Complice la recente riproposizione nell' ultimo, ottimo numero dei Grandi Autori, ho avuto modo di rileggere questa piccola perla che già a una prima lettura avevo notevolmente apprezzato. In Accadde a Paperopoli la trama è un mero pretesto per dar modo a Bottaro di esprimere appieno la vena surreale e onirica maturata nella fase finale della sua carriera. Il Maestro di Rapallo, dimostrandosi al solito grande filologo del fumetto, disneyano o no, cogliendo e amalgamando tra loro una serie di influenze e citazioni eterogenee che vanno dalle geometrie fantastiche e barocche di Rubino, ai mondi rovesciati del Nemo di Winston McCay, passando attraverso rimandi alla barksiana cimice tuf tuf. Il tutto inquadrato attraverso la pluridecennale carriera di Bottaro, che grazie a pietre militari del fumetto italiano come Re di picche ha egli stesso contribuito a definire un nuovo modo di intendere le forme e lo spazio. Di questo processo la storia in questione è un chiaro esempio: i personaggi si allungano, deformano nelle più bizzarre costruzioni geometriche, rassomigliando a quei quadri cubisti di cui Paperino si dichiara appassionato a inizio storia. La fantasia dell' autore spazia lungo l' intero campo della immaginazione, offrendo visioni disturbanti, come la zucca mangiatrice dei mangiatori di semi di zucca, che paiono provenire da un quadro di Bosch, alternandosi a spettacolari panoramiche genuinamente folli e surreali, come altrettanto folle e sconclusionata è la conclusione. Ma forse mai come in questo caso , la trama è un pendant quasi accessorio: il pezzo forte è l' incredibile viaggio onirico-psichedelico lungo il quale il Maestro di Rapallo ci conduce.
Voi cosa ne pensate di questa storia?