio e una pistola (Kiss Me Deadly, 1955) di Robert Aldrich. Dynamina, più centrale di altre figure femminili delineate da Walsh, non è forse una femme fatale vista da una prospettiva apocalittica, inscritta in una vicenda dai toni non solo pessimisti ma anche allusivamente catastrofici? I “forti” aggettivi appena pronunciati, li ricavo dal modo in cui la Wager espone le caratteristiche di Gabrielle, la ragazza che nell’epilogo del film di Aldrich apre la misteriosa valigetta che sprigiona un inferno di fuoco di natura probabilmente nucleare. Il blirio del Deserto del nulla, con cui Dynamina si trastulla molto sicura di sé, sarebbe forse stato capace di comportarsi ugualmente nelle sue luciferine mani? Il padre di Dynamina, invece, che c’è e allo stesso tempo non c’è, ha solo una voce proveniente da un enorme cilindro metallico che nella forma ricorda ancora una volta – prepotente ed esplicita – la paranoia atomica (un’esplosione ne ha distrutto il corpo, conservandone solo la voce). L’auto-annientamento in serie dell’esercito di robot operai per ordine di Dynamina ha un sapore diverso dall’immane tafferuglio tragicomico degli automi in Topolino e le meraviglie del domani, è spettacolare e insieme inquietante. Nel finale, di fronte alle mitragliate al loro disco volante da parte dell’URSS Topolino e Pippo oppongono una presunta solidarietà da parte degli USA, puntualmente disattesa: anche Washington spara contro il disco senza mezzi termini, inducendo Magneto alla scelta irrevocabile di non metter mai piede sulla Terra. Il summenzionato salvataggio-sacrificio di Pippo che si getta nelle sabbie mobili per morire con Topolino è probabilmente il punto di arrivo definitivo nella descrizione del rapporto tra i due personaggi.

                Voto: 3,5/4
                Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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                Maximilian
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                  Re:Topolino e il deserto del nulla
                  Risposta #7: Domenica 4 Dic 2022, 11:08:07
                  In questa occasione più che ogni altra, Walsh pone problemi senza fornire né suggerire soluzioni. Anzi, dimostra matematicamente l’impossibilità di una soluzione.
                  Infatti (probabilmente senza avvedersene) l’autore applica quello che in teoria dei giochi è noto come dilemma del prigioniero a una delle questioni cardine della guerra fredda: la scelta di costruire armi atomiche. Per spiegarmi meglio mi servo del seguente schema:


                  Dove:
                  -   A e B sono gli attori convolti: alieni e terrestri, letteralmente; Stati Uniti e Unione Sovietica, fuor di metafora. Illustro il caso con 2 decisori perché più semplice, ma è intuitivamente generalizzabile situazioni con numeri maggiori. Comunque, nell’epoca dei due blocchi questo si avvicina molto alla realtà
                  -   C e NC corrispondono alle strategie possibili per i giocatori: se costruire o meno bombe atomiche (oppure, fare scorta di bleerium), quindi con C = costruire ed NC = non costruire
                  In base alle decisioni prese si arriverà a uno dei differenti esiti 1, 2 ,3, 4, ovverosia:
                  -   1: né A né B costruiscono armi atomiche
                  -   2: A non costruisce armi atomiche mentre B lo fa
                  -   3: A costruisce armi atomiche mentre B non lo fa
                  -   4: sia A sia B costruiscono armi atomiche

                  Ora ci chiediamo: cosa sceglierà A? La strategia NC o C? La risposta dipende dal comportamento di B.
                  Ipotizziamo che quest’ultimo scelga NC: in questo caso, se A decide NC si determinerà lo scenario 1, se invece opta per B si avvererà il 3. Per A, 1 è sfavorevole rispetto a 3: infatti, mentre nel primo i due giocatori si trovano ad armi pari, nel secondo A ha un vantaggio su B. Di conseguenza A sceglierà C.
                  E se invece B decidesse C? Allora gli esiti possibili sarebbero 2 e 4. E ad A conviene maggiormente il 4, dal momento che nel primo si troverebbe con minore potenza rispetto a B e nel secondo i due si equivarrebbero. Dunque, anche questa volta A opterebbe per C.

                  Abbiamo constatato che A, indipendentemente dalle mosse di B, conviene scegliere C. Analogamente (il caso è simmetrico) si dimostra che anche B preferisce in ogni caso la medesima strategia.
                  Quindi, entrambi realizzano C determinando l’esito 4 (l’equilibrio di Nash, come tecnicamente si chiama).

                  Ma, giunti fin qui, sorge un’osservazione interessante: esiste una prospettiva preferibile per ambedue rispetto a quella avveratasi, ossia 1. Notate che i decisori, sia in 1 che in 4, pareggiano le loro forze, tuttavia nel caso di una guerra, i disastri provocati dall’energia nucleare sarebbero enormemente dannosi: A e B preferirebbero che nessuno dei due possegga bombe atomiche, piuttosto che averle entrambi. Eppure, seguendo la logica, non possono fare altro che continuarne la produzione.

                   

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